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Autore: GottaBeLou    20/08/2014    4 recensioni
"Mentre Kogoro sbraitava, il piccolo Conan non emetteva un suono, sembrava quasi non respirasse. Sentiva un enorme peso sul cuore guardando il viso della ragazza. I paramedici avevano chiesto più volte al bambino di rimanere sul posto ma lui non aveva ceduto. Era solo colpa sua se Ran si trovava in quella situazione, colpa sua e di nessun altro, la sua vita era appesa a un filo e se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato."
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11
If there's something left to be learned
Then my time is running
Why should I waste it all wasted on you?
I shouldn't be trusted to live and let go
When the last of my cities have burned
Then what's left in nothing
Why did i waste it all wasted on you?
I couldn't be trusted to live and let go

- All time low, To live and let go

Ran non faticò a trovare la macchina di Yukiko, un’appariscente Jaguar del 1966, che si trovava esattamente dove il ragazzo le aveva indicato. Non fece quasi in tempo a sedersi che la donna fece partire l'auto.
“Allora, come stai?” chiese poi, come se nulla fosse.
“Oh beh, probabilmente starei meglio se sapessi cosa diavolo sta succedendo” sbottò l’altra.
“Hai parlato con Shin-chan?” chiese dopo diversi secondi, aumentando la stretta sul volante. Per quanto le sue doti di attrice le permettevano di mascherare quasi alla perfezione ogni emozione, non era difficile capire che era piuttosto agitata. Ran annuì debolmente con la testa, chiedendosi nuovamente cosa avesse fatto di male per trovarsi in una situazione del genere.
“Voglio che tu sappia che andrà tutto bene” disse dopo alcuni secondi.
“È proprio questo il punto” esclamò allora lei, esasperata “Non ho idea di cosa tu stia parlando, non so cosa andrà bene o perché potrebbe non essere così. Voglio solo delle dannatissime risposte e..”
Nella macchina calò nuovamente il silenzio, mentre le luci della città mescolavano in una serie di figure e colori fuori dai finestrini. Ran non voleva piangere, davvero. Dopo l’ultima uscita di scena dell’amico detective si era imposta di limitare le lacrime e per questo si era limitata a stringere i pugni fino a far diventare le nocche completamente bianche.
“Scusami” continuò dopo un po’, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto “è solo che..”
“Ti capisco, sai?” rispose la donna, spostando lo sguardo su di lei “So come ti senti, vivendo a Los Angeles non so mai cosa succede a mio figlio, lui non chiama e noi siamo sempre occupati, è difficile. Ma in ogni caso, per quanto tu cercherai di fargli fare qualcosa lui finirà sempre per fare quello che vuole, non importa se glielo proibisci. È sempre stato così” fece una pausa come per riprendere fiato.
“Vorrei però che tu capissi questa cosa, lui ti vuole bene ed è esattamente per questo che ti tiene nascoste certe cose. E so che sembra un paradosso, ma è così che va quando si parla di lui”
“Questo lo capisco ma io vorrei solo sapere perché non si lascia aiutare, ci sono un sacco di persone che sarebbero disposte a dargli una mano, eppure-”
Yukiko rise di nuovo. “Shin-chan lo sa perfettamente e lo so anche io, c’è chi lo sta aiutando, ma in una situazione del genere bisogna agire con calma e mettere le mani avanti, un milione di cose potrebbero andare storte”
“Ma” riprese dopo appena un paio di secondi “andrà tutto bene, te lo prometto. Fidati di lui”
Fidarsi di Shinichi. Non era ciò che faceva sempre?
Sospirò, rassegnata. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

