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Autore: JulieTeller    24/08/2014    1 recensioni
La mia storia parla di due stelle che si solo fuse in una. Hazel Grace e Augustus.
Inoltre la mia storia non è esattamente uguale al mio libro preferito, Colpa delle Stelle, ma aggiungo particolari interessanti che spero vi piaceranno. Infine dono molto più tempo alla loro meravigliosa storia d'amore, immaginando cosa sarebbe successo se non fosse finita come tutti noi sappiamo.
PS: è necessario che voi abbiate letto il libro, così da non perdervi nulla e così che possiate notare i miei particolari diversi dal libro. Grazie a tutti e buona lettura :)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Hazel Grace Lancaster e ho sedici anni. Molte persone dicono che sono una ragazza speciale, una ragazza forte, per così dire, una combattente. Ma ho solo uno stupido cancro. Le persone tendono ad ammirare individui con problemi terminali, senza contare che sono quelle che soffrono di più. Ma io non soffro. Il mio destino è stato segnato da questo avvenimento, ma non faccio sì che questo avvenimento annienti la mia vita, come la maggior parte delle persone malate di cancro fa. Ritornando a me, se devo mettere da parte per un momento questa mia “piccola” caratteristica, la mia vita è abbastanza monotona. Sto costantemente in casa e vado di tanto in tanto a questo noioso gruppo di supporto in cui tutti parlano dei loro problemi e che non vorrebbero il cancro e che la vita fa schifo ecc ecc. Ma ieri mi è capitato qualcosa di paradossalmente inaspettato: ho incontrato un ragazzo. Non che non avessi mai avuto un rapporto con un ragazzo, prima della mia malattia ne ho avuto anche uno. Ma mi era strano pensare che un ragazzo, così bello per di più, potesse notare una ragazza come me. Avevo un tubicino tra le narici e la mia inseparabile bombola per l’ossigeno, non quello che nessuno sano di mente definirebbe sexy. Ma mi aveva guardata, più di una volta. Che occhi che aveva. Due occhi che se ti scrutano davvero a fondo, potrebbero anche leggerti dentro. Come in quella serie tv, The Vampire Diaries, in cui i vampiri si fanno dire la verità attraverso i loro occhi dannati. Ecco cos’era Augustus: un vampiro. Oh, quasi dimenticavo! Il suo nome è Augustus “figaccio” Waters. Non l’avevo mai visto prima, faceva parte anche lui del gruppo di supporto ma si era inserito solo ieri. Dopo che siamo usciti da quella tortura, che si era rivelata piacevole grazie ai suoi sguardi, mi ha chiesto il mio nome. Io già il suo lo sapevo, dato che Patrick l’aveva detto davanti a tutti al gruppo di supporto. Lui inoltre era venuto quel giorno per supportare il suo amico Isaac, aveva un cancro agli occhi.  “Mi chiamo Hazel.” “No, il tuo nome completo” “Hazel Grace Lancaster.” Io fissavo i suoi occhi così belli e mentre li guardavo notavo che mi guardava in maniera parecchio strana. “Perché mi guardi così?” “Perché sei bellissima.” Potete immaginare la mia reazione a un complimento del genere. Non avevo mai ricevuto così tante attenzioni da parte di un ragazzo, nemmeno quando ero sana. Ero diventata rossa, ero quel tipo di ragazza che arrossiva grazie ad un complimento. Alcuni la definirebbero dolcezza, altri ingenuità. A me non mi interessava, io ero me stessa. “Somigli molto a quell’attrice, Natalie Portman in V per Vendetta.” Non capivo se mi prendeva in giro o se diceva sul serio ma io sorrisi lo stesso. Con questa piccola scusa mi aveva invitato a casa sua a guardare un film ma io non potevo andarci, nemmeno ci conoscevamo. Cioè, non che fosse un cattivo ragazzo, ma non ero sicura fin quando non prese una sigaretta e se la infilò tra le labbra. “Stai scherzando?” lo guardai allibita, eravamo davanti ad un centro che si occupava di aiutare le persone malate di cancro e lui prendeva una tra le cose che sono la causa di quest’ultimo. Io mi allontanai, lui mi prese per una mano e mi fece voltare leggermente verso di lui. “Vedi, Hazel Grace. E’ una metafora: ti metti la cosa che uccide fra i denti ma non le dai il potere di farlo. Una metafora.” E mi sorrise. Una metafora.. Beh, mi piaceva. Era brillante. Io non ci sarei mai arrivata. Questo mi diede la conferma che era un ragazzo a posto. Mia madre, che mi aspettava in macchina, posteggiò proprio davanti a noi. Io mi avvicinai e le dissi che stavo andando a casa di Augustus, indicandolo, e che l’avrei chiamata io. Lei aveva un sorriso a trentadue denti: non mi aveva detto altro quella mattina. “Fatti degli amici, Hazel.” Ed era quello che avevo fatto. La salutai con un sorriso e Augustus fece lo stesso cordialmente, poi entrambi camminammo verso la sua macchina. Aveva diciassette anni e portava la macchina. Wow. “Prima di guardare il film però, voglio farti vedere un posto.” Lo guardai  e salii in macchina, allacciandomi la cintura. Chissà che posto voleva farmi vedere. Lui prese il posto di guida e mise in moto, cominciando a guidare. Il viaggio fu molto brusco, gli avevano amputato una gamba a causa di un lieve osteosarcoma e portava una gamba meccanica. Per questo sballottavamo un po’ di qua e un po’ di là. Posteggiò davanti la spiaggia. Era un posto incantevole. La sabbia sembrava oro leggero e soffice e il mare era così calmo che ci si poteva camminare sopra. Scesi dopo di lui e osservai quello spettacolo: non avevo mai visto il mare da quando avevo scoperto di avere il cancro, mia madre non mi permetteva di uscire perché sarebbe stato troppo faticoso a causa dei miei polmoni molto deboli. Mi trascinai il carrellino con la bombola e continuai a guardare incantata. Augustus era accanto a me, sentivo che mi osservava con il suo sorriso, incantevole anche quello. “Come lo sapevi? “Cosa?” “Non venivo qui da quando avevo 13 anni. Da quando mi hanno diagnosticato il cancro..” lo guardai con gli occhi lucidi e pieni di gratitudine. Lui continuò a sorridermi. Forse leggeva nella mente delle persone. “E’ il mio posto preferito. Vengo qui quando ho bisogno di pensare e di schiarirmi le idee, Hazel Grace. E volevo farlo vedere a te, scommetto che ti piace.” “Se mi piace? E’ magnifico!” dissi entusiasta e felice. Ci sedemmo sulla sabbia a parlare, la mia bombola era abbastanza piena di ossigeno da durare un paio d’ore.
Era stato il giorno più bello della mia vita. Non pensai a nulla, non pensai che avevo un cancro, non pensai che la mia vita era attorniata dalla sofferenza delle persone che mi circondavano e che stavano male per me, non pensai a nulla. Solo che ero lì, con questo ragazzo che mi aveva fatto scoprire cosa vuol dire vivere la vita. E da quel momento capii che dovevo solo viverla.

  
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