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Autore: Styles95    22/08/2014    12 recensioni
I don't care what anyone says
'Cause you and I are bigger than this
And I'll be there just keeping my arms wind open
They can try to pull us apart
I'll fight them more, I'll cover your heart
Yeah, we can fly together, we can't be broke
Yeah, we can find love, just like that
We can fall hard, just like that
Yeah, we could do it all, just like that
And I like it when you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you, come for you
I will bind your love, bind your love to me, me
Cher Lloyd - Bind your love
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
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Quattro

Il venerdi mattina della stessa settimana, Cait ed io siamo sedute all'isola della cucina mentre facciamo colazione. La mia coinquilina beve del latte inzuppando di tanto in tanto dei biscotti al cioccolato mentre io bevo del thè, il mio stomaco non sembra accettare nulla la mattina.
Sento lo sguardo di Cait addosso mentre io fisso il mio telefono.
-E' troppo presto per questo.. - mi lamento.
-Sono le undici!- commenta lei divertita.
Rileggo il messaggio ricevuto, ormai l'ho imparato a memoria.

"Cam, dobbiamo parlare!
Usciamo. Stasera. Passo a prenderti alle 19!
Joe"
E' un invito o mi sta obbligando? E se non volessi?
Allontano il telefono per evitare che i miei occhi ricadino sul testo. Scuoto la testa mandando giu' il the'.
-Si e' pentito ..- mi dice Cait.
-Mh!- annuisco lentamente.
-Ti piace ancora Cam?- continua lei incrociando le braccia al petto. Il suo sguardo mi studia attentamente.
-Ovvio..come faccio a cancellare quasi un anno di sentimenti?- mi prendo la testa tra le mani. Mi piace ma ogni volta che ci penso mi viene spontaneo pensare che magari non fosse la prima volta, magari mi ha già tradita prima e io non ho mai notato nulla. -E' che non riesco a perdornarlo! Mi ha fatto sentire inutile! Pensavo di bastargli io!-.
-Odio sentirti dire questo Cam!- esclama Cait.
-E' l'unica spiegazione logica!- rispondo sfidandola.
-Non credo...non sei tu ad essere di meno o lui, succede tutto per un motivo no?- mi dice seria. -Forse tutto questo è stata un'esperienza che ti servirà per la vita, magari non era lui ad essere quello giusto, no?- mi domanda con un sopracciglio alzato. -Per fare un esempio! I matrimoni felici che durano, credi che quelle due persone stiano insieme da quando sono nati?-.
Apro la bocca per rispondere ma mi ferma.
-Impossibile!- esclama lei -Bisogna trovarla la persona giusta!-
Vorrei rispondere ma non so come, mi ha lasciato sbalordita.
-E per favore Cam, credi piu' in te stessa! Non ti chiudere nelle insicurezze, non hai nulla che non va!- aggiunge toccandomi una mano dolcemente.
Guardo la mia amica assorbendo le sue parole.
-Cambia corso di studi...- commento sentendomi in imbarazzo. I suoi studi in psicologia mi fanno sentire nuda ai suoi occhi.
Cait scoppia a ridere per poi andare a lavare la sua tazza.
Riprendo il telefono in mano decisa a rispondere. Se non vado morirò dalla curiosità ma se vado non so nanche se riuscirò a guardarlo in faccia senza prenderlo a pugni.
-Dammi retta..Vai!- esclama Cait poggiando le mani sulle mie spalle mentre guarda lo schermo del mio telefono.
-Se finisce a pugni gli dirò di sporgere denuncia su di te!- rispondo dopo un lungo sospiro, rispondo freddamente al messaggio mentre Cait ridacchia dietro di me.

"Ok.
A dopo.
C. "
-Quanti punti.. - commenta sempre più divertita la mia amica.
-Bene, sei hai finito di ridere di me vado a farmi una doccia!- le rispondo facendole una smorfia.
-Rido con te, non di te, amica mia!- urla Cait dalla cucina per farmi sentire da me che vago nei corridoi di casa nostra diretta alla doccia.

