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Autore: HIMsteRoxy    20/08/2014    0 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra. 1 Gennaio.
 
Me ne stavo seduto sulla poltrona preferita di mio padre, quella rossa accanto al camino, con in mano un bicchiere di brandy, mentre fissavo pensieroso le fiamme ardere. Mia madre era in cucina, intenta a preparare il tipico pranzo inglese, mentre canticchiava un’allegra canzone.
Adoravo la magica atmosfera che si veniva creare ogni anno nel periodo natalizio; era come ritornare bambini e scoprire di non essere mai cresciuti.
Ebbi un flash improvviso e ritornai con la mente a pochi giorni prima, esattamente al giorno di Natale e all’incontro che avevo casualmente fatto.
Quella mattina ero uscito per comprare gli ultimi regali e al ritorno, in una delle strade più affollate della capitale, mi ero ritrovato davanti ad un uomo alto, vestito elegantemente e molto gentile. Nella confusione mi aveva urtato e i pacchi, che tenevo in mano uno sopra l’altro, erano caduti a terra e l’uomo si era subito apprestato a raccoglierli.
La prima cosa che mi colpì fu il colore indecifrabile dei suoi occhi: erano di un azzurro che si sfumava in un grigio freddo, come l’oceano all’orizzonte quando il cielo è coperto da nuvole.
Percepii anche un tonfo al cuore e più continuavo a guardarlo più mi rendevo conto che quell’incontro era stato fatale e che mi aveva lasciato dentro qualcosa d’importante, che non potevo certo ignorare.
Grazie ad esso, tornai a casa molto più allegro e con la voglia di rivederlo. Chissà che potesse nascere un’amicizia profonda o magari anche qualcos’altro.
Sapevo però solo il suo nome e il fatto che fosse il fratello maggiore di Sherlock Holmes. Vagamente ero al corrente della sua occupazione, ma niente che riguardava la sua personalità o il suo carattere.
 
‘’ Ian, una signorina molto gentile ha appena lasciato un pacco. È indirizzato a te. Aspettavi qualcosa, per caso? ‘’ domandò mio padre, rientrando in casa. Tornai alla realtà e lo guardai confuso. Non so di che cosa stava parlando, in realtà.
‘’ Un pacco? No, papà. Ma la posta lavora anche oggi? ‘’ risposi, mentre posavo il bicchiere di brandy sul tavolino e mi accingevo ad aprire il misterioso pacco. Lo osservai attentamente, soppesandolo. Difatti era molto pesante: doveva sicuramente contenere qualcosa di fragile.
Tagliai il nastro dorato che lo avvolgeva e presi il biglietto che vi era allegato. A prima vista si trattava di un biglietto molto particolare, non uno di quelli che si vedono di solito in giro, e riportava in alto due sole lettere in caratteri gotici: The D.C.
Lessi quindi il contenuto del biglietto, che era stato scritto a penna, in una calligrafia molto accurata.
 
‘’ A Ian Christopher Crayhill. I miei sinceri auguri per un felice anno nuovo.
Mycroft Holmes
 
PS: Spero che accetterai il seguente invito: oggi pomeriggio, alle 5.00, al Diogenes Club: n. 10 di Carlton House Terrace, Londra ‘’
 
Sorrisi istintivamente nel leggere il suo nome e mio padre mi fissò curioso, chiedendomi indirettamente delle spiegazioni.
‘’ Un cliente? ‘’ domandò, tirando ad indovinare.
‘’ No, un mio amico ‘’ risposi, posando il biglietto accanto al bicchiere. Mi stupii per la facilità con cui lo definii ‘ amico ‘ e non un semplice conoscente.
Aprii curioso il pacco, facendo attenzione a non danneggiare in alcun modo il contenuto. Si scoprì qualche secondo dopo contenere un paio di bottiglie di vino del 2000. Un vino molto pregiato.
‘’ Oh, molto gentile il tuo amico ‘’ esclamò mio padre, prendendo in mano una bottiglia. ‘’ Ha dei gusti molto raffinati, il signor…. ‘’
‘’ Holmes, papà ‘’ risposi, sorridendo.
 
Mi sedetti di nuovo sulla poltrona e ripresi in mano il biglietto. Lo lessi e rilessi più di una volta. I miei occhi luccicavano per la gioia. Sentivo il cuore battere all’impazzata e ripensai al suo dolce viso sotto la neve.
 
Ore 5.00 PM, The Diogenes Club
 
Scelsi il mio vestito migliore, scartandone molti altri che non reputavo adatti all’occasione o che pensavo dessero un’impressione sbagliata, e mi recai come stabilito al Diogenes Club.
Non avevo mai sentito parlare di questo club e non sapevo davvero cosa aspettarmi. Il nome stesso mi metteva già in soggezione e durante il tragitto avevo più volte fantasticato su che tipo di club fosse. Già la parola ‘ club ‘ dava l’impressione di qualcosa di raffinato. Magari un club filosofico, basato principalmente sulle filosofie elleniche; come suggeriva il nome stesso.
Arrivato a destinazione, mi fermai per qualche attimo ad ammirare l’immensa facciata in stile classico – che altro avrei dovuto trovare, dopotutto? – e mi accinsi finalmente ad entrare, mentre ignoravo i battiti accelerati del mio cuore.
L’immensa sala d’ingresso, ornata da colonne in stile dorico, era occupata da alcuni signori ben vestiti, intenti a leggere il giornale o a sorseggiare semplicemente del tè caldo.
La prima cosa che mi colpì fu il silenzio reverenziale di cui era satura l’intera stanza. Nessuno parlava ed era come se stessero anche trattenendo il respiro.
Successivamente l’occhio mi cadde su un cartello, apposto su una delle pareti, che avvertiva il divieto di parlare o semplicemente di disturbare i soci del Club.
Che strano club, pensai mentre feci qualche passo in avanti, cercando di fare il minor rumore possibile. Nell’evenienza che avessi per sbaglio urtato un tavolino, avrei voluto sprofondare sotto terra in meno di un secondo.
Arrivato quasi a metà, la porta davanti a me si aprì improvvisamente e vidi apparire Mycroft Holmes. Era come sempre vestito in modo elegante e teneva in mano un ombrello blu, vecchio stile.
Rimasi a fissarlo senza avere il coraggio di aprire bocca. Di rimando lui – senza accorgersi della mia presenza – controllò il suo orologio da taschino, si guardò attorno e i suoi occhi finalmente si posarono sui miei. Il suo sguardo impassibile si sciolse in un sorriso appena accennato.
 
