Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _The_Rabbit_Hole_    20/08/2014    0 recensioni
Louis/Harry | 1.771 parole.
Harry vede come Louis sia stanco di tutte queste farse, così decide di organizzarli una sorpresa. Ma qualcosa non va come i piani.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Summertime Sadness, Larry.
"Kiss me hard before you go,
Summertime Sadness."


Quel giorno era iniziato, piuttosto, bene. Aveva deciso di preparare una deliziosa cena a base del piatto preferito di Louis. In quell'ultimo periodo litigavano sempre più spesso, sempre per gli stessi motivi, a volte anche per sciocchezze su cui prima avrebbero riso. 
Harry era stanco di tutto questo, non voleva vedersi fuggire dalle mani ciò per cui aveva lottato così tanto. Solo a pensarci gli mancavano le forze e le lacrime spingevano ai lati dei suoi occhi. Per questo non concepiva l'idea che succedesse, che gli portassero via il suo Louis.
No,assolutamente no.
Avrebbe lottato fino alla fine per se stesso, per lui, per loro.
Ma sapeva, anche, che oltre a sostenere il suo peso doveva mantenere su anche quello di Louis. Avrebbe dovuto lottare per tutti e due, non insinuava di certo che Louis non gli dimostrasse quanto lo amasse, anzi lo faceva ogni giorno di più anche se non gli diceva niente.
Harry lo vedeva dai suoi gesti e sopratutto dai suoi occhi.
Oh, i suoi occhi.
Ormai li conosceva così bene che avrebbe pure potuto scriverci un libro! Poteva assicurare con certezza quante sfumature diverse di blu contenevano.
Li aveva osservati così tanto, senza mai stancarsene. Passava minuti interi a guardarli, a cercare di captare qualche nuova sfumatura o qualche scintilla che rispecchiava i suoi sentimenti. Anche se sapeva già perfettamente come diventavano quando era arrabbiato oppure quando era bisognoso d'affetto. Ed Harry riusciva sempre ad essere in perfetta sintonia con i suoi pensieri o sentimenti. Era come se fossero uno il completamento dell'altro.
E' per questo che Harry sentiva come Louis era fragile sotto tutte quelle mura che si era costruito. Vedeva sotto la sua facciata da burlone quanto era terribilmente insicuro.
Aveva uno strano modo di affrontare il dolore, pensò Harry.
Sorrideva sempre, faceva vedere agli altri ciò che voleva lui. Si era costruito intorno la fama di "eterno Peter Pan", faceva credere a tutti che lui, Louis William Tomlison, non avrebbe mai potuto essere ferito, perché dimostrava a la gente come se ne fregava dei loro commenti, e tutti ci credevano. Dopo tutto Louis voleva fare l'attore, ed in un modo o nell'altro c'era riuscito.
Ma c'erano due paia di occhi verdi come il prato a cui non avrebbe mai potuto mentire.
Harry non era "gli altri", lui aveva avuto il privilegio di conoscere il vero Louis Tomlison. Era Harry quello che aveva asciugato le sue lacrime e sentito i suoi singhiozzi sempre più forti fino a che, tenendolo sempre ben stretto tra le sue braccia, non gli sussurrava all'orecchio la loro canzone cullandolo per farlo calmare.
E lui lo faceva.
E dopo un tempo che pareva infinito Louis alzava il viso verso il suo e gli posava un delicato bacio sulle labbra per poi dirgli semplicemente "grazie" e rimettere la testa nel suo rifugio preferito, ovvero l'incavo del suo collo.
E ad Harry bastava così. Sul serio.
Perché solo averlo vicino lo rendeva felice. E poteva sembrare egoista da parte sua, forse lo era, ma a lui non importava perché sapeva che l'unico che l'avrebbe potuto salvare era lui. Ed anche se lo vedeva ogni giorno più rinchiuso in se stesso, Harry lottava. Lottava perché sapeva che il suo "Boo" era stanco quanto lui, forse anche di più. Che tutta la pressione della loro fama lo stava schiacciando sempre di più. Harry voleva fare qualcosa per fargli dimenticare almeno per una sera tutti i loro problemi.
