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Autore: DonnaInRosso    22/08/2014    3 recensioni
Seconda calssificata al contest "nell'antro della follia"
Cassie è ossessionata dall'amore. Quando finalmente crede di aver trovato un senso alla sua vita, si ritrova intrappolata in 2 mondi paralleli. Dove finisce la realtà e comincia la fantasia? Tutto quello che può scaturire da un cuore debole e una mente labile.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Red is the new Black
Ieri...
<< Oh Betzy, l’amore è l’ingranaggio che muove il mondo, è il sale della vita... ma che dico, è l’essenza stessa della nostra esistenza! Quando anche tu sentirai questa... questa voragine che ti risucchia le budella e ti stringe il petto... beh... con le parole non è facile spiegare quello che si prova. Ma al momento giusto capiterà anche a te! Oh è allora.... sì, che capirai amica mia! >>
Sul suo viso nasce un sorriso malizioso, di quelli che nascondono in bocca il sapore dell’arcano, labbra che celano il segreto vitale di tutte le cose. Labbra carnose, bramose di baci rubati al proprio amante, nascosti agli sguardi curiosi della gente. Nei suoi occhi passa fugace uno scintillio oscuro, sinistro e per questo intrigante e fatale. Due grandi buchi neri, ipnotici, vanitosi, adornati da folte ciglia dorate, ardono ora di passione.
Cassie prende una gran boccata d’aria e poi giù, inghiottita dall’acqua calda della vasca che straborda ai lati facendo rovesciare enormi sbuffi di nuvole schiumose dritte sul pavimento. Nella sua bolla d’acqua tutto è perfetto: i suoni si attutiscono, le luci si fanno soffuse, i visi sono tremolanti e tutto sembra avvolto da un alone magico.
 Ma anche fuori dall’acqua il mondo le appare in quel modo; tutto vacuo e lattiginoso.
 
Perché è questo che fa l’Amore...
 
<< Vedi Bez, l’amore è come una droga. È una dipendenza. E quando sei un tossico cosa credi che ti succede? Sei fritto! SBAM >> Un sonoro battito di mani esplode nell’aria seguito da un diin metallico del tostapane che spara a mo’ di cannone due fette di pane tostato nell’etere.
Batuffoli di panna montata e spruzzi di cioccolato bianco per ricoprirli di dolcezza, poi due fragole rosso fiammante a completare l’opera. 
<< La colazione è pronta amore! >> Cassie urla in cucina, saltellando allegramente su se stessa ammirando il suo capolavoro culinario mattutino. Betzy la guarda immobile, lo sguardo fisso nel vuoto.
<< Avanti B non essere invidiosa! Sto solo facendo le prove per quando lui verrà a vivere davvero qui con noi. Devo imparare nuove ricette. La signora Thompson ha promesso che mi regalerà il suo vecchio ricettario. Vedrai ogni giorno avrà un sapore speciale. Qui in tre saremo sempre allegri e ci divertiremo un mondo – affonda un dito nella panna vellutata – Saremo una famiglia. >>
 
 
Cassie siede di fronte il grande specchio in camera da letto. Nel riflesso c’è una Cassie sconfortata, con l’aria imbronciata, immobile a fissare la vera Cassie tutta sola nella grande camera vuota.
<< Perché sono giù dici? Beh Batzy è ovvio! Il mio tesoro mi porta fuori a cena ed io cosa posso indossare per essere perfetta? Non ho abbastanza vestiti non vedi! >> fa per indicare un grosso cumulo di vestiti ammucchiati in un angolo.
 Una montagna di abiti delle sfumature del rosa e del rosso.
 L’Everest Vermiglio.
Si rigira una ciocca dorata tra le dita, mentre con i denti tortura il suo labbro inferiore coperto di rosso scarlatto.
<< Hai proprio ragione B sai? In fondo al mio tesoruccio piaccio così come sono. Lui mi ama così tanto che accetta di buon grado anche la mia sciatteria. Ho deciso. Vada per il vestito amaranto. >>
Corre da un punto all’altro della stanza Cassie, come fosse stata caricata a molla, come le vecchie bambole che adora collezionare. Corre come una scheggia impazzita e così pare vista dall’esterno, coi lunghi capelli aurei che le ricadono sulla schiena e quel corpo esile ancora acerbo data la giovane età.

