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Autore: moira78    24/08/2014    3 recensioni
"Ti dico che questo non ha la faccia da guardia del corpo!".
"E io ti dico che è il migliore sulla piazza!".
"Scusate? Avete ragione entrambe!", s'intromise con un sorriso. Le due si interruppero di colpo per guardarla. "Piacere, sono Kaori Makimura, l'altra... metà di City Hunter".
Una strana coppia è arrivata apposta da Nerima per chiedere la protezione del più famoso sweeper del Giappone: cosa dovranno aspettarsi questa volta Ryo e Kaori?
Crossover Ranma/City Hunter
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dannato di un genitore! Ecco cosa succede a distrarsi con un panda imbecille.

Ranma però era perplesso: come mai era il Tuono Blu e non Ryo quello che aveva tutta l'intenzione di rimirare le gambe di quel maschiaccio di Akane?

Sì, sì, ha la vita larga, non è per niente carina e ha anche le gambe storte. Chi la vorrebbe mai guardare? Bla bla bla...

"Dannato Kuno, fermati!", gridò cominciando a correre.

"Attento, il terzo scalino...!", fu il vano avvertimento di Ryo.

Non appena i piedi del senpai toccarono il gradino, ai lati dello stesso si aprirono due scomparti e una dozzina di coltelli piccoli, ma affilati come bisturi per poco non lo infilzò.

"Nulla mi fermerà, nemmeno queste inutili lame!", dichiarò allontanandole con precisi colpi di bokken.

Ranma si accorse che Sasuke osservava la scena con un'apprensione palpabile e gridava al suo amato padroncino di stare attento. Poi, mentre Kuno si apprestava a proseguire con la spada ancora sguainata, il vecchiaccio strillò: "Arrivo!" e gli saltò direttamente sulla testa.

Ma che furbastro!

Deciso a mettere fine alla nottata dei maniaci, Ranma avanzò spedito, ma il braccio di Ryo gli sbarrò la strada a pochi passi dalle scale: "Fermo, fossi in te non lo farei", disse serio.

Il ragazzo rimase perplesso, indeciso se dare un sano calcio allo sweeper e fermare i due idioti o se restare a guardare. Non si era parlato di trappola, ma di trappole...

Infatti, qualche scalino dopo, Happosai attivò una serie di lanciafiamme che si materializzarono dal corrimano e si accasciò con un grido di sorpresa: la testa era annerita, i pochi capelli bruciacchiati e il cervello probabilmente ancora più fuso.

Intanto, di sopra, le ragazze dovevano essersi svegliate con tutto quel frastuono: udì un vociare concitato e poi il rumore dei piedi nudi sul pavimento. Quando si affacciarono sul ballatoio, Ranma fece un sospiro sconsolato. Non avevano di meglio da mettersi che delle magliette extralarge?! Ecco perché Kuno parlava di voler vedere le gambe alla sua fidanzata: il capo arrivava a tutte a malapena a metà coscia.

Anche ad Akane.

Gambe storte, eh? Certo e io ho la gobba...

Scrollò la testa e distolse lo sguardo, chiedendosi se per caso il viziaccio di Ryo non fosse più contagioso di quello del suo maestro.

"Ah ah ah ah ah! Il mio Ranma sta venendo da me per una visita notturna, ma che dolcissima impudenza!", trillò Kodachi spargendo petali neri ovunque.

"Ma cosa stai dicendo, razza di gallina, il mio Lanma non farebbe mai una cosa del genere!". Una delle poche volte in cui Shampoo diceva una cosa giusta...

"Già, cosa ti sei messa in testa? Ranma è un ragazzo puro e innocente!", le diede man forte Ukyo.

"Shampoo...", udì Mousse mormorare trasognato. "Le tue gambe sono più belle della scultura di un artista!", terminò con un gesto teatrale.

"Tappati quegli occhi miopi, stupido papero!", lo redarguì lei lanciandogli un chui che lo colpì con micidiale precisione sulla testa.

"Che sta succedendo?". Quando Ranma riconobbe la voce di sua madre, si augurò che avesse addosso qualcosa di meno sgambato o avrebbe dovuto cavare gli occhi a quei due invasati, trappole o no. Misericordiosamente, indossava una vestaglia contro la quale stringeva l'inseparabile spada.