Proprio con quei pensieri gli era venuta l'idea di fare quella cena.


"Oh, my God, I feel it in the air."


Quel giorno avevano costretto Louis ad andare in giro con Eleonor. Harry odiava quando il suo Louis usciva con lei, non che El gli stesse antipatica, anzi le era molto grato per quello che faceva per loro, ma gli strappava dalle mani Louis, anche se per poche ore che ad Harry sembravano anni. Certe volte pensava anche che El fosse innamorata veramente di Louis! Ma poi pensava che li shippava più lei che tutte le Larry del mondo e allora si rassicurava un poco. Sapeva che Eleonor qualche volta veniva insultata ma, sapeva anche che a lei non importava perché sapeva lei la verità e questo bastava. E, accidenti, veniva pagata piuttosto bene.
Quel pomeriggio avevano detto a Louis di andare in centro con El, e come di copione scambiarsi effusioni appena vista una telecamera. Harry sapeva anche che Eleonor sarebbe entrata in ogni singolo negozio possibile ed immaginabile.
Quindi, avrebbe avuto tutto il tempo per preparare la cena in tranquillità.
Si avviò lentamente verso la cucina, accese la radio posta sopra il piano cottura e si mise all'opera. Appena la prima traccia del CD partì, Harry la riconobbe subito. Era "The Scientist" dei Coldplay.
Oh, quanti ricordi faceva riaffiorare nella mente di Harry. Così si lasciò trasportare da essi con un mezzo sorriso accennato sulle labbra.

Erano i tempi di X-factor. Dentro la casa regnava sempre il caos, C'era chi provava le sue canzoni, chi passava il suo tempo a strimpellare la chitarra o chi semplicemente scherzava con gli altri.
E poi c'erano Louis ed Harry.
Harry e Louis.
Insieme erano fuori dal comune, qualcosa di illegale.
Potevano combinare gli scherzi più infantili e bastardi del mondo senza che gli altri se la prendessero veramente con loro. Perché, insomma, come potevi arrabbiarti se poi ti sorridevano spensierati e felici con quel sorriso bambinesco dipinto sul volto?
Ma i momenti in cui tutti diventavano di "zucchero", erano quando Louis ed Harry si perdevano ad osservarsi o quando seduti sul divano, Louis prendeva in braccio Harry e lo coccolava, perché, testuali parole di Louis: "Adoro coccolarti, Hazza."
Tutti nella casa avevano già scommesso sulla loro possibile relazione.
Era così palese a tutti, sopratutto ai loro compagni di band, che gli unici a non accorgersene erano proprio Harry e Louis. Per loro era tutto così naturale a quei tempi. Sembravano nati per fare quello.
Veniva automatico ad Harry guardare Louis mentre rideva o a Louis toccare i riccioli del suo piccolino.
Erano così felici in quel momento che nessuno se la sentiva di dirgli qualcosa.
Ma nessuno sapeva che presto le cose sarebbero cambiate. Forse in meglio o forse in peggio, ma sarebbero cambiate.
Quel giorno la casa era stranamente silenziosa. Non avendo nessun impegno per quel giorno tutti ne avevano approfittato per svagarsi in giro almeno per un po' e quelli più pigri erano rimasti a dormire nelle loro cuccette. Tra quelli nella casa c'erano, ovviamente Louis ed Harry.
Liam li aveva pregati di uscire con loro ma era stato come parlare ad un asino!
Così avevano perso la speranza pure Zayn e Niall, perché se non c'era riuscito Liam chi poteva riuscirci?
Così loro erano usciti lasciando Louis ed Harry sdraiati su un solo letto a non fare niente. O meglio, esternamente non facevano niente, ma nelle loro menti c'era una caos totale.
Harry pensava a quanto fosse bello stare abbracciato a Louis o a quanto fosse altrettanto perfetto il suo migliore amico, mentre lui in confronto era un no nulla.
