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Autore: saitou catcher    21/08/2014    5 recensioni
Con la vittoria alla Cava, i Ribelli hanni inferto un primo, vero colpo decisivo al sistema degli Aldermen. Ma basterà questo a fermare Hostel? Per Deine e i suoi amici si rivela sempre più dura la battaglia contro chi detiene il potere assoluto...
Seguito della storia "La Saga del Cristallo-L'inizio della rivolta"
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Saga del Cristallo'
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-Credo che si debba passare di qui.

La luce di una torcia penetrò il buio delle miniere, e il cono luminoso si addentrò nell'oscurità del tunnel, rivelando le sporgenze della roccia. Il cunicolo procedeva per un altro paio di metri, per poi perdersi nel nero.

Il fascio di luce si spostò, e scivolò per un istante sulla figura di un ragazzo muscoloso e ben allenato,costretto nello spazio ridotto del tunnel. Persino piegato, le punte dei corti capelli neri sfioravano il soffitto della caverna, e c'era un certo impaccio nei suoi movimenti, mentre avanzava per portarsi all'entrata della galleria. Le spalle larghe sfiorarono le pareti di roccia, e per un attimo sembrò quasi che non riuscisse a passare.

-Sì, si avanza di qui- decretò infine. Si voltò, e rivolse un cenno alla figura sottile che gli sostava alle spalle.

Questa avanzò, e la luce della torcia illuminò una ragazza di media statura, scarna, ma con una muscolatura allenata che si delineava appena sotto il tessuto dell'uniforme nera. I corti capelli biondi le scendevano attorno al viso scavato, contratto in un'espressione dura e rigida, quasi illuminati dagli occhi grigi, attraversati da una luce metallica. Si mosse in fretta, superando il suo compagno per addentrarsi nel tunnel.

-Muoviamoci, Daywine- lo chiamò da sopra la spalla- Non abbiamo molto tempo.

Daywine annuì e si mosse dietro di lei, facendo ondeggiare il fascio della torcia lungo le pareti di pietra. Avanzarono per circa un altro paio di metri, poi si fermarono. Davanti ai loro piedi si apriva un pozzo scavato nella roccia, un cunicolo che procedeva per una distanza indefinita verso il basso, perdendosi nel buio.

Daywine si accovacciò sul bordo del pozzo e con la torcia illuminò la sagoma di una scaletta che scendeva nell'oscurità.

-Non siamo fortunati, Deine- commentò- Ci toccherà scendere.

Deine gli rivolse un brusco cenno d'assenso, si inginocchiò sul bordo del pozzo e cominciò a scendere nel buio, stringendo saldamente i pioli della scala. Daywine la seguì con lo sguardo durante tutta la discesa, illuminandola mano a mano che il tunnel s'inoltrava. Dopo pochi metri, Deine lasciò la scaletta e saltò, atterrando con un lieve tonfo. -Non è lungo- gridò verso l'alto- però continua in orizzontale.

Con una smorfia, Daywine spense se la torcia e se la assicurò alla cintura, quindi percorse rapidamente la piccola scala arrugginita, toccando terra a pochi passi da Deine. La torcia fu nuovamente accesa, e un fascio di luce giallastra si allungò a toccare l'oscurità di tunnel basso e asfittico.

-È in momenti come questi che servirebbe Ariadne- borbottò Daywine- Qui praticamente dovrò andare carponi.

Come aveva previsto, percorsero piegati buona parte del condotto, prima di sfoggiare in una piccola grotta, una sala dalla forma circolare scavata nella roccia. Il raggio della torcia lo frugò in lungo e in largo, rovistando con dita luminose in ogni anfratto della roccia, ma senza rilevare la presenza di alcunché di straordinario.

-Niente- con uno sbuffo, Daywine si passò una mano tra i fitti capelli neri, irritato nel sentirli così corti. -Nessuna traccia di Cristallo modificato, qui. Torniamo al Laboratorio.

Deine annuì, e insieme i due ragazzi percorsero a ritroso il cammino fatto poco prima, fino a giungere al montacarichi che li avrebbe condotti in superficie, lì, dove il sole tramontava per sottolineare la fine di un altro giorno sprecato.

