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Autore: Defiance    20/08/2014    6 recensioni
E se quella notte, sull'isola, le cose fossero andate diversamente?
Se Hook si fosse trovato davanti una bella sorpresa, una volta arrivato a New York?
Una piccola shot (alquanto folle) sui Captain Swan!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi e OUAT non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 


Family,
that's the point.







Quando Emma si svegliò, quella mattina, aveva una strana sensazione che le stingeva la bocca dello stomaco; le succedeva ogni qualvolta dovesse accadere qualcosa di improvviso e sconvolgente... e più a lungo le cose andavano bene, più sapeva che il momento in cui le sarebbe crollato tutto addosso era vicino.
Come quando aveva conosciuto Neal, il padre di suo figlio Henry, e sembrava tutto rose e fiori per una volta nella sua vita... e poi l'aveva abbandonata, facendola addirittura arrestare; così, il bambino era nato in carcere. 
O come quando si erano trasferiti a Boston e il suo capo le aveva offerto una promozione, per poi scoprire che il prezzo da pagare era una bella scopata in un motel da quattro soldi... e, ovviamente, lei aveva rifiutato ed era saltata sul suo maggiolino giallo, correndo a Phoenix, dove le cose erano peggiorate.
Infine, l'anno prima, si era stabilita a New York e tutto pareva essersi messo al proprio posto, nonostante le numerose difficoltà quotidiane.
In un certo senso, Emma Swan gli imprevisti se li cercava, li chiamava a sè, aspettandoli con ansia; è il rischio che si corre a trascorrere la vita tra abbandoni e tradimenti.
"Henry, sveglia! Devi andare a scuola!" urlò, gettando le coperte di lato e costringendosi ad ignorare quella sensazione che, piano piano, le stava invadendo anche il petto.
Scese in cucina e preparò la colazione, pasto che, come al solito, Henry si ritrovò a consumare da solo: la sua sorellina aveva un tempismo perfetto nell'impedire alla madre di mangiare.
Emma la udì piangere e dovette correre nella sua stanza, dove la bambina riposava beatamente fino a pochi istanti prima; Milah si agitava nella culletta, con gli azzurri occhietti illuminati dalle lacrime e un'espressione spaventata sul volto che si calmò non appena vide la bionda.
La prese in braccio e sorrise suo malgrado; anche lei, come Henry, era stato un imprevisto, ma proprio non riusciva a pentirsi nè dell'uno nè dell'altra.
Milah aveva solo tre mesi ed era il frutto di un piccolo flirt che aveva avuto a Phoenix con un tipo che aveva conosciuto in un bar e che poi aveva lasciato la città il giorno dopo il loro rendez vous notturno, un uomo che non aveva mai più rivisto nè si aspettava di rivedere. 
In un primo momento, Emma aveva deciso di darla in adozione, era già abbastanza difficile con Henry, ma quando l'aveva vista e le aveva istintivamente attribuito un nome, nome che non sapeva neanche che esistesse prima di pronunciarlo, non era stata capace di separarsene. 
Aveva le sue labbra e il suo naso, ma gli occhi erano decisamente del padre: non avrebbe mai dimenticato quel blu che faceva invidia al mare, la cosa che più l'aveva colpita di quell'uomo e che le era stata tramandata per ricordarle la facilità con cui si era concessa dopo essersi sbronzata per bene.
Ecco, il blu e la puzza di alcol erano esattamente i ricordi più vividi di quella sera... se non gli unici. La mente non aveva salvato neanche il suo nome. 
Tornò in cucina stringendo la bambina tra le braccia, appena in tempo per salutare Henry con un bacio sulla guancia.
"Ricorda che dopo scuola vado a studiare da Kyle" trillò il ragazzo prima di uscire e sorridere in quel modo furbesco che Emma non poteva fare a meno di amare.
"Ti passo a prendere alle sette" gli urlò dietro, ma lui si era già richiuso la porta alle spalle.
La donna sospirò e nutrì la neonata che si addormentò subito dopo, permettendole di mangiare la colazione ormai freddata.
