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Autore: DanzaNelFuoco    20/08/2014    3 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "Seven Deadly Sins" indetto sul forum di efp da Liberty_Fede e giudicato da LoveChild e si è classificata PRIMA.
- Intro:
Eri arrabbiato...
Hai pianto...
Hai bevuto...
Hai sfiorato i limiti della pazzia...
E forse li hai superati.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sloth
 
Lo sguardo è perso nel vuoto.
Nulla.
Adesso non c'è più nulla.
Eri arrabbiato - hai frantumato tutte le boccette d'inchiostro, sparpagliato ogni libro e pergamena, spezzato ogni piuma.
Ora non lo sei più.
Hai pianto - hai versato tutte le tue lacrime, solchi salati sulle tue guancie.
Ora hai smesso.
Hai bevuto - tutto quello che hai trovato, tutte le bottiglie che non avevi rotto, nonostante avessi giurato a te stesso che non avresti mai perso il controllo con l'alcool perché tu non sei tuo padre.
Ora non hai più niente da bere.
Hai sfiorato i limiti della pazzia.
E forse li hai superati.
Lo sguardo è perso nel vuoto.
Con le mani giochi con i lunghi capelli di Lily, tieni quelle fiamme setose tra le dita per qualche istante prima di lasciarle ricadere sul materasso bianco.
Bianco e rosso.
Sono gli unici due colori che riesci a vedere, come una tela di arte astratta in cui l'unica linea sia la curva di vermigli boccoli.
“Rimani un altro po' con me.” la sua voce è sensuale e dolce, tentatrice come quella di una sirena.
“Certo, cara. Non andrò proprio da nessuna parte. E neanche tu.”
La sua pelle nuda è morbida contro la tua.
Le sue labbra carnose che si posano sulle tue sono come una brezza leggera.
“Da nessuna parte.” ripete lei ridacchiando, per poi baciarti.
“Mai.” replichi tu, ricambiando il bacio con un altro.
I baci che vi scambiate sono molti, numerosi, cento e altri cento, mille e ancora mille e altro cento, fino a perderne il conto.
Non vuoi altro.
E in quel letto senza mai alzarsi -senza mangiare, né bere, né dormire- passano i giorni.
Sei felice.
Lily è al tuo fianco.
Per sempre.
Non c'è Voldemort, Silente e il tuo ruolo di spia.
Non c'è "Dannato" Potter e il tuo senso di colpa per aver parlato.
Non c'è quel maledetto che insulto che aleggia tra voi e che vi ha diviso per anni.
“Mi dispiace.” avevi provato a scusarti tu quando Lily era venuta a trovarti nell'oscurità della notte, un'apparizione cremisi che aveva ignorato le tue parole per stendersi accanto a te. Da quel momento il bianco e il rosso avevano invaso le tue iridi scure, senza possibilità di scampo.
Ora ci siete solo tu e Lily, distesi in quel talamo dove finalmente potete stare insieme.
Non hai più coscienza del mondo esterno.
Eppure qualcosa continua a bussare in un angolo del tuo cervello, reclamando la tua attenzione.
C'é qualcosa che non va, lo sai, ma lo ignori. Non vuoi che qualunque cosa sia quella che stai vivendo finisca.
L'insistenza con cui quella nota stonata chiede di essere sistemata ti impedisce di goderti il momento e le presti ascolto.
Capisci improvvisamente cosa non vada.
I suoi occhi.
Non vi hai prestato particolare attenzione, calamitato dal rosso dei suoi capelli.
“Lily...” deglutisci nervoso, perché d'un tratto ti sembra una cosa pericolosa da chiedere.
“Sì?” chiede lei lasciando un'umida scia di baci lungo il tuo collo.
“Mi faresti vedere i tuoi occhi?”
“Perché? Non preferisci restare ancora qui a non fare nulla?” ti chiede, posando la testa nell'incavo della tua spalla.
Per favore.” insisti.
“Davvero è questo quello che vuoi?" chiede stizzita e il suo tono ti ferisce.
“Sì.”
Sbatte le palpebre e ti fissa.
I suoi grandi occhi verdi sembrano risucchiare tutto il rosso che ti aveva invaso la mente, ti scrutano l'anima appropriandosi di ogni frammento della tua coscienza.
Qualunque traccia di sensualità sparisce, così come ogni volontà di seduzione.
