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Autore: summer_time    20/08/2014    3 recensioni
...- Satch cosa hai trovato? - chiese a gran voce il biondino - Nulla di buono! Vieni con la valigetta del pronto soccorso, c' è una ragazza mezza morta!! - rispose l' interpellato - Come sarebbe a dire una ragazza?! E poi non raccogliamo cadaveri che galleggiano su un tronco così perché non abbiamo nulla da fare! - ribatté scocciato Marco - Insomma vuoi venire ad aiutarmi si o no? E poi è viva! - rispose prontamente Satch...
Prima fiction che scrivo, spero vivamente vi piaccia! Bacio
Summer_time
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Satch
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 34

Pov. Ace

Un fascio di luce continuava a togliermi da un piacevole sogno. C’era un buffet enorme che si riforniva ogni volta che mangiavo tutto. Era uno splendido sogno, di quelli che si fanno una volta nella vita, ma quello stupido fascio di luce mi aveva strappato da quella meraviglia.  Addio sogno meraviglioso. Aprì gli occhi pian piano, lasciandoli abituare al sole e m’infuriai costatando che era l’unico, fottuto, raggio di sole che filtrava dalla finestra e che, guarda caso, aveva deciso di svegliarmi! Tentai di alzarmi ma un mugugno mi fermò all’istante: un corpicino era disteso su di me, stretto con le sue braccia esili sul mio busto. Mi morsi un labbro e mi diedi dello stupido: come avevo fatto a scordarmene!

Mi ridistesi sul letto, accarezzandole i capelli mentre il mio nemico del giorno alias il raggio di luce si espandeva man mano che il sole saliva nel cielo. Un lieve bussare mi distolse dai miei pensieri e il viso di Halta s’intrufolò nella stanza
- Come sta? -     sussurrò piano, come se Sarah potesse rompersi al suono della sua voce
- Penso che non abbia chiuso occhio per un bel pezzo da come dorme profondamente. Ieri sera non è riuscita a contenersi ed è scoppiata a piangere come una bambina. È distrutta dal dolore ma a cena ho sentito nettamente il suo desiderio di vendetta, vedevo i suoi occhi bruciare d’impazienza. Appena si rimetterà in sesto farà un culo quadrato a chiunque le si parerà davanti. Non si fermerà finché non lo avrà liberato –              ridacchiai mentre pensavo che avrei fatto la stessa cosa se ci fosse stato un bel cosciotto al posto di mio fratello Marco.

La sentii muoversi e poco dopo aprì gli occhi: si guardò attorno, spaesata ma si ricompose subito dopo, sorridendo gentilmente a Halta, che l’aiutò ad alzarsi. Sbadigliando chi più chi meno, riuscimmo ad entrare nella mensa giusto in tempo per la colazione. Satch ci venne incontro, portando quattro tazze fumanti di latte, biscotti e altre leccornie varie, che mi fecero brontolare lo stomaco e venire l’acquolina in bocca. Queste mie reazioni scatenarono l’ilarità di Sarah che rise divertita seguita a ruota dai miei fratelli: non me la presi più di tanto perché vedevo la gioia nei suoi occhi; la colazione passò in allegria tra biscotti coperti di cioccolato e succhi di frutta. Sarah mangiava allegramente una mela, seduta sulle ginocchia di Satch e ogni tanto si stringeva a lui come se fosse stata una bambina piccola bisognosa di attenzioni e forse era vero: non aveva avuto un’adolescenza normale, nessuna forma di affetto. Ora aveva trovato noi e si lasciava andare a tutte le attenzioni.

- Vedo che la nostra ospite fissa si è rimessa in fretta -         sorridendo come sempre, in Babbo si sedette con noi
- Molto bene, una sana dormita è quello che ci voleva. Allora mi spiegate cosa è successo? -          rispose Sarah addentando un muffin ai mirtilli

