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Autore: Joyt_    21/08/2014    3 recensioni
Violetta Castillo è una ragazza di 16 anni che ha sofferto molto per la morte del padre, ma grazie alle sue amiche è riuscita a ritrovare un po’ di felicità nonostante il grande dolore.
Leon Vargas è un ragazzo di 18 anni che inizia il suo percorso allo Studio per dare più possibilità alla sua carriera. È un ragazzo che sembra sicuro di se, senza problemi, ma dietro tutto questo troviamo un ragazzo che ha sofferto molto dopo la perdita di un importante familiare.
I due ragazzi si conosceranno grazie alla passione della musica e anche se all’inizio ci sarà un “odio” reciproco, poi il sentimento sarà ben diverso da quel che si pensa.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: La festa

 

Camilla era rientrata a casa tutta euforica. Aveva passato un pomeriggio mozzafiato insieme a Diego. Con lo spagnolo stava bene si sentiva felice e spensierata come se tutti i suoi problemi svanissero. Era diventato il suo punto per la felicità. Avevano parlato moltissimo e si erano conosciuti molto di più. Il moro non era come pensava lei. Era gentile, simpatico e a volte anche timido. Aveva capito che usava la sua fama come scudo per il suo carattere chiuso. Lo si poteva scorgere nei suoi occhi marrone scuro. Le urla che provenivano dalla cucina la fecero risvegliare dai suoi bei pensieri ritornando alla triste realtà. I suoi genitori ormai erano mesi che litigavano e non riuscivano più ad andare d’accordo e naturalmente era lei l’unica che ci rimetteva. Soffriva troppo per questa situazione ormai diventata pesante e continuava ad essere difficile conviverci ogni giorno di più. Aveva cercato in tanti modi di farli ragionar per ritrovare la pace, ma la obbligavano a non immischiarsi nei loro problemi. E non aveva altra scelta. Rimaneva pomeriggi interi in camera ad ascoltare o comporre musica. Era la sua unica salvezza. Non ne aveva mai parlato con le sue amiche. Era l’unica cosa che non sapevano di lei. Aveva paura di caricarle di un peso perché nonostante tutto Violetta aveva sofferto e soffriva di più di lei dopo la mancanza del padre. Cercava molto spesso di uscire di casa per non restare nell’inferno. Non ne poteva più. Calde e amare lacrime iniziarono a scivolare lungo il viso ormai pallido della ragazza che si era accovacciata nel suo letto. Aveva passato davvero una bellissima giornata ma il rientro a casa l’aveva completamente stravolta. Cercò di distrarsi da quelli orribili pensieri e si ricordò solo in quel momento che Diego l’aveva invitata ad una festa. Un piccolo sorriso le spuntò lentamente sul viso. Voleva raccontare tutto alle sue amiche, ma in quel momento non riusciva ad alzarsi dal letto. Quel pianto l’aveva sfinita. il display del telefonino si illuminò mostrando sullo schermo un nuovo messaggio da Violetta

 Vieni a casa mia. Ho una notizia da darti. Un bacio -Vilu

 Sbuffò sonoramente al pensiero di alzarsi e con tutte le forze che le rimasero si avviò verso il bagno per cambiarsi. Pronta, uscì da casa senza farsi notare dai genitori dirigendosi verso casa della Castillo.

