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Autore: Rain_Flames    23/08/2014    6 recensioni
Anna e le sue amiche si stanno preparando per ballare un pezzo hiphop allo spettacolo di fine anno nel loro liceo.
Risate, battibecchi, amori, danza e i più disparati problemi adolescenziali.
Riusciaranno a cavarsela?
________
Storia scritta a quattro mani con _Again_
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi hai rotto il ritmo

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«Ann... Ann» - mi chiama a bassa voce Dada incrinandomi un paio di costole con una gomitata - «Guarda laggiù, c'è Chrissy».

«Smettila di chiamarmi Ann» - sbuffo contrariata come sempre - «Il mio nome è Anna ed è già abbastanza corto per conto suo. Se mi chiamassi Annalisa, Annamaria o Annaqualcosa capirei ma...».

«Uffa» - mi interrompe la mia migliore amica lamentandosi - «È per risparmiare» - esclama alzando gli occhi al cielo.

«E che ci fai con tutte quelle “A”?» - chiedo divertita dall'improponibile scusa - «Le vendi per caso? No, perché in questo caso voglio il cinquanta per cento» - dico fissandola e tornando immediatamente seria.

Daniela mi guarda e subito scoppiammo a ridere. Ci divertiamo con poco lo ammetto, ma siamo amiche d'infanzia, e queste ormai sono le nostre abituali conversazioni. Demenziali a tratti, lo so, ma se non dici o combini cazzate in terza liceo, quando mai avrai l'opportunità di recuperare il tempo perduto? E poi per l'amor del cielo, ci sono già abbastanza drammi in giro, fatevi una risata vi prego...

Ecco, parlando di “drammi” lancio un'occhiata al ragazzo che mi ha indicato la mia amica: Cristian Morelli, credo. È un anno avanti a me e, a dire il vero, non gli ho mai parlato. Forse è pure simpatico, ma non ci tengo molto a scoprirlo. Lo chiamiamo Chrissy a sua insaputa, con un'enfasi per la quale chiunque capirebbe che lo stiamo deliberatamente prendendo per il culo.

La prima volta che io e le mie amiche lo avevamo visto uscire dalla sua classe, di fronte alla nostra, indossava la sua inseparabile bandana e, tra essa e il passo cadenzato, mi aveva ricordato molto Johnny Depp nei Pirati dei Caraibi. Non propongo nemmeno un confronto tra i due, insomma siamo seri, Johnny è Johnny, ma una volta fatta la mia osservazione ad alta voce, Dada esclamò - «Chrissy» - facendoci scoppiare a ridere senza ritegno. Non era per lui, era per il modo in cui la mia amica l'aveva pronunciato, ma da allora il destino del giovane era stato segnato.

Tutto sommato era un bel ragazzo. Lo definisco un dramma perché un giovane con i capelli ricci non dovrebbe mai – e sottolineo mai – reprimerli e nasconderli sotto un abominevole bandana.

Ho un feticismo per i capelli ricci in generale – se non lo aveste ancora capito – e i suoi sono dannatamente perfetti, mi deprime sinceramente pensare che li stia nascondendo al mondo in quel modo. Un unico ciuffo riesce a fare capolino dalla stoffa blu, è di colore nero e sembra voler urlare a tutti di liberare i suoi fratelli dalla prigionia. Per una come me, che ha i capelli lisci come spaghetti prima della cottura, sembra davvero una terribile ingiustizia.

Il portatore sano di boccoli – no, sano no! Quale disadattato li piastrerebbe mai? Sono convinta che abbia avuto un qualche grave trauma infantile per arrivare a ciò – ci supera senza degnarci di uno sguardo, anche perché non avrebbe motivo per farlo.

Mi trovo appoggiata al muro del corridoio con la schiena, mentre finisco il mio spuntino di metà mattina, che per inciso è una mela rossa e succosa, e ascolto il ciarlare continuo delle mie compagne.

