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Autore: Violet_Snowflake    23/08/2014    3 recensioni
Avevano fatto una piccola gita, a soli sei anni, nella grande Londra: una per assistere alla partita del Chelsea insieme al suo papà e l’altra per visitare la National Gallery con la sua mamma. Ed era stato amore a prima vista.
“Io voglio mettere un mio disegno insieme a quelli di grandi artisti!” aveva urlato Zailia “E voglio studiare a Londra!” annuendo con la testa mentre, con un nuovo pastello colorato, concludeva il suo disegno.
“Io voglio andare ovunque ci sia tu, Zai. Ovunque andrà bene!” aveva urlato Noel, agitando il suo biscotto al cioccolato per aria, incurante delle briciole sul viso e dei residui di cioccolata sulle labbra.
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CandyBoy!AU
Con la partecipazione speciale di Perrie, Sophia e piccoli accenni Gemma.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender, Incest
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Cioccolato bianco e Tabacco.
 

 

L’aria è fredda e la neve, che non aveva per un attimo smesso di cadere in piccoli fiocchi, copre ogni cosa con il suo candore. Zailia, stretta in una caldissima coperta di pile blu, è seduta sul davanzale della finestra con una tazza di caffè bollente tra le dita e una sigaretta tra le labbra, immersa in pensieri capricciosi che le fanno aggrottare la fronte e mordicchiare il labbro inferiore. La stanza è immersa nel buio, a fare luce solo il lampione posto – per fortuna o sfortuna ancora non lo sapeva – proprio di fronte la loro stanza, e il silenzio è interrotto solo dai sospiri di una Noel addormentata. Studiare a Londra, in una grande città piena di opportunità e meraviglia, era sempre stato il suo più grande desiderio. Secondo solo a quello di passare la vita con Noel. Ed è questo suo egoismo, che la fa svegliare nel cuore della notte e riflettere, proprio come in quel momento, su cosa fosse giusto e cosa no. Avevano fatto una piccola gita, a soli sei anni, nella grande Londra: una per assistere alla partita del Chelsea insieme al suo papà e l’altra per visitare la National Gallery con la sua mamma. Ed era stato amore a prima vista.
“Io voglio mettere un mio disegno insieme a quelli di grandi artisti!” aveva urlato Zailia “E voglio studiare a Londra!” annuendo con la testa mentre, con un nuovo pastello colorato, concludeva il suo disegno.
“Io voglio andare ovunque ci sia tu, Zai. Ovunque andrà bene!” aveva urlato Noel, agitando il suo biscotto al cioccolato per aria, incurante delle briciole sul viso e dei residui di cioccolata sulle labbra. Zailia sorride a quei ricordi che però le fanno accartocciare anche lo stomaco. Noel l’aveva sempre sostenuta, aveva sempre acconsentito ad ogni suo capriccio e ad ogni suo cambio d’umore mentre lei si era sempre solo limitata a trascinarla lontano da casa. Si volta a guardarla, trattenendo il respiro per non fare rumore, quando un piccolo lamento, simile a quello di un bambino, sfugge dalle sue labbra .
“Zai?” sussurra “Zai, vieni a letto, sto congelando senza di te!” e semplicemente Zailia, dopo aver posato la tazza ormai vuota e spento la sigaretta ormai finita, si lega i capelli in una crocchia veloce e si stende al suo fianco, lasciandosi avvolgere dalle braccia di Noel.

 

“Accidenti! Accidenti! Accidenti!” sta urlando Zailia, con un piede in uno stivale nero, un pezzo di merendina alla nocciola tra le labbra e saltellando per infilare uno stivale marrone. “Accidenti Nel, devi svegliarti. Faremo tardissimo ed io devo fermarmi a comprare una nuova tela per il corso di oggi! Ti prego Nel, sveglia!”. Si guarda allo specchio imprecando tra i denti quando si accorge degli stivali diversi e della camicia a quadrettini rossi e neri chiusa malissimo, con quattro o cinque bottoni saltati. “Nel, se ti svegli adesso e se saremo fuori dal dormitorio entro cinque minuti ti darò un bacio.” prova ancora, solleticandole il fianco leggermente scoperto dal piumone. Noel sorride e “Lo hai promesso, Zai. E tu mantieni sempre le promesse!” sussurra strofinandosi un occhio col pugno chiuso. Zailia arrossisce ed annuisce timidamente “Adesso però muoviti.” si riprende, cercando il suo stivale nero.

