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Autore: Purple Emotions    23/08/2014    9 recensioni
Una certa biondina spumeggiante guida con la sua moto per le strade di San Francisco, per cercare... un lavoro! E... chi sarà mai il suo 'capo'?
Avviene dopo iGoodBye e Sam & Cat (presumendo come siano andate le cose dopo l'ultimo episodio di S&C, secondo me).
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Raccontato dall'autrice]
San Francisco, California.
Tra i passanti che andavano per gli affari propri, c'era una certa bionda spumeggiante con una camicetta bianca e pantaloni attillati neri che, dopo essere arrivata, parcheggiando la sua moto nera come se fosse un auto di lusso e quindi attenta a non graffiarla, si diresse verso l'immenso palazzo 'Pear Industries'.

Arrivata alla reception, l'accolse una donna con il nome 'Victoria' stampato sull'elegante giacca. 

"Buongiorno. Lei dovrebbe essere Sam Puckett, giusto? Aveva un colloquio oggi." Le chiese la mora, "Si, sono arrivata un po' in ritardo... era il traffico!" rispondette Sam con una bugia, la verità era che lei si mise a fare una grande colazione mattutina che causò il ritardo.

"Bene, si può sedere in sala d'attesa. Quando il capo non sarà occupato, la chiamerò!" La bionda annuì alla mora, impegnata con le telefonate che arrivavano, e si sedette sulle comode sedie bianche che arredavano la sala d'attesa dell'ampio ingresso del palazzo.

Sam Puckett stava per avere un colloquio di lavoro con il capo, che facendo la sua segretaria, lo avrebbe aiutato con l'intenso lavoro che la stava aspettando. Ebbene si, Sam stava per avere un lavoro, lei lo sperava tanto. Sperava di averlo pur sapendo che, se il capo l'avrebbe assunta, avrebbe dovuto alzarsi presto ogni mattina, cosa che lei odiava. Ma doveva aver bisogno di un lavoro, per avere cibo... particolarmente pollo fritto, costolette... le cose che più adorava. 

Trovò il lavoro su internet, che diceva: 'Cercasi assistente/segretaria presso Pear Industries. Seria, e che sappia sbrigare i maggior impegni del capo in modo ordinato e pulito.' Sam non era molto ordinata, ma era pulita e molto, ma molto seria quando voleva. Quindi disse 'Perché no?' e qualche giorno dopo si mise in contatto e-mail con una delle receptionist del luogo, e così fissarono l'appuntamento. 

Questa volta stava per incontrare il capo, un uomo. Non sapeva nemmeno chi fosse, la donna via e-mail non parlò per niente di lui, disse solo che era molto giovane.
La bionda non sapeva cosa aspettarsi... ma l'istinto gli disse che non c'era di cui essere nervosi, di star tranquilla eppure stava incominciando a sudare, era tesa.

"Signorina Puckett.." Victoria, la stessa receptionist di prima, la chiamò e fece cenno di seguirla tra gli uffici.
La bionda annuì, si alzò e cominciò a seguire la mora. Nel frattempo guardava tutto ciò che la circondava: muri bianchi, porte grigie con appesi dei cognomi. 

Arrivarono in un lungo corridoio che a lato sinistro aveva, al posto dei muri, grandi vetri che insieme al pavimento finivano con una grande porta che, a differenza dalle altre era nera e non aveva appeso alcun cognome. 

"Resti qui, la chiamo subito!" Sam annuì alla donna che entrò e adesso era sola, in un lungo corridoio isolato da altre persone aspettando di essere chiamata per farle conoscere l'uomo per cui avrebbe lavorato, l'uomo per cui avrebbe sbrigato i lavori e.. le sarebbe dovuta stare al suo 'servizio'.
Stranamente, sentiva qualcosa al petto, gambe e mani gli tremavano e il suo respiro diventò affannoso, la ragazza sapeva di cosa si trattava: Il suo comportamento le stava dicendo qualcosa, qualcosa che... purtroppo, non capiva ma che avrebbe scoperto presto.