 

L'idea era stata di Redhent.

-Hostel non aspetterà a lungo, prima di riattaccare- aveva detto al suo compagno, Ethan Vale, il giorno seguente la battaglia che gli aveva permesso di conquistare la Cava- Gli abbiamo inferto un colpo pesante, d'accordo, ed abbiamo anche ucciso una delle sue Guardie, ma di certo non l'abbiamo danneggiato al punto da non poter passare ad un rapido contrattacco.

Vale annuì. Lo sapeva, naturalmente.

-Resta il fatto- aveva continuato Redhent, alzando una mano- che dobbiamo assolutamente scoprire se in tutta la Cava è rimasta qualche traccia del Cristallo modificato. Tu che cosa faresti, in questa situazione?

Vale strinse le palpebre. -Dal momento che mi sembra che tu abbia già un'idea, è inutile che mi affanni a esporre la mia.

Redhent ridacchiò, ma fu una risata che si spense quasi subito, mentre il suo sguardo ardeva di concentrazione. -La mia idea è questa: la quasi totalità degli agenti ritornerà alla-relativa- sicurezza della Base, prima che Hostel possa intuirne l'ubicazione, mentre un piccolo gruppo resterà qui, in cerca di eventuali tracce di Cristallo. Se abbiamo stilato una corretta valutazione dei danni riportati dal nemico avranno tempo una settimana, forse meno, se dovessimo sbagliare.

-Mi sembra un'idea ragionevole.

Redhent annuì. -Siamo d'accordo, allora. Io farò ritorno alla Base con il resto degli agenti, mentre tu...

-Mentre io cosa?- lo interruppe Vale. -Perché mai io dovrei rimanere?

Lo sguardo del suo compagno si fece afflitto. -È necessario che uno dei due capi rimanga. E se dovessero attaccare la Cava prima del previsto, io sarei inutile.

Vale rimase in silenzio, il suo sguardo che si faceva sempre più ombroso.

-Puoi anche dirlo che ti mancherò- lo stuzzicò Redhent- non mi offendo.

-Dimmi chi rimarrà con me- replicò secco l'altro.

Redhent esitò per qualche secondo, sulle labbra un mezzo sorriso di scusa. -Innanzitutto, Derrick: nei computer della Batteria potrebbero essere nascoste delle informazioni importanti, e lui è l'unico in grado di trovarle. Con voi resterà anche Ariadne: il suo Potenziale le permetterà di captare di eventuali Cristalli modificati.

-Perché non dici la verità, ossia che Ariadne ha preteso di restare, e dopo il discorso che ti ha fatto tu non sei stato in grado di rifiutare?

Il compagno arrossì leggermente. -In ogni caso, se rimarrà Ariadne rimarrà anche Deine. E questo significa...

-Non dirmelo- sbottò Vale, socchiudendo gli occhi.

-... che resterà anche Daywine.

-Lo sapevo- sibilò l'uomo.

Per alcuni istanti rimasero in silenzio, prima che Redhent si affrettasse ad aggiungere:- Avete tempo sette giorni. Cercate di scoprire se nella Cava è rimasto del Cristallo e, in caso contrario, se vi sono degli indizi sulla sua posizione.

-In pratica, mi stai chiedendo di rimanere qui sette giorni a fare da balia- borbottò Vale a denti stretti.

-Coraggio- Redhent gli posò una mano sulla guancia- Hai affrontato cose peggiori.

-Al momento non mi vengono in mente- borbottò l'altro.

Redhent sospirò e gli prese il viso tra le mani affondando lo sguardo in quello blu del compagno. -Cerca di essere paziente. Si tratta solo di una settimana. Scaduto il termine della missione, tornerete alla Base, Cristallo o no.

Vale non era stato l'unico non entusiasta del programma previsto. Daywine, naturalmente, non gradiva affatto l'idea di rimanere per sette giorni bloccato alla Cava sotto la supervisione del solo Vale, e lo aveva lasciato intendere chiaramente. A quanto sembrava, l'essersi reciprocamente salvati la vita nello scontro con Charya non aveva minimante influito sul loro rapporto.