  “Siete pronte?” chiese euforica Violetta. “Non stiamo più nella pelle!” risposero all’unisono le due amiche. “Leon…” iniziò la ragazza. “Leon..?” la incitarono Francesca e Camilla. Aveva avvisato entrambe le sue amiche per annunciarle la bellissima notizia. “… mi ha invitato ad una festa” concluse mentre le guance si colorarono di rosso. Le tre ragazze rimasero qualche secondo in silenzio prima di assalire la Castillo in un calorosissimo abbraccio facendo si che finissero nel letto di Violetta. “Io lo sapevo!! Sapevo che c’era qualcosa tra voi due!” esclamò l’italiana che ricevette uno sguardo di appoggio dalla rossa mentre Violetta abbassò la testa visibilmente imbarazzata. L’amica aveva ragione. C’è sempre stato uno strano feeling tra di loro. Anche se all’inizio il comportamento non le era piaciuto, alla fine si è dimostrato carino e dolce nei suoi confronti. “Di che festa si tratta?” chiese curiosa l’italiana. “Un suo amico ha organizzato una festa al suo locale ed ha imposto che ogni ragazzo che veniva invitato doveva portare una ragazza e Leon ha scelto me!” calò il silenzio per tutta la stanza mentre Francesca e Camilla riflettevano su ciò che aveva appena detto l’amica. Anche loro erano state invitate ad una festa e per lo stesso. “Anche io sono stata invitata a quella festa!” escalamarono all’unisono le due giovani per poi guardarsi. “Non ci credo…” sussurrò la Castillo particolarmente sorpresa. Dopo un manciata di secondi di silenzio e scambio di sguardi le tre ragazze iniziarono ad urlare contente e correre per tutta la stanza come delle bambine che avevano appena comprato un nuovo gioco. “ragazze, ho un’idea!” disse di botto la mora. “Spara!” esclamarono le due. “che ne dite di fare un pigiama party e di decidere insieme cosa mettere domani sera?” Camilla e Violetta si guardarono per un attimo per poi saltare di nuovo sopra la ragazza. “Sei un genio Fran!”

 Le tre ragazze entrarono allo Studio tenendosi per mano affiatate per la corsa che avevano fatto. “A dopo ragazze!” Violetta salutò di fretta le due amiche mentre si stava già dirigendo verso gli armadietti per riporre gli spartiti. Fu un attimo e due mani caldi, grandi e forti la strinsero velocemente. Le sfiorò lentamente sorridendo dolcemente al pensiero di chi fosse. “Buongiorno zuccherino” le sussurrò con voce roca. Fu un attimo e la girò verso di sé e le fece poggiare la schiena sugli armadietti mentre teneva ancora avidamente e saldamente la vita della ragazza. “Buongiorno Vargas” sussurrò Violetta con ancora il sorriso stampato in viso il quale contagiò anche il messicano. Era la prima volta che lo chiamava per cognome, ma era comunque una cosa dolce e provocante allo stesso tempo. Alzò la mano fino all’altezza del collo per poi accarezzarlo delicatamente così da sentire la pelle liscia e morbida del ragazzo. “Pronta per stasera?” appoggiò delicatamente la fronte su quella della ragazza scrutando attentamente e profondamente gli occhi nocciola scuri di Violetta che ritornò seria compiendo lo stesso gesto del ragazzo mentre accarezzava con il pollice il collo di Leon facendo si che si rilassasse a quelle piccole ma intensi attenzioni. “Si… e tu sei pronto?” “Non aspetto altro” sorrise avvolgendo con entrambe le braccia la vita della Castillo da far si che i loro petti combaciassero perfettamente. Se qualcun altro gli avrebbe visti avrebbe dato per scontato che fossero fidanzati. Velocemente un brivido percorse i corpi di entrambi i ragazzi lasciandoli senza fiato. Amavano quelle emozioni. Anche se all’inizio erano strane ma intense, non si erano mai ritrassi a ciò. Era qualcosa di troppo travolgente ed automaticamente provavano un’attrazione fortissima. La ragazza iniziò a sentire una strana ma bellissima sensazione proprio all’altezza dello stomaco facendola sorridere mentre si stringeva ancora di più a Leon. “Allora ti passo a prendere stasera?” “Ma non sai dove abito” rise di gusto la castana facendo sorridere il ragazzo che si era completamente incantato a sentire la sua risata. Le era sembrato qualcosa di così meraviglioso e cristallino che a chi non sarebbe piaciuto. “Ho un motivo per accompagnarti oggi a casa” Violetta arrossì di botto. Voleva contestare, ma non aveva altra scelta. Annui per poi rispondere con un ‘ d’accordo ‘. “A dopo, allora.” “A dopo.” Sussurrarono e il ragazzo si avvicino cautamente al viso della ragazza depositandole un intenso bacio all’angolo della bocca mentre Violetta allacciò le braccia al collo e con una accarezzò i capelli soffici del giovane. Si staccò lentamente per poi salutarla con un occhiolino mentre la ragazza lo salutò con un gesto di mano visibilmente in imbarazzo.