Il pomeriggio passa troppo velocemente e senza neanche rendermene conto sono seduta sul letto a scegliere cosa mettere. Guardo i jeans prendendoli al volo ma fermandomi un pò di più sulla maglietta da indossare. Dopo qualche minuto decido per una t-shirt bianca con una camicia rossa, infilo le converse e mi trucco velocemente.
Mi butto sul divano affianco a Cait che mi guarda attendamente squadrandomi da testa a piedi.
-Vado bene?- chiedo ridendo.
Annuisce dandomi un bacio sulla guancia. Proprio quando rivolge di nuovo la sua attenzione alla tv il citofono ci fa saltare su i nostri posti.
Mi alzo salutando la mia amica che è già immersa nella nuova puntata di "Pretty little liars".
Joe è appoggiato alla sua mini blu, jeans grigi e una maglia a maniche lunghe nera. Quando il suo sguardo incontra il mio mi fa un sorriso timido, lo saluto con la mano facendo il giro più lungo intorno alla macchina per evitarlo e mi siedo aspettando che mi raggiunga. Rimane qualche secondo fermo lì dandomi la schiena poi finalmente apre lo sportello con lo sguardo più fustrato che io gli abbia mai visto. Mi trattengo dal ridere e guardo fuori il finestrino.
Mette in moto la macchina e la radio prende vita facendoci sobbalzare.
Sta diventando sordo?
Mi copro le orecchie mentre lui abbassa il volume con una mano sul cuore.
-Scusa..c'era una canzone che mi piaceva.. - si scusa ridendo facendo allegerire la tenzione nel piccolo abitacolo.
-Che canzone era?- chiedo curiosa.
-Apologise dei One Repubblic.. - risponde mentre la macchina inizia a immettersi nel traffico delle strade di Londra. Il suo sguardo si sofferma sul mio per qualche secondo di troppo, alza la mano per  prendere la mia ma evito che accadda incrociando le braccia. La sua mano si ferma a mezz'aria per poi afferrare il volante sbuffando.
Vorrei urlargli che il suo sbuffare non cambierà le cose e nemmeno il fatto che si strava struggendo con una canzone come quella.
Rimaniamo in silenzio fino a quando non parcheggia di fronte un piccolo ristorante chiamato "Red Planet" e il nome spiega subito tutto, quando entriamo le tonalità dei muri e persino delle tovaglie è sul rosso. Mi guardo intorno studiando tutto, è un posto davvero carino, non l'avevo mai notato prima.
Una cameriera ci accompagna al nostro tavolo per poi prendere le nostre ordinazioni.
Joe si schiarisce la voce dopo un bel sorso d'acqua. Più i suoi occhi mi scrutano più vorrei tirargli l'acqua in faccia per poi abbracciarlo chiedendogli scusa.
Che confusione!
-Allora..- inizia Joe. -Come stai?-.
-Bene! La tua amichetta come sta ?- chiedo fingendomi interessata.
-Cam.. - risponde in un sospiro chiudendo gli occhi per poi aggiustarsi il ciuffo. -Non possiamo fare finta di nulla?- mi chiede sfacciatamente.
-Me ne vado!- mi alzo dalla sedia che striscia sul pavimento facendo girare metà del ristorante.
Dio, quando sono diventata così drammatica?
La sua mano mi afferra al volo. -Okay, messaggio afferrato, scusa. Siediti!-.
Mi risiedo volendo sprofondare totalmente imbarazzata.
Apre la bocca per continuare la conversazione ma il suo telefono squilla distraendolo. Lo guarda per qualche secondo rimanendo interdetto, risponde velocemente scrivendo qualcosa per poi rimetterlo sul tavolo. Rivolge lo sguardo di nuovo su di me ma il telefono risquilla e la scena si ripete.
Sto per protestare ma la cameriera ritorna con il cibo ordinato, lo stomaco sembra risvegliarsi e decido di poter aspettare prima di urlargli contro.
La pasta che ho ordinato è buonissima, avrei dovuto scoprire questo posto prima. Joe mangia in silenzio mentre alterna lo sguardo da me al suo telefono.
-Come va l'università?- mi chiede all'improvviso.
-Bene, ho ancora un paio di esami e poi ho finito per quest'anno.. A te il lavoro?- rispondo.
Annuisce alzandomi il pollice in segno di "okay".
-Mi dispiace Cam ..davvero, non avrei dovuto.. - dice prendendomi alla sprovvista. -Avevo bevuto troppo, davvero, scusa!- aggiunge passandosi una mano fra il ciuffo dei capelli, di nuovo.
Il suo telefono vibra per l'ennesima volta.
-Portami a casa Joe.. - mi alzo dalla sedia lasciandolo a bocca aperta, apre la bocca per rispondere ma qualcosa nella mia espressione gliela fa chiudere. Si alza e paga il conto, nel giro di qualche secondo siamo di nuovo in macchina.
Per tutto il tragitto rimaniamo in silenzio, non so cosa fare, sembra davvero dispiaciuto. Magari dovrei andargli incontro, è pur sempre il mio Joe.
La macchina si ferma d'avanti casa mia, Joe spegne il motore e si gira verso di me. Ci guardiamo per qualche secondo e la tensione diventa palpabile. Le sue mani mi afferrano il viso in un gesto disperato e le sue labbra si posano sulle mie in un semplice bacio a stampo. Il suo dannato telefono squilla ancora, allontano Joe di qualche centimetro spingendolo dal petto.
-Chi è al telefono? E' tutta la sera che squilla!- chiedo guardando attentamente i suoi occhi.
La mia domanda lo fa arretrare ancora mentre il suo sguardo cade sulle mie mani.
Ho una brutta sensazione.
-Cam.. -
-Oh mio Dio!- esclamo facendolo allontanare del tutto. -E' lei?- chiedo ma i suoi occhi mi hanno già risposto. Lo guardo con la bocca aperta mentre la delusione si fa strada dentro di me.
-Non so perchè ha il mio numero!- si difende. -Devo averglielo dato quella sera, non ricordo!- aggiunge cercando di afferrarmi le mani.
-Fanculo!- esclamo spingendolo via e scendendo dalla macchina. Lo sento imprecare sbattendo le mani sul volante.
Apro il portone il più velocemente che posso, senza voltarmi. Sono talmente arrabiata che non riesco neanche a piangere. Il mio telefono mi segnala l'arrivo di un nuovo sms, valuto l'idea di lanciarlo per terra ma poi il nome di mio padre mi ferma.