***

Il cuore di Kohei perse un battito quando la macchina si bloccò davanti ad uno stabile in disuso fuori città. La banda criminale che regola i conti con i suoi nemici in un luogo dove nessuno può vedere e sentire, davvero originale.
Sperava con ogni fibra del suo corpo che tutto sarebbe andato bene. Quando al museo quel ragazzo gli si era avvicinato allungandogli un foglietto di carta delle dimensioni di un post-it non aveva avuto nemmeno il tempo di reagire.
“Siamo dalla stessa parte” aveva sussurrato.
L’aveva poi visto allontanarsi e, facendo attenzione a non farsi riprendere dalle telecamere aveva letto il messaggio.
‘Sappiamo cosa vuoi fare. Uscendo dalla seconda porta sulla sinistra troverai un corridoio non coperto dalle telecamere. Lascia Ran nello sgabuzzino. Ci fidiamo di te e speriamo che tu voglia fidarti di noi. Altrimenti agiremo diversamente’   
L’inchiostro era sbavato in alcuni punti, a confermare quanto quel messaggio fosse stato scritto frettolosamente. Ci aveva messo un attimo per capire chi fosse il mittente ma alla fine le possibilità si riducevano ad una. Shinichi Kudo. Solo lui poteva rischiare tanto per quella ragazza.
Lo aveva conosciuto tempo prima per fama, sembrava fosse infallibile, non perdeva mai un colpo. Ogni volta che si trovava ad investigare su un caso, questo veniva risolto in un batter d’occhio. Era una sorta di Sherlock Holmes in miniatura.
La prima volta che aveva sentito parlare di lui si trovava ancora negli Stati Uniti, così come quando aveva sentito dire che era scomparso dalla circolazione. In realtà, in un primo momento non aveva nemmeno dato peso alla notizia, di certo non era la prima volta che una “celebrità” si prendeva una vacanza, ma quando era stato contattato dall’Agenzia aveva cambiato totalmente atteggiamento.
Aveva dovuto assimilare una quantità esagerata di informazioni in appena cinque minuti e da lì tutto era cambiato. 

“Cosa dovrei fare esattamente?” chiese, mettendosi più comodo sulla poltrona nera. Quell'ufficio lo metteva inspiegabilmente a disagio.
“Ti trasferirai in Giappone a tempo indeterminato. Non abbiamo idea di quanto questa situazione possa andare avanti ma speriamo di risolverla al più presto”
“E una volta lì.. devo semplicemente investigare sull’Organizzazione?”
La donna dall’altra parte della scrivania si sistemò gli occhiali da lettura e aprì una cartellina giallo senape, per poi voltarla verso di lui. All’interno c’era un fascicolo di almeno una ventina di fogli, tutti scritti a computer e pinzati ordinatamente.
“Qualcosa del genere” disse infine “avrai due compiti, in particolare”
“Il primo” proseguì, estraendo una foto dalla cartellina “dovrai avvicinarti a questa ragazza. Vogliamo che lei si fidi di te”
Kohei si chiese cosa c’entrasse lei con il piano. Forse era uno degli agenti dell’Organizzazione. Ma sembrava una liceale, non poteva essere così.
“E il secondo, più complicato” prese un respiro “entrerai a far parte dell’Organizzazione stessa”
Il ragazzo si morse la lingua, le cose gli stavano sfuggendo di mano.
“Sappiamo che è qualcosa di troppo grande come primo incarico e capiremo se vorrai rifiutare”
Soppesò le parole della donna. Non era sicuro di essere pronto per qualcosa del genere, certo, aveva seguito l’addestramento ed era stato promosso prima di qualsiasi altro suo compagno ma forse quello era troppo perfino per il migliore della classe. O forse no. In realtà non aveva nemmeno molto da perdere.
“Accetto” disse dopo alcuni minuti. Lo doveva a suo padre, che aveva riposto fin troppa fiducia in lui.
“Ne sei sicuro?” chiese la donna, evidentemente sorpresa. Gli aveva proposto l’incarico perché non c’erano altri agenti così giovani e abbastanza qualificati per un compito del genere ma non si aspettava che accettasse così in fretta.
“Devo farlo”

Sospirò, gli sembrava passato un secolo dall’ultima volta in cui era entrato in quell’ufficio. Quasi gli mancava. Quasi.
“Psst” sentì sussurrare alla sua destra.
“Huh?”
“Te l’avevo detto che nessuno se ne sarebbe accorto”
Si limitò a sorridere, annuendo appena.
“Ce la faremo, ho avuto modo di parlare con Kudo tempo fa. Andrà tutto bene”
“È quello che spero”
La ragazza gli sfiorò una mano e poi la strinse nelle sue, quasi a volergli infondere sicurezza.  Era sempre stato così tra di loro, si conoscevano fin da bambini e ritrovarsi dopo tanto tempo era stato piacevole, nonostante le circostanze.