La donna uscì e disse "Prego, entri pure. Il signor Benson la sta aspettando." Sam, a sentire quel cognome, rimase immobile e scioccata ma dopo un secondo annuì ed entrò.
La donna chiuse la porta dietro lasciandola dentro l'ufficio. Una specie di trappola, da cui non poteva più uscire. Da un signor Benson di cui non poteva sfuggire, non poteva scappare.

La bionda intravide una grande poltrona in pelle nera, girata, che nascondeva la figura dell'uomo.

...E quando quella dannata poltrona si girò, la luce illuminò il volto dell'uomo che aveva un piccolo sorriso sulle labbra. 

Poco a poco, cominciò a fissare la sua mano che accarezzava il labbro inferiore... poi passò a quelle labbra così seducenti da farle percorrere un brivido lungo la schiena, a quella bocca che era irresistibile... quegli occhi, quei colori che, impossibile non notarli, splendevano anche alla poca luce della stanza... quei capelli con quel ciuffo incredibilmente perfetto che la facevano accaldare in tutto il suo corpo...
Sam rimase a bocca aperta, senza parole "F-Fre..ddie?!" le sue mani tremavano, il cuore le batteva più forte che mai e il respiro era così irregolare come se avesse fatto una lunghissima corsa da chilometri e chilometri.

"Hey, Samantha." Solamente Freddie poteva chiamarla con il suo nome completo che, invece da altre persone che se lo avessero fatto avrebbero ricevuto pugni e calci. La fece tremare ancora di più. 
Lui aveva una voce così sensuale, così attraente e irresistibile... da farla lasciare di stucco.

Il moro si alzò. Così affascinante e dannatamente bello con la sua giacca grigia scura, camicia bianca che lo aderiva stretto al suo petto, e pantaloni grigi, abbinati al colore della giacca. 
Si avvicinò a lei e le sorrise, rassicurandola. Lei gli ricambiò il suo splendido sorriso e finalmente si calmò un po'. 

"Tu.. lavori qui? A-aspetta un attimo... t-tu saresti il m-mio capo? Quello a cui dovrei fare la segretaria?" Sam capì ormai tutto. "Mhmh. E.. ho scoperto solo ieri sera che saresti venuta tu." 
Adesso stavano a pochi centimetri dai loro visi. Non si vedevano da ben tre anni. L'ultima volta fu a Los Angeles, quando Cat Valentine gli mentì dicendogli che era stata investita da un suv e... adesso, dopo un lungo tempo, era nel suo ufficio. Precisamente nell'ufficio del capo della Pear Industries. 

Fece un altro passo verso di lei e l'abbracciò, stretta tra le sue forti braccia. La bionda non rifiutò e appoggiò la testa sulla sua spalla, il moro le baciò la testa e accarezzò i suoi riccioli biondi per cui aveva sempre avuto un debole. La ragazza odorò il suo irresistibile profumo maschile e quasi sveniva, era da anni che non sentiva questo profumo. E in solo attimo, tutti i sentimenti le si accendettero e sentì quelle famose 'farfalle allo stomaco' che detestava perché la faceva sentire... dolce e... tenera, cosa che nel suo carattere non c'era ma... forse un briciolo. 

"Vieni, siediti." Disse Freddie mentre si staccarono e invitarla a sedersi di fronte alla scrivania.
L'ufficio era ben arredato con muri bianchi, scrivania nera lucida che tratteneva il peso del computer insieme a cartacce di lavoro, e infine una bella vetrata dietro di lui che dava luce alla stanza.

Il ragazzo si sedette e la guardò, sporgendosi un po', li divideva solo la scrivania. 

"Allora... signorina Puckett, che ci fa qui a San Francisco?" Le chiese il moro, sorridendo. 
"Prima di tutto non chiamarmi così, Benson e... si, mi sono trasferita da Los Angeles a qui circa quattro mesi fa. Cat è al college e quindi si è dovuta spostare lì perché le permettono di avere una stanza insieme ad un'altra coinquilina." Spiegò Sam, guardandolo attentamente perdendosi nelle sue piscine d'occhi color cioccolato che le trasmettevano un senso di protezione, tranquillità.