"Ryo, avrai la punizione che ti...!". Kaori, imbufalita, aveva preso la rincorsa con un martello di dimensioni impressionanti, però si bloccò di colpo quando vide il socio tranquillamente in piedi al suo fianco. "Ma che...?", balbettò evidentemente perplessa.

Eh, cara mia, abbiamo un problema in comune.

"Oh, Akane Tendo, quale visione paradisiaca!", s'infervorò il problema allargando le braccia e mettendo un piede sulla testa ustionata di Happosai. Poggiò una mano sulla ringhiera e tanto bastò per far aprire il soffitto e fargli crollare addosso una grossa palla di piombo.

"Padroncino!", urlò Sasuke accorrendo.

"Idiota", commentò Akane scuotendo la testa.

"Visto? Che ti avevo detto: quella pazza di Kaori ha preso lezioni da Falcon e ora piazza le trappole quasi meglio di lui! Mai avventurarsi su per le scale di notte". Ryo era serissimo, ma in pochi secondi la sua espressione composta e quasi rassicurante vacillò. La faccia si scompose in un ghigno da maniaco mentre diceva: "Certo che però tante giovani gambe tutte insieme è difficile vederle tutti i giorni!".

Ranma allungò il braccio sinistro e gli conficcò il pugno nella guancia senza tanti complimenti. Ecco perché se ne stava così tranquillo, si stava mangiando le ragazze con gli occhi!

Mentre Sasuke liberava i resti del suo padrone dalla palla di piombo, Ranma vide con orrore il vecchiaccio strisciare sullo scalino, rimettersi in piedi e zompare allegramente alla fine della rampa. "Akanuccia!", strillò prima che qualcosa gli esplodesse sotto i piedi facendolo volare di nuovo giù per le scale. Atterrò con un tonfo sul tavolino al centro del salone e non emise più un suono; Ranma era convinto che sarebbe rimasto ko per un bel pezzo.

"Messo fuori combattimento da una bomba. Che ironia, eh maestro?", commentò rivolto al mucchietto informe.

"Bo-bò", fece il panda tirando fuori un cartello che diceva: "Sembrava un Happo Daikarin".

"Insomma, se lo spettacolo è finito io me ne tornerei a letto", borbottò Nabiki grattandosi la testa.

Ranma vide Kasumi al suo fianco fare capolino e chiedere se stavano tutti bene e sospettò che, se con loro ci fosse stato anche il dottor Tofu, a quel punto sarebbe svenuto con tanto di sangue al naso.

"Questo è il momento!". L'urlo di Ryo lo riscosse dai suoi pensieri. Era talmente certo che oramai avesse visto abbastanza, che non credeva si sarebbe mosso da lì. Invece fece un balzo da far invidia a un canguro e volò letteralmente verso le ragazze, che fecero un passo indietro.

Guardò Kaori, aspettandosi che tirasse di nuovo fuori il martello per farne una frittata. Invece la donna si limitò a tirare una cordicella che pendeva dal soffitto e il volo d'angelo di Ryo si trasformò in tragedia: la palla di piombo che si abbatté sul poveretto non solo era molto più grande di quella che aveva atterrato Kuno, ma aveva decine di spuntoni su tutta la superficie.

Lo stallone di Shinjuku finì incastrato nel muro opposto, tragicamente abbracciato a quell'arma micidiale.

Ranma fece un fischio: "Però, devo chiedere a Kaori di darmi qualche dritta".

Come dopo una battaglia, si fece la stima dei feriti che la 'crocerossina' Kasumi insisté per medicare. Personalmente non avrebbe sprecato neanche un cerotto per quei tre cerebrolesi. Kuno rinvenne una volta e biascicò a sua sorella di coprirsi; Happosai allungò una delle sue manacce sull'infermiera improvvisata, ma poiché Kasumi era troppo buona per malmenarlo, ci pensò Nabiki: conciato com'era, bastò un pugno in testa a rimetterlo a nanna. Kaori scese le scale e ciabattò fino al muro di fronte a lei. Ranma pensò che volesse accertarsi di non aver assassinato il suo socio, invece disse con aria sconsolata: "Un'altra parete distrutta".

"Shampoo!", esclamò Mousse abbracciando Akane. Sincronizzati come sempre, lui e la fidanzata atterrarono il cinese orbo rispettivamente con un salto sulla testa e un diretto in piena faccia.