Ovviamente, come è solita routine, hanno perso il treno.
“Perché non mi hai baciata direttamente? Mi sarei svegliata molto prima!” sbraita per l’ennesima volta Noel, imbronciandosi, ma incrociando le loro dita. “Anzi, quando mi darai questo bacio, mh?” domanda, stringendo la presa sulla sua mano.
“Non riceverai nessun bacio da me, Nel. Ti sei svegliata, sì, ma abbiamo perso quasi mezz’ora dal panettiere perché non sapevi che gusto di brioche comprare!”
“Dai, Zai! Non metter su quell’espressione imbronciata! Sorridi se ti cedo metà del bombolone alla crema?”. Poi semplicemente si fanno più vicine, Noel con la testa sulla spalla di Zailia, di poco più alta di lei, e le mani intrecciate. A guardarle, non c’è nulla di più meraviglioso.

 

“Noel! Noel!” la bionda si volta giusto in tempo per afferrare una ragazza tutta capelli lilla ed occhi splendenti. “Finalmente! Sono quasi tre piani che ti inseguo urlando il tuo nome.” le lancia un’occhiataccia prima di sistemarsi la gonna floreale. “Dov’è Zailia?” chiede in fine, un sorriso bellissimo e gli occhi a brillare come due stelle. Noel scuote la testa, non trattenendo una risatina. “Perrie. Perrie. Perrie!” ripete come una cantilena “È a lezione, comunque. Oggi siamo arrivate in ritardo e si è trattenuta anche nell’ora del pranzo in classe.”
“Ecco perché non vi ho viste in metropolitana stamattina! Pensavo fosse malata, mi ero preoccupata!” Noel allora sorride e le accarezza dolcemente i capelli.
“Non viziarla troppo, però! Dai su, vieni a pranzo con me così ci teniamo compagnia!” conclude, avvolgendole le spalle con un braccio.

 

“Chi è la tua Musa, questa volta?” chiede il professore, grattandosi la leggera barbetta che gli sporca il mento. “Di nuovo la tua ragazza?” ammicca, osservando come la mora conosca a memoria ogni dettaglio del corpo della donna ritratta, “Anche io uso il mio compagno come Musa... Ho dei nudi a casa che, sono meglio dell’originale!”
“Professor Tomlinson!” Zailia ride, scuotendo la testa al sorriso compiaciuto del suo professore ma “E’ mia sorella gemella...” spiega tornando a concentrarsi sul disegno, il professore che ancora ridacchia un “Quel nudo di Harry mi è venuto una meraviglia!” mentre ritorna alla cattedra. La mora si ferma per un secondo, posa il pennello sul cavalletto e contempla quell’unico dettaglio a cui ha osato dare del colore: le labbra. Sono gemelle, ma non potevano essere più diverse: pelle chiara come la neve e dorata come il caramello; occhi più limpidi del cielo di Settembre e scuri come il pregiato legno di Noce; chiome folte da far invidia a spighe di grano e stecchette di vaniglia. Due opposti. In molti, specialmente quando da piccole erano solite gironzolare per le strade di Bradford mano nella mano, avrebbero pensato alle più disparate ipotesi ma non che fossero gemelle. Controlla un’altra volta il suo lavoro, lo studia nei minimi dettagli senza sorprendersi minimamente di come conosce anche la più piccola ombra che si crea sul suo corpo. Nella mente i ricordi di quando, durante i suoi primi lavori su tela, Noel restava per ore in posa a lasciarsi studiare ed ammirare con le guance arrossate e gli occhi luccicanti. I sensi di colpa a pesargli sul cuore mentre controlla l’orologio e si accorge che ormai l’ora di pranzo è terminata e lei, non solo è rimasta digiuno, non ha raggiunto Noel nell’unico momento della mattinata scolastica che riescono a passare insieme. Dovrò aspettare la fine delle lezioni... pensa mentre sciacqua il pennello sporco di rosa che ha utilizzato.
“Scusi...” alza il volto di scatto, un sorriso a deformarle il viso.
“Noel...” sussurra sorridendo.
“Ti ho portato un po’ del mio pranzo, non riuscivo a pensare che saresti rimasta digiuno.” sta sorridendo. Non la merita una donna così nella sua vita, sempre pronta a prendersi cura di lei. Non ha neanche il tempo di chiedere il permesso che il professore la sta già spingendo fuori, con un sorriso luminoso ed un occhiolino.
“Grazie!” sussurra.
“Adesso posso avere il mio bacio?” chiede Noel, con un sorriso luminoso che fa solo arrossire Zailia. Cosa più unica che rara, privilegio unico di Noel. Non riesce a trattenere una risata rumorosa alla vista della faccia sconvolta e delusa della gemella quando tutto ciò che riceve è un semplice bacio sulla guancia.

