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Autore: wilgiappone33    23/08/2014    2 recensioni
E' stata una sereta totalmente normale, l'ultima notte di vacanza prima dell'inizio dell'inizio del liceo, non è successo nulla di strano...ma allora perché quando il giorno dopo ti svegli senti di essere cambiata? Quella riflessa nello specchio sei sempre tu, eppure in te c'é qualcosa di estraneo e anche il comportamento delle altre persone nei tuoi confronti è cambiato. Non capisci cosa possa essere successo, finché ti chiedi se l'incontro con quel ragazzo così misterioso, quella sera, sia stato del tutto casuale, o se invece sia successo qualcosa che ti rifiuti anche solo di immaginare. Ma è inutile, non puoi scappare da quello che sei diventata, né da tutto ciò che sta per accaderti, perché in fondo questo è solo l'inizio...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erika si tolse l'accappatoio e infilò un paio di pantaloni e una maglietta puliti: fortunatamente il giorno prima erano arrivate le valigie sue e di Ren, portate da Nova, così aveva potuto riappropriarsi delle sue cose. Guardandosi allo specchio notò che ormai quasi tutti i lividi e le cicatrici erano scomparsi, com'era giusto che fosse: erano passati già tre giorni da quando avevano sfidato l'Arena e ne erano usciti vivi, ma decisamente ammaccati. Entrambi avevano passato quei giorni a letto, bendati e incerottati, a bere intrugli dai dubbi ingredienti che però sembravano aver funzionato: lei si sentiva come nuova, mentre Ren, che ne era uscito conciato decisamente peggio, ora aveva un braccio al collo, un grossa fasciatura dove le costole rotte lo tormentavano ancora e una spessa medicazione alla spalla, la cui ferita, però, stava per rimarginarsi. Il suo umore, in compenso, era ottimo, soprattutto oggi: era arrivato il giorno in cui, secondo le previsioni di Nova, Celeste si sarebbe svegliata, perciò avrebbero potuto farle bere l'antidoto, in più quel giorno i suoi genitori si sarebbero impegnati a promettere solennemente che il figlio aveva il lor consenso nella sua scelta di non prendere con sé servitori umani. Per ambedue i motivi ora Erika stava andando per l'ennesima volta verso l'ufficio di Bastian, la novità era che stavolta era felice di farlo. Ren la aspettava lì, insieme ai suoi genitori.
-Ora che ci siamo tutti,- fece Bastian appena lei entrò -direi di cominciare. Questo è il discorso che abbiamo preparato io e Maryse per sancire ufficialmente che non intralceremo più la tua scelta di non avere servitori.
Si vedeva che era innervosito e voleva levarsi quell'impiccio il prima possibile, ma quando iniziò a parlare la sua voce era solenne.
-Io, Bastian Alexandr Vandair, e mia moglie Maryse dichiariamo che, per il coraggio, la forza e le capacità dimostrate sia da nostro figlio che dalla vampira Erika Castiglia nell'affrontare il percorso dell'Arena, il ragazzo ha il nostro appoggio nella sua scelta di non prendere con sé nessun servitore umano, come l'antica tradizione imporrebbe. Assicuriamo che, né ora né mai, proveremo ancora a spingerlo a farlo, in modo diretto o indiretto, né lo priveremo dei suoi diritti in quanto discendente di questa famiglia per tale motivo. Testimone di quest'accordo è oggi la sopracitata signorina Castiglia, che potrà confermare il mio giuramento, sul nome dei Vandair e dell'intera razza dei vampiri.
Ren le aveva spiegato che giurare sul nome della propria famiglia era una cosa molto seria, soprattutto se la famiglia in questione era rinomata, ma giurare sull'intera razza era una cosa ancora maggiore, era come mettere in ballo la propria natura di vampiro stessa. Finito il discorso Bastian abbassò lo sguardo, e fu la volta di Maryse di parlare.