"Ah, e... dove vivi?" Chiese lui, incuriosito "Non è distante, comunque vivo sola. E sono qui solamente perché a Mamma servono soldi per la sua carne!" il moro ridacchiò e poi disse "...Va bene, Puckett allora, ricordati che domani dovrai vestirti un po' elegante, qui vogliamo eleganza e classe ma senza esagerare!" 

Lei era confusa, non capiva. L'aveva proprio assunta? "No, non ho capito. M-mi stai dicendo che sono assunta?" Lui annuì tranquillo "Beh... certo! Ti conosco da una vita, Sam e... so che in fondo potresti fare un ottimo lavoro! Oh, e saranno cinquecento dollari al mese!" lei non ci credette e subito, allegramente, corse verso di lui sedendosi sulle sue gambe, abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia.
"C-c-cinquecento dollari?!" Lui, ridendo, annuì e ricambiò l'abbraccio.

...E adesso la bionda si perse, si perse nei suoi occhi che la fissavano intensamente. L'azzurro oceano incontrava il marrone cioccolato dei suoi occhi, che la facevano sciogliere, non letteralmente ma, dentro se.

"Sai, stavo pensando che... potremmo incontrarci stasera nel tuo appartamento, o magari nel mio, per... che so, una piccola cena! Eh, ti va l'idea? Se dici di no, non fa nul-" Freddie fu interrotto dall'indice di Sam, che lo zittì alle labbra solamente col dito.

"Si Benson. M-mi sei mancato e... molto. E ci vediamo stasera alle otto, da me!" Lei gli sorrise, gli strofinò la punta del suo naso al suo, poi appoggiò la fronte alla sua guardandolo intensamente e con un occhiolino si alzò e andò verso la porta.

"Anche tu mi sei mancata. E... oh, Sam lo sai che domani devi essere qui alle sette e mezza del mattino?" 

"Oh, ti prego Frednerd... non ricordarmelo! A più tardi." Lei fece finta di sbuffare e rise un po', insieme a lui andando via chiudendo la porta.
***************
Erano le sette e nel suo appartamento, Freddie Benson si stava preparando per l'appuntamento che aspettava da tempo.
Viveva, come Sam, solo ma sempre con il controllo della madre che lo chiamava ogni mattina. 

Andò verso il bagno e si fece una rinfrescante doccia che poi, dopo aver finito, uscì con un asciugamano intorno alla vita e andando verso la camera da letto, dove teneva anche l'armadio, si vestì con una camicia azzurra che abbracciava le sue braccia muscolose, cravatta grigia scura, pantaloni neri e giacca nera. Non dimenticò la sua acqua di colonia maschile alla quale sapeva che Sam non poteva resistere. 

Era pronto. Uscì e andò, con la sua auto grigia, verso l'indirizzo dell'appartamento di Sam che, lei gli disse mandandogli un e-mail. 
***************
Erano le otto e,
Indossando un bell'abito verde scuro che abbracciava il suo corpo sinuoso fino alle ginocchia con tacchi neri, Sam Puckett aprì la porta del suo appartamento dopo aver sentito bussare, ritrovandosi così alla porta d'ingresso un ragazzo abbastanza attraente per i suoi occhi.

"Hey, s-stai... sei molto bella!" Disse Freddie, incantato dalla bellezza della ragazza. "Grazie, vieni! Entra." Lui annuì e la seguì verso la cucina in cui al centro si trovava un tavolo con due siede per la cena.

"Complimenti, il tuo appartamento è molto accogliente!" Il moro si complimentò alla bionda che dopo lo ringraziò. "Aspetta, dammi la giaccia." E senza dar tempo al ragazzo di rispondere lei era dietro di lui, sfiorandogli il collo con le unghie che lo fece rabbrividire, e prendendogli la giaccia per poi tirarla dalle spalle e metterla sull'appendiabiti dell'ingresso. 