Ariadne, dal canto suo, era esaltata all'idea di poter essere finalmente utile alla causa della ribellione. Derrick, invece, aveva sin da subito storto il naso.

-Fidatevi- aveva detto subito a Deine e agli altri- tempo due giorni e qui finirà la pacchia.

-Perché?- aveva chiesto Deine.

-Perché il capo e Redhent diventano odiosi quando devono restare separati. Redhent comincia ad aggirarsi per tutta la Base cone un'anima in pena, e il capo azzanna qualsiasi cosa gli capiti vicino.

Non ci era volutomolto per scoprire che Derrick aveva ragione. Dopo cinque giorni, nessuno, neppure Ariadne, era più entusiasta della missione che era stata loro affidata.

 

Quando Daywine e Deine fecero il loro ingresso nella sala computer della Batteria, quasi nulla era cambiata rispetto al momento in cui l'avevano lasciata: Derrick era chino sul computer, le dita che picchiettavano freneticamente sui tasti, un'espressione concentrata sul volto color cioccolato. In piedi alle sue spalle, Ethan Vale seguiva con aria concentrata il frenetico susseguirsi di cifre sullo schermo. Il suo volto solitamente impassibile era segnato da occhiaie pesanti e dalle vene costantemente in evidenza, segno evidente del nervosismo che il bicchiere di caffé che stringeva tra le mani non contribuiva a migliorare. Come profetizzato da Derrick, con il passare del tempo il suo umore era andato via via peggiorando, e da una generale indifferenza nei confronti dei suoi compagni era passato ad un atteggiamento cupo e scostante. Del resto, nessuno di loro era di umore particolarmente allegro. Giorno dopo giorno, le loro ricerche si erano rivelate infruttuose, tanto nelle miniere quanto nei files del computer, e la forzata convivenza a cui erano sottoposti non aveva tardato a generare battibecchi piò o meno costanti. Persino in quel momento in cui ognuno di loro era immerso nel proprio lavoro, la tensione era nell'aria era palpabile.

Ariadne sedeva in silenzio alla destra di Derrick, i capelli rossi ancora più spettinati del solito, e i lineamenti pallidi, identici a quelli di Daywine, distorti in un'espressione concentrata. Era intenta a preparare la cena, il che significava liberare dai loro involucri di plastica i pasti preconfezionati che costituivano l'unica fonte di nutrimento alla Cava. Nel momento in cui udì la porta della Batteria aprirsi, alzò lo sguardo, e un sorriso distratto si disegnò sul suo volto, prima che i suoi occhi tornassero rapidamente ad abbassarsi sul lavoro che stava sbrigando. Dal suo atteggiamento non era difficile intuire che era delusa da come gli eventi si stessero svolgendo, e che avrebbe preferito qualcosa di più avventuroso come sua prima missione.

Dal suo angolo, Ethan Vale alzò di scatto la testa e si volse verso i due nuovi arrivati, la bocca che si apriva per formulare una domanda. Daywine lo anticipò prima ancora che potesse parlare, alzando le mani:- Non abbiamo trovato nulla, nemmeno stavolta. Comincio a credere che qui dentro non ci sia nulla, Vale.

Gli occhi di Vale si ridussero a due fessure, ma l'uomo non commentò. In quei giorni, passava la maggior parte del suo tempo in silenzio, probabilmente per evitare litigi.

-Bentornati, campioni!- Derrick ruotò sulla sedia e sorrise ai due ragazzi, alzando una mano per scambiarsi un cinque con Daywine- Cominciavo a credere che le Miniere vi avessero inghiottito. E a proposito di inghiottire, dov'è la cena?

-Eccola-con una spinta, Ariadne fece scivolare verso di lui uno dei contenitori del cibo.

Derrick lo prese e storse le la labbra. -Non pensavo che lo avrei mai detto, ma persino il porridge della Base è meglio di questa schifezza preconfezionata.

-Questo c'è- Ariadne gli rispose in tono velenoso, mentre attraversava a grandi passi la stanza e sbatteva con malagrazia un'altra confezione tra le mani di Vale, che le rivolse un'occhiata perplessa.

