Libri > Colpa delle stelle
Ricorda la storia  |      
Autore: unhivermuet    24/08/2014    10 recensioni
L'epilogo che John Green non ha mai scritto. Il finale della storia avvincente di Hazel e Augustus raccontata da me, dal mio cuore. Spero vi piaccia, e spero che piaccia anche al signor Green!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono passati tre anni dalla sua morte. Eppure tutto sembra così diverso. Sembra che ogni giorno sia più triste del precedente. Avete presente quando vi mettete a sbirciare fuori dalla finestra e notate che il tempo cambia e con esso le stagioni che come arrivano vanno via? Ecco il mio stato d’animo è come le stagioni, con l’unica differenza che ogni volta che guardo fuori dalla finestra, sembra come se tutto si fosse fermato, come se tutto fosse morto con lui. E’ assurdo vero? Mi dicevano che il dolore non sarebbe sparito ma che le ferite piano piano si sarebbero rimarginate eppure il mio cuore è ancora in pezzi. Mia madre temeva che dopo la morte di Gus sarei tornata la Hazel depressa di una volta ma non potevo, non volevo che fosse morto senza lasciare un segno. E lui ha lasciato un grosso segno su di me. Adesso non state a pensare che sono diventata una che si spara erba o qualunque cosa si faccia con la droga.. ma sto cercando di vivere ciò che mi resta da vivere. Sembra incredibile che io sia ancora viva dopo più di un anno, i miei genitori sono così fiduciosi, credono che vivrò per sempre. Ma il mio posto non è qui e dovranno accettarlo. Il mio posto è da qualunque altra parte, con Augustus.
Ogni settimana vado al cimitero per cambiare i fiori, compro sempre dei tulipani arancioni e quando arrivo alla sua tomba mi chino per levare dal lungo e sottile vaso bianco quelli secchi per poi infilare al loro posto dei colorati e vivi fiori freschi. Vivi. Per quanto questo possa significare detto in un cimitero almeno.. Qui ti rendi conto che le uniche cose che vivono sono i ricordi e i fiori. Tutto il resto è un inevitabile oblio. Gus avrebbe odiato sentirmi dire questo forse. Avrebbe detto che se c’è il ricordo non può esserci oblio.. eppure è proprio così ma lui non l’avrebbe mai ammesso. Mi siedo sempre ai piedi della lapide, quando ho terminato di cambiare i fiori. Fisso spesso la sua immagine accompagnata dai dati anagrafici “Augustus Waters. 1994 – 2012” Assurdo.. quel trattino racchiude tutta la sua vita. Una vita passata sempre in compagnia di quel fottuto cancro: quella cosa di più grande di te che o accetti o accetti perché in qualunque caso muori e credetemi se vi dico che la speranza non esiste, la speranza fotte tutti prima o poi. Ecco perché ho smesso di sperare. Prima di andarmene sono solita prendere un fazzolettino e togliere la polvere dalla cornice in cui è racchiuso il suo meraviglioso viso, e quel sorriso un po’ impacciato di cui mi sono innamorata. La verità è che Augustus Waters è l’amore della mia vita e credo che nessuno lo sostituirà mai perché nella tomba con il resto del mondo si è portato anche il mio cuore.                                                                                                                                             
Ho smesso totalmente di frequentare i gruppi di sostegno perché mi ricordavano troppo Gus. Ci sono andata un’ultima volta dopo la sua morte ed è stato un terribile cordoglio di condoglianze.. non avrei potuto reggere ancora. In compenso, passo il mio tempo ad aiutare mamma con le pratiche e i casi di cui si occupa. E’ diventata una bravissima assistente sociale e spesso finisce anche in tv in programmi improbabili di cui non sapevo nemmeno l’esistenza! Fatto sta che finalmente è felice e anche papà è molto più sollevato.. purtroppo questo è un effetto collaterale della speranza. Vorrei che il giorno in cui me ne andrò non sarà troppo dura per loro. Vorrei rimanere solo per questo ma sinceramente, da quando Gus non c’è più non ho molti motivi per rimanere perché diciamocelo, prima di incontrarci la mia vita non era proprio il massimo tantomeno lo è adesso. Praticamente tutto ciò che mi legava alla gioia e alla felicità era Augustus. L’unica persona che era riuscita a farmi provare un sentimento che non fosse frustrazione o tristezza. Io non vivo, io sopravvivo e sostanzialmente lo faccio per i miei, glielo devo per tutti i soldi che spendono e i debiti che fanno per la mia vita. In questo periodo senza Augustus, Isaac ed io abbiamo legato parecchio. Abbiamo capito quanto Gus ci aiutasse a non pensare a quello che ci circondava. Beh.. ora ero l’unica ad essere ancora malata quindi Isaac non aveva molto di cui preoccuparsi nonostante avesse il buio totale davanti a se. Nonostante questo,  era in continuo stato d’ansia: aveva un’enorme paura che potesse succedergli la stessa cosa successa a Gus. Questo è un altro effetto collaterale della speranza.