Akane gli sorrise e Ranma pensò che, tutto sommato, non era stata una brutta nottata.

***



"Ecco la linea Seibu Yurakucho, vi porterà a casa in meno di un'ora", disse Kaori indicando il treno che sostava nella stazione.

"Grazie di tutto, siete stati davvero fantastici!", le rispose Akane sorridendo. Dietro di lei, le altre ragazze stavano litigando tra loro e uno sconvolto Ranma cercava di allontanarsi e di calmarle allo stesso tempo con ampi gesti. Nabiki guardava in aria, evidentemente annoiata, e Kasumi sorrideva come se tutto quello fosse normale. Mousse invece stava dicendo qualcosa a Shampoo rivolgendosi a Kodachi.

Povero ragazzo, quegli occhiali non gli servono a nulla.

"Non vi sarò mai abbastanza grato per aver protetto la mia bambina", dichiarò Soun Tendo stringendo le mani di Ryo con le lacrime agli occhi. La madre di Ranma si inchinò elegantemente e il panda borbottò qualcosa con un cartello in mano.

"Ma figuratevi, è stato un piacere!", esclamò Ryo con una mano sulla nuca.

Certo, è stato un piacere sì! Hai avuto a disposizione più giovani ragazze che in tutte le tue missioni messe insieme, razza di maniaco!

Kaori sospirò: a ritorno sarebbe passata da Miki e Falcon per vedere come stavano e magari avrebbe dato loro una mano a rassettare il locale. Glielo doveva, visto che erano stati coinvolti.

"Vi manderò quella cospicua ricompensa quanto prima per pagare i danni", fece eco Kuno ai suoi pensieri. Il ninja al suo fianco annuiva vigorosamente. "Vi siete presi cura della dolce Akane Tendo e della mia amata ragazza col codino che, ahimé, ho nuovamente perso di vista".

Ragazzo mio, la tua amata col codino è più vicina di quel che pensi...

"Sei molto gentile, Tatewaki, ma non ci sono problemi, davvero!", rispose agitando le mani.
Fortunatamente, il ragazzo fu irremovibile e Kaori si ripromise di utilizzare parte di quei fondi per il Cat's Eye.

Ranma riuscì finalmente ad allontanarsi dalle sue pretendenti e si avvicinò a lei e Ryo. Le era capitato tante volte di salutare i clienti insieme al suo socio in aeroporti o stazioni, ma in quel caso le dispiacque più del solito.

Che ragazzi straordinari, combattono come gli adulti senza bisogno di armi! E sono molto uniti tra loro, è raro di questi tempi...

"Kaori, sei una vera forza della natura, grazie di tutto", le disse il ragazzo con la treccia facendola inspiegabilmente arrossire. Era abituata a vederlo in forma femminile e doveva ammettere che capiva come mai Ukyo, Shampoo e Kodachi si azzuffassero per lui: forse era un cliché da film di terza categoria, ma con quegli occhi azzurri e la forma fisica invidiabile, da grande avrebbe davvero potuto eguagliare Ryo in quanto a fascino.

Ok, la vicinanza con il mio socio maniaco mi sta facendo male: ora ho i suoi stessi pensieri, povera me!

"Sei tu la forza della natura: non ho mai visto Ryo perdere in quella maniera!", ribatté ridendo.

Poi Ranma e lo sweeper si salutarono nella maniera tipica degli uomini, con gli avambracci a unirsi in una stretta di mano che sembrava una sfida a braccio di ferro.

"La prossima volta ti batterò, ragazzino!", disse Ryo.

"Non esserne così sicuro, pistolero pervertito!", rispose Ranma prima che il socio gli dicesse qualcosa a bassa voce. Non riuscì a udire le sue parole, venne invece distratta da una cosa piccola e sgradevole che le si attaccò al seno.

"Kaoruccia, mi mancherai tantissimo", pigolò Happosai strofinando la faccina schifosa sul suo petto. Lo colpì in testa con un pugno, riuscendo a staccarselo di dosso fin troppo facilmente.

Forse quando è in modalità 'pervertito' abbassa le difese.

"Lei invece non mi mancherà per niente!", gli ripose mentre il vecchietto piagnucolava qualcosa sulle ragazze violente e la vecchia Obaba scuoteva la testa dall'alto del suo bastone.