Mangiarono in silenzio, Deine e Daywine appoggiati alla parete, e Ariadne che percorreva la stanza a passi nervosi, ficcandosi rabbiosamente i bocconi in gola prima quasi di averli ingoiati.

-Qualcuno di voi ha per caso un coltello?- intervenne improvvisamente Derrick.

Ariadne si volse a guardarlo. -Cosa te ne fai di un coltello?

-Pensavo di usarlo per tagliare la tensione che aleggia qui intorno e spalmarmela sul pane- rispose l'uomo in tono noncurante.

Suo malgrado, Ariadne scoppiò a ridere.

Dal suo angolo, Vale alzò la testa. -Domani mattina, Deine e Daywine ritorneranno a esplorare le miniere.

-Oh, cielo- Daywine alzò gli occhi, mentre si lasciava teatralmente scivolare lungo il muro. -Sono cinque giorni che non facciamo altro che esplorare quelle maledette miniere, cinque! E non abbiamo ancora trovato nulla. Questo a cosa ti fa pensare?

-Che non abbiate ancora completato le ricerche.

-Non sono un topo!- sbottò Daywine- Un giorno o l'altro ci rimarrò incastrato in uno di quei maledetti tunnel! Non sarà che è questo il tuo obbiettivo?

Gli occhi di Vale si ridussero a due fessure. -Da quando ti lamenti del tuo lavoro come un bambino che non vuole fare i compiti?

-Da quando hai smesso persino di fingere di essere imparziale. Datti una calmata, va bene?

-E tu vedi di moderare i termini. Uno dei motivi per cui non sei un buon elemento è che tendi a fare i capricci come un bambino viziato, e a scansare i compiti che non ti piacciono. Non sei un Ribelle solo quando c'è da menare le mani. Finché non saremo sicuri che in questa Cava non c'è una sola traccia di Cristallo modificato continueremo a cercare, mi sono spiegato?

-Ariadne non ha sentito la presenza del Cristallo, io e Deine abbiamo percorso quelle miniere da cima a fondo, e non abbiamo trovato nulla! Non è che se scendiamo in quei tunnel per la sedicesima volta il Cristallo ricompare! Potresti anche smetterla di tartassarci, per una volta!

-E tu potresti smetterla di...

-Okay, okay- Derrick si frappose fra i due contendenti, le mani alzate- Fine dello show. Che ne direste di tornare reciprocamente a ignorarvi? Almeno in questo modo riuscireste a risparmiarci il solito siparietto, di cui, perarltro, potrei recitare le battute a memoria.

Gli occhi di Vale si posarono su di lui, gelidi, la mascella pericolosamente contratta. -Tu, piuttosto: sei riuscito a trovare una qualsiasi informazione utile?

-No- ammise Derrick- Ad essere sinceri, non sono nemmeno riuscito ad oltrepassare il sistema di sicurezza.

-Non eri tu quello che affermava che non esisteva computer che lui non fosse in grado di violare?

-Ed è così, capo, ma questo catorcio ha la pretesa di fare l'originale!-sbottò Derrick, indicando, esasperato, il computer della Batteria.

-Non cambiamo argomento- sibilò Daywine. -Stammi a sentire: capisco che tu sia stressato, lo siamo tutti, qui dentro, ma questo non è un buon motivo per farci correre da una parte all'altra come topi in gabbia. Non c'è Cristallo qui dentro: ormai dobbiamo farcene una ragione.

-Può darsi- Vale non sembrava intenzionato a cedere- ma finché abbiamo tempo dobbiamo tentare. E Derrick non è ancora riuscito a violare quel computer.

Daywine strinse i denti, sempre più frustato. -E quindi?

-E quindi aspettiamo. E vediamo di riuscire a capirci qualcosa.

Prima che chiunque potesse ribattere, Vale si voltò e lasciò la Batteria, avviandosi verso il Laboratorio, diretto al dormitorio, dove avevano occupato gli alloggi dei sorveglianti.

Nel momento in cui la porta si fu chiusa dietro di lui, Daywine sbuffò e si lasciò cadere a terra, affondando le dita nei corti capelli. -Io non ce la faccio- ringhiò- Non lo sopporto più! Uno di questi giorni lo faccio fuori, giuro!

