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Autore: HIMsteRoxy    23/08/2014    0 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 10 Gennaio.
Stranger’s Room, The Diogenes Club
 
Era passata una settimana da quando avevo incontrato Ian. Non avevo avuto più modo di sentirlo o rivederlo, così cercai di non essere precipitoso e di far passare un po’ di tempo. Inoltre tutto questo era per me nuovo e non volevo buttarmi a capofitto in qualcosa che, fino a poco tempo fa, aborrivo totalmente. Le mie relazioni con la gente non erano granché ed avevo tutti i motivi per continuare a vivere in questo modo e per restare rinchiuso nella mia comfort zone.
Dopo aver sbrigato alcune faccende in ufficio, decisi di recarmi – rispettando così la mia solita routine quotidiana – al Diogenes Club per rilassarmi un po’.
La mia mente ripensò a quel pomeriggio e a tutto quello che avevo provato, malgrado la mia razionalità cercasse di porre un freno, in quei momenti.
Avevo agito senza pensare, lo ammetto. Ero riuscito a scoprire dove abitasse – un gioco da ragazzi per uno come me – e avevo deciso di mandargli un piccolo regalo per scusarmi, in qualche modo, per l’incidente del giorno di Natale.
Non che stessi a pensarci molto e così gli scrissi anche un biglietto in cui lo invitavo a passare qualche ora qui, al Club. Ma subito dopo mi pentii di quel gesto così gentile e al tempo stesso impulsivo. Non era mia abitudine lasciarmi andare ai sentimenti, farmi guidare dal cuore e di conseguenza agire senza riflettere.
Di solito programmavo tutto nei minimi dettagli e doveva rasentare la perfezione, ma stavolta avevo agito in modo diverso. Perché stavolta era diverso, me lo sentivo. I dubbi però affollavano la mia mente: se qualcosa fosse andato storto? Se non avesse accettato il mio invito?
Probabilmente stavo correndo troppo e rischiavo così di fare una brutta impressione. Magari aveva già declinato il mio invito – una parte di me, quella razionale, desiderava che così avvenisse – e mi aveva giudicato come un insolente.
A dire la verità, quel pomeriggio avevo già perso le speranze da un bel pezzo ed ero rimasto stupito quando, alle cinque in punto, me l’ero trovato nella hall del Diogenes Club.
Grazie alla sua splendida compagnia passai un bel pomeriggio. Per un paio d’ore dimenticai tutti i problemi che costantemente riempivano la mia mente: dagli affari nazionali agli scandali politici, da piccole idiozie ai perenni litigi con mio fratello Sherlock. Quest’ultimi, in particolare, erano delle vere e proprie seccature.
Mi preoccupavo costantemente per lui, sebbene cercassi di non darlo a vedere, ma era come se lui attirasse guai e si cacciasse sempre in situazioni molto imbarazzanti. E le cose che mi irritavano parecchio erano il suo comportamento infantile e il suo essere così saccente.
Per la prima volta ero riuscito a distrarmi da quelle che chiamavo responsabilità e dovevo solo ringraziare Ian. Lui aveva senso dell’umorismo, – caratteristica che mancava in me – era molto divertente e allegro come lo erano tutti i giovani. Senza accorgermene sorrisi e mi sentii a disagio per quel sorriso così sincero.
Sentii un colpo alla porta e subito dopo apparve la sagoma snella di mio fratello, che entrò direttamente.
Ritornai alla realtà e mi alzai dalla poltrona un po’ frastornato. Sperai che non si fosse accorto del mio momentaneo smarrimento.
 