"Senti... se dovessi vedere P-chan, potresti telefonarmi?", le domandò Akane contrita, calpestando il maestro.

"Ma certo, ti avviserò subito!", le rispose. Mentre la ragazza si allontanava ringraziandola di cuore, Ranma le fece cenno di avvicinarsi.

"Ascolta, c'è una cosa che devi sapere su P-chan. Ma non farne parola con nessuno, mi raccomando!", bisbigliò con una mano davanti alla bocca.

Ma allora avevo...

"Wow, non mi laverò più la faccia!", gongolò il suo socio ad alta voce, interrompendoli. Si voltarono entrambi e Kaori vide Akane dare a Ryo un bacio sulla guancia. Non si stupì di vedere la propria gelosia riflettersi sul volto di Ranma.

Baci... cavolo, devo parlare con Ryo proprio di questo argomento.

Il ragazzo si accigliò e quella distrazione dovette distoglierlo dai suoi propositi, perché rimase a osservare la fidanzata senza più proferire parola.

"Continuo a odiare le armi", riprese improvvisamente, "ma quel tuo socio maniaco maneggia bene la pistola e soprattutto non la usa per uccidere".

Non se non è costretto, pensò, ma evitò di riferirglielo. Alla fine Ryo si era guadagnato il rispetto di Ranma ed era giusto così.

"Non ho visto all'opera te, però", aggiunse rivolgendole nuovamente l'attenzione, "sei brava quanto lui, immagino. Non usi solo i martelli, vero?".

Kaori ridacchiò, imbarazzata, mentre un corvo le svolazzava dietro la nuca. "Beh, non sono al suo livello ma, sai com'è, lui è il migliore nel suo lavoro!".

Evitò anche di aggiungere che lei era probabilmente la peggiore tiratrice del Giappone e promise a Ranma di salutare per loro Miki e Falcon.

L'altoparlante invitò i passeggeri a salire sul treno e i saluti divennero frenetici, così come le promesse di rivedersi. Kaori agitò la mano fin quando le porte non si chiusero e il mezzo partì rumorosamente.

E così sono andati...

"Ahhh no, ho dimenticato di chiedere a Shampoo e alle altre i numeri di telefono, me tapino!", piagnucolò Ryo facendola imbufalire.

"Ma insomma, stai sempre a pensare alle donne, tu? Ti ricordo che sono tutte poco più che bambine!"

"Sì, ma fra qualche anno cresceranno e allora... mokkori, mokkori, mokkori!", cantilenò saltellando come un invasato.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso: Kaori sfoderò il fido martello e lo alzò sulla testa pronta a colpire. Quel cerebroleso, però, si accucciò a terra con le mani tese per proteggersi e si mise a pregarla: "No, ti prego, Kaori-chan, questa settimana mi hai martellato abbastanza! Se continui così mi verrà una commozione cerebrale e non potrò più lavorare".

Ma povero Ryuccio, fai la vittima adesso?!

Rimase per un attimo col martello sospeso e le venne un'idea; lo riabbassò senza troppa convinzione e si preparò a fargli la domanda che le ronzava in testa da giorni. Non riuscendo a guardarlo negli occhi, voltò la testa.

"Dimmi una cosa allora, e non mentirmi. Ti ricordi di avermi... sì, insomma, scambiata per una delle tue pollastrelle l'altra sera e di avermi... ba-baciata?". Sentiva la faccia andarle a fuoco; razza di stupida, non voleva farsi vedere imbarazzata, ma non riuscì a controllare l'afflusso di sangue al volto mentre parlava.
Si sarebbe aspettata di tutto, tranne lo scoppio di risa di Ryo. Si girò di scatto a guardarlo, mentre la rabbia prendeva il posto della vergogna. "Che diavolo hai da ridere, brutto scemo?!".

Seduto a terra, il socio batteva una mano sul pavimento e si teneva la pancia con l'altra, piegato in due per il troppo ridere: "E secondo te... ah ah ah!, potrei scambiare un uomo per una delle mie bellissime ammiratrici?! Ah ah ah!".

Con un ringhio da far invidia a un leone in pieno attacco, calò il martello su quella testaccia vuota mettendo fine al suo ragliare da asino.

