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Autore: Roxanne Potter    20/08/2014    1 recensioni
-Scusa, Jack. Non possiamo.
-L'abbiamo fatto un sacco di volte. Qual è il problema ora?
-Qui non siamo sul palco, capisci? Quello che facciamo durante i concerti è solo... solo per i fan. È un modo per divertirci, nulla di serio. Credevo che per te fosse ovvio. Io non sono davvero innamorato di te, Jack. E mi dispiace.
Il freddo era tornato. Gli accapponava la pelle, gli entrava nelle ossa. Faceva quasi male. Il mondo in quel momento era solo freddo e cielo buio e silenzio e Alex che faceva lentamente un passo indietro, il suo viso una maschera indecifrabile.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riusciva neanche a ricordare il nome della ragazza che stava tenendo tra le braccia.
Sapeva solo che era bella: labbra piene, occhi verdi in quel momento un po' smarriti e appannati dalla sbronza, boccoli biondi che le ricadevano fino all'ampia scollatura del vestito nero che le arrivava fino alle ginocchia. Era una bellissima ragazza e a lui piaceva tenerla stretta, passarle una mano sulla schiena, scostarle piano i capelli dal collo. L'aveva già baciata, aveva già assaggiato quelle labbra che sapevano di birra amara. Ancora un po' e l'avrebbe portata al tour bus e sarebbero finiti a letto insieme; come era successo innumerevoli volte con altre innumerevoli ragazze senza nome.
La ragazza ridacchiò improvvisamente, si staccò dalle sue braccia e si girò verso il bancone del pub per ordinare un altro drink. Jack la guardò per un attimo prima di spostare lo sguardo sul resto del locale: era un ambiente allegro, con bandiere colorate appese alle pareti e tutte quelle persone sedute intorno ai tavolini di legno. Anche Alex, Zack e Rian erano lì, da qualche parte, in quell'oceano confuso di voci e luci e musica elettronica sparata a tutto volume.
Eppure Jack non riusciva a sentirsi tranquillo e farsi contagiare da quell'atmosfera allegra. C'era qualcosa che lo turbava e che non era riuscivo a mandare giù neanche con tutta la roba che aveva bevuto quella sera: un sottile senso di malinconia che non lo lasciava andare e che in quei giorni era diventato ancora più forte del solito.
Jack sospirò, si passò una mano tra i capelli e cercò di concentrarsi sulla ragazza che, con l'ennesimo bicchiere di birra tra le mani, si era appoggiata di nuovo a lui. Ma i suoi occhi tornavano a spostarsi sul locale, i tavoli affollati, le coppie abbracciate sui divani, le scale che portavano al piano superiore e poi Alex... Alex, che camminava da solo verso la porta del pub, con la testa bassa e le mani affondate nelle tasche dei jeans.
Il suo cuore perse un battito e le sue labbra si aprirono in un sorriso sincero; Alex era l'unica persona che avesse davvero voluto vedere in quel momento. La persona che aveva cercato con lo sguardo. La persona che gli causava quella malinconia ma era al tempo stesso capace di allentarla un po' e riportare un briciolo di luce negli occhi in quel momento spenti di Jack.
Lo vide uscire richiudendosi la porta alle spalle e seppe istintivamente che doveva seguirlo: dove stava andando, tutto da solo? Forse stava male, forse era successo qualcosa. Forse non aveva bisogno di una motivazione, lui voleva andare da Alex e basta.
-Scusa, devo... devo fare una telefonata a un amico.- disse Jack, voltandosi verso la ragazza. -Tornerò tra poco, ok?
Lei sembrò solo leggermente costernata mentre annuiva e si portava il bicchiere alle labbra. Jack si voltò e si affrettò verso l'uscita del pub, sforzandosi di non oscillare troppo mentre camminava: fuori faceva freddo, abbastanza da farlo rabbrividire, e i lampioni gettavano una luce soffusa su quella strada della periferia di Los Angeles.
Si guardò intorno e vide Alex, che camminava poco lontano. Quasi corse per raggiungerlo e una volta che fu dietro di lui gli poggiò una mano sulla spalla; Alex sussultò appena, si voltò di scatto e le sue labbra si rilassarono in un sorriso quando vide che si trattava solo di Jack.
-Ehi.- mormorò con voce stanca. -Che ci fai qui?
-Ti ho visto uscire e volevo solo assicurarmi che stessi bene.- rispose Jack, sfregandosi le mani per scacciare il freddo. -Hai un'aria strana, sai?
-No, sto bene, non preoccuparti. Volevo stare un po' da solo, credo che ora tornerò al tour bus.
