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Autore: SerenitaDolce95    24/08/2014    3 recensioni
Tra cinque minuti sarebbe arrivata la mia amica Emma, per salutarmi ancora una volta prima della partenza, che sarebbe avvenuta questa notte. Ieri mi ha fatto piacere, il fatto che avesse speso del tempo, per consolare la sua amichetta tornata single. Mi aveva detto che secondo lei, il mio ex non si meritava di stare vicino a una come me. Diceva che ero una ragazza intelligente e spiritosa ma che forse, ero solo un tantino chiusa di carattere con le persone sconosciute ma secondo lei era una cosa che poteva cambiare nel tempo. Per consolarmi, mi disse che nella mia vita incontrerò sicuramente un vero gentleman che si prenda cura di me e io mi ero ritrovata a pensare, che le possibilità erano scarse. Mio padre dice che i ragazzi che si comportano educatamente e fanno i romantici con le ragazze, non sono altro che persone di cui il sesso è il loro pensiero fondamentale. Io non la penso in questo modo; penso però, che molti ragazzi dei giorni nostri hanno bisogno di un corso accelerato di buone maniere e quindi, l'esistenza dei ragazzi gentleman è fondamentale per far vedere a molti, quanto conta la buona educazione in questi tempi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero a casa del mio migliore amico, un giovane ragazzo che abitava in una via del centro di Torino. Era figlio di due avvocati e aveva frequentato anche gli scout. Portava gli occhiali da vista neri in poche parole, i soliti occhiali usati dai secchioni. Il mio amico Michele poteva anche essere un bel ragazzo ma il fatto che preferiva i libri di studio a una vita di divertimento, lo rendeva un ragazzo noioso e questa cosa valeva anche per me. Non ero mai stata una secchiona ma a scuola non ero neanche la casinista della classe anzi, ero anche molto timida e chiusa, mi fidavo solo di chi conosceva le mie abitudini cosa che avevo cambiato in me un po' di tempo dopo. Mia madre mi ripeteva spesso che ero una bella ragazza perché ero bionda al naturale, alta e avevo gli occhi verdi ma in realtà a me sembravano gialli come quelli dei gatti e poi, non avevo un fisico degno della Venere di Botticelli ma non ero neanche un personaggio dei quadri di Botero in poche parole, ero solo quella che ero. Ogni tanto a scuola mi piaceva rompere le scatole a un compagno che mi stava antipatico ma solo perché mi aveva presa di mira sul fatto che io fossi più brava di lui nel disegno; ora, però, non ho voglia di parlare delle bambinate che ci siamo fatti tutti e due.

Mi trovavo a casa di Michele. Tutte le volte che andavo a trovarlo mi rendevo conto di quanto lui fosse più fortunato di me. Aveva una casa che sarà almeno il tre volte più grande della mia. La cosa che rendeva il mio amico misterioso era il fatto che aveva un salotto enorme, solo per tenerci dentro la libreria, il letto e la scrivania per farci i compiti. Che senso aveva, avere tutto quello spazio se dovevi solo mettere questi piccoli mobili che sembravano in miniatura, verso una simile camera gigantesca? E poi, chissà le altre stanze come dovevano essere magari i suoi genitori avevano anche il letto a baldacchino ma non posso confermarlo perché non sono mai andata a visitare la stanza dei suoi genitori. I muri della casa erano verniciati con un colore rosso sangue simile a quello del mio smalto per unghie. In ogni muro, si vedevano foto del mio amico insieme ai suoi genitori e mi ero accorta che assomigliava molto alla madre per il colore dei capelli, che erano di un colore simili a quelli di Ron Weasly ma per le curvature del viso, era molto vicino al Tom Riddle che appariva nel secondo film di Harry Potter. Non si rendeva conto di quanto fosse fortunato! Anche a me piacerebbe vivere in una casa che sembra una villa. Mi sono sempre chiesta come mai fosse un ragazzo timido e poco comunicativo quando i suoi erano avvocati e questo vuol dire che il mio amico dovrebbe essere un chiacchierone ma era difficile credere che non lo sia. A volte mi domando se frequenta delle persone importanti ma che in realtà tenesse tutto nascosto per paura di spargere le voci.

« Ciao, Silvia. Come mai sei venuta? » mi domandò Michele.

« Volevo salutarti che tra poco parto per Napoli! » lo informai.

« Napoli? Cosa ci vai a fare, a Napoli? » mi domanda.

« Vado in vacanza! » risposi.

« Con tutti i posti che ci sono, come mai vai proprio a Napoli? Non è il massimo come scelta per passare le vacanze! » mi disse.

« Tu dove vai? » gli domando.

« Vado a Dublino, nella capitale irlandese... lo sai che adoro la musica celtica! » mi informò.