«Accidenti» - sbotta Maddalena mentre sto per dare un altro morso - «La prossima ora abbiamo la Risico e non sono riuscita a studiare niente ieri».

«Di che ti preoccupi?» - ridacchia Vittoria - «Tanto interrogherà Anna come sempre».

Stacco un altro pezzo di frutta e lo mastico infastidita, lanciandole un'occhiata sprezzante - «Sì, sì... sfottete pure. Due settimane fa ha avuto il coraggio di chiedermi come mai a due mesi della fine della scuola, sono l'unica di cui ha otto voti invece di due o tre».

Le mie amiche ridono, ma io non lo trovo affatto divertente. La professoressa Risico mi odia, mi ha sempre odiato e cerca di cogliermi in fallo ogni sacrosanta volta. Insegna italiano e storia nella mia classe e per fortuna sono materie che mi piacciono molto, altrimenti le darei la soddisfazione di mettermi un quattro. Invece, con mia somma gioia – e “gongolamento” interiore – non ho mai preso un voto che sia sotto il nove e mezzo nella sua materia. La vipera ci prova in ogni modo a fregarmi, ma fino ad ora ho sempre vinto io. La mia fortuna è che non insegna matematica o qualche altra materia, altrimenti le renderei davvero la vita facile.

«Si parla del diavolo» - sibila Vik avviandosi verso l'entrata della classe, vedendo la donna malefica avvicinarsi. Noi tutte la seguiamo e ci sediamo ai nostri posti. Io sono la compagna di banco di Daniela, mentre Vittoria e Maddalena sono subito alla nostra destra. Ci siamo impossessate dei banchi verso il fondo della classe fin dal primo giorno, e questo ci da la libertà di chiacchierare e scambiarci bigliettini.

«Buongiorno» - esordisce la professoressa con quella sua odiosa voce nasale e con il suo solito tono mellifluo - «Spero vi siate preparati perché oggi interrogo» - annuncia sedendosi, come se per noi fosse una novità.

«Vediamo...» - esclama meditabonda scorrendo con l'indice sul registro di classe - «Rinaldi vieni alla cattedra».

«Ti pareva» - ringhio sottovoce alzandomi con poca grazia dalla sedia, poi la guardo negli occhi e sorrido, falsa come il peccato.

«Forza Rin!» - mi incita Vik a voce bassa, un'altra maniaca dell'accorciare nomi e cognomi - «Yzma1 non può batterti».

Guardo la donna di fronte a me, e devo trattenermi a stento dallo scoppiare a riderle in faccia, perché effettivamente la somiglianza tra le due è strabiliante. Sarebbero due perfette gocce d'acqua se non fosse per la statura da nana della professoressa. Non mi toglierò mai più quest'immagine dalla testa.

Conclusa l'interrogazione, con la quale ho guadagnato un altro dieci – alla faccia tua brutta megera – torno al mio posto ancora inebriata dal profumo della vittoria, mentre le mie amiche sorridono contente accogliendomi come la miglior eroina in circolazione.

Restiamo brave e buone, fino a quando la professoressa non trova un altro povero malcapitato da torturare, e una volta appurato che la scelta non è ricaduta su nessuna delle mie tre amiche, iniziamo il nostro abituale scambio di biglietti clandestini.

Vik: «Grande Rin! L'hai fregata anche sta volta! :D»

Rin: «Modestamente sono un genio (é_é) ».

Maddy: «Modestamente, certo (–.–)».

Rin: « (u.u) Non vi presto più i miei appunti».

Dada: «Rin sei assolutamente un genio! (*_*)».

Rin: «Ruffiana».

Vik: «Parliamo di cose serie... Avete deciso? Ci prepariamo per il saggio di fine anno?».

Dada: «Sì! Vi prego! Ho proprio voglia di ballare e poi ci divertiremo un sacco a provare».

Maddy: «Non è facile creare una coreografia HipHop... Insomma nessuna di noi sa ballare».

Vik: «Io so ballare».

