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Autore: Bab1974    20/08/2014    2 recensioni
Fabri, il protagonista, parla in prima persona del proprio trasformarsi in zombie, o qualcosa di simile e di una strana malattia che sembra trasformare tutti gli uomini.
Partecipa al contest di Son of a preacher man ' #WTFISZOMBIE: Original' e i personaggi sono ispirati ad una sua opera 'Gli artisti del retrobottega'.
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un profumo delizioso


Ho fame. Una fame tremenda, straziante. Non so perché, ma è questo il mio unico pensiero. Anche se sono sempre stato un egoista che ha sempre pensato prima di tutto a se stesso, pur se qualche volta mi sono illuso del contrario, mi sembra strano di non essere interessato a che fine abbia fatto Luca. Oppure la sua puttanella.
Non sento neppure il solito desiderio di vomitare, ho la sensazione che se trovassi il cibo adatto a me, me ne sazierei fino a essere pieno, e oltre.
Sono passati pochi giorni dall'incidente e dalla seguente caduta del pezzo di meteorite a pochi passi dalla macchina distrutta e le mie condizioni, almeno all'apparenza, sono migliori di quanto avrei pensato. Temevo di non riuscire a compiere i diciotto anni e ora non me ne frega nulla.
Continuo a chiedere del cibo ma mi accontentano solo dopo avermi fatto degli esami e aver controllato che non ho lesioni interne. Per quanto sia strano, non commento, felice di poter mettere qualcosa sotto i denti. Mi portano un brodino, senza nulla dentro, un puré e una mela cotta. Mi butto sul cibo come se non mangiassi da secoli, poi mi rendo conto che quel cibo mi da la nausea. Non è ciò che cercavo.
I miei genitori, che sono rientrati prima del tempo, sembrano preoccupati. Nonostante non abbia ferite gravi, mi vedono strano.
"Almeno è vivo." è il commento piccato del medico "Accade, dopo un incidente del genere, che ci si senta diversi. A volte si torna normali, altre volte no, dipende da quanto sia grave la commozione cerebrale. I suoi amici sono morti." ricorda loro.



Ricevo un sacco di visite, prima fra tutti quella di Raffaele con l'immancabile Jessica. Stanno insieme da una vita, finiranno per sposarsi e per diventare una noiosa coppia borghese che si farà le corna a vicenda o, nel caso a cui piaccia loro condividere, potrebbero finire per partecipare a certi festini, in certe ville. Ho saputo che anche gli etero, se vogliono, sanno divertirsi.
Oltre a loro passano anche tutti coloro che ho conosciuto, anche persone che non vedo da un sacco di tempo, forse pentitesi per avermi scartato per le mie tendenze e la mia vita. Probabilmente penseranno che sia il momento giusto per cambiare rotta, come se bastasse un incidente stradale per smettere di essere gay.
Tutti mi abbracciano come se fossi una bambola di porcellana, che si possa rompere da un momento all'altro. Ogni volta che accade sento un profumo delizioso che mi arriva alle narici, come se l'aroma di ciò che hanno mangiato fosse rimasto loro appiccicato addosso. Non riesco a capire di che si tratta, è diverso a qualsiasi cosa abbia mai sentito in vita mia. O forse, semplicemente, non riesco a fare mente locale, e a capire di cosa si tratta. Non resistendo più, chiedo loro che cosa hanno mangiato ultimamente, spiegando che qualsiasi cosa mani mi presentino mi da la nause, e sono alla ricerca del cibo perfetto. Sono stupiti, ma mi rispondo, alcuni sforzandosi come se dovessero ricordarsi ciò che hanno mangiato lo scorso anno.
Mi sono fatto una lista, scrivendola sul bordo di un libro che mi è stato regalato, ma mi rendo conto che sono tanti, e tanto diversi, che non capisco come faccia a piacermi tutto ciò.


Mi sto scervellando di capire ciò che mi sta succedendo, quando appare sulla porta l'ultima persona che mi sarei mai aspettato di vedere. Almeno sono certo che io, con il mio carattere strano, non sarei andato a trovare il mio ex, se mi avesse trattato come io ho trattato lui. Lohan mi guarda con le lacrime agli occhi, mi si avvicina, mi chiede informazioni con il labbro tremante e poi scatta verso di me, abbracciandomi. Lui è il primo che mi abbraccia sul serio, usando la forza, che certo non gli manca, e la disperazione per ciò che è successo. Abbiamo già avuto un incidente, ma quella volta era andata meglio.
All'improvviso quel profumo mi assale, i miei sensi si appannano, capisco solo che quello cerco è vicino a me e decido di morderlo. Affondo i denti con forza, trovando una piccola resistenza, e infine il sapore di ciò che cercavo mi inonda la bocca.
Vedo Lohan ritirarsi urlando e tenersi il collo in cui ho creato uno squarcio sanguinante: non è ciò che mi aspettavo, ma non ho la nausea e lo stomaco brontola. Mi alzo e mi dirigo verso di lui, dondolando. Lohan scivola a terra ma continua a retrocedere, gridando per attirare l'attenzione. Passando davanti alla porta del bagno aperta mi rifletto nello specchio e vedo il mio volto pallido, emaciato, con la bocca piena di sangue fresco. Mi blocco, come se mi rendessi conto di quello che ho appena fatto. Continuo a fissare la camicia dell'ospedale sporca di rosso, finché qualcuno non soccorre Lohan e non mi scuote.


