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Autore: _Lady di inchiostro_    23/08/2014    2 recensioni
< Guardò con la coda dell'occhio la sua giovane bambina, la cosa più bella che gli fosse mai capitata insieme alla sua Annie. Ricordò quando l'aveva tenuta in braccio per la prima volta, quando aveva fatto i suoi primi passi, quando ascoltava rapita la storia sugli Hunger Games. Già allora non si sentiva pronto per crescere una creatura così delicata e, a parer suo, perfetta. Ogni volta che le raccontava quelle storie, temeva che ne sarebbe rimasta traumatizzata. Invece, nonostante avesse solo otto anni, sembrava capire quello che il padre le narrava e cercava di tirarlo su a fine racconto.
Ma in quel momento, sebbene la sua bambina fosse ormai crescita abbastanza, Finnick aveva lo stesso terrore di un tempo. Temeva che se avesse saputo la verità, si sarebbe spezzata in mille pezzi, come un vaso di cristallo. >
Cosa sarebbe successo se Finnick Odair fosse sopravvissuto?
Chi avrebbe rinunciato a tutto pur di salvarlo?
Un passato che tormenta Finnick anche nel sonno e che, oramai, non può più lasciar nascosto alla sua bambina.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia alla mia amica Gaia. Considerala come un regalo di compleanno.                                                                                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                         Nightmares and memories                                                                                                                                                                                                                                                        


 Si mise a sedere sul letto bruscamente, rendendosi conto di non essere più dentro ad un incubo. L'oscurità di prima era svanita, mentre i deboli raggi mattutini illuminavano la sua stanza. Non era più distesa su un freddo pavimento, inerme, ma era completamente avvolta nelle sue lenzuola.
Si guardò attorno, ancora frastornata. Portò le mani al collo. Le vivide immagini del suo sogno, l'avevano talmente spaventata da impedire alla sua gola di proferire alcun suono.
Per fortuna...
Scese dal letto, le gambe e le braccia ancora tremanti. Si mise un golfino sopra la camicia da notte e delle calze e uscì dalla camera. Dopo aver attraversato il corridoio, si ritrovò in cima ad una rampa di scale. Lì aveva una visuale perfetta: vedeva la sala da pranzo, i mobili un po' logori e il lungo tavolo imbandito con diverse leccornie.
E poi c'era lei. Sua madre.
Indossava una camicia da notte bianca che la rendeva smunta, i capelli rossi erano arruffati e gli occhi erano spalancati a fissare il vuoto. Non era la prima volta che la vedeva in questo modo, ma ogni volta sentiva lo stomaco stretto da una morsa.
<< Mamma... >> disse piano << Mamma! >> ripeté più forte.
Annie sembrò svegliarsi dal suo stato di trance e posò lo sguardo sulla figlia. Sul suo volto, anche se cercava di nasconderla, c'era una certa preoccupazione.
Sorrise. << Scusa tesoro, come al solito, sognavo ad occhi aperti. >> si portò una mano ai capelli, cercando di sciogliere i nodi << Vuoi del tè per colazione? >>.
<< Dov'è papà? >> proruppe la ragazzina, con voce roca.
Annie fissò sua figlia con un certo cipiglio, poi sorrise. << Sai benissimo dove si trova. >> disse dolcemente << Si allena sempre presto la mattina. >>.
Non diede il tempo a sua madre di finire la frase, che aveva già sceso le scale e aperto la porta di casa con violenza. La loro dimora distanziava dal mare giusto qualche metro. Percorse la strada a passi veloci, non curandosi della voce della madre che la richiamava, scavalcò la staccionata che la divideva dal mare e in pochi minuti i suoi piedi affondarono nella bianca sabbia.
Riprese fiato, mentre intanto osservava la sagoma difronte al lei. Un uomo, fisico snello e con muscolatura non troppo pronunciata, i capelli castani che emanavano un certo bagliore alla luce del Sole, faceva roteare un tridente sopra la sua testa e lungo il suo corpo. I suoi movimenti erano netti e precisi, quasi come se potesse fendere l'aria.