Rin: «Vittoria, tu fai danza classica, non è la stessa cosa... Comunque anche per me va bene. Penso ci divertiremo :D».

Maddy: «E va bene, mi avete convinto... Ne riparliamo a pausa pranzo!».

Ed è così che, per assecondare le manie di protagonismo di Dada, la nostra grande avventura nel mondo della danza ha inizio. Ok, sto usando paroloni, in realtà dopo averne discusso a pranzo Dada e Vik sono andate dal professor Paride, quello di ginnastica, a chiedere se era possibile utilizzare la palestra dopo le ore di lezione per i nostri allenamenti. Il professore aveva acconsentito, contento dell'entusiasmo delle due ragazze e gli aveva persino spiegato quali moduli dovevano prendere per confermare la nostra partecipazione al saggio di fine anno. Erano tornate tutte contente e avevamo subito iniziato a cercare qualche video su YouTube di canzoni e passi alla nostra portata.

Era una settimana che ci trovavamo a provare alla fine delle lezioni e qualche volta era presente anche “Praid”, nomignolo affettuoso con il quale chiamavamo il prof di ginnastica... insomma "Paride" creava decisamente troppe aspettative e, il cinquantenne pancione, certamente non le assecondava. Il povero uomo ci aveva dato qualche consiglio che avevamo ascoltato annuendo carine e coccolose2 per poi fare di testa nostra visto che, in tre anni che lo conoscevamo, una cosa l'avevamo capita benissimo: non ne capiva un acca di ballo!

Appena finito il riscaldamento, mentre ripenso divertita all'ultima assurdità detta dal professore, accendo la radio e scorro qualche canzone, fino a quando non trovo qualcosa che mi ispira e mi scateno in una serie di passi strabici inseme a Vik. Almeno lei ha deciso di degnarmi della sua presenza: Maddalena, come sempre, è in ritardo e Daniela sarà sicuramente andata a cercarla.

Dopo aver riprodotto alla perfezione un passo del video di hip-hop che ho trovato per caso due giorni fa, saltello contena assieme a Vittoria che si congratula con me per la mia bravura. In realtà non ci crede nessuna delle due, perciò scoppiamo a ridere, mentre torno a muovermi più euforica di prima.

Ho appena rifatto il passo sopracitato, quando la musica si spegne all'improvviso, lasciandomi interdetta e irritata. Mi volto iraconda verso lo stereo e vedo un ragazzo accovacciato, con una felpa molto larga addosso.

Cerco con lo sguardo Maddy e Dada appena entrate dalla porta della palestra, visto che qualcosa mi fa pensare che lo abbiano portato loro qui. Sono infastidita, ma ammetto anche un po' curiosa di capire chi sia il giovane dalle spalle ampie che ho di fronte.

«Praid ci ha consigliato di chiedergli una mano per lo spettacolo» - si giustifica Daniela sorridendo colpevole, con un'alzata di spalle - «Ha detto che è il migliore qui a scuola».

«Oh, avanti» - sbuffo poco contenta dell'intrusione di un ragazzo nel gruppo - «Ce la saremo cavata benissimo anche da sole» - affermo incrociando le mani sotto al petto.

«Ma a voi serve il mio aiuto» - esclama il ragazzo ancora intento ad armeggiare con la radio - «Tu lo chiami ballare quello?».

Alt. Fermi tutti.

A noi non serve proprio niente. Il modo in cui ha enfatizzato quella parola mi ha proprio fatto salire la bile. Gli riservo un'occhiata inceneritrice che naturalmente, non avendo occhi sulle spalle, non può cogliere. Come si permette di criticarmi senza nemmeno guardarmi in faccia? Brutto buzzurro che non sei altro, voltati se hai il coraggio!

«Mi hai rotto il ritmo3» - ruggisco oltraggiata dal suo comportamento, e ammetto che lo defenestrerei molto volentieri se la palestra non si trovasse già a piano terra.