Ci vediamo molto, sento che è la cosa giusta anche perché oltre me non ha tanti amici.. (specialmente dopo essere diventato completamente cieco) e per me si può dire più o meno la stessa cosa. Penso che comunque anche se avessi una vita sociale migliore, continuerei a preferire gli interminabili pomeriggi passati a casa sua a giocare al “videogioco buio”, come l’ho soprannominato. Mi sento protetta quando siamo insieme, sento che tutto ciò che è rimasto di Gus venga e possa essere custodito solo da noi due. Spesso parliamo di lui, o meglio, spesso parlo di lui. Penso che sia perché Isaac lo conosceva bene quanto me e quindi mi può capire come nessun’altro. Potrei parlarne anche con i suoi genitori ma in realtà sono ben consapevole di quanto sarebbe straziante per loro.. non è il caso. Proprio adesso poi, che i nipoti stanno iniziando a lenire la loro grande ferita. Ci vediamo però. Sono diventati molto amici con i miei quindi spesso siamo a cena da loro o viceversa. Ho scoperto quanto tengano a me e questo mi solleva.. so che i miei genitori non saranno completamente soli quando io me ne andrò. Potranno consolarsi a vicenda e cercare di andare avanti. Spero solo che ci sia un modo per rimanere al loro fianco anche quando non ci sarò più. Ma non credo che sperare mi aiuterà.
 
Oggi, dopo la messa domenicale, sono andata a trovare Gus al cimitero. Ho parlato un po’ con lui.. mi piace fermarmi e raccontargli le mie giornate. “Ehi amore mio. Sai, inizio a sentire che la mia ora è arrivata. Forse è davvero così. Spero che ci sia un qualcosa con la Q maiuscola quando morirò perché non vedo l’ora di abbracciarti. Mi dispiace solo per le nostre famiglie e Isaac.. rimarranno tutti tremendamente soli. Ultimamente Isaac esce con una ragazza, forse ha superato definitivamente la rottura con Monica e credo che sia anche giusto dopo tutti questi anni. Questo mi consola. Parliamo sempre di te, in qualche modo ci aiuta a mantenere vivo il tuo ricordo. Mamma continua a lavorare ed è davvero presa, questo mi rende così felice! Anche papà lavora ed è abbastanza indaffarato. Aiuta anche  la mamma con il suo lavoro ed entrambi si occupano di me il più possibile forse più del normale.. ma in fondo sai come sono ed io non posso impedirglielo, perché non voglio nemmeno immaginare come sia vivere la tua vita con tuo figlio che si sta spegnendo piano piano. Eppure io non sto male, sono tranquilla. Credo che sia la cosa giusta, qualunque cosa ci sia dopo, anche se non ci dovesse essere nulla, sarebbe sicuramente meglio che restare qui a sentire mia madre piangere ogni sera e mio padre consolarla, sono felice che io sia ancora con loro e credono che rimarrò ancora per molto ma hanno paura, lo sento, ed è normale d’altronde.