Davvero è questo quello che vuoi?”  il suo tono è ora di disapprovazione e sai benissimo che è riferito alla condizione limbica in cui ti trovi.
“Sì.”
“Io non approvo.”
“Lo so.”
“Come hai potuto ridurti così?”
“So anche questo.”
“Io non approvo.”
“Lo so.”
“Svegliati.”
Apri gli occhi -quelli della mente ché quelli veri sono già aperti- e il bianco scompare.
Il grigiore delle pareti che stai fissando da giorni ti riporta alla dura realtà dove tu sei l'assassino della donna che amavi.
Sarebbe più facile voltarsi dall'altro lato, verso il grigiore dell'altra parete e immergersi nel bianco in cui le venature cremisi regnano, ma il puzzo delle lenzuola da cui non ti alzi da giorni si fa sentire e ti impedisce di ripiombare nei meandri della tua mente. La sete invade improvvisamente ogni fibra del tuo corpo, la fame ti schiaccia e l'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento.
Ti lasci cadere giù dal letto, da quel materasso ormai inutilizzabile, e calci via le lenzuola che una volta erano state bianche. Arranchi fino alla cucina, trascinandoti sulle ginocchia, strisciando e tirandoti con la poca forza che ti è rimasta nelle braccia.
Ti sollevi fino al lavandino, piegandoti sul bordo, instabile sulle gambe, le mani che tremano per lo sforzo e che quasi non riescono ad aprire il rubinetto.
Quando senti l'acqua scorrere non riesci nemmeno a credere di avercela fatta.
La testa cade naturalmente verso il basso, il getto dell'acqua che colpisce i capelli unti. Riesci a ruotare il capo quel tanto che permette ad un rivolo d'acqua di entrarti in bocca.
“Come hai potuto ridurti così... Io non approvo...” l'eco della voce di Lily ti risuona in testa, mentre l'acqua limpida ti invade la bocca e tu annaspi nel tentativo di bere ancora e placare la sete infinita che ti ritrovi.
Boccheggi quando comincia a mancarti l'aria, sostituita dall'acqua che scorre ovunque attorno a te, e improvvisamente le mani perdono la presa sul bordo del lavandino. Sbatti il mento contro il legno del mobile e ti mordi la lingua. Un intenso sapore metallico colpisce le tue papille gustative e il tuo fisico ormai disabituato rigetta la troppa acqua che hai bevuto.
Tenti di alzarti ancora, aggrappandoti al pomolo del mobile accanto al lavandino, ma il rigurgito ha reso scivolosa la tua presa.
“Come hai potuto ridurti così?”
Diventi improvvisamente cosciente che morirai così, disteso nel tuo stesso vomito, nei tuoi stessi fluidi, suicida.
“Come hai potuto ridurti così?”
Tu ti sei lasciato morire di fame e di sete.
“Come hai potuto ridurti così?”
Tu ti sei ridotto in questo stato.
Non per Lily, non per la sua morte.
Perché non volevi più combattere.
“Io non approvo.”
Gli occhi diventano lucidi, incapaci di piangere lacrime che il tuo fisico non riesce a produrre, e la stizza ti pervade.
Da mero istinto animale la voglia di vivere diventa un cosciente desiderio pulsante.
“Io non approvo.”
“Non... Non ti deluderò, Lily.” la tua voce è gracchiante, inutilizzata per troppo tempo. “Ti ho deluso troppe volte.”
Il digiuno ti impedisce di pensare chiaramente, ma è evidente il tuo bisogno di cibo.
Raduni le poche forze che ti sono rimaste e ti alzi. Un passo alla volta, con le gambe che tremano ogni secondo di più, ti sposti verso la credenza. Il pane è a portata di mano e una volta presolo ti accasci a terra. Mangi lentamente, strappi il pane con le mani, lasci che i bocconi si ammorbidiscano nella tua bocca, ti impedisci ti deglutire e di ingozzarti, consapevole che altrimenti il cibo farebbe la stessa fine dell'acqua.
Lentamente sentì le forze tornarti.
È ora di smettere di piangersi addosso.
Non ti deluderò, Lily.”
“Lo so.” Lily sorride prima di andarsene e i suoi occhi verdi sono gli ultimi a dissolversi nel pulviscolo.
  
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