- Da quando te ne sei andata, Marco non è stato più lo stesso. Dormiva poco, stava continuamente nella biblioteca di Re Nettuno su delle cartine molto antiche per capire dove ti potevi esserti rifugiata. Era dimagrito, pallido ma continuava a fare il suo lavoro di comandante lo sfiancava di continuo, ma abbiamo deciso di lasciare l’isola e per i primi giorni sembrava stare meglio. Purtroppo le continue piogge e tempeste non hanno permesso a nessuna delle navi di fare rifornimento e la situazione è peggiorata quando ci siamo accorti che quasi tutto il cibo rimasto era ammuffito o stava ammuffendo. Quando finalmente è spuntato fuori il sole, siamo subito attraccati al primo molo sotto mentite spoglie e i capitani sono scesi per fare la spesa ma uno degli abitanti ha riconosciuto Marco ed ha avvisato un vicino campo d’addestramento della Marina. Ci hanno colti di sorpresa, eravamo stanchi e indeboliti ma…ma Marco è riuscito a farci ricongiungere ed a coprirci la ritirata. Lui non è riuscito a venire con noi, l’hanno catturato prima. Il resto lo sai. –
Halta terminò così il suo racconto e inspirò profondamente per calmarsi. Tutti eravamo in silenzio aspettando una reazione da parte di Sarah

- Non preoccupatevi lo tirerò fuori dai guai. Purtroppo ora siamo lontani dal quartier generale, dove lo condanneranno a morte, e io sono ancora troppo debole per poter fare qualsiasi cosa. Intendo procedere così: durante la nostra traversata, cercheremo di scoprire tutte le notizie possibili sul luogo, data e ora dell’esecuzione, chi sarà presente e chi farà fisicamente il taglio della testa; io intanto mi allenerò al massimo e in tutte le condizioni possibili. Satch, dovrai farmi una dieta che mi dia tutto il supporto energetico necessario ma che sia leggera. Devo essere al massimo delle mie energie. Halta, mi serve una mappatura dettagliata della base: io ne ho una, ma è vecchia, devo vedere se hanno ostruito alcuni vicoli sotterranei che potrebbero rivelarsi utili. Jaws, mi serve un sottomarino monoposto credi di riuscire a costruirne uno in così poco tempo? Ho alcuni schemi se ti possono essere utili. Ace, tu mi aiuterai ad allenarmi. Poi dovrò fare un salto dalle infermiere a chiedere un paio di cosette. Tutto chiaro? -                    accidenti, ma dove ha pensato a un piano così? Ha snocciolato un papiro in due secondi!

Confermammo tutti con un cenno di capo e l’atmosfera dell’allegra colazione tornò. Jaws e Izo si allontanarono subito, probabilmente per incominciare a costruire la macchina di mia sorella. Accidenti, se i miei calcoli erano esatti, avevamo ancora tre settimane di navigazione più eventuali ritardi. E poi? Come avrebbe fatto la mia sorellina a sbaragliare un intero esercito? Perché aveva fatto intendere benissimo che ci sarebbe andata da sola e questo era sconcertante! Ma avevo fiducia in lei, se diceva qualcosa, se lo prometteva, ero sicuro che avrebbe mantenuto la promessa.
 

Pov. Sarah

 Era circa un’oretta che io e Halta stavamo passando e setacciando le due cartine per scovare anche una minima differenza fra esse. Alcuni corridoi sotterranei erano stati chiusi, altri erano crollati ma fortunatamente uno era rimasto, a dire delle cartine, ancora integro e funzionante: essi dovevano fungere da uscite d’emergenza per i militari o luoghi d’esecuzione per i criminali meno pericolosi. Lo avevamo cerchiato e tracciato il percorso con un pennarello rosso: quella cartina l’avrei portata via per essere sicura di prendere la strada giusta, non potevo permettermi di fallire.

- Allora, come faremo a entrare? -       mi chiese
- Come farò vorrai dire -     replicai
- Ci andrai da sola? Ma sei matta? Come diavolo farai contro l’intera Marina? -         inarcai un sopracciglio e sorrisi sorniona

- Fidati di me! Loro si aspettano tutta la ciurma con alleati vari, navi a non finire e una massa incredibile di pirati quindi si saranno attrezzati per questo: una concentrazione di militari tutta in un posto, avranno dato disposizioni per una catastrofe. E se voi andaste la così, ci sarebbe solo una carneficina con poche probabilità di liberare Marco. Ma se solo una persona, di soppiatto, si infiltra al suo interno, è più difficile scoprire chi e come. Inoltre ha più libertà di movimento, deve badare solo a se stessa e può camuffarsi. Se poi vado la dentro io, le cose si semplificano: al massimo delle mie forze potrei spazzare tutti quei uomini tranquillamente, forse avrei più difficoltà con gli ammiragli, ma se libero Marco prima, non saranno un più un problema -
Mi guardò come se fossi impazzita, ma sapeva che avevo ragione