La ragazza deglutì e si mosse verso la figura a piccoli passi, cercando di non far rumore. Appena fu a qualche centimetro da questa, le mise le braccia intorno alla vita e appoggiò la guancia sulla schiena. L'uomo si bloccò di colpo, poi poggiò delicatamente il tridente per terra e posò le sue mani su quelle che lo stavano stringendo.
<< Buongiorno. >> disse Finnick, dolcemente.
Sua figlia si limitò a rispondere tirando su col naso. Le braccia le tremavano terribilmente e sapeva che suo padre stava percependo la sua angoscia.
Finnick sospirò. << Hai avuto un altro incubo, vero? >>.
La ragazza rimase in silenzio per qualche minuto, cercando di arrestare il crescente tremore delle sue braccia. << Ti ho sentito gridare stanotte... >> disse infine, per sviare il discorso.
Finnick si irrigidì. Gli apparvero in mente le immagini del sogno: le fauci degli ibridi, il suo corpo inerte sul pavimento, Katniss che urla, il sangue del suo amico che cola lungo tutto il suo viso...
Scosse la testa. << E questo cosa c'entra con la mia domanda? >> chiese, cercando di dare un tono sereno alla sua voce, invano.
Sua figlia si staccò e Finnick ebbe modo di vederla in faccia. Stava piagnucolando e cercava di asciugarsi le poche lacrime con i polsi.
<< Ho sognato che stavi morendo... E io non potevo fare nulla per aiutarti... >> disse con un rantolo.
Il padre sorrise e strinse sua figlia a sé. << Tranquilla tesoro, sono qui adesso. >> disse debolmente.


<< Che cosa hai sognato stanotte? >>.
Finnick posò lo sguardo su sua figlia, che lo stava guardando con una certa serietà. Dopo lo sfogo della sua piccola, i due si sedettero a fissare i bagliori cristallini dell'acqua a contatto con i primi raggi mattutini. Erano rimasti tranquilli per un po', senza dire una parola, finché lei non proruppe con questa domanda.
Finnick la stava ancora fissando. Benché fosse una dodicenne, era molto matura per la sua età; il suo corpo era magro, i capelli rossicci come sua madre e gli stessi occhi color oceano del padre. Sorrise, per poi riposare lo sguardo sull'orizzonte.
<< Ti ricordi quando ti parlavo degli Hunger Games da piccola? >> domandò.
Con la coda dell'occhio, poté vedere che sua figlia stava inarcando le sopracciglia, non del tutto convinta di quello che volesse dire il padre.
<< Sì, mi hai raccontato quella storia un mucchio di volte... Ma questo cosa c'entra con la mia domanda? >> disse lei, alzando un po' la voce.
Finnick sospirò. << Ti sei mai chiesta perché non ti abbia mai raccontato quello che è successo dopo? >>.
La ragazza rimase ammutolita. Finnick sorrise debolmente e arruffò i capelli della sua bambina.
<< Immaginavo... >> disse infine << Te la senti di ascoltare la mia storia? >>.
Lei rimase interdetta per qualche secondo, poi annuì.
Finnick prese un bel respiro. << Dopo l'Edizione della Memoria, io e zia Katniss fummo portati in un luogo chiamato Distretto 13. Con noi c'erano anche zio Haymitch, Beete e Plutarch, due uomini che tu non conosci. E c'era anche il migliore amico di zia Katniss: si chiamava Gale, un ragazzo come altri del Distretto 12. >> si interruppe un attimo, mentre lo sguardo vagava nel vuoto, poi riprese
<< Nel Distetto 13 non era facile come speravamo, anzi eravamo costretti a stringere i denti anche in quel luogo. Anche lì c'era un governo dispotico e aveva come capo una certa Alma Coin, una donna molto astuta. Insieme a Plutarch, organizzava gli atti di ribellione e altre propagande per far capire a Panem l'importanza che stava assumendo la Ghiandaia Imitatrice. Dopo molto tempo, organizzarono una missione per recuperare alcuni tributi finiti nelle mani di Capitol City, tra cui zio Peeta, zia Johanna e anche la mamma.>> sorrise, nel ripensare a quanto la sua Annie fosse maledettamente bella in quel momento << I giorni a seguire furono peggio dei precedenti. Sia zio Peeta sia zia Johanna non erano più gli stessi, nessuno di noi lo era più ormai. A zia Katniss iniziava a pesare il suo ruolo ed era stanca delle continue propagande della Coin, specie in un momento in cui Capitol City si era totalmente impossessata della mente di zio Peeta ... >>.
