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Autore: Lady Windermere    21/08/2014    3 recensioni
Vivienne lo picchiò col parasole, per la gioia del palafreniere –Non riesco ancora a credere che voi ed Andrew siate fratelli!-
-In effetti non riesco a crederlo neanch’io- ribattè lui, guadagnandosi un’altra ombrellata.
-Lui è così gentile, amorevole…- iniziò la ragazza, quasi in venerazione.
-…noioso…-
Vivienne gli lanciò uno sguardo di fuoco –Rispettabile!-
Dominic alzò un sopracciglio –E che cosa ho detto?-
SECONDA CLASSIFICATA AL CONTEST "EROI NEL VENTO"
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo regency/Inghilterra
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Seconda classificata al contest "Eroi nel Vento"

Non cambierò mai


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-Ancora a bagordi, Dominic?- chiese il Conte di Luneville, osservando il giovane bruno davanti a lui, intento a infilarsi la marsina rovinata da un colpo di pistola a bruciapelo.
Quando finalmente riuscì a ultimare quell’arduo compito, i due uscirono dalla casa da gioco.
Il Duca di Gladstone aspirò rumorosamente l’aria della notte –Che colpa ne ho io se quel pazzo del marito ci ha sorpresi insieme? Sinceramente ho trovato un po’eccessiva la sua brama di sangue. Del mio sangue- precisò.
Edward De Luneville scoppiò in una fragorosa risata –E come biasimarlo? Voi cosa fareste se trovaste un altro uomo in compagnia di vostra moglie?-
Il giovane si passò la mano tra i capelli corvini –Non credo che vorrò saperlo mai. Il matrimonio, Edward, è distante da ogni mio pensiero!-
Il Conte lo fissò a lungo –Sai, non credo che voi siate così pessimo come dicono…-
Dominic sorrise, beffardo –Oh, se è per questo anche di più!-
Edward scosse la testa, rassegnato –Non cambierete mai, amico mio.-
Uno scintillio malinconico fece capolino dagli occhi blu del giovane Duca –No, non cambierò mai.-
 
-Milord, non l’aspettavamo così presto- esordì il valletto, vedendolo entrare nel suo appartamento di Grosvenor Square.
Dominic si tolse il cilindro e lo affidò alle cure del servitore –Non dire sciocchezze John, sono le tre del mattino!-
-Come volete voi, Milord- accondiscese il valletto, facendo un inchino ossequioso al suo poco rispettabile padrone.
Il giovane si diresse nel salottino per gli ospiti e si sistemò comodamente su un sofà.
Forse aveva ragione John, forse era troppo presto. In effetti vi erano stati periodi in cui era rimasto assente per diversi giorni, mesi, alcune volte anni.
Periodi in cui aveva sfiorato l’orlo del baratro ed ancora adesso oscillava su quel filo di lana che lo separava dalla perdizione.
Periodi in cui aveva fatto cose di cui solo Satana non avrebbe potuto vergognarsi.
Periodi in cui la sua aspirazione maggiore era fare del male agli altri.
Forse sto invecchiando sospirò, afferrando la tabacchiera tempestata di gemme e prendendo una presa della sostanza nera contenuta al suo interno.
-Milord- la voce del servo interruppe i suoi pensieri –C’è una…signorina che vorrebbe vedervi- annunciò.
-A quest’ora?- domandò Dominic, stupefatto.
-Appunto. A quest’ora…- ripeté il valletto, con tono di rimprovero.
-Bene, falla entrare- acconsentì il Duca, leggermente divertito.
Pochi minuti dopo dei passi risuonarono nel corridoio e una giovane fanciulla si presentò sulla porta.
-Vivienne!- esclamò il giovane, affrettandosi a far accomodare la cognata –Cosa ci fate a Londra a quest’ora?-
La ragazza scosse i capelli biondi –Andrew è scomparso- dichiarò.
Sentendo nominare il fratello, il giovane si rabbuiò –Cos’è successo stavolta?-
Vivienne strinse i pugni –Era andato a cacciare nella riserva di un suo amico un mese fa…e non è più tornato. Sono ormai due mesi che non si fa vivo, ho provato a mandargli delle lettere, ma mi sono tornate indietro…Dominic,- singhiozzò –io non so più cosa fare!-
Il Duca si avvicinò a lei e le porse un fazzoletto –Ditemi, Vivienne, vi sembro forse un’agenzia investigativa?-
La giovane scosse il capo.
-E allora si può sapere perché diavolo siete venuta da me?!- replicò lui, brusco.
Gli occhi verdi della ragazza lo guardarono languidi –Perché pensavo che avreste fatto qualcosa per aiutare il vostro unico fratello…- rispose.
Dominic sorrise –Sì, beh, aiutare non è una delle mie migliori capacità. Né lo sarà mai.-
Vivienne non trattenne uno spasmodico singhiozzo che avrebbe commosso perfino una statua di marmo.
-La commedia non attacca con me, Vivi, e lo sapete- ribattè lui, per nulla colpito –Il mio consiglio è questo: andate a Scotland Yard e dite che vostro marito è scomparso mentre dava la caccia alle pernici della riserva del signor…signor?-
-Ravenscar. Lord Ravenscar.- gli rispose la giovane, soffiandosi ben poco signorilmente il naso.
A quel nome Dominic si interruppe. Sembrò riflettere per qualche secondo e poi prese improvvisamente una decisione –Va bene Vivi, avete vinto. Vi darò una mano a trovare Andrew.-
La giovane contessa lo guardò sconcertata, ma aveva ottenuto ciò che voleva e per questo non fece domande.
-Bene- commentò –Quando partiamo?-
-Subito- fu la risposta secca del padrone di casa.
 