La sua vita era tremendamente monotona, ma i figli la rendevano felice e il suo nuovo lavoro la soddisfava; non aveva tempo per le relazioni e ne era sollevata... aveva dimostrato più volte di non saper scegliere con giudizio chi portarsi a letto.
Dei possenti e insistenti colpi sulla porta la scossero dai suoi pensieri e, dando una rapida occhiata a Milah per assicurarsi che dormisse ancora, si precipitò ad aprire.
Possibile che Dianne, la babysitter, fosse in anticipo? In genere tardava sempre... e non bussava con tale impeto. 
Esitò un istante, ma un altro boato la fece sussultare e, se voleva evitare di svegliare la piccola, doveva far sì che quel fracasso cessasse.
Inspirò profondamente e spalancò la porta, pronta a urlare e sgridare il maleducato che aveva assalito il suo appartamento... ma rimase di sasso, quando ne scoprì l'identità.
"Swan"
Emma ne studiò i lineamenti mascolini, la stravaganza del suo abbigliamento e, soprattutto, i suoi occhi blu intenso.
"Tu" riuscì solo a dire, spalancando occhi e bocca.
L'uomo sorrise e lo sguardo gli si accese di speranza, ma la bionda era troppo occupata a trattenersi dal rompergli la faccia per notarlo.
"Ti ricordi di me?" mormorò sbalordito lui, spingendosi in avanti per... abbracciarla? Baciarla?
Emma non lo seppe mai, perchè lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo e gli ringhiò contro.
"Non ero così ubriaca, certo che mi ricordo di te" 
Sei il padre di mia figlia, avrebbe voluto aggiungere, assieme ad una serie di epiteti non molto carini, ovviamente.
"E questo per cos'era?" mugugnò l'uomo, gemendo per il dolore e sbattendo contro la parete.
"Mi prendi in giro? O sei fuori di testa?" sbottò la donna, sfronzandosi di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di inondare il suo volto.
"Non capis..."
"No. Non dirlo. Non dire che non capisci. Che genere di reazione ti aspettavi avessi, trovandoti dietro la mia porta dopo quello che hai fatto? E come diavolo mi hai trovata?"
Emma non ci vedeva più dalla rabbia. 
Un sentimento ingiustificato, dato che lui non sapeva cos'era successo e, a differenza di Neal, non avevano avuto una storia.
"Swan, io... la tua... devi... aspetta. Cos'è che avrei fatto?"
Sembrava davvero confuso e questo la fece imbestialire ancora di più.
"Sapevi che ero ubriaca quella notte! E non mi importa che lo fossi anche tu, avresti potuto..."
Il pianto della bambina li interruppe.
L'uomo corrugò la fronte e si insinuò in casa, correndole dietro e spalleggiandola; che senso aveva lasciarle un ricordo di sè, se doveva essere così brutto? 
Lui non si sarebbe mai approfittato di Emma, questa cosa lo feriva, ma una strana stretta allo stomaco gli impediva di pensarci.
La osservava prendere una neonata tra le braccia e cullarla per tranquillizzarla.
Faceva la babysitter nella sua nuova vita?
"Chi è?"
La donna deglutì.
"Senti, non so perchè sei qui. Non ricordo neanche il tuo nome e ho superato il periodo in cui mi sbronzavo una notte si ed una no, quindi..."
"Killian Jones. Il mio nome" la interruppe, studiando la creaturina, soffermandosi sui lineamenti, sugli occhioni blu... 
"Come si chiama?"
Il cuore di Emma batteva all'impazzata, ma pensò che a quel punto fosse giusto vuotare il sacco.
"Mi... Milah"
L'uomo si irrigidì, anzi, impietrì completamente.
"Milah? Per... perchè?" domandò con un fil di voce, ma l'altra si limitò a scrollare le spalle.
"Mi è venuto spontaneo chiamarla così non appena l'ho vista. Non so perchè. Ora va' via, per favore, non ho nulla da offrirti"
Hook non la stava ascoltando a pieno; cercò di regolarizzare la respirazione... non era possibile che... 
"Quanti mesi ha?"
Silenzio. 
Per qualche istante udì solo lo sbattere dei denti della donna e i versetti della bimba che lo guardava con interesse.
Aveva il sorriso della madre.
"Emma!" la incitò, con più foga di quanto avesse voluto, in realtà.
Stava perdendo il controllo.
Lei sussultò e chiuse forte gli occhi.
"Tre mesi"
Bingo. Ecco perchè aveva un ricordo di lui.