Pensava a quanto fossero belli i suoi occhi quando rideva o alla sua risata cristallina o, perché no?, anche alla sua voce un po' femminile e acuta  ma che per Harry era come il canto dolce di una sirena. Sapeva che non era "normale" pensare quelle cose, ma gli veniva automatico farlo e forse stava capendo cosa gli stava succedendo. Ma non voleva ammetterlo perché, andiamo, Louis aveva una fidanzata che lo aspettava fuori di li e non voleva rovinare la loro amicizia, assolutamente no. Però... forse, poteva farlo.
D'altro canto nella mente di Louis si verificava il medesimo caos, forse un pochino intensificato, tipo triplicato.
Perché be', lui aveva una fidanzata che amava (o forse no?)
Ed era un convinto etero, assolutamente. (Ma negli spogliatoi maschili della scuola dava una sbircciattina ogni tanto.)
Ma allora perché stava provando quelle sensazioni?
Perché tutto ciò a cui riusciva a pensare era Harry e non la sua fidanzata?
A dir la verità da quando era entrato in quel bagno e aveva incrociato gli occhi verdi di Harry, tutto era passato in secondo piano. E poi quando aveva visto le sue labbra piegarsi in un sorrisetto e i suoi occhi illuminarsi tutte le cose della sua vita erano passate, pure, in quarto se non in quinto piano!
Per non parlare poi di quando aveva scoperto che li avevano messi insieme nella stessa band. Era così felice in quel momento che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. E da quel giorno era sempre stato così se stava con Harry, perciò non l'aveva mai lasciato stare un attimo.
Provava un senso di possesso verso il suo piccolino mai provato verso nessun'altra prima a d'ora.
Certe volte si chiedeva se poteva sembrare troppo appiccicaticcio nei confronti di Harry e che lui potesse stancarsene, ma poi vedeva le sue labbra a cuore piegarsi in un dolce sorriso rivolto solo a lui, e allora se ne fregava di tutto e di tutti. Se ne fregava della sua fidanzata, della sua possessività o della sua gelosia, se ne fregava  e basta.
Perché poteva fare invidia alla gente solo per aver scambiato una parola con quell'angelo, ovvero Harry Styles.
Doveva trovare un modo per restare sempre con lui, ma senza dare troppi sospetti. Ma come poteva...?
Bam!
Un'idea geniale gli saltò davanti agli occhi.
Era un genio. Si complimento da solo per la sua genialità. Si, l'avrebbe chiesto ad Harry.
Ma... quando? E come?
Decise che avrebbe improvvisato, in fondo tutte le cose migliori della sua vita erano state improvvisate. Come quel giorno nei bagli di X-factor.
Un piccolo sorrisino gli increspò le labbra sottili.
Vide che anche Harry stava sorridendo per chi sa quale ricordo, ma Louis voleva sapere. Era sempre stato un tipo curioso, lo dicevano tutti. Così...
"Hey, Harry. A che pensi di bello?" Chiese son la sua voce squillante.
Harry, come svegliato da un sogno, fece un piccolo balzo tra le braccia di Lou e senza nemmeno pensarci gettò le parole che gli frullavano in testa: "Devo dirti una cosa." Esitò un po' pronunciando quelle parole.
Louis colse subito la palla al balzo e si affrettò a dire: "Si. Ecco, appunto. Anche io dovrei dirti un-"
"No, zitto. Se mi interrompi non troverei più il coraggio di dirti niente." Lo interruppe Harry.
E in fondo tutte e due sapevano che sarebbe stato lui a fare il primo passo. Era sempre stato il più schietto.
" Allora, io non-non so se è una scelta giusta questa oppure no. Ma io t-te lo devo dire. E-e non mi importa se non mi vorrai p-più con... te. Me ne farò una ragione s-sul serio." Disse tutto d'un fiato, prendendo un grosso respiro alla fine.
"Haz, come puoi solo pens-"  Incominciò Louis.
"Sshh! Non mi interrompere." Ovviamente lo fermò, di nuovo, Harry.