 
 
Oggi.
<< Dice di essersi innamorata >> la piccola Cassie tutta nastrini e bontà. Lei così innocente e vulnerabile, che vive tutta sola nella mansarda di un vecchio edificio fatiscente nel quartiere di Pigalle.
<< Corre su e giù tutto il giorno. Sempre felice e sorridente sempre agghindata a festa. Sembra una bambolina. Ecco perché gliene ho regalata una. Di porcellana. Bella e fragile come lei. >>

 
 
Un altro ieri....
<< Sei una buona amica Bez. A te racconto sempre tutto e hai un buon orecchio. La miglior qualità per essere una buona amica. >> Cassie stende il suo vestito con le mani, tutto spiegazzato.
<< Sono andata al ristorante ma lui non si è presentato. Dopo un’ora il cameriere mi ha chiesto se volevo ordinare, ma mi era passato l’appetito e sono tornata a casa. Sono confusa Betzy! È forse un rifiuto questo? >> i suoi due abissi neri sembrano aver inghiottito ogni chiarore. Le voragini sgorgano lacrime amare e silenziose e la realtà non sembra più così bella. Tutto intorno a lei è vorticoso, tremolante, ma nel petto riconosce la differenza: questa è la conseguenza logica dell’amar troppo? La sofferenza?
 
 
<< Bez!! >>
Cassie scodinzola per tutta casa. I boccoli dorati fanno da cornice al suo viso da bambina che è tutto illuminato dal forte sole di luglio. I suoi occhi trafitti dai raggi solari appaiono infuocati, animati da una gioia tutta nuova. I nuvoloni sembrano essersi volatilizzati e l’eccitazione è tale che il tono di voce sale di un’ottava ad ogni nuova parola emessa e senza rendersene conto, Cassie canticchia e balla una vecchia filastrocca scanzonata.
<< Oh B è lui, è Leo! Mi ha lasciato un cesto pieno di dolciumi sull’uscio. Vuole farsi perdonare per non essere potuto venire alla cena della scorsa settimana. >> I campanellini legati nei capelli risuonano il loro trin trin per tutta casa, come rumore di fondo alle risate spensierate di Cassie.  
All’interno del cesto c’è della frutta fresca, una torta al limone e un mazzo di curcume.
<< Guarda c’è anche un biglietto. “Le curcume sono in fiore. L.” La elle puntata sta per Leo capisci? Non mi ha abbandonata Betzy! Non mi ha dimenticata. >>
 
 
“Ti sarò per sempre accanto tesoro mio.”
Le sue mani sono forti, ma ogni suo tocco è leggero come può essere inconsistente il soffio dell’aria che si posa sulla pelle bagnata. È un tocco impalpabile ma che si ripercuote ovunque come un’onda sonora che irradia ogni cellula del mio corpo. Il suo profumo sa di buono, di erba appena tagliata, di rugiada di prima mattina e vaniglia. I suoi occhi sono specchi d’acqua limpidi dove poter ammirare la propria immagine riflessa, e di un blu lapislazzuli che fa vacillare ogni certezza terrena. Tutto in lui ricorda un angelo e posso sentirmi persa e fragile nella sua morsa d’amore.
Egli è tutta una delizia, ma non sarà mai qualcosa al di fuori di me.
Vive nelle mie membra e popola le mie notti, ma evapora con la luce del giorno.
Chi sei tu che vieni a torturarmi? Sto per spegnermi. M’abbandono a te Amor Mio.
 
 
 
Un’ossessione. Ecco cosa sei diventato.
Sono passate due settimane da quando Cassie ha ricevuto in dono il cesto da parte del suo adorato. Due intere settimane nelle quali Cassie è rimasta prigioniera fra le quattro mura di casa, immersa in una coltre di tristezza e solitudine. La sua mente vacilla e i giorni si inseguono senza esser più distinti. Potrebbero essere trascorse settimane o solo poche ore, non è più certa ormai.
<< Sei sparito come svanisce la neve che scioglie al sole, come lo sbuffo d’alito che vedi quando fuori fa freddo. Anche dentro di me adesso fa molto freddo, anche se siamo in piena estate. >>
Cassie è riversa sul pavimento il viso segnato da notti senza sonno. Da giorni patisce la fame e la sete e sente di non aver più la forza per andare avanti. Sente il suo amore scivolare via come la sottana di una bella donna, ma non ha l’energia per agguantarlo.
<< So dove posso rivederti ancora. >>

 
 