Lui la ringraziò, e qualche minuto dopo stavano cenando.

"Allora... signor io-so-tutto-e-mi-vanto-del-mio-lavoro-tecnologico Benson, come hai fatto a trasferirti qui e essere il capo della Pear di San Francisco?" Gli chiese lei, prima di mandare giù un'altra forchettata, con un grande sorriso che la rendeva ancor più bellissima di prima, 
"Primo: non mi vanto del mio lavoro, secondo: le tue lasagne sono meravigliose, e terzo: mi sono trasferito qui un anno fa col grande consenso di mia madre, ho trovato il posto di lavoro iniziando a proporre qualche idea e dopo di che, apprezzando le mie abilità, mi hanno assunto come capo, avendo un ufficio tutto mio!" rispose lui felice. 

"Ah, lo sapevo! Quella pazza di tua madre non ti ha mollato! Ahahah!" Lei rise e lui ridacchiò.
"...Si, comunque... mi sono mancati questi momenti sai?" Al moro le mancava tutto di lei: La sua voce che arricchiva con le risate, il suo sorriso da vera principessa, i suoi biondi riccioli morbidi, e poi i suoi occhi, la meraviglia assoluta. Le prese la mano, accarezzandola.
"Si, anche a me." Disse la bionda, guardandolo. E ovviamente, anche lui gli era mancato: La sua profonda voce maschile che le faceva sempre avere un grande effetto, il suo sorriso che la faceva impazzire, i suoi soffici capelli castani... e, come lui, i suoi occhi così misteriosi e penetranti che la facevano tremare, pur essendo così rassicuranti. 

"Così... adesso sto cenando col mio capo che, potrei anche insultare?" Si chiese lei, ad alta voce, con un grande sorrisetto stampato sulla faccia, dopo che tolse la sua mano dalla sua. "Beh, sembra di sì. Ma non puoi insultarmi perché sai benissimo che posso usare la tua assunzione a mio vantaggio!" Disse il moro, facendole l'occhiolino e sorridendo. "Oh, che paura! Freddie-racchio mi licenzierà!" Il ragazzo rise al nomignolo della bionda, "...Credo proprio che mi siano mancati anche i tuoi nomignoli, principessa Puckett!" rispose lui sorseggiando l'ultima goccia dal bicchiere di vino rosso. 

"Stessa cosa per me, Freddork!" Lei, dopo aver finito di mangiare, si alzò e si diresse in salotto sedendosi sul divano, lui la seguì e le fece cenno di sedersi accanto a lei che accettò con piacere. 
"Allora, vuoi vedere un film? Come ai vecchi tempi di liceo!" Gli propose lei "Certamente! ...Azione e thriller?" 
"Ovvio!" 
***************
Mentre stavano guardando il film seduti comodamente sul divano, Sam appoggiò la testa sulla spalla di Freddie, lui l'abbracciava la vita con il braccio sinistro. 

Lei, qualche secondo dopo, si accorse che quella manina era un po' salita, fermandosi appena sotto il seno. 
"Prova a portare quelle mani dove non dovrebbero stare e domani ti risveglierai ammanettato a questo divano con soli boxer e ossa delle braccia e gambe doloranti." Il moro sentendo quelle parole, rabbrividì un po' al pensiero e spostò la mano al punto di prima, la vita. 

Il film finì, il moro si alzò, si diresse verso il corridoio dell'ingresso seguito dalla bionda. 
"Beh, sono le undici e mezza, credo che dovrei andare... la serata è stata magnifica! Ci vedia-" E, voltandosi, prima che potesse finire le parole due mani le afferrarono la cravatta che, tirandola senza far male, lo avvicinò a due labbra schiantandole con le sue.