Louis vedendo il panico e la paura negli occhi di Harry decise di assecondarlo e di annuire piano con la testa.
"Quindi" Riprese Harry
"Stavo... stavo dicendo. Uff... In questo momento sono così fottuttamente confuso." Sbuffò innervosito.
Louis vedendolo così in ansia avvicinò piano la sua mano verso quella di Harry per poi stringerla delicatamente.
Harry accettò di buon grado quel gesto, così si convinse a continuare per la sua salute mentale.
"Lou, i-io non so cosa mi succede in quest'ultimo periodo, specialmente quando s-sono con t-te. Io p-provo delle cose, delle sensazioni strane. Non so bene come descriverle e-e, accidenti! E' così difficile." Sbottò irritato, Hazza.
E il cuore di Lou perse due, tre, quattro battiti.
"Maledizione! La verità Lou è che forse io mi sono innamorato di te, e probabilmente sono stato un codardo a non ammetterlo prima.
Perché solo con te mi sento così vivo,
solo con te posso dire di essere così, dannatamente, felice.
E non mi importa se gli altri dicono che è "sbagliato" o che sono troppo giovane per sapere che significa amare.
A me non importa.
Non mi interessa perché loro non sanno niente... di noi.
E so che, molto probabilmente, tu non ricambierai e che questo discorso non ha un senso logico. Ma qualunque cosa dirai ti amerò sempre e se tu non mi vorrai più me ne an-"
E... Ops!
Fu la volta di Louis di interrompere Harry.
Ma non a parole o con frasi fatte, ma a gesti. In fondo lui dimostrava tutto a gesti.
E fu un attimo le labbra sottili e rosate di Louis furono su quelle carnose e rosse di Harry.
Le loro labbra insieme combaciavano alla perfezione, sembravano fatte a posta le une per le altre.
Non ci furono scontri di lingue e denti, ma solo un delicato sfiorarsi di labbra che dentro di se racchiudeva più significati di mille romanzi.
Dopo un infinità di tempo e per mancanza d'aria, staccarono le loro labbra da quel dolce bacio, che cariò i denti a tutte e due. Ma non smisero di tenersi stretti uno tra le braccia dell'altro.
Quando Louis aprì gli occhi, si trovò davanti la cosa più bella del mondo. Il suo Harry, ormai poteva definirlo così, con gli occhi ancora chiusi il respiro un po'  accelerato e le guance paffute rosse forse per il caldo o per l'emozione. Lo sguardo gli cadde inevitabilmente su quelle labbra rosse come ciliege che poco prima aveva avuto il privilegio di assaporare. Si passò la lingua sul labbro inferiore sentendo ancora il dolce sapore di Harry.
Mancava solo un piccolo dettaglio per completare quell'immagine.
I suoi occhi.
Voleva vedere quel verde.
Immergersi nel prato estivo che racchiudevano. Non voleva aspettare un attimo di più.
"Harry?" Chiese piano.
"Mmmh..." Mugolò Harry.
"Haz, perché tieni gli occhi chiusi?"
"Ho paura..." Rispose titubante.
"Paura di cosa, scusa?" Domandò perplesso Louis.
"Paura che tutto questo sia un sogno. E se lo è non voglio che finisca così presto." Rispose tremante Harry.
Louis intenerito dalla dolcezza delle parole di Harry, ed anche da quest'ultimo, mise una mano sopra la sua guancia accarezzandone piano lo zigomo col pollice, per poi dirgli:
"Hey... Hey, Harry. Sentimi, io sono qui... con te. Adesso e per sempre, se me lo permetterai.
Perché sei l'unica cosa che voglio e che vorrò. E scusa. Scusami, se me ne sono accorto solo ora. E adesso non fare lo sciocco e guardami. Ho bisogno di vedere i tuoi occhi." Ammise sotto voce.
Harry aprì prima un occhio e poi l'altro lentamente.
Sembra proprio un gattino, pensò Louis.
E subito dopo si trovò davanti un paio di fanali verdi puntati addosso.
