The strings of our hearts are connected
Prologo
Katherine corse fuori di casa, tutta affannata.
-Sono in ritardo! - esclamò, mentre correva trascinandosi dietro il violoncello, facendo scivolare le piccole ruote della custodia sull'asfalto.
Era la nipote di uno dei più famosi vioncellisti americani, e sin da piccola era stata educata dal nonno nell'arte della musica classica.
Alta, con capelli di un marrone tendente al nero e occhi color cioccolato nascosti dietro un paio di occhiali di corno, correva il più in fretta possibile verso l'università.
Lei, come molti altri, studiava nell'unica università incentrata su musica, canto e danza della zona, la St. Lenxon University of Musical Arts.
Per raggiungerla, Katherine impiegava in media venti minuti, nei quali solitamente chiacchierava con le sue amiche e compagne di corso.
Infatti i corsi alla St. Lenxon erano quattro: musica classica, musica contemporanea, canto e danza.
Katherine studiava nel primo.
Erano ormai in pochi quelli che decidevano di iscriversi al corso di musica classica.
Il motivo era che ormai violoncelli, arpe, fagotti e strumenti simili non venivano più apprezzati dai giovani.
Ed era per questo che c'era sempre stata rivalità tra i corsi di musica classica e contemporanea.
Ma il corso di musica contemporanea aveva dalla sua parte un sacco di fan.
E tutto grazie a tre ragazzi.
I fratelli Jared e Shannon Leto, e il loro amico Tomo Miličević
Avevano fondato una band chiamata "30 Seconds to Mars" e suonavano la sera nel bar vicino alla scuola.
Katherine non li aveva mai sopportati.
Jared e Shannon le sembravano dei montati, ogni volta che apparivano a scuola e venivano circondati da ragazze di tutti i corsi. Ma d'altronde loro erano popolari.
Katherine arrivò di corsa e urtò un ragazzo dai capelli lunghi fin oltre le spalle.
Non lo aveva confuso per una ragazza dal fisico: spalle larghe e muscolose, tutto meno che femminili.
-Scusa...- disse imbarazzata alla schiena del giovane, che sembrava non essersi reso conto dell'accaduto.
-Oh...Sì, fai più attenzione la prossima volta!- rispose il giovane, senza badare al suo interlocutore.
Kate lo aveva appena riconosciuto. Quella voce era inconfondibile. E, ovviamente, non poteva che appartenere ad una delle persone che sopportava di meno: Jared Leto.
E, a quanto pareva, quel giorno la fortuna non era dalla sua parte, perché fu subito additata da una fan della band.
-Quella ragazza ha colpito Jared!- urlò una ragazza bionda, puntandole l'indice destro contro.
-C...Cos..Cosa?- balbettò Kate, guardandosi intorno preoccupata.
Era stata accerchiata da un gruppo di ragazze. Ma questa volta la fortuna fu dalla dua parte. Una figura si mosse nella folla fino a raggiungerla.
-Ehi, cosa sta succedendo qui?- chiese un voce maschile, che le piantò la schiena davanti, per proteggerla dalle altre.
Le uniche cose che riusciva a vedere erano un codino di capelli neri, la schiena coperta da una maglietta nera e un paio di jeans, dalla cui tasca posteriore spuntavano due bacchette da batterista.
-Ma Shannon..! Ha colpito Jared..!- esclamò la bionda, quasi a supplicarlo di andarsene.
Shannon si voltò per osservare la ragazza alle sue spalle.
-L'hai colpito davvero?- chiese sorpreso.
-No, gli ho solo urtato la spalla mentre camminavo....- rispose pronta Kate.
Shannon scoppiò a ridere.
-Non preoccuparti, ci penso io a queste qui...- le disse, dandole una spintarella verso l'entrata, mentre la salutava con un occhiolino.
Katherine ci mise un po' per assimilare il tutto, ma poi si diresse verso l'entrata, senza voltarsi indietro.