-Oh Dominc, quanto siete testardo!- sbottò Vivienne, contrariata dal comportamento del suo compagno di viaggio.
-Oh Vivi, quanto siete fastidiosa!- ribattè il Duca, facendole il verso.
-Vi ho solo chiesto di andare più piano!- esclamò lei –Questo tiro a quattro è estremamente scomodo e inoltre sembra che vi divertiate a prendere tutte le buche!-
Per tutta risposta il giovane aumentò la velocità –Questo tiro a quattro è il migliore di tutta Londra, cognatina, e questi bai sono i più veloci in circolazione. Sarebbe un peccato tenerli a freno no?-
Vivienne lo picchiò col parasole, per la gioia del palafreniere –Non riesco ancora a credere che voi ed Andrew siate fratelli!-
-In effetti non riesco a crederlo neanch’io- ribattè lui, guadagnandosi un’altra ombrellata.
-Lui è così gentile, amorevole…- iniziò la ragazza, quasi in venerazione.
-…noioso…-
Vivienne gli lanciò uno sguardo di fuoco –Rispettabile!-
Dominic alzò un sopracciglio –E che cosa ho detto io?-
La giovane lo ignorò –Veramente, non capisco cosa vi abbia fatti separare.-
Il Duca guardò le redini che teneva in mano –Quando i nostri genitori sono morti in quell’incendio Andrew aveva solamente sedici anni, è stato difficile per lui superare la cosa. E anche per me.
Non credo sia mai riuscito a comprendere che tutto quello che facevo, lo facevo per il suo bene.
Poi lui si è sposato, è andato a vivere in campagna ed io sono rimasto solo ad annegare il mio dolore nel whisky, nel gioco e nelle piacevoli compagnie…- concluse lui, sarcastico.
Sentendosi addosso lo sguardo della ragazza, Dominic ebbe un sussulto.
 Il vero motivo del suo distacco dal fratello era lei.
Era stato un colpo di fulmine quello tra lei ed Andrew, un colpo di fulmine che Dominic non era mai riuscito a sopportare. Innamorato di lei fin dall’infanzia, l’annuncio del suo matrimonio aveva avuto per lui l’effetto di un diretto nello stomaco.
Non solo si sposava, ma si sposava con suo fratello!
Andrew era tutto ciò che lui non era: virtuoso, rispettabile, stimato da tutti…e fermamente deciso a farla felice.
Per questo si era allontanato, per non rovinare la loro felicità, la felicità delle due persone che gli stavano più a cuore al mondo.
-Siamo arrivati- disse la ragazza rompendo il silenzio.
 