Una piccola lacrima, sfuggire al controllo di Harry, andò a solcare la sua guancia. Louis la eliminò subito con un gesto veloce delle dita. Andando, poi, a ripassare il contorno delle labbra di Harry, e nello stesso tempo fissandole, sentendole aprirsi in un sorriso spacca labbra sotto i suoi polpastrelli. Automaticamente i suoi occhi scattarono verso quelli enormi e verdi di Harry e le sue labbra si aprirono anch'esse in un vero sorriso pieno d'amore.
"Quindi questo non è un sogno? Non sto impazzendo e immaginandomi tutto, vero?" Chiese Harry preoccupato, se possibile Louis sorrise più di prima.
"No, Hazza. Sono qui per rimanere fin quando tu mi vorrai."
"Sempre." Rispose immediatamente Harry.
Una piccola risata uscì dalle labbra di Louis, scaturita dall'immensa tenerezza del suo piccolino.
"Quindi... ora... Mmh, noi, stiamo mmh..." Cominciò borbottando insicuro Harry.
Era incredibile come il ragazzo sicuro di se che c'era prima fosse sparito del tutto, lasciando spazio alla timidezza fatta persona.
Così a Louis venne un'idea brillante, Wow! Due in così poco tempo!
Quindi, si inginocchiò davanti ad un Harry stralunato e gli prese la mano.
In sottofondo si sentiva "The Scientist" dei Coldplay, qualcuno nella casa doveva aver messo lo stereo a tutto volume, ma loro quasi non la sentivano presi dalle emozioni.
Louis si schiarì la gola e parlò. -
You don't know how lovely you are-
"Harry" incominciò. "Vuoi diventare il mio ragazzo?" Finì con un sorriso enorme stampato in faccia.-Nobody said it was easy-
In quel momento il cuore di Harry poteva tranquillamente uscire dalla cassa toracica e farsi una bella passeggiata per poi tornare, forse...
In quel momento tutto ciò che voleva erano le braccia forti di Louis sulle sue.
Decise di seguire il suo istinto.
Si buttò, letteralmente, tra le sue braccia facendolo cadere all'indietro sul pavimento, attaccando subito dopo le sue labbra su quelle dolci e delicate del suo Louis ( si doveva ancora abituare a chiamarlo così.)
Le loro labbra cozzarono alla perfezione in un incrocio sublime.
Harry morse piano il labbro inferiore di Louis, per poi leccarlo delicatamente come per scusarsi del male fatto. Come una reazione a catena Louis dischiuse le labbra, facendo scontrare le loro lingue, assaporandosi l'un l'altro con passione. Passando la lingua tra i denti e il palato scoprendosi per la prima volta.
Tutto era sparito in quell'istante.
E' tutto così perfetto! Pensarono entrambi.
Niente poteva rovinare quel momento, almeno, così credevano.
Sbam!
Una porta aperta con forza fece scattare le loro teste verso essa. I loro occhi intrisi di paura, e con le pupille talmente dilatate che mangiavano tutto il colore, si puntarono sulle tre figure fuori dalla porta.
"Wow, wow... Wooow!" Esclamò stupito Zayn, ancora con la mano a mezz'aria all'altezza della maniglia.
Louis ed Harry ricordandosi in che posizione erano messi si misero subito seduti, arrossendo l'attimo dopo.
"Ecco, noi... non stavamo facendo niente... noi possiamo-possiamo spiegare." Balbettarono Harry e Louis diventando , se possibile, ancora più rossi.
Dopo un momento di silenzio carico di tensione Zayn fu il primo a romperlo.
"Dai, Liam. Dammi i soldi, ho vinto io!" Esultò vittorioso, con un espressione gloriosa stampata in volto.
Liam, anche se contro voglia, diede i soldi a Zayn  perché: "una scommessa è sempre una scommessa!" e con un espressione sofferente i soldi lasciarono le sue mani. Tutto questo avvenne sotto gli sguardi sbalorditi di Louis ed Harry, Niall notandoli si sbrigò a chiarire la situazione, essendo l'unico ancora "sano di  mente."
