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Autore: HakunaMatata_3    20/08/2014    2 recensioni
Dal testo:
"Siamo due adulti in una tenda su un’isola dell’Oceano Indiano; lui non ha cenato, io ho nello stomaco mezza scatoletta di carne secca; siamo a mezzo metro di distanza, ancora vestiti, gettati sui nostri letti come due vecchie bambole di pezza.
Fisso il soffitto della tenda e i ricordi riaffiorano senza che riesca a impedirlo.
Il suo respiro è regolare quanto il mio.
Nessuno dei due dorme, stanotte."
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Un'Indicibile frustrata per il suo ruolo in una missione all'estero, un piccolo dramma alle spalle e tanta voglia di togliersi di dosso il peso del suo cognome. Uno Spezzaincantesimi taciturno e ancora alle prese con il proprio passato. Un Capomissione inflessibile e poco benevolo. La meravigliosa Africa.
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Eccomi di nuovo sui vostri schermi con un'altra storia sulla meravigliosa coppia Rose/Scorpius, questa volta molto più breve (5 capitoli più una one shot) della prima. Spero vi piaccia =)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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<< Dormivate? >> chiede brusco il nostro Coordinatore non appena entriamo nella sua tenda. È piccola e dimessa come la nostra.
<< No, signore >> risponde Scorpius.
<< Sedetevi >>. Eseguiamo e rimaniamo in silenzio per qualche minuto, io e Scorpius a sudare freddo, il nostro Coordinatore a fissare il tavolo attorno al quale sono riunite le nostre sedie. Dopo un po’ sembra riscuotersi, appella pergamena, piuma e inchiostro e inizia a scrivere febbrilmente. Questo ci sospende penso terrorizzata. È la fine.
<< S >> esordisce dopo aver sigillato la lettera. << Portala immediatamente alla tenda adibita a voliera. Legala alla zampa del gufo contrassegnato C/01001, ma prendigli la targhetta e portala a me. Immediatamente. Lui sa dove andare >>.
Scorpius scatta in piedi e corre via insieme al rotolo di pergamena. Una volta rimasti soli, il mio superiore inizia a parlare a voce bassa e veloce.
<< Sei stata richiesta dal Ministero, c’è una Passaporta che ti aspetta tra un’ora e mezza. Se accetti quell’incarico, sarai relegata per sempre solo al lavoro d’ufficio. Sei giovane, Weasley, e hai talento. Nel tuo ultimo rapporto hai evidenziato quei cambiamenti di temperatura in maniera talmente convincente che mi gioco la testa se all’Ufficio Misteri non hanno già iniziato gli esperimenti. Mi servi qui e sono quasi certo che nemmeno tu voglia tornare a Londra. Hai un mese per poter disdire l’incarico, non potrò mettermi in contatto con te, quindi terrò vacante il tuo posto il più a lungo possibile. Ora vai a preparare i bagagli >>.
Non ho nemmeno avuto il tempo per metabolizzare e comprendere a pieno il significato di quelle parole che già sto correndo in direzione della mia tenda. Con un gesto veloce della bacchetta raduno tutte le cose che in un mese qui si sono sparse un po’ ovunque: i vestiti nel cassettone, le riviste in bagno e sul tavolino basso in salone, la scorta di ombrelli, i prodotti per capelli e gli articoli da bagno e di cancelleria. Infilo tutto alla meno peggio nella mia borsa, poi, per ingannare un po’ il tempo, mi metto a lavare i piatti: la cena era ancora in tavola.
Scorpius entra nella tenda appena ho finito.
<< Mi ha detto tutto… Tornerai, vero? >> mi chiede ansioso.
<< Non lo so >> rispondo con sincerità. << Non è che il mio incarico qui sia indispensabile. Vorrei ascoltare anche l’offerta di Londra >>
<< È un altro addio, quindi >>
<< No! No che non è un addio. Puoi scrivermi il giovedì e io ti manderò il mercoledì una lettera, di modo che possa arrivarti in tempo e tu non debba aspettare una settimana per la risposta. Tra un mese ci sono le vacanze di Natale, so che la missione verrà sospesa fino a Capodanno. Potresti venire a Londra, o potrei tornare io qui…  Wow… è un bel po’ di roba da digerire in una sola giornata! >>
<< Già, davvero un po’ >> mi fa eco Scorpius, dando l’impressione di non aver sentito tutto quello che ho detto prima di quell’ultima frase. << Vuoi una mano con i bagagli? >>
<< No, ti ringrazio, ho finito tutto >> rispondo guardando l’orologio. Ancora un’ora. << Ti va di farmi un po’ di compagnia sul divano? Ho la Passaporta tra un’ora >>.
Scorpius scrolla le spalle. << Okay >>.
Ci sediamo vicini sul divano, ma tutto il desiderio e la passione che c’era fin poco fa sembra aver fatto i bagagli prima di me. Poggio la testa sulla sua spalla e mi stringo a lui, ma Scorpius è impassibile.
<< Andiamo, Scorp! Non posso negarmi quest’opportunità! >>
<< Non puoi negare nemmeno a me quella di poter stare insieme >> ribatte lui scattando in piedi. Io sono ancora sul divano. << Queste cose non capitano tutti i giorni, Rose, è scritto che dobbiamo stare insieme >>
<< Se è scritto vuol dire che accadrà anche restando per un po’ in due continenti diversi. Non ho accettato il lavoro, Scorpius. Devo capire di cosa si tratta e decidere se rifiutarlo o meno >>
<< Il lavoro, il lavoro… tu non hai una vita al di fuori dell’Ufficio Misteri >>
<< La mia vita fino a ora è sempre stata un casino. La mia vita eri tu, ma ti ho perso, e il lavoro è stata l’unica cosa che avevo. La mia vita era il bambino di Thomas, il mio bambino, ma ho perso anche lui. E non c’eri tu, non c’era mia cugina, non c’era mio fratello. C’erano dei cervelli in salamoia. C’era il mio lavoro, il mio capo, la mia squadra e devo loro tutto >>
<< Ma ora ci sono anche io, Rose. Potrei esserci anche io. Perché non lo capisci? >>
<< Lo capisco, Scorpius, lo capisco e nemmeno immagini quanto vorrei che potesse davvero essere così semplice. Sono stata richiamata, e sul dover tornare, volente o nolente, non posso farci niente. Il resto lo capirò quando sarò lì >>. L’aria è pesante e io mi sento a pezzi. Mi alzo dal divano.
<< Bene >> commenta Scorpius.
<< Non ha senso restare ancora, vado a chiedere della Passaporta >> dico prendendo la mia borsa e la bacchetta.
<< Bene >> ripete.
<< No, non mi sembra >>. Mi do un’ultima occhiata intorno, poi esco nella notte.
Il mio capomissione mi aspetta al PPP.
<< Sei in anticipo >> mi dice scrutandomi.
<< Ho finito in fretta >> taglio corto.
<< Bene. Pronta ad andare, allora? Portus. Ecco fatto. Non… non metterci troppo a tornare, eh? >>.
Scuoto la testa. << Ci proverò >> dico, poi lo stivale che ho appena toccato mi catapulta al Ministero della Magia.
<< Weasley! Sei in anticipo, ragazza! >> esordisce McDall, il mio capodipartimento, un ometto basso e magrolino. << Ho sentito grandi cose su di te, sai? Ci aspettano al Tempo, andiamo, forza. Forza, che ci fai ancora per terra? >>
<< Arrivo, signore >>