"Domani mi serve una mano al bar!
Chiedi pure a Cait!
Papà xx. "


Richiudo il telefono dopo una velocissima risposta. Apro la porta di casa lasciando borsa e cappotto sul divano e corro nella stanza di Cait, sta leggendo un libro ma come mi vede lo chiude facendomi spazio nel letto. Mi infilo nelle coperte con lei senza farmelo ripete due volte.


Raccolgo i capelli in una coda alta fermandoli con un elastico e mi guardo il piccolo grembiule nero legato alla mia vita.
Che vita triste la mia!
-Devo proprio metterlo tutte le volte?- mi lamento verso mio padre che è girato di schiena mentre finisce di preparare i piatti del piccolo ricevimento che nel giro di un paio di ore si svolgerà qui.
-E' una divisa Cam, solo perchè sei mia figlia non vuol dire che sei privilegiata!-.
Alzo gli occhi al cielo, quante volte ho sentito questa frase? Cento.
-Ma sono tua figlia e potrò avere qualcosa in più sulla paghetta vero? E' sabato e sto lavorando!-. Si gira per guardarmi, gli faccio un piccolo sorriso cercando di convincerlo.
-Ci hai provato!- esclama lui puntandomi il dito contro.
Si, ci ho provato.
Sbuffa andando via, torno al bancone iniziando a sistemare le tartine sui i vassoi. Prendo il telefono chiamando Cait che è terribilmente in ritardo, risponde dopo due squilli.
-Lo so, ho appena parcheggiato!- esclama con il fiatone.
-Papà ha detto che ti dimezzerà i soldi!- rispondo ridendo.
-Non è vero!- risponde ma la sua voce non arriva dal telefono, la porta di vetro dell'ingresso principale si apre mentre Cait fa la sua entrata trionfale. Le faccio la linguaccia.
-Dove è il mio bellissimo grembiule?- mi chiede appendendo la sua borsa vicino al bagno riservato al  personale. Le indico la stoffa nera appesa con la testa.
-Ecco, così si parla! Prendi esempio Cam!- esclama mio padre salutando Cait.
-Salve Mark!-.
-Sta solo cercando di comprarti!- rispondo facendoli ridere.
-Non vedo cosa ci sia di male nel farlo!- commenta mio padre facendomi l'occhiolino per poi andare via velocemente, così come era arrivato.
Cait sparisce in cucina dove mio padre la mette subito a lavorare. Finisco a sistemare i vassoi mentre gli altri ragazzi servono ai clienti, mi guardo in giro curiosando tra i clienti. Il sabato arrivano sopratutto ragazzi della mia età per un caffè veloce ma ci sono anche tanti turisti. La sala per il ricevimento è già stata allestita, guardo Cait sistemare le ultime cose come i centro tavola.
Sposto lo sguardo verso lo scaffale alla mia destra dove ci sono tutti i giornali, i quotidiani sono tutti pieni di cronaca nera. Mi spaventa leggere quante cose brutte succedano in un solo giorno. Un giornale di gossip attira la mia attenzione, in basso alla copertina vedo la faccia di Harry.
Mi avvicino dopo aver controllato che mio padre non sia nei paraggi, la faccia di Harry è affiancata da una ragazza con i capelli biondi e lunghi, sembra una modella.
Scuoto la testa girandomi velocemente per finire il mio lavoro ma con il gomito urto un vassoio facendo cadere una tartina nel lavandino.
-Merda!- esclamo prendendola al volo.
Apro il secchio dell'immondizia ma una mano mi blocca.
-Posso averlo io?-.
Mi volto per vedere a chi appartiene questa voce. Rimango scioccata.
Parli del diavolo..
-Harry!- esclamo.
-Cam!- ripete imitando il mio tono. -Ero serio, posso averlo?- mi chiede guardando la mano.
Annuisco allungando la mano verso di lui che afferra la tartina per poi infilarsela in bocca. Chiude gli occhi in modo teatrale dicendo che è fantastica. Alzo gli occhi al cielo ridendo.
Cait passa dietro di Harry facendomi segno verso di lui, alzo le spalle sempre più scioccata. Va via ridendo mentre mi fa segno di darci dentro, divento rossa e vorrei morire.