-Io invece non sopporto te, che devi sempre creare problemi- sibilò Ariadne- Perché non puoi evitare di provocarlo, una volta tanto?

-Io lo provoco? Ma se è lui che...

-Oh, adesso basta- Derrick si voltò e si diresse verso il suo computer, dandogli le spalle- Mi rifiuto di farmi contagiare da questa isteria collettiva.

In piedi in un angolo, con la schiena appoggiata al muro, Deine osservava. Non aveva pronunciato una parola nel corso di tutta la giornata, limitandosi ad osservare i suoi compagni di missione che si saltavano alla gola alla vicenda. Era stanca. Mortalmente stanca. La tensione e la frustrazione di quei giorni cominciavano a rodere anche lei, ma non era questo il motivo del silenzio in cui si era volontariamente rinchiusa da due giorni a quella parte. A spingerla ad un comportamente così insolito era una terribile confusione.

Deine aveva solo diciassette anni, e non era una grande esperta in fatto di rapporti umani, ma ne sapeva abbastanza da ritenere che se tu baci un ragazzo, e lui bacia te, questo dovrebbe segnare una svolta nei termini del vostro rapporto. Invece non c'era stato nulla che indicasse qualcosa di simile tra lei e Daywine. Dopo quell'unico bacio che si erano scambiati il giorno della battaglia alla Cava, Daywine aveva seguitato a comportarsi esattamente come nel periodo della loro amicizia, come se non fosse successo nulla. Deine, confusa e irritata, lo aveva tenuta a distanza, era diventata addirittura fredda nei suoi confronti. Si chiedeva perché lui non ne parlasse, cosa quel bacio avesse significato per lui, se realmente avesse avuto un qualche significato per lui. Temeva che Daywine non provasse nei suoi confronti gli stessi sentimenti che nutriva lei, e temeva di essersi compromessa ai suoi occhi con quel gesto impulsivo e avventato. Per questo si teneva a distanza, tormentata e rosa dal dubbio.

Il giorno dopo sarebbero di nuovo scesi ad esplorare le miniere, fianco a fianco, come ormai facevano da cinque giorni. Il giorno dopo forse lei sarebbe riuscita ad affrontare Daywine, a chiedergli ragione del suo comportamento,a dare un nome, una volta per tutte, al legame che li univa sin da quando si erano incontrati proprio tra le mura di quella Cava. Forse il giorno dopo avrebbe finalmente trovato il coraggio di pronunciare le parole che le bruciavano in gola.

Il giorno dopo.

Forse.

 

I corridoi del Laboratorio erano bui e silenziosi, ma sopratutto, erano freddi. E saturi dell'odore metallico del sangue, del fetore delle mille torture che si lì si erano consumate, tra quattro mura troppo robuste per lasciar passare le grida degli sventurati, tra lo scintillio degli strumenti di tortura disposti in file ordinate lungo i tavoli degli esperimenti. Sotto il chiarore di un raggio di luna che tagliava l'oscurità, le innumerevoli lame scintillavano di un sinistro bagliore, soffocato qui e là dagli aloni rossi e cupi del sangue.

Ethan Vale si aggirava tra i segni di questo orrore come un fantasma, gli stivali che scivolavano silenziosamente sul pavimento macchiato di sangue, le dita che di tanto in tanto incappavano nelle robuste cinghie di cuoio pendenti dai fianchi dei lettini. Con gli occhi vagava lungo il locale, assorbendo ogni singolo particolare di quello che vedeva, quasi ignaro del penetrante odore di morte che pervadeva il Laboratorio. Era un sentore, quello, a cui era ormai abituato.

Era la prima volta dal giorno in cui aveva messo piede alla Cava che faceva il suo ingresso nel Laboratorio. Per un inconscio senso di protezione aveva sempre evitato quel luogo. Evocava ricordi, ricordi a cui avrebbe preferito non ripensare.

Eppure, quella sera, qualcosa era scattato nel suo cervello, quasi una sorta di lampadina che gli aveva suggerito che ciò che cercava poteva trovarsi proprio nel luogo che ora stava ispezionando. Era una supposizione logica, in fondo. Se era il risultato di un esperimento che doveva essere nascosto, perché non nel Laboratorio? Perché sarebbe stata una soluzione troppo evidente, si era detto all'inizio. Ma spesso l'ipotesi più banale si rivelava l'unica giusta.