Un anno prima
"Gli hai davvero salvato la vita?" chiese Emma, prendendo Hook in disparte.
"Ne siete sorpresa?" 
Sembrava divertito dalla sua faccia stupita, quasi incredula.
"Beh, tu e David non siete esattamente... come è che dici? 'Amici'"
"Non vuol dire che avrei lasciato vostro padre a morire qui sull'isola" ribattè lui, come se non fosse ovvio.
"Grazie"
Il pirata si grattò nervosamente la barba, chiaro segno di imbarazzo: non era abituato a ricevere ringraziamenti, lui era il cattivo.
"Forse ora mi dovete un po' di graditudine"
Lasciò che un dito si posasse sulle sue labbra in una muta e indiretta richiesta.
Emma accennò un sorriso.
"Si... il grazie era proprio per questo"
"E la vita di vostro padre vale così poco per voi?" domandò ironicamente il pirata, avvicinandosi a lei che appariva sempre più divertita dalla situazione.
"Ma per favore... Sarebbe troppo per te"
Non gliel'avrebbe data vinta, era lei quella tosta; se Hook voleva giocare, non si sarebbe di certo tirata indietro.
"Per voi sarebbe troppo, forse" precisò lui con aria di sfida e notò subito il cambiamento negli occhi della donna, perchè quelli si fecero più scuri e il sorriso scemò piano dal suo volto.
Poi lo baciò, prima ancora che se ne accorgesse. 
Non fu un bacio casto, lei continuava a stringerlo, ad assaporare le sue labbra... finchè non si fermò all'improvviso, oscillando a pochi centimetri dalla sua bocca, come se stesse decidendo se avventarvisi nuovamente o andarsene.
"è stato..." cominciò il capitano, ma Emma smorzò immediatamente la sua euforia.
"Una cosa che non accadrà mai più"
Si allontanò e, con il filo di voce che le era rimasto, fece per dirgli di non seguirla, ma dopo solo pochi passi tornò indietro e lo fissò per qualche secondo.
Lo baciò di nuovo. E di nuovo ancora. E ancora. E ancora.
In un crescendo di passione, di desiderio che inebriava le loro menti e offuscava vista e pensieri, si abbandonarono entrambi a quelle sensazioni che si erano negati per troppo tempo.
E non importava più quanto i loro cuori fossero rotti, stavano rimettendo i cocci al proprio posto e lo stavano facendo insieme. 
Emma, che aveva sempre dettato legge nel loro rapporto, si lasciò ricadere sull'erbetta verde, in un angolino abbastanza appartato, trascinandosi Killian sopra.
Lui esitò per un istante, ma la bionda lo attirò nuovamente a sè, iniziando a spogliarlo dei suoi indumenti.
Per quanto ne sapessero, per quanto ne stessero capendo, avrebbe anche potuto essere un sogno, dal quale nessuno dei due voleva svegliarsi, certo.
Era il gioco più naturale e bello al quale avessero mai partecipato, un perpetuo rincorrersi di mani e sospiri, baci e gemiti di piacere.
Hook non riusciva a crederci; stava sul serio facendo l'amore con la donna per la cui felicità e sicurezza avrebbe anche dato la vita?