La bionda lo baciò come quella volta del 9 Aprile 2011 di quella notte a scuola, questa volta tirandolo dalla cravatta e non dal colletto della camicia.
Lui mise, dolcemente, una mano sulla sua vita e un secondo dopo si staccarono.
Si diedero intensi sguardi e il ragazzo rimase senza fiato dalla bellezza della ragazza: Le sue stupende labbra gonfie di bacio che lo facevano estasiare... i suoi occhi, la cosa più preziosa che avesse mai visto, che lo guardavano dal basso perché c'era una piccola differenza d'altezza che, anche questo, lo facevano impazzire dalla tenerezza... i suoi capelli biondi, così selvaggi ma pur soffici e delicati al suo tocco... 
Tutto, ma proprio tutto di lei era qualcosa di perfetto. 

"S-scusa..." Disse lei, distogliendo lo sguardo di lui. 

Lui la guardò ancora e sorrise, e improvvisamente la prese strettamente per la vita e la sbatté, senza farle del male, contro il muro vicino alla porta. 

"Non... fa nulla. Anch'io vorrei fare qualcosa." Gli sussurrò lui, con voce roca, facendole scorrere i brividi lungo la schiena di lei. 

...E scoppiarono i fuochi d'artificio.
Freddie la baciò in modo aggressivo, facendole capire che aspettava da molto tempo questo. Sam non lo respinse e si aggrappò alle sue forti spalle per tenersi alla sua presa.
Il moro le leccò il labbro inferiore facendole accedere la lingua alla sua bocca.
Scosse elettriche nel corpo del ragazzo, fiamme di calore nel corpo della ragazza.
Erano così selvaggi, così aggressivi con le loro lingue.. stavano avendo una vera e propria lotta. 

Pelle d'oca, brividi, elettricità e scintille, tutte in un solo instante, in entrambi i corpi.
Lei spostò la mano per sentire col suo tatto i capelli marroni, così soffici, così morbidi... che li pasticciava con rabbia, senza farle del male perché... quel dannato Freddie Benson le faceva provare questo, la faceva accaldare, la faceva quasi esplodere. 
Lui spostò la sua mano alla coscia, stringendola possessivo, per poi aggrapparsela a se, intorno alla sua vita ma tenendola e stringendola ancora per farle capire che lei era sua, e stessa cosa per lui, era suo. 

Spostò la bocca dalla sua, lasciando una calda scia di baci sul collo facendole tirare all'indietro la testa per dargli l'accesso.
Lui lo sapeva, sapeva benissimo che anche in Sam Puckett si nascondeva un punto debole, ovvero il collo che un secondo dopo fu divorato di baci umidi, e poi con una leggera leccata la fece tremare, sorrise a se per come lui la faceva sentire. E poco dopo, sul punto del collo bagnato dalla sua lingua, gli soffiò facendola rabbrividire ancor di più.

La bionda, in modo frenetico e con occhi chiusi, cercò la sua cravatta per poi allentarla e strapparla dal suo collo in modo così violento che il moro ringhiò un po' e spostò la sua mano verso l'altra coscia e aggrappare anche quella intorno alla sua vita, tenendo il suo peso per le cosce.
Poco dopo lei, lasciando andare le sue mani per poi portarle al colletto della sua camicia, sbottonò i primi due e...

"Portami... a letto, Benson." Anche se era un piccolo mormorio, per Freddie quella voce è stata la più seducente che avesse mai sentito, al suo orecchio che poi, al lobo, fu mordicchiato un po'.

E baciandosi ancora, arrivarono in camera da letto. Poi, una certa biondina spumeggiante fu gettata sul letto.

Dopo, il moro sbottonò gli ultimi bottoni della sua camicia azzurra gettandola a terra e, guardandola profondamente negli occhi, gli lanciò uno sguardo intenso.

Se pur era poca la luce che proveniva dalla lampada sul comodino, due occhi azzurri non potevano non notare il muscoloso torso del ragazzo.
Mordendosi il labbro inferiore, i suoi occhi iniziarono con i bicipiti così forti, così potenti come l'acciaio che, alla bocca di lei, erano da mordere, letteralmente, di quanto fossero enormi... poi i pettorali, così maschili e così scolpiti... dopo arrivò agli addominali a 'tartaruga', così potenti e impossibile distruggerli che, li fecero venire l'acquolina in bocca... ed infine quei muscoli vicino ai fianchi che formavano una V, lei vedendo questo non riusciva a trattenersi... era troppo accaldata, non riusciva a muoversi... 
E il tutto, condito con una bella pelle abbronzata dar fare invidia ad altri uomini. 