 Angie cercava disperatamente uno spartito nella sala professori ormai da troppo tempo. Stava perdendo la pazienza. La porta si spalancò improvvisamente. Gli occhi verdi della donna incontrarono quelli scuri del professore Galindo. Un lampo di tristezza pervase il corpo di Angie ricordandosi di ciò che era successo il giorno prima. “Buongiorno” disse freddamente la Saramego senza neanche guardarlo negli occhi. Riprese a cercare quel maledetto spartito. Voleva uscire il prima possibile da quella stanza. “Angie, possiamo parlare?” il tono di Pablo era calmo e dolce. “Di cosa vuoi parlare?” il modo in cui la donna rispose fece venire un dolore al petto a Galindo. Non voleva che le cose andassero così. Sapeva perché la sua migliore amica stava così male. “Senti… so che non ti va a genio che io stia con Jade però…” Angie lo bloccò con un gesto di mano. Sapeva dove voleva andare a parare ma non aveva voglia di toccare quell’argomento. “Pablo, tu puoi fare quello che vuoi. Non sono quella gestisce la tua vita e non sono nessuno per dirti con chi devi stare e chi no quindi stai tranquillo che io sto benissimo. Adesso, se permetti, devo lavorare.” Dopo aver finalmente trovato il foglio che le serviva uscì dall’aula lasciando Pablo a bocca aperta. Sapeva che questa situazione li avrebbe portati ad un distacco, ma non si aspettava un comportamento così freddo. Si passò una mano accarezzando la poca barba che aveva. Voleva chiarire con l’amica, ma avrebbe dovuto aspettare che si calmasse e che sbollentasse un po’. Sospirò ed uscì anche lui per poi avviarsi verso l’uscita. Aveva bisogno di riflettere e non c’era cosa migliore di una bella boccata d’aria.

 Violetta guardò velocemente l’orologio in attesa che arrivasse Leon. Era emozionata all’idea della festa, di Leon. Era una nuova esperienza andare ad una festa con un ragazzo tra l’altro carino. Esattamente come era successo poche ore prima, il ragazzo la sorprese prendendola dalla vita e la girò lentamente verso di sé. “Andiamo?” le chiese porgendole la mano. Annuì abbassando lo sguardo e lentamente prese la mano del ragazzo che fece intrecciare le loro dita. Le erano mancate queste emozioni. Da quanto tempo è che non le sentiva? Troppo tempo ormai e in quel momento se le stava godendo e vivendo tutte. Ogni minimo gesto, ogni piccolo dettaglio, non le sfuggiva niente. Sentiva la mano del giovane avvolgere completamente con il suo calore la sua piccola e fragile. Leon era rimasto quasi tutto il tempo girato verso la ragazza. Di profilo è ancora più bella, pensò. La cosa più tenera che lo colpì fu il suo piccolo nasino. Era bellissimo. Tutto di lei era bello. Sentiva come la sua mano grande e calda avvolgeva quella della ragazza. Era un gesto di pura protezione. Non sapeva perché, ma le cose tra loro stavano cambiando. C’era qualcosa che non riusciva a capire che li accomunava troppo. Lo aveva capito perchè i suoi occhi erano cupi esattamente come i suoi. Per ora non voleva andare fino in fondo a capire cos’era esattamente. Voleva godersi questi momenti e queste emozioni così nuove gli facevano paura, ma ne era tremendamente attratto. Vide Violetta fermarsi. Erano arrivati. Davanti a lui c’era un’enorme villa. Rimase stupito dalla tanta bellezza di quella casa. “Wow… è bellissima! Non mi aspettavo che vivessi in una casa così grande.” Una piccola risata uscì dalle labbra della ragazza. Si riconcentrò sugli occhi della ragazza incantandosi ancora per la tanta bellezza.”A stasera, allora.” “A stasera.” Si avvicinò di più e velocemente abbracciò la ragazza avvolgendo la schiena con le sue possenti braccia poggiando la testa sull’incavo del collo. Non si era mai soffermato sul suo profumo, ma ora che lo aveva fatto lo respirò a pieni polmoni e il cuore iniziò a battere più veloce del solito. Era davvero buonissimo. Un profumo dolce e raffinato che la rappresentava. Con una mano passò ad accarezzare i capelli che alle punte erano tendenti al biondo. Erano anch’essi profumati e di una morbidezza assoluta. La Castillo si stava vivendo pienamente quelle carezze così dolci e anche lei prese ad accarezzare i capelli color oro del ragazzo. Avvicinò la bocca al collo, chiuse gli occhi e gli depositò un lungo bacio. Era un gesto di ringraziamento. Assaporò la pelle del ragazzo. Era così buona che non voleva più staccarsi, anzi, voleva continuare a baciare la pelle morbida del messicano, ma sapeva che non era possibile. Lentamente si staccarono e il ragazzo le prese entrambe le mani. Ricollegarono i loro sguardi per qualche minuto perdendosi entrambi negli occhi dell’altro. Leon lasciò le mani e la ragazza entrò dentro casa.