Ripensare a quel momento, lì, davanti a lei, dopo tutto il tempo passato nel tentativo di dimenticarlo, fu come riviverlo. 
L'unica volta che aveva avuto la sua Emma, la donna che amava, la notte più bella della sua vita... era stata spazzata via dalla notizia che Neal fosse ancora vivo.
Il pirata boccheggiò per qualche istante, poi si lasciò ricadere pesantemente su una sedia.
"è mia figlia, non è vero?"
Sembrava assurdo solo a pensarlo: lui, padre. Era un'idea che raramente gli aveva sfiorato la mente, la possibilità che un pirata potesse farsi una famiglia... con lei, poi.
La bionda si portò una mano sulle labbra e strinse forte gli occhi per evitare di piangere; ripose la piccola nella culla e si aggrappò alla ringhiera, dando le spalle al capitano.
"Cosa vuoi, Killian?" 
Non lo aveva sentito alzarsi e raggiungerla, così, quando se lo ritrovò davanti sussultò e sgranò gli occhi: la stava baciando e lei gli stava permettendo di farlo.
Voleva che lo facesse. 

Quando le loro labbra si separarono ed Emma fu sopraffatta dallo sguardo pieno d'amore di lui, i ricordi cominciarono a riaffiorare.
Neverland, la foresta incantata, i suoi genitori, Regina, Peter Pan, Storybrooke... aveva funzionato.
Il bacio aveva spezzato l'incantesimo di Regina.
"Hook" mormorò col tono di una che si è appena svegliata da uno di quei sogni talmente tanto vividi da sembrare quasi reali.
Non sapevano se ridere o se piangere.
La strinse a sè, accarezzandole dolcemente i capelli, poi lei si voltò e guardò la bambina.
"Non lo sapevo. Prima di arrivare qui" disse, porgendo l'indice alla piccola che lo strinse subito nella sua minuscola manina.
"Va... va tutto bene, Swan" la rassicurò lui, sfiorandole il braccio con le dita.
Emma inspirò profondamente per trattenere il brivido scaturito da quel contatto.
"Vuoi tenerla in braccio?"
Hook deglutì, poi annuì e accolse la bambina tra le sue braccia... e sorridere fu la cosa più spontanea del mondo.
"Hai visto, Milah? C'è il tuo papà qui" sussurrò e la piccola sporse il braccino verso il suo viso, così che la mano potesse carezzargli la guancia.
"Avrei voluto starti vicino..."
"Killian... come... perchè sei qui?" domandò Emma, ritornando immediatamente alla realtà.
Il pirata si irrigidì e boccheggiò, spostando lo sguardo dalla creaturina che stava stringendo alla donna che amava e che lo fissava confusa di fronte a lui.
Non poteva mentire, doveva dire la verità...
"Dobbiamo tornare a Storybrooke. C'è un nuovo sortilegio e non è stata Regina a lanciarlo" 
Sarebbe stato bello poter ignorare la faccenda e restare insieme a New York, tenere Milah, Henry ed Emma al sicuro... ma Killian era un uomo d'onore, sapeva riconoscere la cosa giusta da fare.
La bionda si prese i capelli tra le mani e roteò su sè stessa.
"Forse questa volta possono vedersela da soli"
"Sai che non è così" la contraddì lui, attirandola a sè col braccio libero, ma facendo attenzione a non ferirla con l'unicno.
"è che... è così piccola... io..."
"Emma. Pensaci. La tua famiglia ha bisogno di te. La scelta è tua, io accetterò qualsiasi cosa tu decida. Sappi solo che in ogni caso, non ti lascerò" disse solo Hook.
E poi la baciò.






Angolo Dell'Autrice
Buonasera!
Ecco a voi il mio esordio nel fandom
di OUAT... onestamente, non so da dove
mi sia uscita questa shot. Ma vabbè, l'ho voluta
pubblicare lo stesso e spero tanto che vi piaccia.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, una recensione 
mi renderebbe tanto felice.
Ho messo l'OOC tra gli avvertimenti nel caso in cui i
personaggi non risultassero IC senza che me ne accorga.

Alla prossima,
Bell (tanto innamorata di Hook)
  
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