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Autore: Aliak    20/08/2014    1 recensioni
250 anni sono passati dalla distruzione della sfera degli Shikion e l'eleminazione di Naraku, pian piano era tornata la pace in quelle terre, e tutto sembrava aver preso una buona piega, si eran creati accordi tra umani e alcuni demoni portando così una convivenza serena, anche se rimanevano alcuni focolai accesi fra le tante fila di entrambi. Qualcosa sta per cambiare, chi riporterà ora la pace, quando ormai i nostri vecchi eroi non ci sono più, e chi è rimasto sembra essersi estraniato dal mondo...
NB:Il personaggio principale di questa Fanfiction, sarà il figlio di Sesshomaru e Rin, saranno presenti anche altri personaggi presenti nel manga, anche se visto il periodo in cui si presenta la storia tutti i personaggi umani, saranno morti. Principalmente quindi saranno presenti quasi unicamente personaggi nuovi, o comunque secondari della storia, spero che piaccia.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Jaken, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato - Presente - Futuro'
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Erano passati due anni, di tanto in tanto Kagome tornava nella nostra epoca, e io delle volte andavo nella sua, le condizioni del nonno non miglioravano, ne rimanevano stabili, vedevo la tristezza di lei, il dolore la paura di perderlo, e non potevo far altro che stargli accanto, e cercar di consolarla erano settimane che non si faceva più vedere, e io sapevo che suo nonno era stato ricoverato in una strana struttura che lei chiamava ospedale, una volta l'avevo accompagnata, e la puzza di quel luogo non mi era affatto piaciuta, c'era un forte odore di medicinali di malati, era insopportabile ma allo stesso tempo, non ce la facevo più a non vederla senza sentire i suoi baci, i suoi abbracci la sua voce, la casa era diventata vuota, e per quanto miroku e sango insieme alle gemelle e al piccolino, cercavano di intrattenermi non ne potevo più di quella situazione, decisi quindi di andare al pozzo, e raggiungere Kagome. La casa era vuota, ero entrato cercando sota, o sua madre, ma nulla non c'era nessuno c'era anche un piccolo strato di polvere sui vari mobili, gli odori di loro erano affievoliti, come se da giorni non tornassero in quella casa. Mi cambiai di abiti, trovandone un paio che insieme a kagome avevano scelto tempo addietro, in modo tale da non dare troppo nell'occhio, volevo portarmi con me Tessaiga ma sapevo che in quel luogo non me lo avrebbero permesso, infinne indossai un berretto, per coprire le orecchie e nasconderle e usci dalla porta, sapevo già dove andare, e come arrivarci senza dar troppo nell'occhio arrivai quindi, all'ospedale e mi diressi verso la stanza dove si trovava il nonno di Kagome, entrando incontrai la figura di kagome che dormiva seduta su una sedia con la testa poggiata contro le gambe di suo nonno, quando varcai l'entrata aveva aperto gli occhi, si era tolto la mascherina dell'ossigeno -Inuyasha- pronunciò il mio nome mi avvicinai, Kagome non se ne accorse -sono felice di vederti, non riuscivo più a vedere la mia adorata nipote con quello sguardo malinconico- sorrisi presi una delle sedie e mi sedetti accanto a lui non troppo distante da Kagome -come stai vecchio?- gli domandai lo vidi sorridere -ormai è giunta la mia ora.. promettimi una cosa- rimasi in silenzio aspettando le sue parole -promettemi di renderla sempre felice, non voglio vederla mai più piangere come è stato ora, avrei preferito che non venisse da me, avevo scongiurato a mia figlia e a sota di non dirglielo, ma non ci sono riusciti a tenerglielo nascosto- si era mossa Kagome nel sonno -te lo prometto- il sorriso si allargò del vecchio -avrei voluto veder nascere i nipotini, godermeli almeno per un po' ma così non è stato, ma sono felice lo stesso, sono felice che Kagome ti abbia incontrato che vi siete sposati, ora posso morire tranquillamente- lo vide lentamente chiudere gli occhi e esalare l'ultimo respiro, nello stesso momento si sveglio, la macchina che segnava i battiti del cuore provocava un rumore sordo e continuo, la vidi sollevarsi e premere uno strano bottone, degli infermieri entrarono e cercarono in tutti i modi di rianimarlo, lei mi aveva abbracciato e piangeva contro il mio petto, come non gli avevo mai visto fare entrarono nella stanza sota e sua madre, e assisterono anche loro a quella scena, i medici alla fine dichiararono il decesso, non c'era stato nulla da fare. Nella settimana dopo la sua morte, si occuparono dei funerali, e della salma che venne sepolta vicino a quella di quella che era stata la sua moglie, alla fine decidemmo di tornare nella mia epoca. La lontananza da casa, e le faccende del villaggio allontanarono quasi subito il dolore provocato da quella morte, gli amici e tutto il villaggio cercarono in tutti i modi di tenerla occupata, e allegra per scacciare quei pensieri, io stesso mi impegnavo il più possibile, per renderla felice, era tornata a sorridere e ben presto quel sorriso aumentò la gioia quando scoprì che aspettava un bambino, il nostro primo figlio o figlia per quanto nella sua epoca c'erano macchinari appositi per scoprire il sesso del bambino prima della nascita, lei aveva deciso che voleva scoprirlo al momento della nascita, quella attesa cominciava a essere snervante ogni mese che passava, sembrava essere ancora lontano dal raggiungimento il pancione lentamente cresceva, la stanchezza di Kagome aumentava nell'ultimo mese fù costretta a lasciare il suo lavoro di miko, in quanto il