*
Caro S.,
questo mese in tua compagnia è stato quanto di più inaspettato e strano potesse capitarmi e ho scoperto di aver detestato tante cose: il tuo evitarmi, il non guardarmi in faccia mentre ti parlavo, le cene silenziose, la tua presa poco salda sul mio polso dopo che Juma mi aveva chiesto se fossi impegnata, l'averti chiesto scusa troppo tardi, l'aver pianto davanti a te, essere riuscita a baciarti per troppo poco tempo, non aver potuto fare l'amore con te. Rimpiango ognuna di queste cose. Mi spiace davvero per come ci siamo salutati e mi spiace che tu pensi che abbia mollato. Le tue parole sono state come un coltello e vorrei che non mi avessero fatto così male.
Sarò a casa dei miei, ti prego di rispondermi al più presto.
Con amore, perché altro non riesco a provare, R.

Sono nella mia camera da letto e ho appena spedito questa lettera a Scorpius, sperando che arrivi in tempo. Sono stata congedata dal Ministero, dove mi hanno chiesto un sacco di cose riguardo quest’ultimo mese in Africa, circa un’ora fa. Mi sono Smaterializzata subito fuori il giardino dei miei, per non farli svegliare, poi sono entrata furtivamente in casa. Ho fatto una doccia e messo il pigiama, poi ho lasciato un biglietto alla mamma sul tavolo della cucina e ho scritto la lettera per Scorpius. Spunto mentalmente la lista delle cose da fare e non mi rimane più niente. Scosto le coperte e mi infilo nel letto, poi prendo una pozione soporifera. Mi addormento all’istante senza impostare la sveglia: sono sicura che ci penserà l’entusiasmo di papà a buttarmi giù dal letto.

