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Autore: Ice phoenix    18/09/2008    3 recensioni
One-shot! Come si sarebbe evoluto il rapporto che lega Albus e Harry se quest'ultimo non avesse fatto il diavolo a quattro nell'Ufficio del Preside? Questa storia, come avrete capito, è un finale alternativo ambientato dopo la morte di Sirius. Ed è, alla fine, anche un modo per esprimere ciò che io vorrei fosse successo in almeno uno dei libri di Harry Potter. Si, fanfiction è bello, ma 100% made in Rowling è meglio XD!
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la prima fanfiction che pubblico (ne ho scritte molte altre, ma tutte sono in cantiere, nell'attesa di essere pubblicate...).

Come forse avrete capito dalla presentazione, adoro la coppia (non in quel senso, per carità) Harry/Albus, quell'intesa che non ha bisogno di parole.

Forse proprio il fatto che la Rowling non abbia mai scritto esplicitamente cosa lega i due ha fatto si che questo tipo di fanfiction mi appassionasse così tanto.


Dedicata a tutti quelli che, come me, adorano il silenzioso rapporto padre-figlio che c'è tra Harry e Albus, e vorrebbero che nel libro fosse divenuto qualcosa di più.

E un grazie a te, Elisa, che mi hai sempre aiutato, quando gli altri non avevano saputo far altro che giudicarmi, senza provare a capire.

Perdonami se non potrò ricambiare la tua amicizia, ma sappi che anche se non lo potrò mai ammettere se non con me stessa, sei divenuta la mia migliore amica in maniera unica.


 

Harry si sedette sul davanzale accanto alla finestra, contemplando silenziosamente il vasto scenario che la finestra dello studio di Silente lasciava intravedere.

Il Platano picchiatore, contro il quale era andato a sbattere con Ron e la macchina volante durante il suo secondo anno.

La foresta Proibita, oscura e antica, in cui più volte era andato, per ragioni più o meno nobili.

La calma dell'Ufficio del Preside era quasi surreale, probabilmente per conto dell'orario. La pallida luce solare, tipica dell'alba, entrava nell'Ufficio per mezzo della grande finestra, illuminando lentamente il tappeto, la scrivania di mogano, i fini oggetti di argento che Harry non aveva mai capito a cosa servissero.

Avrebbe voluto chiederlo a Silente il giorno in cui il signor Weasley era stato attaccato. Ma ora la questione non appariva più di una qualsiasi importanza, alla luce degli ultimi avvenimenti.

I ritratti dei vecchi Presidi russavano dolcemente, non interrompendo la quiete che permeava nell'aria.

La cosa strana è che la calma ora mi si addice perfettamente” pensò Harry, sospirando. Ed era vero. Si era aspettato, dopo la morte di Sirius, almeno un po' di dolore, di senso di colpa. Di rabbia. Qualsiasi cosa che non fosse quel vuoto che sentiva dentro. Chissà, forse il suo cuore era scomparso insieme al suo padrino. Oppure era diventato così simile a Voldemort - grazie alla possessione avvenuta poco prima – da essere insensibile alla morte di una persona così cara.

Dopo pochi minuti – o forse ore, difficile dirlo per Harry dopo essere stato così assorto nei propri pensieri – il camino si illuminò di fiamme smeraldo, illuminando potente la stanza per pochi secondi e lasciando intravedere tra le fiamme ruggenti la figura di un uomo alto e snello.

Silente, senza fretta ma neanche lentamente, poggiò Fanny - che fino a quel momento aveva tenuto in mano, vicino a sé – sotto il trespolo ove di solito si poggiava da adulta e si voltò verso Harry, che non aveva fatto alcun movimento che potesse indicare il fatto che avesse notato il suo arrivo.

Il silenzio, finora tranquillizzante, divenne teso e scomodo, tanto che ognuno dei due si ritrovò a sperare che l'altro dicesse o facesse qualcosa. In realtà, Harry avrebbe preferito restarsene da solo, magari sulla Torre di Astronomia, isolato da tutti e libero di pensare senza dover sentire le patetiche scuse di Silente.

Dobbiamo parlare, come forse già avrai capito dalla porta sbarrata” iniziò il Preside, la voce pacata come se poco o nulla fosse successo nell'arco delle ultime ore

Non ho tentato di aprire la porta” disse Harry a bassa voce “Ma sapevo che mi avrebbe tenuto qui per dirmi ciò che ho già scoperto da solo”

Sono molto dispiaciuto riguardo all'averti tenuto nascosta la profezia” iniziò Silente, interrotto subito da Harry, che ancora non aveva distolto lo sguardo dal campo di quidditch.

Dispiaciuto?” Harry fece una strana risata, tra lo scettico e il triste, poi scrollò le spalle con aria sconfitta “Non importa. Non mi interessano le sue scuse. Voglio solo stare solo”

No, dobbiamo parlare. So che ora probabilmente sono l'ultima persona con la quale vuoi parlare ma non voglio che tu stia da solo in un momento tanto delicato” sospirò Silente, poggiando il mento sulle lunghe dita e fissandolo con sguardo indecifrabile “Ho esitato troppo a lungo nel dirti la verità e, com'era prevedibile, alla fine l'hai scoperta comunque, se possibile in modo ancor più crudele”

L'unico segno che Harry aveva sentito le sue parole fu il dolore che attraversò fugacemente i suoi occhi smeraldo che fissavano insistentemente le fronde fruscianti del Platano Picchiatore.

Silente si alzò dal suo scranno e, senza staccare gli occhi di dosso al giovane ragazzo rannicchiato sul davanzale, oltrepassò la scrivania e gli si inginocchiò di fronte, senza una parola, mentre il ragazzo alzava lo sguardo e lo fissava negli occhi azzurro cielo, stupito.

Ciò che ho fatto è stato imperdonabile” disse Silente, abbassando gli occhi per un istante, per poi rialzarli con più decisione “Non so se sarai capace di perdonarmi, e non lo pretendo. Non merito altro che il tuo disprezzo, lo so. Ti devo le mie scuse, spero che tu, presto o tardi, saprai accettarle”

Fu la volta di Harry di abbassare gli occhi, dai quali uscì un'unica, bollente lacrima. Il mago più anziano, senza dire nulla, gliela asciugò e poi, lentamente, aprì le braccia e lo abbracciò. Il ragazzo rimase immobile per un istante, pietrificato. Nessuno lo aveva mai abbracciato facendolo sentire così... protetto. Un abbraccio così paterno che Harry non poté fare a meno di ricambiare.

Mi dispiace, figlio mio, mi dispiace” stava mormorando Silente al suo orecchio, la voce rotta dalle lacrime, accarezzandogli dolcemente i capelli corvini.

E così rimasero, forti di un legame che Voldemort mai avrebbe potuto spezzare.


Fa schifo? Non si può leggere? È scritta in modo banale? L'argomento è scontato?

È stata scritta dopo mesi che non prendevo in mano una penna, di getto, in una giornata in cui mi sentivo un tantino depressa... mi sono messa a leggere Harry Potter 5 e mi è venuta l'ideuzza per la fanfiction, che il pomeriggio del giorno successivo era completa.

Dedicate un minimo del vostro tempo per aiutare i poveri scrittori afflitti... recensite XD!


 

  
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