***

Alchermes e il collega avevano seguito la macchina con i due ragazzini a bordo per tutto il tragitto, fino ad arrivare al parcheggio sotterraneo di un vecchio stabile che per diversi anni era stato la sede di un'importante azienda farmaceutica. Era sorprendente che fosse ancora in piedi.
I due scesero dalla macchina e si diressero verso le scale d’emergenza, per poi entrare in una sorta di stanza molto spaziosa che tempo prima ospitava uno dei laboratori più grandi del paese. Era quasi completamente buia, in particolare alle estremità, dove la luce delle lampade al neon seminate qua e là sul soffitto non arrivava. Si va in scena.
“Sai, non ti credevo capace di qualcosa del genere” disse Alchermes con un ghigno, incrociando le braccia al petto.
“Umpf” sbuffò l’altro, avanzando nell’ombra. “Pensi di conoscermi, eh?”
“Io non penso di conoscerti, io so ogni cosa che ti riguarda”
Il ragazzo alzò appena le spalle, quasi in segno di resa. Scrutò il buio attorno a sé e finalmente quella voce prese forma. Davanti a lui c’era una giovane donna con lunghi capelli color caramello perfettamente arricciati. Portava un paio di grandi occhiali da sole che le nascondevano parte del volto pallido. Doveva avere solo qualche anno più di lui.
L’altro fece schioccare la lingua e si avvicinò alla nuova arrivata, poteva quasi sentire il suo profumo.
“Ma non sei tu la mia preda, caro detective liceale” sospirò quando fu abbastanza vicino.
Quell’affermazione colse Shinichi in contropiede. Che diavolo voleva dire? Non aveva cercato di rapire Ran perché lui andasse a salvarla, uscendo così allo scoperto?
Era stato un miracolo che l’antidoto avesse funzionato, Haibara aveva ripetuto più volte che per quanto ci avesse lavorato sopra, avrebbe potuto non sortire l’effetto desiderato, dipendeva tutto dalla reazione che avrebbe avuto il sistema immunitario del ragazzo. Ma alla fine era andato tutto per il meglio.
“Bentornato” aveva detto Ai prima di andarsene senza aggiungere altro - quasi delusa, avrebbe aggiunto lui.
Fino a quel momento il piano era andato bene, erano riusciti a mettere in salvo Ran grazie ad Heiji, che aveva consegnato il messaggio a Kohei. Con lui, Shinichi aveva poi seguito da lontano la macchina scura con Kohei e la finta Ran. Non era stato difficile convincere Naomi a prendere parte a quello che lei aveva definito un piano piuttosto strampalato, era bastato dirle di Kohei. Apparentemente i due in passato erano stati grandi amici ma avevano smesso di vedersi per chissà quale ragione, Naomi non aveva voluto parlarne.
Si era occupata Yukiko del suo travestimento e, come al solito, aveva fatto un ottimo lavoro, la somiglianza con Ran era impressionante. Sarebbero potute essere la stessa persona. Se solo Naomi non avesse avuto quella cadenza australiana nel parlare, si intende.
Ora lei e Kohei dovevano essere già lontani, al sicuro. Avevano già rischiato troppo.
“Pensavi mi fossi scomodata tanto per uno come te?” chiese la donna, iniziando a ridere. “Aspetto qualcuno che vale più di un detective da quattro soldi”
Con quell’ultima frase si tolse gli occhiali, mostrando un paio di occhi azzurro ghiaccio, fatti appena risaltare da un filo di matita scura. Dove li aveva già visti? Perché quello sguardo era così dannatamente familiare?
Shinichi cercò di fare mente locale. Perché trascinarlo in quella situazione se non era lui il bersaglio? Doveva esserci dell’altro.
“Alchermes, ben ritrovata” disse una voce in lontananza, che riscosse il ragazzo dai suoi pensieri. Non gli servì girarsi per capire di chi si trattava.
Cosa diavolo ci fa qui?!
Fece appena per voltarsi e la vide sbucare dall’ombra. Per diversi secondi il ticchettare dei tacchi della donna fu l’unico rumore a riempire la stanza.
You look a bit pale, Cool Guy”* sussurrò, quando gli fu accanto. “Me ne occupo io, vattene appena puoi”
“Lui non va da nessuna parte”
“Non ero qui quella che volevi uccidere? Lui è solo un ragazzino”
Shinichi avrebbe voluto ribattere e dire che non era solo un ragazzino, ma rimase in silenzio, spostando lo sguardo da una parte all’altra per seguire quella conversazione tanto insolita. La situazione si era ribaltata in meno di un minuto e lui aveva bisogno di un piano. Per quanto ne sapeva, Hattori era nascosto da qualche parte pronto a intervenire in caso di bisogno ma in quel momento doveva essere confuso almeno quanto lui. Non avevano previsto niente del genere.
“Evidentemente con l’età non si diventa più saggi..” borbottò la donna, guardando Vermouth con aria di sfida “e tu ne sai qualcosa, giusto?”
Quella frase rimase come sospesa in aria e il tempo sembrò fermarsi quando il suono di uno sparo risuonò nel silenzio della stanza.
Ma che..?!
Nella mente di Shinichi seguirono una serie di imprecazioni e pensieri confusi alla vista di una figura accasciata a terra in un angolo della stanza. Istintivamente iniziò a correre, incurante di ciò che stava succedendo alle sue spalle. Tutto sembrava andare al rallentatore, sentiva di non riuscire a muoversi abbastanza in fretta. Tutto era andato storto. La figura era immobile nascosta nella penombra. Da lontano era tutt’altro che riconoscibile ma a giudicare del cappellino con la visiera appena illuminato dalla luce fioca della grande stanza poteva trattarsi solo di una persona.