"Per essere un nerd, hai un bel fisico!" Dichiarò lei facendogli un sorrisetto malizioso. 

E con un "Grazie Puckett, non sei niente male anche tu!" lui si lanciò su di lei, dando inizio ad una notte passionale piena di emozioni.
***************
La mattina dopo una Sam nuda, ma coperta dal lenzuolo, si svegliò con un braccio maschile che le stringeva la vita e, spostandosi un po', sentì un petto caldo dietro di lei.

Aprì subito gli occhi e i ricordi della notte scorsa le invasero la testa facendola arrossire. Notò poi che i loro vestiti erano sparsi ovunque e ridacchiò alla vista di un reggiseno nero sopra la lampada, gettato dall'euforia della notte scorsa. 

"Buongiorno... mia cara segretaria." Dopo aver sentito questo mormorio dietro, un paio di labbra le dettero un bacio sul collo, poi sulla guancia ed infine sulle labbra, facendola tremare e lui sorrise a se stesso per le sensazioni che le dava. 

"Buongiorno Freddie-racchio!" E con questo si alzarono, coprendosi un po' dal lenzuolo e con fortuna, togliendosi l'imbarazzo, ritrovarono vicini a loro le loro rispettive biancherie intime.

Mentre lei raccolse i suoi vestiti... lui, dopo aver messo i pantaloni ma rimanendo a torno nudo, le se avvicinò da dietro, mise le mani sulla vita nuda stringendola, che la fece rabbrividire. "Non ho mai smesso di amarti. Ti amo, piccolo demonio biondo." 
Con questo sussurro così sensuale all'orecchio della bionda... incredibilmente, la stordì che poco dopo, voltandosi, la ragazza lo baciò profondamente sulle labbra facendolo sorridere,
e non smisero di guardarsi negli occhi pieni di lussuria mentre assaporarono il gusto delle loro bocche.

"Ti amo anch'io, ma non aspettarti che ti porterò il caffè nel tuo ufficio. Mamma non è agli ordini di nessuno!" Le disse lei, con un braccio alle spalle di lui e l'altra mano che con l'indice le toccava le labbra gonfie dal bacio. 
"Ah, davvero principessa Puckett?" Con un sorrisetto malizioso le chiese il moro.
La bionda amava quel soprannome, la faceva considerare una principessa davvero! Eh si, l'unico ragazzo sulla Terra che conosceva il vero cuore, pieno d'amore, di Samantha Joy Puckett era proprio Fredward Karl Benson. 
***************
Dopo che fecero l'amore per una seconda volta e, facendo una doccia vaporosa e piena di passione insieme, arrivarono insieme a lavoro perché... 

perfino nel lavoro, il destino voleva che questi due stessero insieme, per sempre.
----------The End----------

°Angolo dell'autrice°
Wow! Allora, vi informo che questa è l'unica one-shot in cui sono andata un po' oltre il limite, fin'ora... Ahahahhahahahha! :) Sulla mia pagina Facebook "iPaty with you.", è piaciuta parecchio! Spero che vi piaccia anche qui e di lasciare delle recensioni! In questa ho dato tutta me stessa! :) Comunque, andiamo... chi non vorrebbe vederli così?! Sono troppo perfetti! *O* Li amo troppo, sono la mia vita!! 
...Comunque, avete visto che Nathan Kress ha fatto l'Ice Bucket Challenge... a PETTO NUDO? Oddio, è troppo bonooooooo!!! Hanno nominato anche Jennette McCurdy e Miranda Cosgrove, spero lo facciano! Ahahahahhhaah!!! :D 
Tornando a noi, beh: se trovate qualche errore, mi scuso. 
Spero che in questa ricevo molte recensioni, ci tengo ed è molto importante per me!! ;)
Milioni di baci,
-Purple Emotions
   
 
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