“Mamma! Sono a casa!” da dentro la cucina sbucò la donna in attesa del ritorno della figlia. “Tesoro! Com’è andata oggi?” “Benissimo mamma.” Sorrise. Uno di quei sorrisi che ormai erano anni che non le spuntava. “Mmm… Qui c’è qualcosa di più” un sorriso furbo si espanse nel viso di Maria. La ragazza abbassò lo sguardo in difficoltà e in imbarazzo. “Senti mamma... stasera sono stata invitata ad una festa. Posso andarci?” “Oh, certo tesoro!” la donna abbracciò di slancio la sua piccolina “Grazie mamma.” Maria strinse ancora di più la figlia. Stavano passando un periodo particolarmente pesante. Sentivano la mancanza di German in modo soffocante. Ma la Saramego aveva visto che la figlia era presa da tutt’altro e ne era felice. Era contenta che riusciva a distrarsi mentre lei ogni mattina, quando si svegliava non c’era nessuno affianco a lei, nessuno che le dava il buongiorno con un bel bacio. Cercava di non farsi vedere dalla figlia in quello stato. Voleva il meglio per lei, la sua serenità e sapeva che almeno lei poteva rimediare per tutto il dolore che si era creato.

 Violetta si specchiava davanti allo specchio. Era pronta e stava solo aspettando l’arrivo di Leon. Si era vestita in modo elegante ma allo stesso tempo non troppo. Indossava un gonna bianca, corta davanti e lunga dietro ed una maglietta senza spalline sempre bianca, ma con dei brillantini color oro ed un paio di ballerine. Aveva sistemato per bene i capelli tirandoli tutti da un lato. Si era truccata non troppo pesantemente ed aveva messo un piccolo ciondolo che le aveva regalato il padre. Scese le scale e salutò la madre che l’aveva avvisata che Leon la stava aspettando fuori. Prima di varcare la porta fece un bel respiro e si tranquillizzò. Era tesa perché aveva paura che non sarebbe piaciuta al messicano. Prese a camminare e appena aprì il cancello si ritrovo davanti il giovane più bello che mai. Perse per qualche secondo il respiro squadrandolo per tutto il corpo. Indossava una camicia bianca sbottonata ai primi due bottoni e aveva le maniche arrotolate fino ai gomiti. Un paio di pinocchietti color blu scuro, le Vans grigie ed una catena color oro che gli circondava il collo. Era bellissimo. Incontrò lo sguardo del ragazzo che era molto sorpreso e abbagliato da ciò che gli si presentava di fronte. Si avvicinò alla ragazza prendendole una mano. La fece girare su se stessa mentre la sua mente cercava di contemplare tanta bellezza. E’ davvero bellissima pensò emozionato. “Sei bellissima.” Sussurrò per poi prenderle le mani e poggiare la fronte sulla sua. Sorrisero felici. Incatenarono come sempre i loro sguardi che si fecero lentamente seri. “Anche tu stai davvero bene.” Violetta ruppe il silenzio che si era creato. “Lo so.” Rispose con strafottenza e dolcezza allo stesso tempo. “Sei sempre il solito” rispose ridendo. “Ho una cosa per te.” Lasciò la mano della ragazza tenendo sempre stretta l’altra. La portò dietro la schiena e poi porse una rosa bianca alla ragazza. Con stupore e timore la prese tra le mani e sorrise dolcemente. Le rose bianche erano il suo fiore preferito. “Amo le rose bianche” disse per poi annusarne il dolce profumo. “Sono i miei fiori preferiti.” “Sono anche i miei fiori preferiti.” Alzò velocemente lo sguardo e poi lo abbracciò. Leon avvolse, come ormai amava fare, le braccia intorno alla schiena facendo attaccare i loro corpi completamente. “Grazie mille.” Gli sussurrò all’orecchio. “Immortaliamo questo bel momento?” “Vuoi fare una foto con me?” “No guarda con il muro.” Rispose ovvio il messicano e la ragazza scoppiò a ridere. Cacciò dalla tasca del pantalone un telefono di ultimo modello e accese la foto-camera. “Vieni qui.” Strinse con un braccio la ragazza che con una mano teneva la rosa e l’altra l’aveva appoggiata al petto di Leon. Schiaccio il pulsante e dopo videro la foto. Era una bellissima foto. “Poi la mandi anche a me. “ “Senza dubbio, ma ora andiamo che è tardi.” Le prese la mano e, come aveva fatto la mattina stessa, fece intrecciare le dita.

