Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Ben_hellis    24/08/2014    2 recensioni
Lui, comparso all'improvviso dal buio, aveva sussurrato nel suo orecchio che l'avrebbe uccisa; lei cercò di scappare ma l'uomo, ridendo, le aveva afferrato un piede facendola cadere a terra.
Comincia sempre così l'incubo di Sarah ed è l'unica cosa che ricorda della notte in cui i suoi genitori sono morti. Per scoprire il mistero che c'è dietro la loro morte dovrà tornare a quella notte, l'unico modo per contrastarlo e salvare le sue vittime.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4. Il fotografo

Fugaci sguardi e piante carnivore

 


La classe di Den era come se l'era immaginata: tutti ragazzi uniti tra loro solo per motivi scolastici e non personali. Non si poteva dire che fossero amici, ma più colleghi di lavoro, questo lo disturbava.
Inizialmente si era sentito estraneo, ma alla fine era riuscito a parlare con un paio di ragazzi e ragazze, sperava di allacciare almeno qualche rapporto.Finite le lezioni andò con alcuni suoi compagni nella sala da pranzo, era piena di studenti ma trovarono facilmente dei posti a sedere. Gli spiegarono diverse cose sui club e sullo studio nel post-scuola. Ma lui sapeva già a quale club sarebbe appartenuto e chiese informazioni sul BlackHorse Herald.
Tutti storsero il naso a sentire quel nome, un pensiero balenò nella mente di Den ma sperava che si sbagliasse.
«E' un club di serie B?» Disse con sottigliezza ma con tono ironico.
Un ragazzo vicino a lui sbuffò.
«Ma no, solo che ci sono club molto più importanti, lì non si fa nulla di interessante. Potresti venire nel mio, il club di scrittura creativa è davvero ben fatto.»
Den sorrise.
«Non sono bravo a scrivere, sono solo un buon lettore.»
«Beh, se vuoi più informazioni vieni a trovarmi oggi al club, sarò felice di presentarti alla professoressa che se ne occupa.»
Per il resto del pranzo parlarono del più e del meno e infine si divisero.
Prima di recarsi alla redazione Den voleva sapere di più sugli articoli di quella ragazza e si diresse in biblioteca per leggere alcuni numeri del BlackHorse Herald dell'anno scorso.
Al banco dei prestiti una ragazza del quinto anno lo guardò da dietro gli occhiali rettangolari, gli regalò un sorriso sincero e gli diede istruzioni dove trovare le copie dell'anno scorso. Den ne prese un paio e si sedette ad un tavolo, non c'era ancora nessuno.
Non sapeva perché fosse lì in quel momento, qualcosa negli occhi di quella ragazza lo avevano spinto a sapere più di lei; sembrava di vedere se stesso due anni fa, ma non era quello il momento di perdersi in ricordi.
Scorse diversi articoli, fu preso da quei misteri e dalle leggende metropolitane narrate in quelle colonne. Era più convinto che mai, avrebbe fatto parte della redazione. Forse il suo talento come fotografo gli sarebbe servito a quella ragazza misteriosa.
Den non sapeva quanto tempo era passato, ma ad un certo punto la ragazza dei presiti gli si avvicinò dicendogli che se voleva far parte della redazione oggi era il termine massimo per dare la sua disponibilità.
«Oggi? Ho cavolo, mi sono trattenuto più del dovuto! Grazie della dritta.»
Den prese tutti i giornali velocemente, la ragazza gli sorrise.
«Li rimetto a posto io, non ti preoccupare.»
«Grazie ancora.» Den stava per andarsene quando si fermò di colpo e si girò verso la ragazza.
«Ehm... Sai mica dove si trova a redazione?»
Lei rise e gli diede le indicazioni, ringraziandola ancora una volta Den uscì dalla biblioteca.