Mi manchi, mi manchi troppo. L’ultima volta che ho visto Isacc gli ho detto che aveva ragione, che il vero amore esiste e che io ero immensamente grata per averlo provato. Purtroppo però, me l’hanno portato via troppo presto. Ma Gus, voglio davvero ringraziarti per avermi insegnato ad amare in tutti i sensi anche se per poco. Grazie amore mio. Io immagino che dopo tutto due sono le possibilità: l’eterno o l’oblio. Non so quale sarà il mio destino e non so qual è stato il tuo ma sicuramente andrà bene, me lo sento.”
 
E’ stata effettivamente la nostra ultima chiacchierata. Due giorni dopo sono finita all’ospedale per una sovrabbondante quantità di liquido nei miei polmoni. Subito dopo coma e poi il buio. Questa volta, il dottor Maria non ha potuto salvarmi. Ringrazio Dio di essere riuscita a dire ai miei che li voglio bene e adesso che è finita, non mi sembra vero. Vedo il mio corpo inerme sul lettino dell’ospedale e le mie labbra accennare un lieve sorriso, in effetti, il mio ultimo pensiero è andato ad Augustus. Ero felice, sollevata, libera. L’unica cosa che mi rattristava era vedere i miei genitori disperati, ma sono sicura che abbiano capito. Sono forti, ce la faranno.. devono farcela. Non so nemmeno cosa significhi essere morti, non so se è come nei film dove passi attraverso i muri e puoi fluttuare o cose del genere.. ma non ho avuto il tempo di preoccuparmi per questo perché la sua mano calda era già sulla mia spalla. Sentivo l’odore della sua pelle pur ancora non avendo visto il suo volto. “Hazel Grace, finalmente.” Non mi ero sbagliata. Mi sono girata, con le lacrime agli occhi e lui era lì in tutta la sua bellezza. Mi sorrideva e mi tendeva la mano. L’ho stretta e poi ho stretto lui in un abbraccio. Erano tre anni, tre anni che mi erano sembrati una vera eternità. “Augustus Waters, avevi ragione. C’è un qualcosa con la Q dopo la morte.” Gli ho sussurrato mentre lo stringevo ancora a me. “Ti stavo aspettando sai? Sono..” mi stava dicendo mentre l’ho interrotto per finire la sua frase “Tre anni” e mi sono lentamente staccata dal nostro abbraccio senza staccare i miei occhi dai suoi. Lui mi ha sorriso. “Hazel Grace, ti presento il qualcosa con la Q dopo la morte.” gli ho sorriso senza riuscire a fermare le lacrime che rigavano il mio viso. Ero forte, non avevo più l’ossigeno ad aiutarmi a respirare. I miei polmoni funzionavano benissimo da soli! E poi c’era lui, non l’Augustus debole e triste dell’ultimo periodo, bensì il ragazzo che avevo incontrato la prima volta e che avevo tanto amato nel corso di una vita troppo breve, troppo crudele. Che però, ci ha riservato un meraviglioso per sempre. “ quel qualcosa, siamo noi.” Mi ha detto mentre accarezzava il mio viso. Poi ci siamo baciati. Un bacio dolce, come l’ultimo. Ma non era l’ultimo, e questo noi lo sapevamo bene. Siamo pezzi di stelle che tappezzano il cielo di una luce brillante, che danno speranza ai vivi e certezze ai morti. Siamo la consapevolezza stessa della vita, perché in realtà, la vita, il per sempre, è la morte. Quel qualcosa con la Q che inizia quando chiudi gli occhi e accompagna la tua eternità, il nostro per sempre senza fine.

“Per sempre, Hazel Grace.Okay?” ha detto.                                                                                                             
“Okay.” Ho detto.
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Colpa delle stelle / Vai alla pagina dell'autore: unhivermuet