‘’ Fratellone, a che pensavi? ‘’ mi chiese in modo beffardo.
‘’ Nulla che ti riguardi. Piuttosto, a cosa devo la tua visita? ‘’ risposi, sorridendo sardonico.  
‘’ Riguarda forse Natale, giusto? Magari ha a che fare con quell’insolito contrattempo? ‘’ domandò Sherlock, evitando di rispondere alla mia domanda.
‘’ Sherlock, ti prego… non ho tempo da perdere con i tuoi stupidi giochetti ‘’ assunsi un’aria infastidita e incrociai le braccia, aspettando che si decidesse a vuotare il sacco.
‘’ Ti ho trovato comodamente seduto sulla tua poltrona. Non hai quindi impegni urgenti. E posso dedurre facilmente che, dal tuo sorriso di prima, si trattava di un’infatuazione. Una simpatia o qualcosa del genere, insomma. ‘’
‘’ Le tue deduzioni sono errate, fratellino. E poi, cosa ne sai tu di queste cose? ‘’ risposi, impassibile. Sherlock ritornò serio e si accomodò sgraziatamente su una delle due poltrone. Presi anche io posto e lo guardai, senza dire nient’altro.
‘’ Ho bisogno del tuo aiuto ‘’ disse, rompendo il silenzio.
‘’ Davvero? Cosa hai combinato stavolta? ‘’
‘’ Mycroft, stavolta non ho nessuna colpa ‘’
‘’ Chi è allora il colpevole? ‘’
‘’ Qualcuno ce l’ha con me e non so ancora il motivo ‘’
‘’ Hai indagato su qualcosa che non dovevi? ‘’
‘’ Per l’amore del cielo, Mycroft! Non ho nessuna voglia di scherzare ‘’
‘’ Di chi si tratta? ‘’
‘’ James Moriarty ‘’
‘’ Mai sentito nominare, ma non sarà difficile trovare qualche informazione sul suo conto. Di cosa si occupa? ‘’
‘’ Consulente criminale, mi hanno riferito ‘’
‘’ Quindi non lo conoscevi prima… ‘’
‘’ Mycroft, no. Non so davvero chi sia, né cosa voglia esattamente da me. So solo che è una questione davvero importante. Per questo sono venuto da te. ‘’
‘’ Vorresti che scoprissi qualcosa su di lui, giusto? ‘’
‘’ Esattamente, il prima possibile ‘’
‘’ Farò quel che potrò. Ma ho bisogno di avere altre informazioni ‘’
‘’ Sei o non sei il più intelligente di me, come ami definirti? ‘’
‘’ Sì, Sherlock. Non intendevo però questo: sai benissimo che se c’è qualcosa in mezzo di molto grosso, io non amo immischiarmi ‘’
‘’ Beh, fammi sapere. ‘’ concluse Sherlock, raggiungendo l’uscita.
‘’ Certamente, Sherlock. Oh, e salutami il tuo nuovo coinquilino, il dottor Watson. A proposito, come va la convivenza? ‘’
‘’ Benissimo! ‘’ una risposta secca e sarcastica uscì dalle labbra di Sherlock.
‘’ Devo aspettarmi qualche bella notizia? ‘’
‘’ Mycroft, ci sentiamo ‘’ concluse, andando via.
 
Lo fissai andare via e mi lascia andare sulla poltrona. La pausa era finita. Avevo un alto problema di cui preoccuparmi. Meglio iniziare subito le ricerche.
Passai però le restanti ore senza scoprire nulla di veramente importante. Era come se questo James Moriarty non esistesse sulla faccia della Terra. Non c’era nulla su di lui, assolutamente nulla. Né una foto segnaletica, niente indirizzo o luogo di nascita. Come se fosse addirittura un clandestino o come se avesse ripulito il suo profilo e falsificato carte, per non farsi trovare.
Eppure da come ne aveva parlato Sherlock, doveva essere molto pericoloso. Anzi sicuramente era così.
L’unico indizio era la sua professione: consulente criminale, ammesso che fosse vero. Ma cosa voleva dire esattamente con l’espressione ‘ consulente criminale ‘? Doveva ammettere che non peccava di originalità e quell’espressione nascondeva in sé qualcosa di molto pericoloso, deviante e interessante al tempo stesso. Soprattutto per uno come Sherlock, che sicuramente la vedeva come una sfida che non si poteva assolutamente rifiutare. Sherlock amava le sfide e adesso era apparso questo tizio, che gliene stava offrendo una su un piatto d’argento. Come un’esca pronta a catturare il pesce, ma alla fine chi avrebbe vinto?
Dopo aver passato delle ore invano, decisi di lasciar perdere e di ritornare a casa. Avrei chiamato Sherlock per metterlo al corrente e l’indomani avrei chiesto in giro. Avevo uomini fidati che potevano infiltrarsi ovunque, se ben pagati.
Presi cappotto e ombrello e lasciai il Club. Era una serata abbastanza umida, di lì a poco si sarebbe messo a piovere. Chiamai il mio autista ed entrai in macchina, lasciandomi alle spalle tutti i problemi.
  
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