Jack non avrebbe saputo dire se si stava comportando così a causa del troppo alcol, ma gli venne naturale passare un braccio intorno alla vita di Alex e poggiare la testa sulla sua spalla.
-Non andare, per favore.- gli mormorò all'orecchio. -Rimani con me.
-Ho sonno, Jack.- rise piano Alex.
-Non m'importa. Stai con me e basta. Perché non puoi stare un po' con me?
Gli passò una mano tra i capelli, lo attirò ancora di più a sé e premette le labbra sul suo collo. Alex trattenne il fiato per un attimo ma non si mosse: questo lo incoraggiò a proseguire, sfiorandogli il collo con le labbra, poggiandovi baci leggeri e quasi impercettibili. Almeno finché il ragazzo non iniziò ad agitarsi e si scostò da lui.
-Jack, non credo che dovremmo...
-Perché no?
Jack gli avvolse di nuovo le braccia intorno alla vita e si appoggiò a lui, mentre iniziava ad accarezzargli lentamente la schiena.
-Hai bevuto troppo.- continuò Alex, ma stavolta non si mosse.
-Ma non beviamo prima di salire sul palco, no?- disse Jack in tono sarcastico, alzando lo sguardo su di lui e soffermandosi sulle sue labbra. Aveva delle belle labbra, Alex. Così sottili e sempre così morbide, ogni volta che l'aveva baciato durante i loro concerti, davanti a folle di fan urlanti che inneggiavano alla Jalex.
Ma non si erano mai baciati o toccati ambiguamente all'infuori dei concerti e delle interviste. Era come se sul palco o davanti alle telecamere indossassero una maschera che veniva gettata via una volta tornati alla normalità: una maschera che Jack aveva compreso essere la sua realtà.
Perché lui era innamorato di Alex. Non gli bastava scherzare su una loro presunta relazione o baciarlo sul palco solo per accontentare i fan. Lo voleva tutto per sé, lo voleva davvero. Voleva capire cosa ci fosse di reale per Alex, dietro i loro sorrisi e i loro baci e le loro battute. Perché quel sentimento non poteva essere reale solo per lui, non poteva.
-Che cosa intendi dire?- disse Alex, con il tono di chi sa benissimo di cosa sta parlando.
In tutta risposta, Jack lo guardò dritto negli occhi. E lo baciò.
Durò pochi secondi, pochi secondi in cui le loro labbra si toccarono e si mossero lentamente le une contro le altre. Fu un bacio leggero, dolce, capace di fargli sentire un vuoto allo stomaco e un calore per tutto il corpo, nonostante il freddo della notte. E la cosa più importante, pensò Jack, era che Alex lo stava ricambiando.
Almeno finché non si separarono e Alex si affrettò ad allontanarsi da lui: nei suoi occhi c'era uno sguardo a metà tra la colpa e la tristezza.
-Scusa, Jack. Non possiamo.
-L'abbiamo fatto un sacco di volte. Qual è il problema ora?
-Qui non siamo sul palco, capisci? Quello che facciamo durante i concerti è solo... solo per i fan. È un modo per divertirci, nulla di serio. Credevo che per te fosse ovvio. Io non sono davvero innamorato di te, Jack. E mi dispiace.
Il freddo era tornato. Gli accapponava la pelle, gli entrava nelle ossa. Faceva quasi male. Il mondo in quel momento era solo freddo e cielo buio e silenzio e Alex che faceva lentamente un passo indietro, il suo viso una maschera indecifrabile.
-Mi dispiace davvero.- ripeté Alex, e la sua voce sembrava sincera. -Mi dispiace. Non parliamone più, ok?
Si voltò e iniziò ad allontanarsi senza neanche dargli il tempo di rispondere, e Jack rimase immobile a fissarlo finché non lo vide sparire oltre l'angolo della strada.
E poi rimase solo. Era solo e faceva freddo e i brividi gli scuotevano la schiena e gli facevano tremare le mani. La gola gli faceva male, dannatamente male, come se qualcuno l'avesse trapassata con un coltello.
Jack chiuse gli occhi e lasciò per un attimo che il dolore alla gola bruciasse più che mai e raggiungesse ogni angolo del suo corpo. Fu sperduto per un attimo, fu completamente solo e distrutto per un attimo.
Poi aprì gli occhi. Portò lo sguardo alle luci del pub poco distante, pensò alle bottiglie di birra dietro il bancone, pensò alla bellissima ragazza bionda che lo aspettava; una ragazza che non lo avrebbe respinto.
Non poteva cancellare Alex dalla sua vita; ma forse avrebbe potuto dimenticarlo, almeno per una notte.
   
 
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