Ci accomodammo in un’altra sala – la Stranger’s Room, come diceva la dicitura sulla porta – più piccola della prima, ma pur sempre accogliente. Anche questa, come la prima, era decorata raffinatamente e abbastanza luminosa.
Presi posto in una delle due poltrone, a cui era affiancato un tavolino – stesso schema che avevo già notato nella hall del club – e Mycroft si sedette di fronte a me.
 
‘’ La devo ringraziare per il suo gentile invito, signor Holmes ‘’ dissi, abbastanza impacciato. ‘’ E anche per il regalo… non doveva ‘’ aggiunsi.
Lui sorrise in modo impercettibile e rispose. ‘’ Sbaglio o ci davamo del tu, Ian? ‘’
‘’ Oh, sì. Mi scusi… cioè, voglio dire, scusa Mycroft ‘’
‘’ Un piccolo pensiero, tutto qua. Sarà stato lo spirito natalizio ‘’ rispose, muovendo la mano destra, a mo’ di spiegazione. Il sorriso era scomparso e adesso aveva assunto un’espressione più seria. Poi si alzò e si avvicinò alla sua scrivania, che constatai era molto ordinata. Niente era fuori posto.
‘’ Come sapevi dove abitavo? ‘’ chiesi dubbioso. In realtà, questa domanda mi era venuta in mente subito dopo aver letto il suo biglietto. Avevo ripensato alla nostra chiacchierata e non ricordavo di avergli dato il mio indirizzo.
‘’ Ho molti contatti. Ricordi? Lavoro nel Governo. Devo sapere dove abitano i sudditi della nostra amata Regina… posso offrirti qualcosa? Una tazza di tè, un bicchiere di whiskey… cosa preferisci? ‘’ rispose tranquillo, come se quella risposta dovesse dissipare in me ogni dubbio.
‘’ Oh, va bene anche un bicchiere di whiskey ‘’ mi affrettai a rispondere, mentre dimenticavo momentaneamente i miei precedenti dubbi. Mi mossi a disagio sulla poltrona e lo osservai. Era molto sicuro di sé e si muoveva con un’ottima padronanza. Quello era sicuramente il suo ambiente predominante; un tipo di ambiente a cui però non ero molto abituato. Lui parve accorgersene e mi fissò quasi curioso.
‘’ Va tutto bene? Se c’è qualcosa che non va… ‘’
‘’ Oh no, va tutto bene ‘’ risposi, cercando di riprendere il controllo della situazione. Lo vidi versare un po’ di whiskey in due bicchieri di vetro, quindi si avvicinò e mi porse il mio.
‘’ Spero di non aver danneggiato la tua routine quotidiana… avevi altri impegni oggi? ‘’ mi chiese tranquillo, mentre sorseggiava il suo whiskey. Io feci lo stesso e risposi prontamente alla sua domanda.
‘’ No, ero dai miei genitori. Come ogni anno. Non avevo nulla in programma ‘’
‘’ Bene. Sono davvero contento che tu abbia accettato il mio invito. Di solito non succede spesso che io riceva gente qui, eccetto quando si tratta di lavoro. A dire la verità, non ho molti amici… ‘’ spiegò, di nuovo agitando la mano libera quasi fosse infastidito da qualcosa.
‘’ Oh… ‘’ fu la mia unica risposta. Non riuscii ad esprimere le emozioni che sentii in quel momento. Ero davvero dispiaciuto per lui, per il fatto che non avesse difatti molti amici, ma mi sentivo così impacciato per dirglielo.
Dal canto suo Mycroft sospirò profondamente e mi fissò con un’espressione diversa. Avevo avuto all’inizio l’impressione che fosse un uomo tutto d’un pezzo, molto serio e rigido, magari come un pezzo di ghiaccio, ma adesso il suo viso sembrava essersi rilassato, come se avesse deciso di aprirsi un po’.
Parlammo per almeno un’ora della nostra vita privata, del lavoro, della famiglia, di suo fratello di tante altre cose. In realtà, parlai quasi sempre io e lui si limitò ad ascoltare. Mi accorsi che era un buon ascoltare e che rispondeva in modo vago ad alcune domande personali che riguardavano se stesso o la sua famiglia. Sul lavoro si sbilanciava un po’ di più, ma sempre cercando di non spingersi oltre un certo limite.
Lasciai il Diogenes Club, verso le sei e mezza, speranzoso e contento. Si era creata una certa sintonia ed ero sicuro che qualcosa stesse nascendo tra me e Mycroft. E non vedevo l’ora di scoprirlo.  
  
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