 

“Zailia!” urla qualcuno alle loro spalle. Noel è già sorridente quando Perrie si avvicina, sorriso che – a differenza di quello di Zailia che non è mai apparso – non svanisce neanche quando Perrie afferra il braccio della mora e se la tira contro, costringendola ad allentare la presa sulla mano della sorella.
“Hai ricevuto i miei dolcetti?” domanda la più piccola, stringendosi maggiormente alla mora che nega con un gesto secco del capo. Non ha voglia di parlare, non ha voglia di fare nulla che non coinvolga un letto caldo e delle coccole con sua sorella. Perrie lancia un’occhiataccia a Noel che ride, illuminando il mondo, mentre “Erano a pistacchio, Zailia lo odia!” dice, alzando una spalla.
“Davvero non ti piace il pistacchio?” chiede, appendendosi maggiormente al suo braccio, “Cosa devo regalarti, allora?” la mora guarda per un istante il viso della sorella che, anche se sta sorridendo, ha gli occhi vuoti così “Cioccolato bianco.” dice, sforzandosi di sorridere. Sorriso che nasce luminoso e splendido sul viso di Noel a quelle parole. Dopotutto è il suo gusto preferito.

Le cinque scatole di cioccolatini a cioccolato bianco e cioccolato al latte che arrivano quel pomeriggio fanno saltellare Noel che, come una bambina, le contempla prima di aprirle alla rinfusa.
“Non avresti dovuto dirle il mio gusto preferito... A te il cioccolato bianco non piace. Avrei divorato anche quelli a cioccolato fondente, ma almeno li avremmo mangiati insieme.” si imbroncia all’improvviso, abbassando lo sguardo, senza toccare il cioccolato. “Non voglio mangiarli se non lo fai anche tu, Zai.” piagnucola.
Sono in strada, abbracciate sotto lo stesso ombrello, cinque minuti dopo. Due sorrisi gemelli sul viso, che si ingrandiscono quando, davanti la vetrina di dolciumi, Noel “Quelli fondenti!” ordina. Zailia non riesce a smettere di sorridere, emozionata. Sta sorridendo non solo con la bocca ma anche con gli occhi, le mani, i denti ed il corpo perché non c’è niente di più bello al mondo di Noel contenta. Le sfiora la schiena, liscia e nascosta sotto numerosi strati di vestiti per ripararsi dal freddo, facendola rabbrividire. Lo sguardo luminoso che le regala vale più di ogni tesoro.