<< … solito, Ronald! >> sussurra una voce stizzita poco lontana da me.
<< Ma è tornata, Hermione! Se è qui un motivo ci sarà! >> ribatte un’altra voce in maniera concitata.
<< Sì, ma sta dormendo! >>
<< Non sto dormendo >> rispondo con gli occhi ancora chiusi. << In questa casa è impossibile >>.
Mamma avrà incrociato le braccia e messo su il suo cipiglio severo; papà, invece, avrà un sorriso stampato sulle labbra. Mi costringo ad aprire gli occhi e verificare: come sono prevedibili, i genitori.
<< Buongiorno >> sbadiglio mettendomi a sedere. << Che ore sono? >>
<< Le otto meno un quarto >> risponde sbrigativa la mamma. << Alzati, così ti pulisco la camera, è disabitata da secoli >>.
Faccio per alzarmi, ma papà si siede sul letto. << Allora? >> chiede.
<< Allora cosa? >>
<< Che ci fai qui? >>
<< Ronald! >> lo rimprovera la mamma. Scoppiamo tutti e tre a ridere.
<< Mi hanno richiamata dal Ministero… Non un richiamo negativo. Mi hanno offerto un lavoro importante qui e sono in prova per un mese. Mi diranno di più domani, vogliono che mi riposi per bene dopo Zanzibar >>.
“Zanzibar” mi fa pensare immediatamente a Scorpius e, nonostante sia impossibile per via dell’ora, chiedo a mia madre se è arrivato qualche gufo per me.
<< No, niente. Stai bene, Rose? >> mi chiede sospettosa.
<< Sì. Sì, sto bene. Vado a fare colazione, non vedo l’ora di un pasto decente >>.

Trascorro la giornata in uno stato di ansia e sconforto totale. È giovedì ed è l’unico giorno in cui posso ricevere una lettera da parte di Scorpius, ma la giornata sta volgendo al termine. Mi trascino da un piano all’alto della casa senza fare niente mentre i miei sono al lavoro. Alle cinque e mezza suona la porta e mi prendo tutto il tempo per aprire.
<< Sorpresa! >> urla mia cugina Roxanne stringendomi in un abbraccio soffocante.
<< Roxy… che ci fai qui? Ciao zio George… zia Angelina… >>
<< I tuoi ci hanno mandato un gufo: cena speciale per il rientro di Rose >>
<< Oh, non lo sapevo. Accomodatevi in salo- >>. Non ho il tempo di finire la frase che il campanello suona di nuovo. Nel giro di mezz’ora sono arrivati tutti i parenti possibili: Teddy con Vicky e la loro bambina; mio cugino Louis con zia Fleur e zio Bill; Molly e Lucy con i rispettivi fidanzati; zio George, zia Angelina e Roxanne (Fred ci raggiungerà più tardi); zio Harry e zia Ginny con Lily e James.
<< Dove sono Al e Dominique? >> chiedo. I miei sono rientrati da poco e hanno iniziato a preparare da mangiare insieme ai miei zii, mentre noi “ragazzi” sistemiamo in sala da pranzo per una cena in piedi. Un silenzio imbarazzato cade tra di noi.
<< Ehm… Al viene insieme a Fred, escono insieme dal lavoro >>
<< Quindi Al è stato promosso! Non lo sapevo! E Domi e Joe? >>.
Dal silenzio tombale che c’era, ora tutti prendono a chiacchierare. Mi avvicino a Roxanne e la prendo da parte.
<< Che ha combinato Domi? >>.
Io e Roxanne siamo sempre state migliori amiche. Abbiamo la stessa età, siamo cresciute insieme ed eravamo a Hogwarts nella stessa casa. Dopo scuola ci eravamo un po’ perse di vista, ma il legame speciale che c’era tra noi è rimasto.
<< È roba che scotta, Rosie. Andiamo in camera tua >>. Seguo mia cugina su per le scale fino alla mia camera da letto, poi mi siedo a terra a gambe incrociate. Roxy prende a camminare avanti e indietro.
<< Vuoi parlare o devo usare il Veritaserum? >> chiedo spazientita e curiosa.
<< Joe ha chiesto il divorzio >> annuncia Roxy.
<< Cosa? Perché? >>. Sono sbalordita. Joe ha sempre adorato mia cugina e hanno due bambini meravigliosi.
<< Be’… ha aperto un gufo destinato a Domi e ha scoperto… Ti ricordi Jason Fisher? Tassorosso due anni avanti a noi? Dai, era nella squadra di Quidditch! >>
<< Okay, ho capito chi è… non mi dire che Domi…? >>
<< Invece te lo dico >> conferma mia cugina desolata.
<< E i bambini? >>
<< Sono con Joe. Dopo il divorzio Dominique è tornata a casa da zio Bill, ma zia Fleur ha detto di non volerla sotto lo stesso tetto. La settimana scorsa ho incontrato Joe e i bambini al Ministero per un ricorso fatto da Domi, ma non ho idea di cosa si tratti >>
<< Non ci posso credere >>
<< Non ci credevo nemmeno io, per questo è meglio non nominare Dominique quando sei con gli altri. Tu, invece, che mi dici? >>.
Che le dico? A parte il fatto che sono ancora shockata per ciò che mi ha appena detto Roxy, non sono sicura di voler condividere quello che è successo con Scorpius, anche perché non so ancora come andrà a finire la cosa.
<< Niente, la solita roba. Tu ed Eric? >>
<< L’ho mollato >>
<< Roxy! >> la rimprovero. Lei sta per ribattere, ma mia cugina Lily irrompe in camera.
<< Ehi, voi due! Fred e Al sono arrivati e di sotto è tutto pronto, stiamo aspettando solo Rose >>
<< Grazie per la considerazione, Lil >> dice Roxanne mentre mi aiuta ad alzarmi da terra. Ci chiudiamo la porta della camera alle spalle e scendiamo da basso continuando a chiacchierare.