 
Ancora oggi.
<< Signor Liabel la prego continui. >>
Le mani di Alfred Liabel sono intrecciate fra loro, ma le dita si muovono al di sotto della forte presa. I dorsi sono ricoperte da intricati intrecci di venule bluastre che corrono poco al di sotto della pelle sottile e diafana.
<< Non l’ho più rivista. Prima era sempre di corsa su e giù, giù e su per quelle scale. Faceva tanto baccano, ma rendeva questo posto meno triste e tetro di quel che è. Non ho mai visto nessuno passare di qui. Mai un giovane che le portasse dei fiori o che passasse a prenderla in bicicletta. Ma lei canticchiava spensierata e se le chiedevo novità rispondeva “Leo verrà presto vedrà” e non mi sono preoccupato più di tanto. Le giovani fanciulle hanno il cuore troppo debole e l’amore a quest’età è passeggero come una pioggerellina estiva. >>
L’ispettore Floury prendeva nota sul suo taccuino, buttando un occhio al fascicolo che aveva portato con sé. 
<< Però poi è andato dalla signorina Foe stamattina. È proprio per questo che sono qui ora. >>
Gli occhietti vispi del pensionato roteavano vorticosamente, fermandosi di quando in quando su un oggetto non ben definito alle spalle dell’ispettore, senza mettere a fuoco realmente nulla.
<< Beh vede, e che stamattina ho notato una macchia sul soffitto. >>
L’indice destro della mano rattrappita di Alfred indicò un punto sulla testa di Floury. 
<< Infiltrazioni. >>
<< Infiltrazioni? >>
<< Proprio così. Questo è un edificio fatiscente, ma so per certo che tutto il sistema di tubature è stato cambiato meno di due anni fa. in pratica l’appartamento di Cassie è nuovo di zecca. >> il vecchio prese un lungo respiro e proseguì spedito nella sua spiegazione.
<< Sono salito per chiedere  a Cassie se aveva problemi con il condotto di scarico o che so io una perdita in bagno. Ho bussato il campanello più e più volte ma dall'interno non proveniva alcun rumore. Eppure Cassie non era uscita ne... >>
<< Ne era certo. >> completò l’ispettore con tono sprezzante.
<< Io sono solo. Il mio svago innocente è veder entrare ed uscire i condomini. Non faccio del male a nessuno dopotutto. >>
Floury rassegnato fece cenno al vecchio di continuare. E Alfred Liabel proseguì.
<< Insomma stavo per andarmene quando ho notato che la porta non era chiusa a chiave. Ho girato il pomello e PUF – e con le mani rugose disegnò un’esplosione nell’aria – la porta era aperta. Ho subito notato il gran disordine in tutta casa e l’acqua che invadeva tutto il pavimento. Sono corso in bagno e lì... >> la voce di Alfred dapprima forte e spedita, adesso si era di colpo arrestata.
<< Ha trovato il corpo di Cassidy Foe. >>
Liabel annuì con un cenno del capo.
<< Capisco. Per ora abbiamo finito, ma si tenga a nostra completa disposizione. >>
Floury si avviò verso l’appartamento di Cassie.
La cucina pullulava di mosche e l’odore proveniente dal frigorifero era nauseabondo. Una colonia di formiche stava ripulendo un pezzo di toast bruciacchiato. Sul tavolo la frutta nel cesto stava marcendo e i fiori erano appassiti ormai da un pezzo.
<< Questo è il cesto di Liabel >>
 
“Credevo fosse malata! Le avevo lasciato qualcosa da mangiare e le curcume che tengo sul balconcino.”  
 
Le parole del vecchietto gli ritornano alla mente.
Le mura sono completamente ricoperte di scritte, numeri, scarabocchi e ghirigori senza apparente filo logico. Sul letto sono sparse foto di un vecchio e doloroso passato. La celluloide immortala il volto di un giovane uomo in bianco e nero che stringe al petto una neonata, lo stesso uomo con in spalla un fucile e la divisa militare, una casetta di legno in una prateria, una bambina di fronte una lapide. Floury apre il fascicolo e evidenzia con lo sguardo il nome Leonard Gerrard Foe, padre di Cassidy Foe, morto in guerra.
 
Più avanti trova abbandonata sul pavimento anche Betzy, la bambola di ceramica di Liabel.
Floury si china per raccoglierla e voltandosi a sinistra intravede il corpo senza vita di Cassidy riverso nella vasca da bagno. Sul suo viso due sfere di nero pece sembrano inghiottire tutto il resto; eppure sembra avere un’aria serena.
In un attimo le sue braccia possenti sono sotto la sua testa e Cassie riemerge dal suo letto di acqua. Floury le chiude delicatamente le palpebre sugli occhi, riportandola al suo sonno mortale.
<< Adesso sei con lui. Adesso sei felice? >>

 
 
 
 Ultimo ieri...
La vasca è piena fino all’orlo, Cassie aggiunge oli profumati e accende stecche di incenso alla vaniglia tutto intorno. L’acqua è calda al punto giusto e Cassie sprofonda nel suo mondo gelatinoso. Lì lo rivede. Ne sente gli odori, ne assapora i toni ne ricorda i gesti.  La figura vacilla, i ricordi sbiadiscono, ma dopo tutti quegli anni, dopo tutto il tempo passato, lui è ancora lì, nella sua memoria, vivo.
 
Arrivo Leo, prendimi con te.
 
Finalmente ho capito chi sei...
 
Papà.

 

 
 
Angolo Autrice
Questa storia partecipa attualmente ad un contest dal nome “nell’antro della follia” indetto da Lilith9312. Premetto che scrivere questa storia è stata per me una bellissima opportunità ed è stata buttata giù in un crescendo di emozioni continue. Ho cercato di trattare la malattia in questione, ovvero la Erotomania da un punto di vista quasi estremo ormai, sfociato nella schizofrenia, ultimo stadio della malattia, dando alla storia un andamento a zig-zag anche per quanto riguarda il tempo in cui si svolge la storia. Spero piaccia, a presto.

Red 
  
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