-Bene, ragazzi, avete avuto ciò che volevate, ora resta il fatto della ragazza e dell'antidoto.- disse, girandosi verso Celeste, stesa sul solito divanetto, proprio mentre la ragazza muoveva pian piano un braccio, come in un lento stiracchiarsi. Che tempismo. Rimasero tutti muti ad osservarla per qualche minuto, mentre cominciava a dare i primi segni del risveglio: muoveva piedi, braccia e mani, piccoli gesti che annunciavano che l'effetto della pozione stava scomparendo. Poi, finalmente, ecco che i suoi occhi lentamente si schiusero, azzurri come il cielo primaverile, e lei pian piano si tirò su a sedere, guardando la stanza e i suoi occupanti come se fossero degli alieni. Per interminabili secondi rimasero tutti in silenzio e fissarsi l'un l'altro, poi Celeste scorse il volto dell'amica, che le stava sorridendo.
-Erika...d-dove siamo? C-chi sono queste persone?- chiese infine, immaginando che se non avesse rotto lei il silenzio sarebbero rimasti così per ore.
-Tranquilla, nessuno vuole farti del male. Ma abbiamo parecchie cose da raccontarti, perciò è meglio se ascolti. Anche se ciò che ti dico potrebbe scioccarti rimani calma, ormai è tutto finito e le cose si sono sistemate. Appena risolto il malinteso potrai tornare a casa, perché, vedi, ora siamo in Austria.
Da lì partì un immenso discorso riassuntivo di tutto quel che era successo negli ultimi cinque giorni, e mentre Erika parlava Celeste prima impallidì, poi cambiò varie sfumature fino ad arrivare ad un verdognolo poco rassicurante. Sembrava che stesse per vomitare.
-Ommioddio.- fu tutto quello che riuscì a dire quando il racconto terminò, l'aria se possibile ancora più sconcertata di quando aveva aperto gli occhi.
-Quindi...io ora sono una vampira.- Aggiunse, parlando più a se stessa che agli altri. -Ma posso tornare normale con un antidoto, e poi tornerò a casa dai miei genitori e loro non si stupiranno che io sia sparita per tutto questo tempo. E per far sì che tutto questo accadesse voi due vi siete infilati in un labirinto della morte, altrimenti sarei rimasta la sua serva per l'eternità.- Sbatté le palpebre qualche volta, con l'aria di chi ha bisogno di un minuto per elaborare tutte le informazioni che ha appena ricevuto e ancora non è sicuro che siano reali o meno. Alla fine si alzò, si diresse verso Ren e Erika, uno affianco all'altra, e li abbracciò, sussurrando un “grazie”. Poi si voltò verso Bastian e Maryse e parlò loro:
-Bene, credo che ci sia un intruglio “purifica-sangue” ad aspettarmi, a meno che non voglia rimanere una vampira per sempre, e visto tutta la fatica fatta per ottenerlo mi sembrerebbe proprio una mancanza di rispetto nei confronti dei miei amici.
Il padre di Ren allora le porse la fialetta e lei guardò scettica il liquido rosastro al suo interno.
-“Daemonem urit”...neanche nelle peggiori discoteche rifilano drink con nomi simili.- disse infine, poi stappò la boccetta e ne bevve il contenuto tutto d'un sorso.
Rimasero tutti a guardarla aspettando che succedesse qualcosa, e in effetti dopo una manciata di secondi la ragazza cadde a terra in preda alle convulsioni, le mani serrate intorno alla gola e gli occhi rossi da vampiro. Erika lanciò sguardi preoccupati a Bastian e Maryse, ma loro sembravano tranquilli, segno che tutto stava andando come di dovere, infatti poco dopo la non più vampira smise di agitarsi e l'azzurro riprese a dominare nei suoi occhi, mentre il cremisi si ritirava via via come acqua che asciuga al sole. La ragazza si tirò in piedi: era disorientata ma sembrava stare bene.
-E' finita?- fece, con un fil di voce.
Erika le si avvicinò e le tirò giù la spallina della maglietta: niente cicatrice caratteristica a forma di croce.
-Sì, è finita.- rispose sorridente, e le due si abbracciarono.