La prima settimana è stata intensa come non ne ho mai avute. Sono stata promossa a Capodipartimento della mia area dell’Ufficio Misteri e l’inefficienza del mio predecessore era tale che ho dovuto ricontrollare tutti i vecchi rapporti e documentazioni. Ancora non riesco a capire perché sia rimasto in carica così a lungo.
Quando torno a casa dal lavoro ci sono due sorprese ad attendermi: mio fratello e una lettera da Scorpius. Abbraccio forte mio fratello e mi impongo di mantenere la calma e il controllo fino all’ora di andare a dormire, quando finalmente potrò chiudermi in camera per leggere la lettera con calma e, soprattutto, senza farmi vedere dai miei.
Il tempo è passato con una lentezza estenuante, ma finalmente sono sotto le coperte con quel minuscolo pezzo di pergamena tra le mani. Mi faccio forza e lo srotolo.

Perdonami, Rose, sono stato uno stupido. Siamo due adulti e non dovremmo farci –non dovrei farmi- così tanti problemi, non dopo tutto il tempo che abbiamo perso. In una sola settimana mi hai dato la vita che in otto anni lontano da te non ho avuto. Non ha senso stare qui senza te, cercherò di tornare il prima possibile.
Con amore, perché nemmeno io riesco a provare altro, tuo S.


Leggo e rileggo l’ultima riga una decina di volte, poi scoppio in lacrime. Mi sento una ragazzina, ma non m’interessa. Sono felice. Dopo otto anni da quel dannato ballo, finalmente le cose stanno andando come dovrebbero. Mio padre e Hugo dormono, ma mamma evidentemente no, perché entra in camera tutta agitata.
<< Rosie! Rosie, tutto bene, tesoro? >> sussurra sedendosi accanto a me sul letto.
<< S-sì, mamma, non ti preoccupare >> la rassicuro tirando su col naso.
<< Rose non è vero. Io… io non so più cosa fare con te >>. Sono sbalordita.
<< In… in che senso? >> chiedo.
<< Sei sparita, Rose. Sei sparita per anni. Sei andata a vivere nella Londra babbana perché non volevi più stare qui, poi sei andata in Irlanda, poi in Africa. Sei tornata la settimana scorsa dopo che per anni, anni, non avevi messo piede in questa casa. Parlami, Rose, sono tua madre >>.
Ora è lei a piangere, mentre io la ascolto a bocca aperta.
<< Vuoi davvero sapere cosa mi è successo, mamma? >> le chiedo. Lei annuisce.
Mi alzo per chiudere la porta per bene, scaglio qualche incantesimo per rendere imperturbabile la porta, poi mi piazzo davanti a lei. Sospiro pesantemente, poi mi sfilo la camicia da notte e resto in reggiseno e slip: è da lì che devo cominciare. Mia madre mi guarda prima scettica, poi sbalordita. Fissa la cicatrice e i suoi occhi si riempiono di nuovo di lacrime.
<< All’ultimo anno ad Hogwarts ero cotta di Scorpius Malfoy, mamma >>.
Mia mamma si asciuga le lacrime e si siede dritta sul letto, pronta ad ascoltare.
Sono pronta anche io.
Mi racconto.


sweetcorvina's corner:
Eccoci giunti al penultimo capitolo di questa breve storia. Come al solito, ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono, ricordano e preferiscono Never too late. Non so quando pubblicherò l'ultimo capitolo, spero prima del 27.
Alla prossima =)
  
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