La tenuta di caccia era enorme. Sarebbe stata un’impresa esplorarla tutta.
-Speriamo che Ravenscar sia in casa…- annunciò Dominic, sbattendo con forza il battente.
Il maggiordomo aprì immediatamente. Sì, il signor Ravenscar era in casa e sarebbe stato felice di riceverli. Se lor Signorie avessero voluto accomodarsi in salotto nel frattempo…
Le lor Signorie si dichiararono entusiaste della proposta.
Passarono i minuti e del signor Ravenscar non vi era ancora nessuna traccia.
-Che sia sparito come Andrew?- tentò Vivienne, lisciandosi la gonna a balze.
Il Duca si alzò in piedi e si sistemò la rendigote -Rimanete qui, Vivi, vado a controllare.-
Quando giunse nel corridoio sentì delle voci concitate provenire dallo studio.
Allora c’è veramente qualcuno in questa casa! disse tra sé e sé.
Un urlo attutito catturò la sua attenzione e aprì di scatto la porta della stanza.
Ravenscar era a terra, morto. Andrew, suo fratello, in piedi con un tagliacarte in mano, lo fissava sbalordito.
-A-Andrew! Cos’hai fatto?- proruppe, raccapricciato.
-Non voleva più stare ai patti- fu la risposta concisa del fratello –Ho dovuto farlo. Altrimenti avrebbe spifferato ogni cosa…-
Dominic, che si era accostato al cadavere per accertarsi se fosse effettivamente morto, sollevò gli occhi su di lui –Cosa avrebbe spifferato?-
Andrew alzò le spalle -Tutto. Che ho perso tutta la mia ricchezza al gioco, che sono pieno di debiti fino al collo, che avevamo deciso di fingere un rapimento per chiederti un riscatto…-
Il Duca rimase interdetto –Sapevo che se era coinvolto Ravenscar doveva esserci sotto qualcosa di losco, ma…fingere un rapimento per chiedermi un riscatto…?-
-Sì beh, suppongo che ora sia tutto inutile visto che sei qui…o forse no…-concluse con una strana luce negli occhi.
-Chi c’è qui insieme a te?- continuò, interessato.
-Vivi…- rispose Dominic senza pensare.
Andrew sorrise -Beh, allora credo che dovrò occuparmi anche di lei dopo che avrò finito con te.-
Dominic era sconcertato -Vuoi uccidermi?!-
-Se tu muori tutta la tua fortuna passerà a me…- spiegò il fratello.
-Ma Vivi…è tua moglie, dannazione, non puoi farle questo!- inveì il giovane.
Andrew gli gettò un’occhiata piena di pietà –Ti è sempre piaciuta vero?-
-Tu…tu lo sapevi?-
Il fratello inarcò le sopracciglia -Sennò perché l’avrei sposata? Oltre alla sua dote, è chiaro.-
Dominic era troppo furioso per parlare, ma anche troppo sbalordito.
In quel momento si sentirono dei passi nel corridoio –Dominic?- chiamò Vivienne.
Andrew scoppiò a ridere –Toh guarda, l’uccellino viene dal cacciatore di sua spontanea volontà.-
Prima che la ragazza riuscì ad aprire la porta, il Duca prese la pistola che teneva nella tasca della rendigote (per ogni evenienza…) e sparò un unico colpo.
 
-Dominic!- gridò Vivienne, prendendo tra le braccia il corpo ancora caldo del marito –Perché l’avete fatto?-
-P-perché era geloso…- rispose Andrew, prima di morire –è sempre stato innamorato di te.-
E quella fu la sua ultima menzogna.
La giovane guardò Dominic con aria interrogativa. Il Duca abbassò il capo, in modo da confermare la sua colpevolezza. Non negò la storia del fratello. Non si discolpò.
Non seppe mai neanche lui perché l’aveva fatto. Forse per evitare una simile verità alla donna che amava. Forse per non rovinarle il ricordo del marito.
A volte la verità è più dura della menzogna.
Le fece credere che Ravenscar l’aveva visto compiere il delitto e per questo era stato ucciso.
Guardando il suo viso pieno di lacrime, Dominic si morse la lingua -Tutta la mia vita è costellata di scelte sbagliate, Vivi. Ma l’avervi amata è l’unica scelta di cui non mi sia mai pentito.-
Vivienne lo squadrò con odio –Non cambierete mai, Dominic.-
-No, non cambierò mai- ripeté il Duca, uscendo dalla stanza.
 
 
 

 

  
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