Ora sono rinchiuso in una stanza del reparto psichiatrico, con la camicia di forza e legato a un letto. Ho ancora una fame incredibile, ma ora so quale ne è la causa e so che non sarà facile procurarmi del cibo.

Sono in buona compagnia, però.
Luca e Vincenzo, nonostante fossero stati dati per morti e nonostante continuino a non avere parametri vitali, sono qui, gli occhi fuori dalle orbite, la bava alla bocca, a ringhiare cose incomprensibili. Non è molto divertente parlare con loro. Sembra che la morte, anche se non li ha veramente finiti, abbia liquefatto il loro cervello
Lohan, dopo che l'ho morso, ha dato segno di volerlo fare a sua volta con altri e ora è qui accanto a me. Lo sento lamentarsi per la fame e sono certo che se per me è insopportabile, per lui, che non ha mai saputo resistere al brontolio dello stomaco, deve essere terrificante. Almeno con lui, quando non si lamenta e piagnucola, posso parlare tranquillamente. Cerchiamo di capire cosa possa essere successo e la sua risposta è da esperto e appassionato di fantascienza.
"Hai mai letto il romanzo di Matheson, 'Io sono leggenda'?" mi chiede.
Io scuoto la testa: non ho mai amato molto la lettura e la fantascienza non è mai stata fra i miei generi preferiti. Lohan sospira pesantemente e scuote la testa.
"Il film con Will Smith, allora?"
Quello lo conoscevo.
"Un virus ci ha contagiato?" E come, visto che sai tutto?" lo sfido a spiegarsi.
Lui sospira ancora, anche se capisco che è un modo per non pensare al buco nello stomaco che lo tormenta, non tanto noia per quello che dico.
"Il meteorite che è caduto potrebbe essere una specie di incubatrice. Il fatto che anche i cadaveri ne siano contagiati è inquietante, corriamo il rischio che i morti resuscitino, se il virus passa al terreno. Non sembra facile arginare una cosa del genere."
"Perché solo noi siamo stati colpiti?" chiedo, stupito dalla lucidità con cui mi parla di quell'argomento.
"Forse è più facile entrare nei corpi feriti, o morti, ma di questo passo non mancherà molto che anche gli altri vengano contagiati." La sua teoria non è così campata per aria. "E se l'ho capito io, credo che ci siano altri che siano arrivati a questa teoria. Speriamo che trovino una cura, non lo sopporto più questo buco allo stomaco."
"Mi spiace, è tutta colpa mia. Non ho saputo resistere al tuo profumo." Mi sento in colpa, in fondo gli ho voluto bene, anche se le cose hanno preso un senso opposto. Lui mi sorride come se gli avessi fatto un gran complimento.
"Non ne hai colpa. E almeno tu ti rendi conto di quello che fai, non come Luca e Vincenzo. Anche io mi sento in colpa per gli inservienti che ho morso prima." mi sussurra indicandomi due barellieri che sono legati a terra a pochi passi da noi. Ci guardano in cagnesco come se ci odiassero, anche se al nostro discorso annuiscono d'accordo. Non ci sono più letti e di questo passo potrebbero finire anche le camicie di forza. Il reparto psichiatria non è molto grande.
Attendiamo che ci esaminino, nella speranza che trovino una cura per questa morbo, prima che le nostre menti si allontanino verso l'oblio.
Ho la sensazione che il mio autocontrollo non durerà in eterno. Mi fanno quasi ridere quando ci si avvicinano con le tute. Come se non sapessero che tutta la zona è infetta. Almeno così non sento l'odore della loro pelle e non ho neppure tanta voglia di morderli, al contrario di Luca, che cerca di strappare un pezzo di stoffa.
Scuoto la testa e alla fine penso se non fosse stato meglio essere periti in quell'incidente, piuttosto che essere trattati in quella maniera. Qualcuno, però, ha deciso diversamente. Spero per Lui che non scopra chi è, avrei un paio di cose da dirgli finché la ragione mi tiene. E forse un bel morso nelle chiappe, quando non avrò in testa che la fame.
Fame... fame... fame... fa...
"Arghhhh, mi ha morso" urla qualcuno e io mi ritrovo ancora con la bocca piena di sangue.
Gli altri fuggono, e tornano con calmanti e camicia di forza. Abbiamo un nuovo ospite.

  
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