 “Ragazze!” Violetta riuscì ad intravedere fra tutte quelle persone le sue due amiche. “Vilu! Sei bellissima!” Esclamarono all’unisono “Anche voi ragazze siete meravigliose. Ma i vostri ‘cavalieri’ dove sono?” “Sono andati a prenderci da bere. E invece Leon dov’è?” “Non lo so è da un po’ che lo cerco. Ero andata un attimo in bagno e poi non l’ho più visto.” Disse cercando con lo sguardo il ragazzo. Si bloccò di colpo vedendo la figura del messicano muoversi in direzione opposta a quella sua e parlava allegramente con una ragazza dai capelli castani. Una fitta allo stomaco la fece quasi accasciare. Prima mi invita e poi se ne va con altre ragazze pensò la ragazza delusa. Le due amiche seguirono con lo sguardo la direzione dove Violetta era rimasta imbambolata e guardarono stupefatte la scena per poi girarsi l’una di fronte all’altra. Si lasciarono un sguardo come per dire ‘ora sono guai ’ e poi si girarono verso la Castillo infuriata. “Se lui fa così, anche io lo farò” e senza dare il tempo alle due ragazze di parlare, si diresse verso la pista da ballo. Iniziò a ballare in modo attraente e non si accorse che due ragazzi si erano avvicinati a lei ballandoci intorno. Leon, intanto, aveva concluso la sua ‘chiacchierata’ con l’amica e cercava ormai da troppo tempo Violetta che appena vide in pista ballare con quei due contrasse violentemente la mascella e serrò i pugni. Iniziò a spintonare tutti così da poter raggiungere la pista da ballo e prese la ragazza per un polso e la portò fuori. Fuori dal locale la spinse fino a farla appoggiare al muro tenendole saldamente le spalle “MI spieghi che diavolo stavi facendo?!” “Spiegami tu cosa stavi facendo” gli disse puntandoli il dito contro. “Io non ho fatto niente! Sei tu che ti lascio per qualche minuto e ti stavi strusciando su due ragazzi!” urlò Leon. “Io non mi stavo strusciando su nessuno! Sei tu quello che ti lascio per andare in bagno e poi ti vedo ridere e scherzare con un’altra ragazza!” sbraitò Violetta ancora più infuriata. “Stavo solo parlando con un’amica di vecchia data! Sei tu che vai a pensare sempre male!” rimasero per qualche minuto a scambiarsi sguardi e calmandosi. La castana sospirò e abbassò lo sguardo “Scusa, non volevo e solo che ho pensato subito che avresti potuto invitare un’altra ragazza quando ti ho visto con quella lì. Non ho ragionato ed ho pensato di farlo per ripicca.” Si scusò Violetta “Anche io ho sbagliato a non avvisarti pero poi quando ti ho visto che ballavi con quei due non ci ho visto più.” Prese un minuto di pausa per poi continuare “Non dobbiamo litigare per queste stupidaggini. Stai diventando giorno per giorno una persona troppo importante per me, Vilu e non posso perderti per queste sciocchezze.” Le accarezzò una guancia e un sorriso si fece spazio nel suo viso. “Hai ragione, Leon. E poi neanche io posso perderti.” Sussurrò sorridendo e appoggiando la mano su quella del messicano. Si fecero di nuovo seri e il ragazzo fece scendere il braccio che teneva all’altezza della spalla fino alla vita avvolgendola facendola avvicinare di più a sé. Violetta alzò il braccio circondando il collo del messicano e presero ad avvicinarsi con i visi fino a far sfiorare i nasi. Lo sguardo del messicano si alternava tra gli occhi della Castllo e le sue labbra. La ragazza attirò il viso del ragazzo con il braccio. Le labbra ormai erano ad un soffio. Fu un attimo e le fecero combaciare tra di loro. Un vortice di emozioni avvolse entrambi i giovani. Iniziarono a far muovere in simbiosi le bocche finché il ragazzo non si fece spazio con la lingua. Iniziò ad esplorare tutta la bocca della ragazza. Lei stava accarezzando freneticamente e dolcemente i capelli del messicano mentre prese a baciare il ragazzo con più passione. Il ragazzo iniziò ad accarezzare lentamente la schiena della ragazza senza mai arrivare fino in fondo. Erano avvinghiati tra di loro e continuavano a baciarsi nonostante il bisogno di prendere aria. Provarono delle emozioni che mai e poi mai avevano provato in vita loro. Non riuscivano più a staccarsi come se l’uno aveva bisogno dell’altro. Lentamente fu Violetta a staccarsi dalle labbra del messicano. Avevano un sapore dolce e selvaggio allo stesso tempo e poi erano di una morbidezza assoluta. Teneva ancora gli occhi chiuse per la troppa emozione. Leon stava ancora metabolizzando cosa era appena successo. Il cuore non riusciva ad avere un ritmo regolare come quello della ragazza d'altronde. Le labbra della ragazza avevano un sapore buonissimo che gli dispiacque da morire doversi staccare. Anche lui teneva ancora gli occhi chiusi recuperando aria. Aprirono nello stesso momento gli occhi per poi incrociarsi. Ognuno vide negli occhi dell’latro un luccichio diverso dal solito. I loro occhi brillavano. Leon accennò un piccolo sorriso che contagiò immediatamente la ragazza in un sorriso di pura felicità. Da quanto tempo è che voleva baciarlo? Tanto, tanto tempo e ora le sembrava un sogno. Si riavvicinarono velocemente facendo combaciare ancora le bocche ormai impazienti di giocare ancora tra loro. Con quel bacio avevano capito che l’uno faceva bene all’altro e difficilmente si sarebbero divisi.