- E come pensi di liberarlo? -
- Ancora non lo so. L’algamatolite con me non funziona, quindi non avrei problemi a toccare le manette. Le sbarre non sono un problema, basta piegarle un po’ e il gioco è fatto. Il punto è che non so in che condizioni fisiche è: se non ce la fa a volare la cosa si complica. Ma ho comunque un piano di scorta casomai non riuscissi a trovare la sua cella. Ma per questo ho bisogno di parlare con le infermiere ed è meglio se vado ora, dovrebbero essere nell’ora di pausa -

Salutai con la mano mia sorella e con calma mi diressi verso il ponte, certa che avrei trovato una delle ragazze in giro. Nel corridoio prima dell’uscita però incominciò il mio primo allenamento a sorpresa: diversi coltelli da burro sbucarono da ogni parte, tentarono di colpirmi ma con un gesto della mano li spedii sulle pareti, dove rimbalzarono e caddero sul pavimento. Allo stesso tempo una figura da dietro tentò un affondo con una spada ma la essa affondò nel nulla poiché saltai all’indietro, gli afferrai le spalle e lo sbattei a terra, premendogli uno dei coltellini sulla gola. Alla vista di ciò, Satch rise allegramente ed io mi rilassai

- Beh la tua agilità e prontezza di riflessi sono ottimi, come sempre del resto. Ace mi ha chiesto se potevo aiutarlo a coglierti di sorpresa ma a quanto pare è difficile. Ma stai pur tranquilla che ce ne inventeremo di cose peggiori! -
- Non vedo l’ora -        gli risposi ridacchiando

Lo aiutai ad alzarsi e si lamentò per come lo avevo sbattuto malamente sul pavimento, tentando di farmi sentire in colpa: me ne infischiai allegramente e raggiunsi la mia meta. Vidi con mio grande disappunto, un omaccione che tentava di sedurre in modo molto sgraziato un’infermiera, standole appiccicato e non lasciandola andare via: l’avevo visto altre volte sempre appiccicato a Naiko, riusciva a scrollarselo di dosso solo quando entrava in infermeria. Alle altre ragazze aveva raccontato che la seguiva ovunque come uno stalker e continuava a importunarla anche quando mangiava. A pelle quel tipo non mi stava simpatico proprio per niente ma la democrazia era d’obbligo, almeno per i primi due secondi.

- Ehm, scusami, non ho idea di chi tu sia, ma sloggia, devo parlare privatamente con Naiko -         tentai di usare un tono gentile e rilassato, doveva assolutamente andarsene
- Io sono Marshall D. Teach della seconda flotta e non mi faccio mettere i piedi in testa da una stupida mocciosa come te! Sei tu che devi sloggiare ragazzina insulsa!! -   
- Oh oh tu hai dato della ragazzina insulsa alla persona sbagliata! Primo: non m’importa del tuo nome o di che flotta tu faccia parte, smettila di infastidire la mia amica e sloggia. Secondo: se sei così duro d’orecchi, ti conviene farti vedere perché se non mi dai retta, ti appendo a testa in giù sull’albero maestro finché tutto il sangue non ti arriva alla testa. Allora taglierò la corda che ti tiene legato e precipiterai, ti schianterai al suolo e ti romperai qualche osso. Se ancora disturberai la mia amica, ti legherò a un tavolo e comincerò a piegarti ogni singola falange con una pinzatrice fin tanto che imparerai ad ascoltarmi. Mi sono spiegata razza di scimmione? -     

Se ne andò sbuffando e imprecando ma con un altro mio sguardo truce lo costrinsi ad allontanarsi definitivamente.
- Dio, ti ringrazio Sarah, non ne potevo più! Speriamo che capisca una buona volta di lasciarmi in pace!! Allora come stai? -       la spensieratezza di quella ragazza era una leggenda
- Bene Naiko, sicuramente meglio rispetto ad alcune settimane fa. Senti, mi potresti fare un favore? –
 

ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi un capitolo fresco fresco J  Che ve ne pare? Recensite in tanti mi raccomando! Tenterò di aggiornare più velocemente, ho il prossimo capitolo quasi pronto e se ce la faccio ve lo posto domani ^.^ buonanotte a tutti voi, sognate tante cose belle (?) un bacio
 
Summer_time
 
  
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