<< Sì, conosco la storia. Prim me ne ha parlato... >> disse la ragazzina, ripensando a quando la sua amica le aveva raccontato di come suo padre si dimenticasse di avere una famiglia << Ma perché mi stai raccontando questa storia? >>.
Finnick sospirò. Guardò con la coda dell'occhio la sua giovane bambina, la cosa più bella che gli fosse mai capitata insieme alla sua Annie. Ricordò quando l'aveva tenuta in braccio per la prima volta, quando aveva fatto i suoi primi passi, quando ascoltava rapita la storia sugli Hunger Games. Già allora non si sentiva pronto per crescere una creatura così delicata e, a parer suo, perfetta. Ogni volta che le raccontava quelle storie, temeva che ne sarebbe rimasta traumatizzata. Invece, nonostante avesse solo otto anni, sembrava capire quello che il padre le narrava e cercava di tirarlo su a fine racconto.
Ma in quel momento, sebbene la sua bambina fosse ormai crescita abbastanza, Finnick aveva lo stesso terrore di un tempo. Temeva che se avesse saputo la verità, si sarebbe spezzata in mille pezzi, come un vaso di cristallo.
<< Papà? >>. La voce preoccupata di sua figlia, gli fece capire che era rimasto in silenzio troppo a lungo.
Finnick scosse la testa e fece un mezzo sorriso. << Vedi, la storia che sto per raccontarti è collegata, in qualche modo, ai miei incubi. >> posò una mano su quella della figlia, i lineamenti del viso erano diventati improvvisamente duri << Zia Katniss voleva mettere fine al governo dittatoriale di Snow. Così insieme a un gruppo di persone, tra cui io, zio Peeta e Gale, ci dirigemmo a Capitol City. Non fu facile arrivarci e molte persone persero la vita lungo il tragitto... Tra cui la sorella di zia Katniss... E altre valide persone... >>.
A questo punto, non sapeva più come continuare. La sua voce andava scemando sempre più, rotta da un pianto quasi imminente. Posò lo sguardo sulla sua mano tremante, che sua figlia stava stingendo con forza. Una massa indistinta di immagini cominciò ad affiorargli nella mente, alcune confuse, altre più nitide. Sua figlia mostrava una certa ansia, forse la prima volta in cui un racconto del padre la stava angosciando.
Finnick cercò di controllare il suo respiro affannato e il battito accelerato. Fissò a lungo gli occhi di sua figlia, così simili ai suoi, cercando di ripensare a quando li aveva visti per la prima volta. Erano così vispi e allegri...
Deglutì, cercando di rilassarsi.
<< E tra queste persone c'era Gale, che mi ha salvato la vita... >> disse, con un unico respiro.
Sua figlia spalancò gli occhi, il labbro superiore incurvato in una smorfia inorridita. Finnick sospirò ancora, più per controllarsi che per altro.