Lo vedo alzarsi come se le mie parole non lo avessero nemmeno raggiunto. Poi si volta, mi guarda e io, scoprendo finalmente la sua identità, non posso che scoppiare a ridergli in faccia, mugolando un - «Chrissy» - che per fortuna non capisce.

Mi guarda stordito, non riesce ad elaborare la mia reazione e so per certo di aver fatto una grandissima figuraccia, ma ormai è troppo tardi.

«E' uno scherzo vero?» - chiedo ilare alle mie amiche, sperando in un'ipotetica conferma. Loro mi guardano imbarazzate e scrollano la testa.

«Oh...» - dico delusa - «E sei bravo?» - domando al diretto interessato, aggrottando la fronte e alzando un sopracciglio scettica.

Inizia a muoversi riproducendo i passi che io avevo imparato in due giorni – e dico due – come se fossero la cosa più naturale del mondo, con la stessa semplicità con la quale, ad esempio, io ingurgito Nutella durante il ciclo. Accidenti li aveva visti fare solo cinque minuti prima ed era riuscito a ballarli senza il minimo sforzo, in maniera decisamente più coordinata di me.

Quando si ferma mi guarda con un sorrisino stronzo e non si sforza nemmeno di celare quello che gli sta passando per la testa. Presuntuoso.

Ebbene Chrissy... questa è guerra.

 


Note:

1. Yzma, è l'antagonista principale  del film “Le follie dell'Imperatore” – Disney – 2000..
2. Citazione dei pinguini dal film “Madagascar” – Dreamworks – 2005
3. Citazione di Kuzco dal film “Le follie dell'Imperatore” – Disney – 2000.


Angolino delle autrici

Hi!

Eccoci qui con una nuova storia/sfida/stronzata :)

Io sono Rain_Flames e lei è _Again_, nonché Anna Rinaldi (pseudonimo naturalmente) cioè la protagonista della storia.

R: Saluta _Again_.

A: Heilà!

R: Brava ragazza!

Questa è la nostra prima storia scritta a quattro mani e ci stiamo davvero divertendo un sacco.

So che non interesserà a nessuno, ma praticamente A. – risparmiamo lettere – mi ha raccontato la sua vita ai tempi del liceo – cinque lunghi anni fa – e io sono partita in quarta, shippandola con il ragazzo di cui mi ha parlato. Dopo aver annotato gli avvenimenti principali, ho infiocchettato per bene la storia e iniziato a scrivere...

Ebbene questo è il risultato.

 

A: A dire il vero definirla "storia scritta a quattro mani" è inesatto. Non voglio prendermi meriti, io non faccio altro che raccontare la mia vita passata al liceo e tentare di svolgere il ruolo di beta. La chiamerei una "storia scritta a due mani e mezzo", ahah.

Insomma, il mio contributo scritto è questo angolino in cui mostro tutto il mio disagio mentale...

R: Non è vero che contribuisci solo qui ^^
Però, sul disagio mentale non me la sento di dissentire... +_+

A: Oh! E naturalmente ho anche il compito di insultare R. quando scrive che i miei capelli sembrano spaghetti precotti *triste verità!*, e quando se ne viene fuori con idee troppo assurde.

Sono abbastanza entusiasta che qualcuno stia scrivendo una ff basata sulle mie esperienze. Basata solamente perché, a parte fisicamente e caratterialmente, i personaggi fanno delle cose che nella realtà non hanno mai fatto! Ma la mente malata di R. ha colpito ancora e io sono la povera vittima *e questa cosa mi piace, muhahahah*.

R: Sappiate che ogni volta che A. mi fa incazzare nella vita reale, io mi vendico facendola imbarazzare da morire su questa ff. Perciò aspettatevi di tutto ^_^

Speriamo che il prologo vi abbia incuriosito e che continuerete a seguirci ^_^

A presto!

Un bacio e un abbraccio forte – solo da parte mia perché A. repelle ogni qual forma di affetto che la veda a meno di un metro di distanza da un altro essere vivente – Rain *-*
 



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