Quanto era fortunato! Volevo esserci anche io con lui a Dublino che a differenza di Napoli era tutta una cosa diversa anzi, Napoli e Dublino non si potevano proprio paragonare. La sua fortuna era il fatto di avere dei genitori avvocati quindi in vacanza poteva permettersi di andare in posti che probabilmente, non avrei mai potuto vedere nella mia vita. Non ero una patita di musica celtica ma qualche brano piaceva anche a me. Invece che le leggende e i miti celtici preferisco molto di più l'Antica Roma. Ho sempre pensato che tra gli Antichi romani sarei stata benissimo e poi al loro tempo, si mangiava con le mani quindi qualsiasi persona con una scarsa educazione si sarebbe trovata benissimo. A tavola non sono una maleducata anzi, credo di essere l'unica della mia famiglia a non sporcare mai la tovaglia con briciole e altre cose tipo macchie di cibo e roba varia.

Immaginavo già le pizzerie a Napoli. Adoro la pizza quindi immagino che da quelle parti la fanno benissimo in ogni pizzeria. Solo che da quelle parti pare che la pizza più buona sia la Margherita in poche parole, la mia preferita. Fin da quando ero bambina nelle pizzerie ho sempre preso la Margherita. La prima volta che ho mangiato una pizza al mattone intera avevo cinque anni. I miei dopo avermela data erano indecisi se farmela mangiare ancora o aspettare ancora un po' di tempo ma alla fine, decisero che potevo mangiarla. Ancora oggi impazzisco del tutto per la pizza. A furia di pensare alla pizza napoletana, non mi ero resa conto che avevo iniziato a sbavare davanti al mio amico, che mi svegliò dai miei pensieri.

« Ehm... puoi tornare fra i vivi? Mi stai sbavando i fogli dove ho scritto delle cose! » mi avvertì Michele, dandomi una botta per farmi svegliare.

« Come... cos... che succede? » dissi ritornando fra i vivi.

« Mi hai sbavato gli appunti di matematica! » mi disse furioso Michele.

« Sono desolata... scusami tanto, non volevo!» mi scusai.

« Sicura di star bene? Non mi pare che hai le condizioni di salute per affrontare un viaggio in auto fino a Napoli! » mi informò.

« Che ore sono? » chiesi a Michele.

« Sono le dodici! » mi avvertì.

« Oddio! Ti saluto... sono in ritardo... non ti preoccupare, appena sarò a Napoli ti scrivo! » dissi e me ne andai da casa sua.

Cavolo. Tra meno di mezzora dovevo essere sotto casa mia che sarebbe venuto a salutarmi il mio ragazzo. Era ansioso di dirmi delle cose. Il mio ragazzo non è il massimo della bellezza: è poco più basso di me e robusto sulla pancia; la cosa più strana è che prima di me aveva avuto due ragazze. I suoi capelli erano bruni e portava gli occhiali (guarda a caso come Michele). Mi ero messa con lui solo perché volevo far vedere alle altre ragazze, che anche io potevo permettermi di stare con un ragazzo nonostante fossi un tantino timida ma se ora tornassi indietro, con lui non mi metterei neanche per dodici millioni di euro. Un ragazzo del genere ti fa pesare la vita. Vi faccio un esempio. Mettiamo che siete appena tornate da scuola e avete intenzione di mangiare e di sdraiarvi sul vostro divano per un paio d'ore ma credetemi, con un ragazzo come il mio non mangerete niente e non vi potrete sdraiare sul divano per un paio d'ore. No, perché vi ritroverete il telefono di casa che squilla solamente due minuti dopo il vostro rientro e se rispondete, avrete il mio ragazzo che vi canterà le canzoni di Gigi d'Alessio fino alle otto di sera, nonostante sia stonato come una campana. Aspetto ancora il giorno che mi dirà che ha preso la cotta per un'altra e che tra noi è finita cosa che mi farebbe solamente piacere per lui ma sopratutto per me perché non ho idea fino a qundo potranno funzionare le mie povere orecchie se continua a cantare in quel modo. Da quando lo conosco, non ho più diritto a fare la mia vita e per fortuna che domani sarei partita per Napoli così, non lo avrei più rivisto per tantissimo tempo. Lui sarebbe andato in Puglia con la sua famiglia; comunque, si chiama Daniele.

Arrivai con venti minuti di ritardo perché il tram mi aveva fatta aspettare per le lunghe il suo arrivo. Quanto detesto i tram che arrivano sempre alla buon ora esattamente quando cominci a pensare che fosse meglio farsela a piedi fino a casa.Lui era davanti a casa mia con il suo solito look all'ultima moda: tuta nera e scarpe da ginnastica bianca. Aveva anche un marsupio della Nike con sè. Non c'era nulla di più divertente, del vedere un uomo panciuto indossare una tuta sportiva e poi il mio ragazzo era uno sportvo nato; come sport praticherà lo zapping del telecomando se tutto ve bene. Mi ha detto che quando era piccolo faceva le gare di equitazione ma per me, non era vero. Un po' come la mia insegnante di ginnastica che mi ha detto che lei era una campionessa di atletica leggera, se mai,di attletica sul letto dato che era molto chiatta. Comunque, il mio ragazzo era molto serio durante quella giornata e non mi aveva neanche salutata. Che maleducato.