"Andiamo ragazzi! Ormai tutti avevano scommesso su quando ve ne sareste accorti o su chi avesse fatto il primo passo!" Spiegò con un sorriso sulle labbra.
Harry guardò Louis e tutta la tensione parve scomparire nella stanza scoppiando poi in una risata di gruppo. Quel giorno molta gente perse i suoi soldi.

Una piccola lacrima solcò la guancia di Harry. Non si era neanche accorto di star piangendo talmente tanto era immerso nel ricordo. La canzone era cambiata proprio come gli anni. Anche quel giorno si sentiva odore di cambiamento nell'aria. Solo che, come quel lontano giorno di 3 anni prima, non si sapeva ancora se in meglio o in peggio.

Nothing scares me anymore.>

Quando Harry sentì la chiave girare nella toppa della porta era già tarda sera, forse le undici. Ma non si mosse, restò fermo sul divano a guardare un punto non ben preciso nel vuoto, perso nel suo silenzio. Poteva pure non esserci in quel momento, le uniche cose che testimoniavano la sua presenza lì erano le sue membra rigide e immobili sul divano e il suo leggero respirare. Sentiva la presenza di Louis ancora all'ingresso, le chiavi cadere sul mobiletto del corridoio e lo scricchiolio dell'appendiabiti sotto il peso del cappotto. Il rumore delle assi di parquet sotto il peso di Louis e il tonfo dei suoi passi dirigersi in cucina. L'interruttore scattare e il leggero ronzio della lampadina. Poteva percepire il respiro di Louis bloccarsi in gola per poi uscire in un sospiro sconfitto, se si sforzava poteva vedere la tristezza nei suoi occhi e il senso di colpa divorargli l'anima.
Be', come poteva non essere così?
Il tavolo in cucina era squisitamente apparecchiato C'era la tovaglia a righe rosse che tanto piaceva a Louis, ma che Harry detestava. Due piatti posti uno davanti all'altro riempiti di cibo, precisamente il piatto preferito di Louis. Una candela al centro del tavolo era l'unica fonte di calore. La cera che si scioglieva e colava lentamente giù facendo un percorso tutto suo per poi morire, immobile. Ma poi altre gocce facevano il loro percorso consapevoli della loro morte, bruciando. Lo stereo ancora acceso sempre con quello stesso CD dei Coldplay. Glie l'aveva regalato proprio lui quel CD per il loro primo anniversario, Louis sorrise al ricordo. Ma quell'incurvatura appena accennata delle labbra scomparve subito quando si ricordò di Harry. L'aveva ferito un'altra volta e questo non poteva accettarlo. Era stato stupido e immaturo a non tornare subito, a prendersela con tutti, con Harry. Quando lui non c'entrava nulla in tutto quel male.
Harry era luce.
Harry era speranza e ottimismo.
Harry era casa.
E non si meritava di vivere nella menzogna e nel dolore, pensava Louis. Doveva trovarlo e scusarsi, subito. Non poteva stare con questo peso sul petto ad opprimerlo, Harry si meritava solo il meglio. E per quanto fosse difficile lui sarebbe riuscito a darglielo.
Non perse altro tempo e andò a cercarlo per la casa. Non ci volle molto visto che si trovava in soggiorno. Appena Louis entrò nella stanza capì subito che questa volta sarebbe stata molto più difficile delle altre, ma si convisse che ce l'avrebbe fatta. Non si sarebbe fatto scappare Harry.
Azzardò un passo e poi un altro, fino a ritrovarsi davanti ad Harry. Vide i suoi occhi cerchiati di rosso e il viso pallido, doveva aver pianto. Se possibile, Louis, in quel momento si sentì ancora peggio.
"Hey..." Disse con un filo di voce, quasi inudibile. Sapeva che Harry l'aveva sentito, ma non si mosse lo stesso. Così ci riprovò.
