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Autore: Sheiren S_    24/08/2014    1 recensioni
Dopo la guerra che ha conquistato la pace allontanando dal mondo le forze dell'Oscurità, la vita ha ricominciato a scorrere col suo solito ritmo ed i Guardiani compiono i propri doveri nel periodo più impegnativo dell'anno.
Tutti tranne Jack, che inspiegabilmente ha un pensiero che non sembra dargli pace.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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After-war sadness.
 
Era una notte al chiaro di luna, tranquilla e priva del più leggero soffio di vento, ma la bassa temperatura aveva congelato i pochi steli d'erba che fino a quel momento avevano resistito al lento incedere dell'inverno che aveva cristallizzato strade, giardini, case,  e sembrava, pure il tempo stesso di quella piccola cittadina. 

Ora, che l'arrivo del freddo invernale fosse stato lento, non è propriamente giusto, non quando c'era di mezzo Jack Frost.

Appollaiato con le gambe che si muovevano nel vuoto, sul ramo di un albero spoglio di un piccolo giardino, stava appunto lo spirito dell'inverno e impersonificazione del divertimento, anche se adesso di divertente non aveva proprio nulla. Al contrario, se ne stava con il viso reclinato verso l'alto appoggiato al tronco dietro di se e un'espressione assorta sul viso, a contemplare l'azione dei chiari raggi lunari sul paesaggio circostante. Le case senza luci, le strade sgombre, le stranamente rischiarate ragnatele di rami che si allungavano verso l'alto, tutto sembrava come immerso in un mare di bianco e argento, abbracciato dai freddi colori che portavano con se i mesi che delle feste natalizie avevano fatto il proprio vanto. 

In poche parole, decisamente una noia per Jack.

Non che non avesse passato una bella giornata. Sicuramente gran parte degli abitanti della cittadina sarebbero stati più cauti d'ora in avanti nel girare per i giardini innevati, non si sa mai che qualche palla di neve potesse finire proprio nel colletto del loro cappotto, o che, a causa di una strana quanto improvvisa folata di vento particolarmente ghiacciata, la strada sotto i loro piedi si trasformasse in una pista di pattinaggio.
Si perché quando il sole era alto nel cielo c'era sempre qualcosa da fare: strade da ghiacciare, tormente da causare, bambini con cui giocare -ah, che bello che adesso almeno loro potessero vederlo- ; era la notte il suo problema. Tutti erano rintanati sotto le proprie coperte, nessuno aveva il coraggio di uscire con quel freddo e non poteva neanche divertirsi a tormentare gli altri guardiani, che in quel periodo erano sempre molto occupati. Primo fra tutti North, che era sicuramente al Polo a dare gli ultimi ordini agli Yeti nel caos più totale prima di preparare la slitta, non lo invidiava assolutamente, dopotutto Natale sarebbe stato il giorno dopo. Tooth... Beh, Tooth era sempre impegnata, e quei suoi modi schizzofreneci non nascondevano certo la cosa. Quel canguro-gigante-che-si-spacciava-per-coniglio di Aster lo aveva bandito dalla sua tana fino a nuovo ordine dopo l'ultimo innocente scherzetto che si era divertito ad orchestrare. Suvvia, congelare un po' di uova in qua e là e trasformare casa sua in un iceberg gigante non era mica così grave. Esagerato, non aveva proprio senso dell'umorismo.
Invece per quanto riguardava Sandy non aveva la minima idea di dove fosse e, diciamocelo, non era il massimo se volevi fare conversazione, senza offesa.

Perso nei suoi pensieri si rese conto per l'ennesima volta di come la sua vita fosse radicalmente cambiata negli ultimi tempi: adesso era un guardiano, i bambini credevano in lui, lo vedevano, e per la prima volta aveva degli amici. 
Ripensando a tutte le persone che lo avevano sostenuto, e diciamocelo, anche un po’ cambiato, non mancò di rivagare sul tempo che era passato da quando si erano conosciuti, su quello che avevano fatto e, inevitabilmente, su una certa battaglia che avevano combattuto tutti insieme circa un anno addietro. Combattuto e vinto, a differenza di qualcun altro.

Pitch Black non si era più fatto vedere dopo che gli Incubi lo avevano respinto nella sua tana, dopo che aveva tentato di eliminare la credenza nei guardiani e di far soccombere il mondo nella paura dei suoi Incubi e, infine, dopo che era stato sconfitto prima che potesse adempiere ai suoi piani. 
Spostando lo sguardo sul bastone nelle sue mani cominciò a rotearlo come sua abitudine, cominciando poi a picchiettare la corteccia del tronco che lo ospitava adornandola di fantasiosi motivi ghiacciati.
Jack era certamente felice che non fosse successo niente del genere, ma certamente mancava dell'allegria spensierata e del senso di vittoria dei suoi amici nei confronti dell'Uomo Nero. E come dargli torto, in fondo chi meglio di lui poteva capire i sentimenti che avevano portato Pitch a quella folle idea, anche lui aveva passato quasi trecento anni come un'ombra a cui nessuno fa caso, ignorata, non udita, attraverso cui le persone potevano passare come se nulla fosse.

Un brivido gli percorse improvvisamente la schiena, e ovviamente non era stato causato dal freddo. Non sarebbe mai voluto per niente al mondo tornare ad essere l'essere invisibile di prima. 
Cercava di non pensarci troppo spesso -dopotutto perché mai avrebbe dovuto pensarci, accidenti- ma gran parte delle volte si ritrovava a soffermarsi con la sua mente sull'espressione di Pitch prima che fosse portato via, nel momento in cui era stato chiaro che, dopo l'imminente sconfitta, sarebbe tornato a nascondersi sotto i letti, tornando ad esistere solo per se stesso in quanto non sarebbe esistito più per nessun altro. Un'espressione sbigottita, poi persa, e successivamente la cosa più vicina alla disperazione che gli avesse mai visto in volto. 
Quello che però più sconvolgeva Jack erano i suoi stessi sentimenti, in quanto in quel momento, provava tristezza per l'Uomo Nero, era realmente dispiaciuto. Lui non aveva voluto finisse così.

A causa di quest’ultima costatazione si riscosse dai suoi pensieri con un gesto talmente improvviso e stizzito, che fece cadere un mucchio di neve su una macchina sottostante causando un rumore attutito. 

Si sentì svuotato, inutile, e il suo viso fu attraversato da una smorfia sofferente che nascose ben presto nel palmo delle sue mani reclinando il proprio corpo in avanti, sporgendosi dal tronco su cui si trovava  in una mossa che avrebbe potuto sembrare come se stesse pregando, o piangendo.

Non- non doveva sentirsi triste per una persona come Pitch.


 

Note del'autore:
Se devo essere sincera, questa ff non mi ricordavo neanche di averla più nel computer. Sapete quelle cose che scrivete e poi lasciate lì, dimenticandovele? Ebbene, questa è una di quelle, figurarsi, neanche mi ricordavo di avere il  computer, un piccolo portatile lasciato sotto un mucchio di libri e dimenticato. 
Non so bene come fosse uscita, forse perché non vedevo male la coppia Pitch/Jack ma riconoscevo che il personaggio di Pitch è troppo complicato perché la storia andasse a finie bene. 
Voi potete vederla come volete, slash o non slash, non so neanche se in futuro troverò un seguito da aggiungere, penso dipenderà molto dall'ispirazione che avrò (e vi avverto, ci vorrà l'intervento della Divina Provvidenza).
Vi ringrazio se avete avuto il tempo e la pazienza per fermarvi a leggerla, davvero. 
Grazie mille! 

Sheiren S_

 
   
 
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