<< Non ricordo bene dove finimmo... Credo fosse un sotterraneo. Rimanemmo lì per diverso tempo, finché notammo che c'era qualcosa che non andava. Zia Katniss capì immediatamente: dall'odore, inconfondibile, capì che un'orda di ibridi ci aveva scovato. Ma questi erano diversi da quelli che c'erano negli Hunger Games: questi erano enormi, con artigli e zanne affilate e una muscolatura possente. Cercammo di fuggire, ma quando credevamo di essere riusciti a scamparla, mi catturarono. >> sua figlia cercava di interromperlo con un gesto della mano, ma lui proseguì << Quei mostri mi stavano dilaniando pezzo per pezzo, sentivo le ossa del collo e delle braccia che stavano per spezzarsi sotto i pesanti colpi. Zia Katniss non sapeva cosa fare, era entrata nel panico. Pensavo che per me fosse finita, quando accade una cosa che non dimenticherò mai. >> guardò sua figlia, che cercava di celare il suo stupore << Gale attaccò il gruppo di ibridi che mi aveva catturato. Lanciava loro delle frecce e, nel contempo, quelle creature lo attaccavano, non curandosi quasi più di me. Quei mostri mi lasciarono per inseguirlo, mentre un altro gruppo stava per raggiungerci. Zia Katniss fu costretta a lanciare una bomba per uccidere quei mostri e, con loro, il suo migliore amico. Pianse mentre lo fece. >>.
<< Gale... E' il nome del fratello di Prim! >> esclamò la ragazza.
Finnick annuì. << Ogni notte rivivo quel momento. >> scosse la testa, cercando di non pensare al suono delle ossa del suo amico che si spezzano o del colore rosso vivo del suo sangue << Non smetto di pensare a come lui abbia potuto sacrificarsi, rinunciare a vivere con la donna che amava, per salvare me, che conosceva appena. Non ripagherò mai questo debito e non smetterò di sentirmi in colpa. >> sorrise debolmente.
<< Papà, mi dispiace. >> disse lei, gettando le braccia al collo di suo padre.
Il calore che avvertì Finnick subito dopo, gli fece pensare che non c'era cosa più bella al modo. Quando Gale lo salvò, Finnick non sapeva che la sua Annie aspettasse un bambino. Si chiese se non l'avesse fatto perché forse lui aveva più speranza di costruire una famiglia felice, di quanto ne avesse lui con Katniss. O forse era per salvare sia lei che il gruppo. Non l'avrebbe saputo mai.
Mentre accarezzava la folta chioma della sua bambina, si chiese se lei avrebbe avuto la stessa forza di adesso quando le avrebbe raccontato ciò che ancora non sapeva del suo passato.
Ma, in quel momento, a Finnick non importava poi granché.
<< Ti voglio bene papà. >> sussurrò dolcemente.
Lui sorrise. Ripensò a quando Katniss e Peeta erano venuti a trovarli dopo la nascita, al loro stupore quando scoprirono il nome della bambina e a quando lui chiese se per loro andava bene. Infondo, l'aveva sentito pronunciare più di una volta dalla bocca di Gale.
Per me non ci sono problemi. É un ottimo modo per ricordarlo e poi mi rincuora il fatto che non andrà sprecato, aveva detto Katniss, sorridendo debolmente.
Finnick continuava a sorridere, mentre il sole gli riscaldava il viso.
<< Anch'io Catnip.>>.


Angolo dell'autrice malsana:
Eccomi tornata in questo fandom che io amo alla follia. Premetto che ho creato questa storia per accontettare l'amica che ho sopra citato  ( dunque, se la storia vi fa schifo, date la colpa a lei!).
No, scherzo. Era da tempo che mi chiedevo che cosa sarebbe successo se fosse stato Finnick a sopravvivere e non Gale ed è uscito fuori questo spaccato di vita, in cui il nostro tributo del Distretto 4 racconta a sua figlia tutta la storia .
So che molti sostengono che Annie portasse in grembo un maschio, ma per esigenze di trama  ho preferito far nascere una dolce femminuccia. 
Comunque, nel caso la storia non vi entusiasmi oppure vi sono errori grammaticali, non esitate a farmelo sapere con una recensione, anche negativa.
Ci si vede alla prossima ;)
_Lady di inchiostro_



 

  
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