 

 

“Noel, hai per caso visto la mia...” si blocca, lo sguardo perso a contemplare il corpo snello dalla pelle bianca, come la neve che ancora ricopre il mondo fuori dalla loro finestra, “Camicia.” conclude, boccheggiando in cerca d’aria. Non è la prima volta che la vede così, numerose volte hanno fatto la doccia insieme, ma l’asciugamano lilla, a contrastare con il candore della pelle, che copre mollemente il suo fondoschiena lasciando libera la schiena percorsa da qualche gocciolina impertinente di acqua le mozza il respiro. Non è neanche la prima volta che si trova a pensare quelle cose su sua sorella, a desiderare di essere non se stessa  per poterla toccare e sfiorare come i meandri più segreti della sua mente e del suo corpo desiderano. Noel è arrossita, nota con piacere, mentre le sorride.
“Questa?” dice e Zailia la guarda confusa per un po’ e solo quando Noel le indica una camicia viola a quadretti più scuri con un cenno del capo, annuisce. “Volevo metterla io, scusa. Puoi prenderla comunque se ti serve...” si volta di nuovo, l’asciugano ancora a pendere mollemente sulle sue curve mentre si china a prendere l’asciugacapelli. Ha solo bisogno di toccarla. Manda a puttane quello che è il suo buonsenso e le si avvicina, una mano appoggiata sulla parte più bassa della schiena di Noel per poi risalire lentamente facendola respirare troppo velocemente. Vorrebbe osare, vorrebbe troppe cose che però non può avere e, colpita dalla verità come una secchiata d’acqua ghiacciata, le lascia un bacio veloce sulla guancia e senza dire una parola scappa via. Vorrebbe essere chiunque, ma non se stessa.

**

Due settimane dopo la fuga dal bagno, le immagini di Noel ancora ad infestare i suoi sogni, Zailia ha cambiato molte delle loro abitudini. La prima, quella che gli ha fatto più male di tutte, è stata dormire in letti separati. Noel aveva protestato per tre giorni interi, non capendo l’improvvisa decisione della sorella di metter fine ad una cosa per loro così importante. Era stato difficile prendere sonno, senza il calore di Noel sul petto ed il suo profumo sul cuscino. Non le stringe più la mano e non l’abbraccia più. Nel tratto dal loro dormitorio alla metropolitana camminano distanti e solitamente Noel si estrania indossando le cuffie per ascoltare musica ad un livello davvero troppo alto. Si sente vuota ma ha preso la decisione giusta. Lei non può costringere Noel a restare al suo fianco, tenerla legata a sé a causa del suo egoismo. Per una volta, una fottutissima volta, avrebbe messo il bene di sua sorella – della persona che più ama al mondo – davanti ad ogni altra cosa.

**

Quando il mondo di Zailia prende un altro colpo è ormai allo scadere della quarta settimana – un mese di finti sorrisi, di occhi costantemente lucidi e mani che tremavano in cerca della copia gemella a cui aggrapparsi. Perrie è sorridente, come sempre, quando si avvicina a lei stringendole la mano ed ha un sacchetto di cioccolatini al cioccolato bianco stretto nell’altra mano. Vorrebbe urlare.
“Ho pensato che potremmo comprare qualcosa per Noel, che ne dici?” allo sguardo confuso della mora Perrie si morde il labbro e sbuffa “Per la borsa di studio che ha vinto, sciocchina!” continua a guardarla confusa, a non capire cosa stia succedendo. Noel non le ha parlato di nessuna borsa di studio, oltre quella del Liverpool FFC che però aveva deciso poi di rifiutare. Era convinta che sarebbero rimaste insieme per sempre, che Noel non sarebbe mai andata via da lei. “Non ne sapevi nulla?” chiede Perrie, e la confusione che si proietta sul viso della più piccola, consapevole del legame particolare tra le due gemelle, è l’ennesima doccia fredda per Zailia.
“Me ne ha parlato Sophia, stanno uscendo spesso insieme loro due... Sul serio non ne sapevi nulla?”
Stanno uscendo spesso insieme loro due.
Insieme loro due.
Loro due.

