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Autore: _ Sara _    20/08/2014    1 recensioni
Un avvicinamento estremo con la natura, con il mare, una quasi assoluta identificazione. Non un sentirsene parte, ma vivere la sua forza e la sua indomabilità. E forse, se questo davvero fosse possibile, cambierebbe anche il significato del nostro dolore.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se nelle vene scorresse il mare
dei nostri corpi di perlata salsedine
ti desterebbero echi lontani:
un alito di vento, un tramestio di onde
l'incostante marino mormorio che cresce che cala
d'improvviso poi nulla
in un silenzio turchino.

Se avvicinassi il tuo orecchio al mio petto
udiresti una nenia frusciante che culla
al crepuscolo il sole assonnato
che sprofonda nel blu che lo accoglie
ansante disteso materno
a ponente.

E volger vorresti gli occhi all'indietro
tuffarti in te stesso e nuotare
scopriresti fondali maestosi
relitti di remota coscienza
alterne correnti e flutti confusi:
a tutto daresti il tuo nome.


Se dai nostri occhi sgorgasse il mare
non esisterebbe sterile il pianto
nè la tristezza un sentimento vano
che marcisca i cuori, e ci uccida:
dei pesci sarebbe la linfa.
   
 
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