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Precisazioni:

*“Sei un po' pallido, Cool Guy


Ciaaao
Lo so cosa state pensando, questa prima dice una cosa e poi ne fa un'altra. Sono d'accordo, mi insulterei da sola, ma.
In realtà io ho sempre i buoni propositi, ero davvero partita con l'idea di descrivere l'azione qui ma poi mi sono dilungata con le descrizioni ecc e non volevo scrivere un capitolo troppo lungo e magari anche noioso (come se questo non fosse noioso). Avevo anche detto che avreste scoperto chi è Alchermes, ma ho pensato fosse meglio lasciare tutto in stand by per un attimo. Però avete un po' di indizi, chi sarà mai questa donna? Mmh.
Comunque, vi chiedo scusa per ritardo ma davvero tra le vacanze e il resto ho avuto poco tempo (e quando ne avevo mancava l'ispirazione d'oh).
Non so quanto manchi alla fine, in realtà vorrei scrivere direttamente l'epilogo e chiuderla lì ma forse ci ripenso ahah
L'altra storia invece è tipo a buon punto ma dovete aspettare almeno un paio di settimane prima di leggere qualsiasi cosa (poi vi sarà più chiaro lol), intanto posso dire che non sarà ambientata in Giappone, si accettano scommesse sul possibile scenario.
Niente, vi saluto e vi ringrazio per le recensioni che mi lasciate, ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite e tra le seguite e anche chi legge e basta.
Ringraziamento speciale a _TerryKudo_ che si è letta e recensita tutti i capitoli in una volta sola, ti mando un cuore♥ (ah, non sono vecchia davvero, ho appena compiuto diciannove anni. diciamo che sono un'ottantenne mancata ahahaha)

A presto,
Gaia

ps. se qualcuno ha voglia di conversare/ha domande da fare o qualsiasi altra cosa mi trovate su twitter, sono @myskyistorn♥


  
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