La mano di Perrie legata alla sua è troppo piccola e fredda. Gli occhi che la stanno guardando confusi sono troppo simili al mare. Il biondo dei capelli che stanno svolazzando al vento sono troppo simili al colore della sabbia. È tutto troppo diverso.
“Sono davvero carine insieme. Ho saputo da Gemma che le ha viste spesso in un ristorante non distante dall’università, mano nella mano. Sono così diverse eppure bellissime, non trovi?” non ha realmente il tempo neanche di prendere un respiro e urlare che no, non le trova bellissime perché Noel è bellissima solo quando la sua pelle entra in contrasto con la sua più scura, quando l’aria della piccola saletta fumatori viene riempita dal profumo di cocco e papaya di Noel. Lo riconoscerebbe ovunque. Sorride raggiante, la mano intrecciata a quella della castana ed una giacchettina blu, a coprirle le spalle, che non le appartiene. E’ di Sophia pensa, con un nodo in gola. È bellissima, e sul serio insieme alla castana sta benissimo, e ha solo bisogno di uscire e lasciare che la pioggia gelida che batte contro i vetri delle finestre la calmi.
“Ragazze!” l’occhiataccia che regala a Perrie, ancora con la mano in aria per attirare l’attenzione di sua sorella, potrebbe ucciderla se ne fosse capace. Il sorriso di sua sorella si inclina per un attimo ma è una frazione di secondo e, ad un occhio meno esperto, qualcuno che non la conosce così come la conosce Zailia non avrebbe mai potuto farci caso. Mantiene gli occhi bassi e sussurra solo un flebile “Ciao!”.
“Siete davvero carine, insieme!” cinguetta Sophia, indicando lei e Perrie. Noel annuisce, sorridendo ed è contenta, nota con dolore Zailia.
“Grazie!” squittisce la più piccola “Zai...”
“Scusate, ho lezione. A dopo.” la interrompe Noel prima di correre verso l’uscita.
“Ma ha l’ora di spacco, adesso.” e Zailia neanche le sta ascoltando più.

 

Trova Noel accartocciata dietro un muretto, la pioggia a bagnarle la divisa da calcio. Sta singhiozzando, nota con tristezza.
“Nel...” sussurra, avvicinandosi lentamente. “Stai... bene?”
“Sì, certo. Torna dentro, ti ammalerai altrimenti.” di nuovo a prendersi cura di lei, di nuovo a mettere Zailia avanti a se stessa. Sta tremando e Zailia ha quasi paura di toccarla. Il brivido che la percorre quando la stringe a sé la fa sentire a casa, di nuovo a casa dopo un mese di vagabondaggio.
“Perché...? Zai, dimmelo. Spiegami perché io non vado più bene per te. Posso diventare più silenziosa ed ordinata, lo giuro. Non mangerò più a letto e smetterò di prendere i tuoi vestiti.” singhiozza “Farò tutto quello che vuoi per essere alla tua altezza e non essere un peso, per te.”
“Noel...”
“Ti giuro che nei giorni in cui vuoi stare con Perrie, andrò a dormire da Sophia. Ho anche trovato un lavoro perché tu hai bisogno di studiare duramente e non puoi lavorare e pensare a tutto il resto. E, se Perrie ti rende felice, allora anche io sono felice”. Zailia ha un tuffo al cuore, si sente un mostro e sa di non meritarla.
“Merda.” sibila, gli occhi gonfi e pieni di lacrime. “Cazzo, Nel. Cazzo. È per questo. Cazzo.” non riesce a trattenere le lacrime. “Io non sono felice proprio di niente. Non ci riesco. Non riesco a smettere di essere egoista. Tu e Sophia, insieme...”
“Cosa?” la interrompe la bionda, alzando un sopracciglio “Sophia è fidanzata con Liam, il cuoco del ristorante vicino all’università...” il cuore di Zailia fa una capriola, poi un’altra ed ha paura che gli possa schizzare fuori dal petto, se non si calma. “Come hai anche lontanamente potuto pensare che io potessi volere qualcun altro al mio fianco, e nella mia vita, se amo solo te?”
Amo solo te.