« Ciao, Dan... sono contenta di vederti! » dissi senza alcun motivo.

« Ti devo parlare! » mi disse serioso.

« Che succede? Qualche problema? » domandai.

« Non ho idea di come dirtelo ma ecco, vedi, la nostra storia non continuerà ancora a lungo ecco io... io mi sono innamorato di un'altra! Ti ho invitata quì, per comunicarti questa cosa! » mi disse.

« Cosa? È uno dei tuoi scherzi stupidi per mettermi alla prova? » domandai.

« Ascolta amore, tra noi due è finita da tempo! È da quando ti conosco che il mio cuore batte per un'altra! » mi disse.

Sbaglio, ho avevo detto che sarei stata felice, se il mio ragazzo mi avrebbe detto che tra noi è finita? Invece mi sbagliavo. Quando disse "tra noi due è finita da tempo! È da quando ti conosco che il mio cuore batte per un'altra!" mi fece molto male. Mi sembrava che noi due non fossimo mai stati insieme e che lui avesse giocato con i miei sentimenti. È vero che era un ragazzo appiccicoso ma nonostante tutto, mi ero anche un po' affezionata a lui. In pochi brevi secondi, la mia luce negli occhi si era spenta. Ora dentro di me, non si vedeva altro che le tenebre maligne. Stavo male e non ho idea per quanto ancora, sarei stata male, ferita e delusa. Non sapevo come proseguire la discussione con lui ma dovevo in ogni modo reagire. Hanno ragione a dire che il cuore fa brutti scherzi.

« Allora vattene via! Tanto non ti è mai importato niente di me! » dissi tentando di andarmene.

« Silvia,non sai come mi dispiace, davvero... » si giustificò.

« Non voglio sentire giustificazioni da parte tua! » dissi.

Era stata l'ultima cosa che riuscii a sentire. Entrai in casa mia e subito decisi di farmi una doccia ma a causa delle lacrime di delusione che mi raggiunsero puntuali come la pioggia in primavera, decisi di mettermi la camicia da notte e di stare a letto, a versare lacrime d'amore ho ancora meglio, di delusione. Ad un certo punto, accesi il cellulare per vedere se mi aveva cercato qualcuno. Avevo una chiamata da Emma, la mia migliore amica. Decisi di richiamarla per raccontarle quello che mi era successo.

« Ehi! Ti ho chiamata! Come stai? » mi disse con voce allegra.

« Non bene... sono appena stata lasciata! » risposi.

« Cosa? Mi vuoi dire che... aspetta, vengo a trovarti! » mi disse staccando il cellulare.

Meno male che c'erano persone come Emma nella mia vita. Siamo amiche fin dalla scuola materna e abbiamo frequentato sempre le stesse scuole. Ora che siamo al liceo, ci diamo una mano a vicenda. Abbiamo passato tanti pomeriggi a studiare insieme anche in compagnia di Michele e delle altre amiche. Michele era sempre meravigliato quando studiava insieme a noi. Diceva che studiare era più piacevole insieme a degli amici. Una volta dopo che avevamo finito di studiare, eravamo usciti di casa per fare un giro. Era stato proprio quel giorno che avevo incontrato Daniele per la prima volta in vita mia. Emma mi aveva detto di non fidarmi di quel ragazzo, dato che la sua cugina maggiore era stata il suo primo amore e poi quando si è ritrovata single nuovamente, ha versato parecchie lacrime. Solo adesso capisco perché mi aveva detto di non fidarmi di lui. Era sicuramente il tipo di ragazzo che giocava con i sentimenti di tutti. Forse era per questo, che aveva pochi amici e parlava poco con i maschi. Aveva ragione: meglio ferire il cuore delle ragazzine invece che litigare con gli altri ragazzi del quartiere. Sì, aveva capito tutto nella vita quel bastardo di un ragazzo. Ripensandoci quando lo incontrai, aveva subito mostrato un'aria da bugiardo. Che stupida! Ero caduta nella sua trappola alla velocità di un pezzo di pane che viene inghiottito da qualcuno. Non avrei mai più permesso a nessuno, di farmi cadere nuovamente in una trappola. Una cosa sarebbe stata certa: se un giorno vorrà tornare con me, quel bastardo deve sapere che non gli permetterò di farlo perché non sono di certo il tipo di ragazza che concede una seconda chance ai suoi traditori. Questo è poco ma sicuro.      

 

   
 
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