"Un uomo, eh? Razza di maniaco insensibile, hai la testa di legno e il cuore di...!". Rimase con la frase a metà, la bocca ancora aperta e la schiena piegata per il colpo appena inflitto.

La gente parlottava intorno a loro, Kaori colse qualche 'poverino' e parecchi 'pazza'; ma era troppo sconvolta per soffermarsi sugli spettatori. Cosa aveva detto, di preciso, Ryo?

Non mi scambierebbe mai per un'altra.

Mentre gli arti dello sweeper si muovevano convulsamente sotto le tonnellate del suo martellone, Kaori ebbe un'illuminazione sconvolgente.

Voleva dire che l'aveva baciata sapendo perfettamente chi fosse.

Si portò le mani al viso, di nuovo bollente, poi scosse la testa. No, non poteva essere. Perché l'aveva fatto? Avrebbe dovuto chiederglielo ma... dove trovare il coraggio?

"Ryo, ma tu...", fu tutto quello che le uscì di bocca.

"Buahhh, rivoglio la mia dolce Akane, lei sì che mi voleva bene!", si lamentò liberandosi dal martello e accarezzandosi il bernoccolo sulla zucca.

Kaori gli voltò le spalle. Non poteva guardarlo senza lasciar trasparire le sue emozioni, non ancora.

Dobbiamo parlare, Ryo, prima o poi...

"Ahhh! Aiuto, un maniaco!". L'urlo la riportò improvvisamente con i piedi per terra. Si girò con il martello già pronto e non fu stupita di vederlo con le mani sul sedere di una passante in minigonna.

"Che belle curve, che ne dice di prendere un tè con me, signorina?". La malcapitata cominciò a prenderlo a borsettate e Ryo, conscio del pericolo da dieci tonnellate, pensò bene di darsi alla fuga.

"Vieni qui, vergogna del Giappone! Altro che martelli, ormai con te ci vogliono le bombe a mano!", gli gridò dietro Kaori inseguendolo per tutta la stazione.

***



"Lasciami stare, brutto vecchiaccio pervertito!". Happosai fu sbalzato da una ragazza su uno dei sostegni verticali del treno e alla fermata successiva rimasero solo loro sul vagone.

Ranma sbuffò: che vergogna! Quel maledetto nano aveva fatto scappare tutti i passeggeri.

Shampoo, Ukyo e Kodachi lo guardavano in cagnesco: poco dopo volse le sue attenzioni verso di loro, e il ragazzo si augurò che non facessero troppi danni combattendo in uno spazio così angusto. Suo padre e Soun tentarono di pregarlo per farlo smettere, ma non era certo con le parole che quel vecchio irrecuperabile si sarebbe fermato.

Vigliacchi!

Sua madre stringeva le labbra e la spada tra le mani, pronta a intervenire, ma le ragazze se la stavano cavando bene: sembrava stessero giocando a palla con quel mostriciattolo! Obaba rimase sul suo bastone a fissare la scena. Sembrava divertita e Ranma si disse che, dopotutto, non sarebbe stato necessario intervenire.

Certo, ora ho altro per la testa che mettermi a discutere col vecchiaccio, no?

Mousse e Kuno si intromisero: sguainarono le rispettive armi dicendosi pronti a difendere Shampoo e Akane.

Akane...

Era lì, in piedi contro il finestrino nonostante ci fossero parecchi posti a sedere liberi. Guardava fuori e gli sembrava lontana mille miglia mentre sorrideva con il volto sul vetro.

Dopo essersi salutati, Ryo gli aveva detto di avere cura di lei, perché era una ragazza speciale. Era rimasto serio per quasi un minuto intero, salvo poi intimargli, con faccia da maniaco, di non disdegnare neanche la compagnia delle altre affascinanti fidanzate. Per sua fortuna Kaori era stata distratta da Happosai o il suo martello impietoso non l'avrebbe risparmiato di certo.

Dannazione, ho anche dimenticato di dire a Kaori di Ryoga!

Scrollando le spalle, Ranma dovette prendere il coraggio a due braccia per avvicinarsi ad Akane cercando di ostentare nonchalance: "Ehm... quindi è finita bene, no?".

Un modo molto incisivo di cominciare la conversazione, davvero.