Si porta una mano al petto per cercare di placare il suo cuore.
“Io... Perrie mi ha detto che voi camminate mano nella mano e che vi hanno visto insieme al...” ma il problema non è questo. Lei non ha intenzione di incatenarla a sé, non ne ha diritto, prima di tutto. “Perché non mi hai detto della borsa di studio? Allora il Liverpool FFC ti ha preso? Perché non mi hai detto che avevi intenzione di fare domanda?”
“Sei tu che hai smesso di parlarmi all’improvviso. Scappando quando io volevo parlare, trattandomi come una comune conoscente.  E quante volte devo dirti che non sei egoista? Non mi hai puntato una pistola alle tempie per farmi venire con te a Londra, sono io che ti ho seguita e non ho dovuto rinunciare a nulla per essere qui con te, anzi... Mi hanno dato una borsa di studio per il Chelsea FFC, con un appartamento per due a metà strada dall’università e lo stadio. Ed ho trovato un lavoro, io non voglio che tu vada via da me... Io non sono nessuno se non ho te... Io ti amo Zailia, come puoi pensare di essere egoista? Al massimo l’egoista sono io che, a discapito della tua felicità, ho tenuto lontano delle persone. Perché la mia gelosia è assurda... Perché anche se ho detto di essere contenta per te, sai di te e Perrie, il solo pensiero di doverti dividere con qualche altra persona è dilaniante p...”. Ha sentito abbastanza. Noel ha gli occhi gonfi e rossi, il naso ghiacciato ed i capelli completamente appiccicati alla fronte a causa della pioggia ma, allungando una mano, le afferra la nuca e l’avvicina a sé. Il bacio che si scambiano è inizialmente lento e timoroso ma quando Noel stringe le braccia al collo della mora per stringerla maggiormente a sé e la invita ad aprire le labbra, stuzzicandole con la punta della lingua, finalmente sboccia la passione. Si sono scambiate numerosi baci a stampo, specialmente quando erano più piccole, ma questo. Per la prima volta, quelli che erano solo pensieri segreti, diventano realtà. Una realtà che ha il sapore di cioccolato bianco e tabacco.
“Ti amo anch’io.” sussurra Zailia, non appena i polmoni cominciano a bruciare e sono costrette a separarsi. E poi stanno ridendo, rumorose e bellissime sotto un cielo finalmente sereno che, in lontananza, fa da sfondo alla nascita di un arcobaleno.




Hola!
Buongiorno, Buon Pomeriggio e Buonasera!
Sì, sono di nuovo qui.

Per chi non lo conoscesse - credo in molti dato che non è un Anime molto conosciuto - Candy Boy è, appunto, un Anime. Racconta di due sorelle legate da qualcosa di troppo grande per essere capito. Si amano e, per quanto possa sembrare strano, sono bellissime insieme. Se vi piace il genere e vi piacciono gli Anime, ve lo consiglio!

Mi scuso perché è la prima FemSlash che scrivo e non so cosa ne sia venuto fuori, sul serio, sono un disastro! Piccola nota il Liverpool FFC e Chelsea FFC - ossia Liverpool Female Football Club e Chealsea Female Football Club - non esistono. Li ho inventati io, necessari per questa storia. E niente, spero di non avervi annoiato. Sul serio. Vorrei ringraziare il mio piccolo Pesciolino che ha letto la storia e che mi ha "incitata" a scriverla. E' tutta per lei questa cosina!



Bene, grazie a chiunque sia arrivato fin qui e a tutti quelli che lasceranno una piccola recensione. Fatemi sapere che ne pensate con recensioni, messaggi personali o segnali di fumo, insomma come volete, tanto non mordo. Forse uu
Un bacio,
A** :)
 
  
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