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Autore: abhainnjees    21/08/2014    3 recensioni
#4 Che dite?... È vana.. so.. la resistenza adesso, ma non si pugna nella speranza del successo! No, no; più bello è battersi quando è in vano.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johanna Mason, Plutarch Heavensbee
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: abhainnjees (EFP) JeesLIZ (Forum)
Titolo: Missione suicida.
Fandom: Hunger Game – La ragazza di Fuoco
Citazione: #4 Che dite?... È vana.. so.. la resistenza adesso, ma non si pugna nella speranza del successo! No, no; più bello è battersi quando è in vano.
Rating: Giallo
Generi: Introspettivo
NdA: Lo stile utilizzato è il flusso di coscienza e il protagonista è Johanna Mason.


Guardando fuori dalla finestra, non riesco a vedere nulla.

È come se i miei occhi si rifiutassero di decifrare le immagini e tramutarle in concetti.

Al di là del vetro, noto le altre case dei vincitori e la recensione che le circonda, il grande fabbricato comunale e il mare alle sue spalle, le case del popolo e gli accampamenti improvvisati giù alla baia; ma credo di aver perso la capacità di percepire cosa questi edifici rappresentino, perché guardandoli non provo più la rabbia con la quale sono cresciuta, né la stesse che mi spinse a vincere i Giochi e neppure quella che ho covato in questi anni, contro la politica malata di quel porco di Snow.

Adesso però si torna nell’arena, perché quella gattina non si è piegata al volere del popolo, non ha dato un vincitore ai Giochi, perché ha preferito fare a metà con la gloria, la fama e la corona.

Ecco, con lei sì che sono arrabbiata. Perché avrei voluto avercela io la sua fortuna, trovare qualcuno di cui potermi fidare, un alleato, un compagno, qualcuno che non mi avrebbe ucciso se io non l’avessi ucciso.

Ma non posso più rimproverare Snow per la sua politica malata, lui fa il suo gioco perché c’è chi glielo lascia fare. E li detesto. Detesto che lo idolatra e chi lo supporta, chi lo ascolta con gli occhi incantati e chi lo loda per la sua bontà.

Da quando ero una ragazzina impertinente che voleva razioni più abbondanti ad adesso, ho imparato molte cose. Ho imparato che la gente ha paura, e che preferisce vivere nel terrore piuttosto che sfidare chi è più potente di loro. Tutti hanno una famiglia, e il loro amore per le persone care annulla totalmente la fame e rende le ingiustizie inerzie. Per questo ho smesso di disprezzare le persone comuni, loro non possono fare nulla. Ho iniziato invece, ad odiarmi, a odiare i privilegi e le comodità che mi vengono concesse e alle quale non ho il fegato di rinunciare.

Mi giro e guardo Plutarch seduto comodamente su una poltrona. Lo osservo, cercando di capire se stia mentendo e una domanda mi sorge spontanea, perché dovrebbe?

Perché andare a far visita ai vincitori, chiedendogli di intraprendere una missione suicida in nome di una libertà pseudo idealizzata?

Perché proporre una cosa simile? Se non avesse avuto la certezza che le cose avrebbero preso la direzione desiderata, non sarebbe venuto a parlarne.

Una missione suicida, un’occasione per rovesciare il potere. La mia morte e la morte del regine.

-Io ci sto!

Pronuncio queste poche parole con fierezza, e ricevo in cambio un sorriso. Spero che non sarà sorridendo che Plutarch ambisce di vincere. Estrae il suo orologio da taschino e lascia che un raggio di sole lo colpisca. L’oggetto si illumina di una luce particolare e il disegno inciso sopra di esso crea strani giochi di ombre.

Penso che faremo un gran buco nell’acqua ma, se il presidente ti invita a duello, se invita a duello tutti gli ex vincitori, per quanto sia vana ogni speranza bisogna accettare la sfida.

Battersi è più bello quando in vano.

  
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