Non in questo caso, però. O almeno, così sembrava. Aveva frugato il Laboratorio da cima a fondo, e non aveva trovato traccia del Cristallo modificato, ne' di indizi sulla sua ubicazione. Cominciava a pensare di essere incappato nell'ennesimo buco nell'acqua.

Era sul punto di girare i tacchi e andarsene, quando la sua attenzione venne attirata da un particolare all'apparenza insignificante. Nella parete di fronte a lui si apriva una fessura... un'apertura di pochi centimetri, quasi impossibile da scorgere nel buio che lo circondava.

Vale vi si diresse, infilò per quanto poteva le dita nella minuscola fessura, e, come aveva supposto, una sezione della parete scivolò di lato, svelando alla sua vista un passaggio segreto che proseguiva nel buio.

Strano che lo abbiano lasciato aperto. Quel pensiero eccheggiò per un attimo nella mente dell'uomo, mentre, con la mano serrata attorno all'elsa della spada attraversava silenziosamente il minuscolo corridoio. Non era lungo: dopo appena pochi minuti ,Vale fece il suo ingresso in una stanzetta asfittica, dalla forma circolare, con una scrivania come unica forma di arredamento. L'ambiente era completamente spoglio, e il livello di polvere che ricopriva il legno del mobile la diceva lunga su quanto spesso venisse frequentato.

I cassetti della scrivania erano vuoti, ma Ethan Vale non si sarebbe aspettato niente di diverso; le sue mani andarono immediatamente a tastare il fondo del piccolo scomparto. Fino a trovare conferma di ciò di cui sospettava: l'esistenza di un doppiofondo.

Tombola!Un piccolo sorriso di soddisfazione stirò le labbra di Vale, mentre con estrema cautela portava alla luce della luna un fascio di carte. Con gli occhi stretti per la scarsità di luce, l'uomo li scorse da cima a fondo: più procedeva nella lettura, più le sopracciglia si avvicinavsno in un'espressione di perplessità.

Non riusciva a comprendere il senso di ciò che leggeva: uno dei documenti, almeno all'apparenza, sembrava una piantina... ma non ricordava nessun edificio o città che avesse mai visto. Gli altri fogli, invece, erano ricoperti da schizzi e appunti che ruotavano attorno al disegno appena abbozzato di un congeno di cui lui non era in grado di capire la funzione. Gli appunti, ammassati lungo il bordo del foglio, erano stati redatti in una calligrafia lunga e stretta, quasi illeggibile: Vale non riuscì a ricavarne nulla di utile.

Ripiegò i fogli e percorse a ritroso il tragitto che aveva compiuto, avendo cura di richiudere il passaggio una volta che ne fu uscito. Sotto la luce della luna, si diresse a passo svelto verso il Dormitorio, la mente che ancora s'interrogava sul senso di quanto aveva appena visto.

Una parte di lui non riusciva a soffocare il pensiero che fosse stato tutto troppo facile; e mentre varcava con cautela la porta del Dormitorio, per non svegliare i suoi compagni addormentati, Ethan Vale capì, con una fitta d'inquietudine, che quanto aveva scoperto faceva solo parte di un disegno molto più grande.

 

Ed eccomi di nuovo qua, cari amici e vicini!

Avrei voluto poter aggiornare prima, ma ho avuto dei contrattempi, e, dall'1 all'11 Agosto mi sono trovata a trascorrere il campo scout tra i boschi (assai fangosi) della Normandia, ragion per cui non potuto ritornare alla carica nei tempi previsti con il seguito della mia storia.

In questo primo capitolo non succede un granché, ma serve a porre le basi di alcuni eventi che avranno uno sviluppo importante nella trama; spero che siate contenti di rivedere i nostri cari, amati personaggi, tutti più in forma che mai! (sopratutto Daywine e Vale).

Insomma, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.

Mi raccomando, recensite numerosi!

Un bacio a tutti,

Saitou

  
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