"Già, e tutto grazie a Ryo", rispose la ragazza senza guardarlo, il sorriso ancora incollato alle labbra. Ranma sentì qualcosa torcersi nelle viscere: fu come un dejà-vu di quando era andato a prenderla a Ryugenzawa.

"Certo, quel bellimbusto che hai pensato bene di sbaciucchiarti prima di andare via", non riuscì a trattenersi dal rispondere.

Bravo, così faccio anche la figura di quello geloso!

"Ranma... sei geloso per caso?".

Per l'appunto.

"Geloso io? Ma fammi il piacere...".

"... non sarei mai geloso di un maschiaccio violento come te!", terminò la frase lei imitandone la voce e voltandosi finalmente a guardarlo.

Spiazzato, Ranma rimase per un attimo a bocca aperta, poi commentò: "Sì, esatto. Puoi tornare a Shinjuku quando ti pare dal tuo pedofilo preferito, sai che me ne importa!".

"Già, quindi tutte le volte che hai tentato di portarmi via da lui quando eri ancora una ragazza erano solo per allenamento?".

Preso con le mani nel sacco, Ranma non riuscì più a fingere. Per una volta decise che tanto valeva parlare chiaro: "Guarda che non sono stupido! Mi sono accorto di come lo guardavi e volevo solo evitare che potesse farti del male, visto che ha il cervello identico al vecchiaccio alle nostre spalle. Ma probabilmente la tua simpatia nei suoi confronti non ti rendeva conscia del pericolo!".

Lei rimase in silenzio ad ascoltarlo e per un attimo ebbe l'impressione che fosse diventata... più matura. Fino a qualche tempo prima si sarebbe messa a urlare, negando l'evidenza e accusandolo di esagerare, invece tornò a guardare fuori con un sospiro e disse: "Hai ragione, Ryo mi piaceva".

Il dejà-vu divenne un incubo: allora era vero, Akane si era innamorata di Ryo! Voleva gridare, prendere a pugni qualcuno, maledirsi per...

Per che cosa? Per non essere mai stato in grado di dirle la verità? Ormai è troppo tardi.

"Capisco", bisbigliò abbassando la testa. Forse Akane non l'aveva neanche sentito. "Allora dovresti tornare subito da...".

"Però si è trattato di una stupida infatuazione momentanea, non è lui il mio tipo!", se ne uscì candidamente la sua fidanzata con un sorriso a trentadue denti.

Ranma spalancò gli occhi e la guardò; poté notare un leggero rossore sulle sue guance. "Da-davvero?", chiese stupidamente, pentendosi subito di quella domanda troppo interessata.

"Sì, certo, preferisco di gran lunga i ragazzi timidi e meno sfacciati!", sottolineò togliendogli un macigno dalle spalle.

Uh? Ma è la mia descrizione questa?

"Ah, beh, lo spero bene per te!", fu tutto quello che riuscì a dire incrociando le braccia e fissando il soffitto. Kami, era forse arrossito anche lui? E perché Akane continuava a ridacchiare?

Sei carina quando sorridi.

Quell'ultima valutazione, però, la tenne per sé.

***



"Ma dove diavolo sono?!". L'urlo e l'esplosione simultanei le fecero fare un salto. Nuda e inerme sotto la doccia, con ancora in mente le parole di Ryo alla stazione, Kaori non seppe come reagire al crollo del muro e alla comparsa di un ragazzino con gli occhi fuori dalle orbite e una bandana tra i capelli.

Come prima cosa lanciò un martello di medie dimensioni verso il nuovo arrivato, poi cercò freneticamente un dannato asciugamano per coprirsi. Quindi tentò di chiudere l'acqua ma riuscì solo a regolare il getto sull'acqua fredda.

Allora tutti i pezzi del puzzle si composero, così come aveva immaginato.

Il ragazzo sparì e comparve P-chan; si accosciò a guardarlo e fu in quel momento che Ryo arrivò di corsa nel bagno: "Che diavolo sta succedendo?!".

Si voltò, sperando per una volta che il socio la guardasse qualche istante di troppo mentre aveva addosso solo l'asciugamano.

Sia mai che si accorga che anche io sono una donna.

"Credo di aver appena ritrovato il maialino di Akane", rispose adoperandosi per far rinvenire l'animaletto svenuto. "Ha appena buttato giù il muro...".
   
 
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