"Harry, io..." Era assurdamente difficile parlare in quel momento, le parole che si incastravano in gola non volevano uscire. Non sapeva da dove cominciare, cosa dire. Così disse la prima cosa che gli era venuta in mente: "Mi dispiace..." E, forse, scelse le parole più sbagliate al mondo. Perché in un colpo Harry scattò in piedi e scaraventò il posacenere al muro frantumandolo in mille pezzi. Si guardò freneticamente intorno già pronto a distruggere qualcos'altro, ma si fermò stringendo i pugni così forte da far diventare le nocche bianche. Forse aveva visto il terrore negli occhi di Louis mentre indietreggiava di un passo, non che avesse paura che Harry gli facesse del male ma, in quel momento l'istinto aveva avuto la meglio. Louis non sapeva che fare in quel momento, era paralizzato. Sapeva che Harry era impulsivo e che non riusciva a controllarsi, ma non lo era mai stato contro di lui. Anzi, Louis era l'unico che riusciva a calmarlo quelle poche volte che perdeva il controllo. Ma se quella volta era proprio lui che gli aveva fatto perdere il senno?
"Harry..." Provò a dire qualcosa.
"Harry cosa?!" Scattò Harry.
"Io... non vol-" Cercò di incominciare Louis, ma senza buoni risultati. Perché venne subito fermato da Harry.
"Cosa, Louis? Cosa?" Questa volta Louis stette zitto. Sapeva che Harry aveva bisogno di sfogarsi e lo lasciò fare. E infatti continuò.
"Cosa, Louis? Non volevi, per caso, ferirmi? Non volevi ritornare tardi? Non volevi farmi vivere in questa merda? Non volevi illudermi su quanto ci tenessi a me? Non volevi stare con me? Non volevi farmi scoprire quanto schifoso sia 'sto mondo? Be' perché allora hai fallito miseramente" Louis sa che tutte quelle cose non le pensa sul serio, ma non può fare a meno di starci un po' male. "Perché, cazzo Louis, io ci sto male. Ogni giorno sempre di più. E non ce la faccio più. Vorrei solo mollare tutto e andarmene, spaccare tutto ciò che mi trovo davanti. Fa tutto così dannatamente schifo!" E come per rafforzare il concetto, Harry, tirò un pugno al muro. Ora grosse lacrime di rabbia gli solcano il viso, ma pare non accorgersene mentre continua a dare pugni al muro, con frustrazione. Harry, quasi non sente il dolore alle nocche e il sangue che sgorga dalle ferite, in quel momento voleva solo sfogarsi e placcare il dolore che aveva dentro. A Louis gli si strinse il cuore a vederlo così. Pensa a quanto sia ingiusto che Harry sia dovuto crescere così in fretta in così poco tempo. Come abbia dovuto imparare a mentire, quando lui era la persona più sincera del mondo. Come abbia affrontato tutto ciò non facendo capire a nessuno il suo vero stato d'animo. E proprio Louis non può lasciare che si distrugga ancora. Così muovendosi velocemente verso Harry cerca di calmarlo. E, fanculo, se gli tirerà un pugno. Fanculo, all'istinto. Fanculo, a tutto. L'unica cosa a cui importa ora a Louis è Harry. Harry e basta.
Quando li fu abbastanza vicino gli prese i polsi per cercare di calmarlo, ma Harry continuò a dimenarsi e a piangere, anche se, ormai si vedeva che non ce la faceva più. Continuava a ripetere parole, frasi sconnesse tra i singhiozzi. E sempre tenendolo saldamente, Louis lo strinse il più possibile a se. Così forte che, quasi, non riusciva a respirare. Ma, in quel momento, voleva solo farli capire che lui era li. Voleva rimettere tutti i suoi cocci insieme. E anche se non sarebbe stato lo stesso, avrebbe risanato tutte le sue ferite. Una per una. Perché una tale bellezza non doveva sopportare tutto questo, no, non poteva. Gli sussurrò una nenia di 'va tutto bene' e di 'Sshh, ci sono qui io', quando incomincio a darli piccoli pungetti sul busto, dicendogli che era colpa sua, sua e del suo stupido amore. Lo tenne stretto, quando incominciò a calmarsi, prima smettendo di dargli pugni e poi smettendo di piangere. Continuò a tenerlo stretto e a sussurrarli paroline dolci, fin quando, pure il suo respiro non si fu regolarizzato. Quando Harry ne uscì fuori con un "Scusa per averti sporcato la maglietta", Louis ridacchiò piano facendo sorridere leggermente pure Harry.