 

 

 

Angolo autrice: Hooolaaaaa a todooos! Come state?? Spero bene :) mi scuso per il lunghissimo ritardo, ma di questi tempi non ho avuto tanto tempo per scrivere. Alloraaaa … Camilla passato un pomeriggio da favola con Diego ma scopriamo che anche lei ha dei problemi in casa. Poi c’è il ritrovo tra le ragazze e scoprono che sono state invitate alla stessa festa xD dopo ci sono i nostri amati Leonettaaa jiaocijusbpiuewfujd *-* io li amo troppo :3 successivamente abbiamo un incontro Pangie che non sembra andare molto bene :( ma anche loro avranno il momento di riappacificazione ;) poi ci sono di nuovo i carissimi Leonetta e Leon riporta a casa Violetta. Poi c’è anche un momento mamma e figlia tenerissimo!!! :3 ed infine come sempre i nostri amatissimi Leonetta con il loro momento di gelosia e in conclusione *fa partire i fuochi di artificio* il bacioooo!!! Jakhvcoueylkahshbco mi dispiace se non mi sono potuta soffermare troppo a commentare il capitolo, ma aspetto con ansia commenti e spero di essermi fatta perdonare con questo capitolone pieno di emozioni e momenti di dolcezza :3 *-* alla prossimaaaa!! (Spero non stroppo tardi xD)

 

Joyt

 

  
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