 

 

La mattina seguente:

Erika cominciava a chiedersi se non ci fosse un potere da vampiro che lei non avesse acquisito durante la sua trasformazione, ovvero quello di trovare e prenotare alberghi e voli aerei in tempo zero. Bastian e Maryse sicuramente ce l'avevano, perché in un pomeriggio gli avevano assicurato viaggio di ritorno e alloggio a Venezia fino alla data stabilita per il loro rientro dal finto viaggio di studio. Tutti e tre i ragazzi avevano sentenziato di non voler rimanere alla villa un giorno di più, e, detto fatto, rieccoli in partenza.
Erano già sul vialetto del giardino, valigie alla mano, aspettando che Maryse e Bastian scendessero a salutarli. Eh sì, i due gran signori vampiri venivano a salutare il loro ragazzo che andava via, e chissà quando sarebbe tornato. Erika immaginò che sotto sotto doveva dispiacergli e che non potevano essere realmente così freddi...si chiese se a lei sarebbero mancati, e quando sarebbe capitato ancora di rivederli. Eccoli che comparivano nel cerchio d'ombra del portone, lui come sempre molto elegante e lei in un consueto abito corto e scollacciato. Si avvicinarono e Bastian strinse la mano a tutti e tre, in più sussurrò qualcosa al figlio, senza farsi sentire dagli altri, poi tornò a qualche passo di distanza. “Del resto da parte sua non ci si poteva aspettare di più” pensò Erika “La sua espressione è sempre così indecifrabile e lui sempre così controllato che i suoi sentimenti sono un vero mistero”. Poi fu il turno di Maryse, che invece si dilungò di più, spendendo qualche parola con tutti:
-Mia cara,- disse a Celeste -mi dispiace davvero tanto che tu sia potuta rimanere qui per così poco tempo e soprattutto per colpa di un avvenimento così disdicevole. Sarebbe stato bello averti qui più a lungo, sembri una ragazza a posto...saresti stata anche una buona vampira, ma hai fatto la tua scelta.
Poi si spostò verso Erika, con sua sorpresa l'abbracciò e le disse:
-Oh, tesoro, vorrei che io tuoi genitori potessero sapere ciò che hai fatto in quell'Arena, perché sarebbero davvero fieri di te, sembravi una leonessa. Io lo sono e sono fiera che mio figlio si sia trovato un'amica come te. Ricordati che se mai decideste di mettervi insieme avreste la mia benedizione per il matrimonio!
“Non cambia mai!” pensò Erika “Scommetto che le dispiace che ce ne andiamo soprattutto perché eravamo un ottimo ammazza-tempo...” ridacchiò fra se e se: in fondo Maryse non le sembrava cattiva, aveva decisamente una personalità tutta sua, ma mentre le parlava le era sembrata sincera, e ancora di più lo sembrava adesso che parlava a Ren.
-Figlio mio, immagino che non tornerai qui tanto presto, vero? Beh, come biasimarti...comunque questa casa sarà sempre aperta per te e per chiunque vorrai portarci e prometto che la prossima volta non cercherò di mettere a rischio le vostre vite, anche se anche tu sei stato bravissimo durante il percorso e ci hai dimostrato quanto vali. Non potevo sperare di meglio da mio figlio. Riguardati, Ren, e quando deciderai che è passato abbastanza tempo torna a casa, ti aspetteremo.
Si abbracciarono e fu un abbraccio lungo e denso di parole non dette ma sottintese, poi Ren si staccò e la guardò un'ultima volta negli occhi, prima di voltarsi e cominciare a camminare verso il grande cancello che li avrebbe condotti fuori dal possedimento dei Vandair, seguito dalle due ragazze. Erikà si voltò e guardò ancora una volta la villa, imponente e maestosa, e pensò che, forse, malgrado tutti i ricordi spiacevoli ed esso legati quel posto avrebbe potuto mancarle.













Ladies and gentlemens, ebbene sì, questo è l'ultimo "vero" capitolo della storia!
La prossima settimana pubblicherò l'epilogo, che per la cronaca ho già cominciato a scrivere,

ma continuo ad eliminare dei pezzi perché vorrei evitare di sputtanare tutto sul finale,
anche se non sono mai stata brava a concludere i racconti...pregate per me!

Ora più che mai ci tengo ad avere i vostri pareri, perciò recensite plizz *occhi da cucciolo*
Ho detto tutto, arrivederci per il "gran" finale!! 🌼

   
 
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