A interrompere quella fermezza, fu Louis che si mosse leggermente all'indietro per poi, cadere sul divano con Harry sopra di lui accoccolato sul sul petto. E poco importava se Harry era molto più alto di lui e doveva accartocciarsi tutto, infondo, pensò Louis, era rimasto sempre il suo piccoletto. Insicuro e fragile, forse troppo per questa vita. E lui doveva proteggerlo a tutti i costi. Non importavano le sfuriate o i dispetti che si facevano, lui lo amava e lo avrebbe sempre perdonato. Harry, d'altro canto, si sentiva così protetto stretto tra le braccia del maggiore e immerso nel suo profumo. Si sentiva a casa e questo basta a fargli scordare tutte le altre cose.
"Lou...", incominciò Harry insicuro. Ma Louis gli posò delicatamente un dito sulle labbra per farlo stare zitto.
"Non c'è bisogno che tu dica nulla, lo so che non dicevi sul serio, amore" lo tranquillizzò dolcemente, Louis.
Harry se ne infischiò del dito premuto sulle sue labbra e incominciò a parlare lo stesso. Perché, diamine!, doveva per forza chiarire con il suo LouLou.
"No, no Lou. Devo scusarmi, ti ho parlato così male e tu non lo meriti, no. Ma ero e sono ancora così stanco di tutto questo, questo mentire continuamente a tutti. Che dopo un po' ci credi pure tu stesso alle cazzate che dici e, non distingui più verità e menzogna. E vedere i Tweet delle Fans che dicono quanto siete belli tu ed Eleonor insieme, non aiutano per niente, tanto meno le vostre foto insieme così, così vicini.  E tu non sei lì affianco a me  a dirmi quanto sono stupido, perché sei con lei e fa male. Ma poi tu ritorni. Ritorni sempre da me. Allora mi sento veramente bene. Perché, finalmente, riesco a vederci chiaramente e quando vedo il tuo sorriso, quello che fai solo a me con quelle adorabili rughette attorni agli occhi capisco che tu ami me non lei. Perché, Louis, sei il mio faro che rischiara l'orizzonte e magicamente è più facile immaginare un futuro felice con te." Gli occhi di Harry erano leggermente velati da lacrime, ma questa volta di gioia. Louis aveva il cuore in gola, non sapeva che fare, che dire. L'unica cosa che continuava a fare era fissare Harry. Nella sua testa c'era solo spazio per HarryHarryHarry.  Il sottoscritto stava ancora parlando a tratti farfugliando, ma Louis non stava più prestando attenzione troppo rapito da Harry. E così fece l'unica cosa che sapeva fare.
Mentre Harry stava, ancora, parlando si sporse in avanti e gli prese il volto con le mani per poi baciarlo su quelle labbra così soffici e dolci. Si baciarono per minuti o forse ore, nessuno dei due sarebbe riuscito a dirlo esattamente. Ma non importava, come sarebbe potuto importare se erano stretti uno alle braccia dell'altro? Che importava il mondo in quel momento se il sapore di uno si imprimeva nelle labbra dell'altro? A cosa importavano i giudizi dei ristretti di mente se le loro lingue si toccavano inesperte come la prima volta? Nulla se erano insieme. Quando si staccarono da quel bacio tutto zucchero e amore, la prima cosa che esclamò Harry fu: "La devi smettere di interrompermi sempre così!" con un piccolo broncio adorabile, ma non durò per molto perché entrambi scoppiarono a ridere, felici e spensierati.
Perché, infondo, si sapeva che Louis dimostrava i suoi sentimenti coi fatti che con le parole e, sinceramente, a Harry non dispiaceva affatto.


  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _The_Rabbit_Hole_