Harry si gira verso Cait alle sue spalle ma lei è già sparita.
-Allora.. -dico schiarendomi la voce. -Come mai qui?- chiedo cercando di fare conversazione e non di fare la figura della stupida.
-Ho organizzato la festa per un mio amico!- risponde indicandomi la sala allestita.
-Ah..- è tutto quello che riesco a dire.
Perchè mio padre non mi avverte mai?
-E pensare che pensavo la tua vita fosse sempre piena e invece sempre ingiro ti trovo!- esclamo pregando che rida alla mia battuta.
Mi si apre il cuore quando la sua risata si diffonde nel bar, le sue fossette vengono a farci compagnia e io sono sempre più contenta.
-Anche tu sei sempre ingiro però.. - risponde alzando un sopracciglio.
-Tuscè!- annuisco ridendo con lui.
-Harry!- mio padre spunta alla mie spalle. -E' un piacere averti qui!- aggiunge stringendogli la mano.
-Piacere mio, signore!- risponde educatamente lui.
Mi perdo del tutto il loro discorso, preferisco concentrarmi sul suo viso e su come sembra totalmente preso dalle parole di mio padre. Ha una maglietta grigia che gli evidenza le braccia su cui ci sono dei tatuaggi, troppi tatuaggi. Torno al suo viso e su come sorride a mio padre quando gli spiega che non poteva fare il sushi.
La cosa mi sembra senza senso ma resto a guardarli fingendomi interessata mentre studio Harry indisturbata. Un minuto dopo mio padre se ne va di nuovo e mi tocca ritornare con i piedi per terra.
-Lavori qui?- mi chiede sedendosi ad uno sgabello mentre guarda il grembiule.
-Gli do una mano ogni tanto. - rispondo pulendo il bancone. Cerco di tenermi impegnata in qualche modo. -Mi dispiace per il sushi comunque.. - commento senza saper bene cosa dire.
Scuote le spalle mentre mi guarda attentamente, mi sento imbarazzata sotto i suoi occhi verdi che mi studiano.
-Hai mai provato il sushi?- mi chiede poggiandosi al bancone con i gomiti.
-Mi piacerebbe, non ho il coraggio però! - ammetto scuotendo la testa.
-A Brighton c'è un ristorante fantastico. - dice mentre si prende le labbra tra due dita con fare deciso. -Devo andarci giovedì, vieni con me!-.
Cait sa benissimo cos'è il tempismo perchè passa dietro di lui e mi fa segno di si con la testa.
-Tutta quella strada per del pesce?- chiedo ridendo nervosamente.
-Vado per lavoro e poi andiamo a mangiare!- risponde indicandomi con un debole sorriso.
-Non hai una ragazza?- chiedo seria prima di riuscire a fermarmi.
Mi guardo interdetto, arriccia la fronte probabilmente pensando a cosa dire.
-Perchè mi chiedi questo?- risponde confuso.
Cerco con tutta me stessa di non guardare verso il giornalino alla mia destra ma fallisco miseramente. Segue il mio sguardo per poi ridere.
-Allora?- mi chiede subito dopo, sembra davvero divertito.
-Non lo so ...- mi vorrei prendere a pugni. -Devo studiare, mi dispiace!- rispondo guardandomi le mani. Cait entra nel mio campo visivo urlandomi un "cosa?" silenzioso.
Harry sembra voler rispondere qualcosa ma un signore si avvicina a lui dandogli una pacca sulla spalla, si salutano con la mano mentre si alza dalla sedia. Mi fa un debole sorriso seguendo quest'uomo nella stanza tutta decorata.
Mio padre mi mette di nuovo al lavoro e non ho più la possibilità di parlargli, neanche con Cait che lavora come me.
Dopo un paio di ore se ne vanno tutti, Harry spunta dalla porta con le braccia piene di fogli, mi saluta con la mano mentre io ricambio con un sorriso. Va via seguito da tre uomini che spariscono con lui nel traffico di Londra.
-Perchè hai detto di no?- .
Cait spunta alla mia sinistra.
-Non lo so ..-
Davvero , non lo so.


*AUTORE*

Ecco finalmente il quarto capitolo! Vi prometto che il bello sta per venire!
Continuate a leggere! Grazie per le recensioni!
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