bambino gli toglieva troppe energie. Quel giorno vennì svegliato, da Kagome che si agitava nel nostro letto, era cominciato il travaglio, e si erano rotte le acque dopo una estenuante attesa di 4 ore, naque una bellissima bambina, aveva i capelli di lei, con delle buffissime orecchie da cane, ma presentava gli occhi color delle ambre, e fin da piccola delle piccole zanne e artigli, era perfetta unica nel suo genere, già l'amavo come amavo Kagome, era felice come non ero mai stato in vita mia, tenere tra le braccia quella bambina, mentre Kagome mi baciava quei momenti sembravano durare in eterno, ma sapevo che non sarebbero mai durati così tanto. La piccola cresceva al ritmo di un demone, quindi invecchiava e cresceva meno rapidamente di un bambino umano, invece Kagome pian piano stava invecchiando, e aveva paura che lo lasciassi per quello, ma gli ripetevo che non l'avrei lasciata mai. Un giorno insieme a Kira andai in un villaggio vicino, sarebbe stato tra qualche giorno il compleanno di Kagome, e volevo fargli un bel regalo ma non sapevo ancora cosa fargli, camminai per le stradine girando per le botteghe, con disinvoltura insieme a la mia bambina, ma sentivo le occhiate di tutti puntate proprio su di noi, non sembravano assai contenti della presenza nel loro villaggio di due mezzi demoni, non era piacevole quella sensazione e mi resi conto che anche mia figlia non si trovava a suo agio, in quel villaggio, ormai da noi erano abituati alla nostra presenza non sembravano farci più caso, ci trattavano come ogni essere umano, e anzi erano contenti perchè comunque sapevano che avevano la mia forza in caso di attacco improvviso, e che avrei protetto quel luogo a costo di morire, pur di salvare mia figlia e Kagome. Trovai alla fine un bellissimo gioiello, da regalargli e tornammo a casa l'indomani l'avrebbe trovato in cucina. Era strana quella notte, sentivo che qualcosa non andava, avevo una strana sensazione, e non sapevo il perchè uscì dalla casa andando quindi a farmi una passeggiata, mentre quelle due dormivano serene in casa, la foresta era fin troppo calma, non c'era un fil di vento ne un animale che uscisse dalla sua tana, come se avessero paura, l'aria era pesante portava odor di tempesta, all'improvviso sentì un boato veniva proprio da.. no non era possibile, corsi verso la mia casa trovandola in fiamme, entrai nella stessa cercando Kagome, e Kira trovai Kagome, ma di lei nulla che fine aveva fatto, parte dell'abitazione era andata distrutta completamente e temevo che gli fosse successo qualcosa, mi tolsi il kimono, per metterglielo sopra le spalle della mia amata, e la feci uscire di corsa prima che crollasse la nostra abitazione, io continuai a cercarla, cercandomi di muovermi per le stanze, quelle che mi era possibile, raggiungere annusavo l'aria alla ricerca del suo odore, ma fra tutto quel fumo, non mi arrivava, arrivai in quella che un tempo era la nostra cucina, e la trovai, era riversata a terra, gravemente ustionata -Kira!!- urlai in sua direzione cercando di destarla ma nulla, mi accorsi che stava per crollargli una parte del soffitto addosso, quindi cercai di prenderla e sfondando una finestra con il mio corpo uscì dalla mia casa che crollò alle nostre spalle. Vidi Kagome avvicinarsi piangendo, mi inginocchiai con ancora la mia piccola figurina di mia figlia tra le braccia, tenendola saldamente tra le stesse, sapevo che era inutile, sentivo il suo corpo farsi sempre più freddo, da quando l'avevo presa in braccio già non respirava più, il suo cuore si era fermato non c'era nulla da fare, ma non riuscivo a arrendermi, sentì il forte abbraccio di Kagome che mi cingeva dolcemente, mentre cominciai a piagere contro il corpo di mia figlia ormai senza più vita, no non c'era nulla da fare, mi aveva lasciata mi aveva lasciata per sempre, provavo rabbia e rancore, lanciai Tessaiga lontano, mi era servita a nulla non era servita a proteggerla, e ne me l'avrebbe riportata in vita. Sentì l'odore di esseri umani, l'avevo già sentito prima, erano stati loro ne ero certo, erano stati dei maledetti umani, lasciai il corpo di Kira nelle mani di Kagome che mi scongiurava di non andare assolutamente, scappai via sentivo il mio sangue ribollirmi il corpo, reclamava vendetta volevo il sangue di quei maledetti umani senza accorgermene ero mutato, arrivai veloce a raggiungerli mi parai davanti a quel piccolo esercito. -sembra che non li abbiamo ammazzati tutti sti sporchi mezzo sangue- indicandolo -uccidetelo!!- ordinò alle guardie, tutti insieme mi attaccarono, e io li spazzai via con i miei artigli riducendoli in brandelli senza che avessero via di scampo, e scappai non volevo tornare da lei, non volevo sentire più quel dolore non volevo sentire più nulla non volevo più vedere nessuno, ormai avevo la nausea del genere umano, mi aveva tolto tutto prima mio padre, poi mia madre, e ora mia figlia, nulla più contava nella mia vita, nemmeno Kagome, aveva più senso con che coraggio potevo tornare da lei e affrontarla, vedere di nuovo tutto quel dolore nei suoi occhi come quando, era morto suo nonno. No non potevo.

Angolo dell'autore: comincio a piangere copiosamente mentre scrivo questa cavolo di storia, diciamocelo inuyasha a sempre avuto in vita sua una sfiga assurda. Ecco a voi una immagine della piccola Kira non odiatemi per il fatto che ho poca fantasia per i nomi ma ne ho sempre avuta poca (oltre al fatto, che qualcuno mi manderà a quel paese dopo che l'ho ammazzata vi metto pure una immagine per rosicare >.<)

   
 
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