"Casa". Una parola così evocativa: si forma all'istante un’immagine, un richiamo in testa. Per qualcuno è la casa dove è nato e cresciuto.  Per altri la famiglia numerosa e chiassosa che ogni domenica si ritrova per pranzo.
Decisamente non il loro caso.
La casa in cui erano nati era andata bruciata. Perduta. Quella città era solo un ricordo di dolore e morte.
Famiglia: madre morta e padre mezzo impazzito per questo.
 Non sono una classica famiglia. E di certo non si ritrovano per le festività tutti insieme felici. Neanche le festeggiano le feste.
Ma nonostante questo, nonostante il non avere un edificio da chiamare casa o una famiglia numerosa, anche i Winchester avevano una "casa".
Lì avevano passato la maggior parte del loro tempo, tra una caccia e l’altra. Lì avevano litigato, sorriso, dormito, ci erano cresciuti.
Era il punto fisso nel turbine che era la loro vita.
Fin da bambini, quando niente sembrava avere senso, e tutto faceva paura, lì trovavano pace, serenità, calore. Si sentivano al sicuro, a casa per l’appunto.
La cara vecchia Impala.
Kilometro dopo kilometro aveva sempre accompagnato i Winchester per tutta l America.  Gli aveva tenuti uniti, al sicuro. Aveva assistito a tutte le litigate, i silenzi rabbiosi, le urla, le parole non dette. Ma era stata anche silenziosa spettatrice delle lacrime, dei "mi dispiace" sussurrati, quando il resto del mondo sembrava dormire e nessuno prestava attenzione a due ragazzi parcheggiati all’angolo della strada,, mentre fuori piove, e si abbracciano.
Non hanno una grande proprietà cui tornare né una famiglia numerosa da chiamare: hanno solo l un l altro e questa vecchia auto, ma si sentono più che mai a Casa.