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Autore: ABadDream    21/08/2014    0 recensioni
Dal testo: "Il cielo da dovunque e in qualunque momento lo si guardi rimane immenso. Le stelle rimangono lì a rischiarare il buio della notte. I cuori gelidi delle persone vengono riscaldati dalla tenue luce di quei corpi celesti. Tutti avranno qualcosa in cui credere, in cui sperare fino a quando loro saranno lì a risplendere".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ho riscritto questa storia in alcuni punti, perchè non mi convinceva molto. Spero che questa versone, anche se non varia di molto dalla precedente, sia migliore. Ora vi lascio alla lettura e voglio scusarmi per eventuali errori o se la storia non dovesse piacere.
Un bacio a tutti e Buona lettura.
ABadDream


La bambina guardava il cielo pensando al suo futuro, le stelle che brillavano nel cielo notturno le trasmettevano tranquillità e le infondevano fiducia. Sapeva che non sarebbe mai rimasta al buio, perché loro non si sarebbero mai spente, le avrebbero sempre indicato la via da seguire, la strada da percorrere. Ma soprattutto non sarebbe mai rimasta sola. 
Quella bambina di appena otto anni guardava il cielo sperando di scorgere fra quelle stelle un pezzo della sua vita futura. Una volta cresciuta cosa avrebbe fatto? Avrebbe accettato passivamente le decisioni che qualcuno avrebbe preso per lei? O avrebbe preso in mano le redini della sua vita? Quella bambina, stava lì, seduta sul tetto pensando a quello che la vita le avrebbe offerto, ma anche ai colpi bassi che avrebbe ricevuto e con la testa rivolta al cielo sognava. Sognava l'amore, la bionda bambina, il giorno in cui il suo principe azzurro sarebbe venuto a strapparla da quell'Inferno della sua vita. Lo sapeva, un giorno, anche lei avrebbe amato una persona e sarebbe stata ricambiata. Non l'amore insano e perverso che le rivolgeva il padre, no, avrebbe vissuto un amore puro e innocente capace di toglierle il respiro e portarla ad un passo dal cielo. 
Oggi quella bambina è cresciuta, ma è ancora seduta su quel tetto con il naso all'insù e sogna come quando era piccola. È lì seduta, una gamba rannicchiata al petto e l'altra stesa ad incontrare il vuoto, una mano affondata nelle tasche dove custodisce gelosamente il suo segreto e l'altra a reggere una sigaretta, da cui ogni tanto fa qualche tiro. Deve prendere una decisione che le cambierà la vita. Si alza e si mette proprio sul finire del tetto, guarda in basso, non riesce a distinguere i particolari: vede solo le luci artificiali dei locali, quelle delle macchine, vede dei piccoli uomini all'oscuro dell'importante decisione che lei deve prendere. È una notte buia e lei è lì su quel palazzo a rabbrividire per il freddo, ma poi qualcosa cambia si accendono delle luci anche in cielo e di colpo la ragazza riporta lo sguardo in alto a contemplare gli astri, ma qualcosa va storto. Un piede appoggiato male, un brivido di freddo che ha fatto sbilanciare il corpo in avanti. Poi il buio.
Il cielo da dovunque e in qualunque momento lo si guardi rimane immenso. Le stelle rimangono lì a rischiarare il buio della notte. I cuori gelidi delle persone vengono riscaldati dalla tenue luce di quei corpi celesti. Tutti avranno qualcosa in cui credere, in cui sperare fino a quando loro saranno lì a risplendere.
... Molti anni dopo...
 
-Sai, quando ero giovane venivo qui anche io a pensare- disse una donna ad una ragazza che stava seduta sul tetto.
-E a cosa pensavi?-
-A me- rispose per lei un uomo apparso dietro le spalle della donna.
Le due risero dell'egocentrismo dell'uomo.
-Dai ora torna dentro che comincia a fare freddo- disse il padre e la ragazza rientrò.
-Voi andate io vi raggiungo più tardi- la donna diede una mano alla figlia a rientrare, poi a sua volta uscì a contemplare l'immensità del cielo.
La bambina era cresciuta quel giorno in cui era caduta. Era caduta stringendo tra le mani il suo segreto: un biglietto tutto stropicciato su cui aveva scritto "Sei la mia vita". Quella semplice frase scritta di suo pugno la conservava ancora nel portafoglio, per non dimenticare. Quella notte quando era caduta aveva perso la vita, ma non la sua, anche se un pezzo di se stessa se ne era andato per sempre. No, aveva perso la vita la sua creatura. Delle volte le capitava di toccarsi la pancia, come a voler sentire ancora i battiti della sua bambina. Ma lei non c'era più. Lei era diventata una stella, che dal cielo la proteggeva e le illuminava il cammino. Ricordava ancora quel giorno come se fosse ieri: i medici che si affannavano su di lei per cercare di fermare il sangue che fuoriusciva da una parte del suo corpo, i suoi genitori che piangevano disperati per le sue condizioni, il dolore lancinante che proveniva da ogni fibra del suo corpo. Ma il dolore più grande fu quando un dottore alzò la testa verso l'infermiera e disse con voce sconsolata -La bambina non ce l'ha fatta-. Dopo un mese arrivò la seconda coltellata. Era ad una visita di routine, il medico era entrato nella stanza con gli esiti di alcuni esami specifici che aveva dovuto fare dopo che aveva perso la bambina, si appoggiò alla scrivania, congiunse le mani, si tolse gli occhiali e chiuse gli occhi stringendosi la base del naso. -Signorina... Non so come dirglielo...- il medico esitava in cerca delle parole più adatte da usare. -Insomma dagli esami che abbiamo effettuato lei non potrà più avere figli, la caduta gli ha causato, oltre che la perdita del bambino, anche dei danni permanenti.-queste ultime parole la disse di fretta, quasi che se avesse rallentato non avrebbe più avuto il coraggio di terminare la frase.
Il ricordo di questo incubo viene presto sostituito da un altro.
Una donna bionda all'altare che sorride ad un uomo dagli occhi simili a quelli di un cerbiatto. Si guardano e poco dopo lui sposta lo sguardo sul ventre gonfio di lei, quasi volesse rendere partecipe anche la piccola creatura di quel momento così intimo. 
Viene distolta dai suoi ricordi sentendo la risata della sua bambina, quella che i medici continuavano a ripeterle che non sarebbe mai esistita. Si alza lentamente e con attenzione guarda fuori dalla finestra un'ultima volta, si asciuga una lacrima. Non sarebbe mai rimasta da sola. 
La madre visse una vita piena, con gli alti e bassi di cui l'esistenza umana è coronata, e quando anche per lei giunse il momento di raggiungere il cielo e diventare una stella lo fece con il sorriso, perchè avrebbe rivisto la sua bambina.
 
  
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