Mille pensieri gli ronzavano nella testa e cercò di fare in fretta, non voleva essere escluso dal club solo per un semplice ritardo. Arrivato nel corridoio vide in fondo l'insegna del giornale e inspirando profondamente si avvicinò, un ragazzo gli diede un spallata che quasi lo fece cadere.
«Hey!»
Ma lui non si girò neppure e continuò a correre, lo sentì urlare dal fondo del corridoio frasi sconnesse. Non capendo bene cercò di avvicinarsi più velocemente.
Arrivato sulla soglia una ragazza dai capelli biondi lo superò velocemente.
«Ma lei è...» ma non fece in tempo a completare il suo pensiero che vide quell'azzurro che aveva mosso in lui ricordi lontani. Fu un attimo, voleva allungare la mano e fermarla ma la vide andare via di fretta, i suoi capelli riflettevano una luce quasi argentea.
«Cosa fai lì sulla porta? Entra pure!»
Una voce squillante lo destò dai suoi pensieri.
Davanti a lui un uomo poco più basso di lui lo guardava da dietro le lenti spesse, si grattò i pochi capelli bianchi in testa e aprì la bocca come per ripetere la domanda. Den lo anticipò.
«Sono qui per far parte della redazione, se è possibile, chiedendo anticipatamente scusa per il ritardo di presentazione della mia domanda. » Disse tutto ad un fiato.
L'uomo gli sorrise e gli disse di seguirlo. Mentre si dirigevano in una parte della sala vide tutti i ragazzi già al lavoro, una scrivania con migliaia di fogli era vuota.
Lo fece accomodare in un piccolo ufficio e si presentarono
«Che cosa ti porta al BlackHorse Herald?»
Den scelse bene le sue parole.
«Vorrei partecipare come fotografo ufficiale del giornale. Ho vinto qualche concorso e posso far vedere un portfolio con dei miei lavori.»
Il signor Hall aggrottò la fronte.
«Pensavo fossi interessato a scrivere articoli. Questa però è un'ottima notizia, il nostro fotografo ormai è un ex studente, sei fortunato il posto è tuo.»
«Non devo mostrare nessun lavoro?»
«Non è un club esclusivo, qui tutti possono dare il loro contributo anche se piccolo. Io capisco al volo le persone, so che potrai fare un ottimo lavoro. Anzi, ti metterò subito alla prova.»
Il direttore si alzò e chiamò una ragazza con i capelli ricci che arrivò subito.
«Elise, perché non scrivi un articolo sul laboratorio di giardinaggio? E' tanto tempo che ci chiedono un articolo, i membri sono sempre di meno.»
La ragazza fece un cenno di assenso con la testa e la sua attenzione si spostò verso Den.
«Lui sarà il nuovo fotografo, oggi ci darà prova della sua bravura.» Disse facendo l'occhiolino.
«Bene, allora andiamo subito, io sono Elise.»
Den si presentò a sua volta. Lei lo fissava dritto negli occhi, il naso all'insù e i capelli ricci neri la facevano sicuramente una ragazza popolare in quella scuola pensò.
Uscirono dalla redazione, Elise gli spiegò che avrebbe intervistato il presidente del club e alcuni ragazzi. Gli disse in che modo voleva le foto e quale era il suo lato migliore per essere ripresa.
Den ascoltava ma non poteva fare a meno di pensare a dove fosse la ragazza dai capelli bianchi in quel momento.
«Inoltre sai che il club di giardinaggio ha una bellissima serra dove coltivano ogni tipo di pianta che poi viene venduta?»
Den si destò di colpo.
«Interessante, penso che verrà un ottimo articolo, spero di fare un buon lavoro con le foto.»
Scesero nel cortile e proseguirono vicino ad un porticato con un grosso albero al centro, superato percorsero il giardino sino ad arrivare ad un enorme serra.
All'entrata li aspettava un ragazzo con dei guanti e un grembiule sporco di terra, Elise si avvicinò a Den per dirgli che era lui il presidente.
Come da tradizione in quella scuola si presentarono e il presidente li invitò ad entrare, l'aria era molto calda e per un attimo Den si sentì soffocare. Davanti a lui migliaia di piante e fiori di vario tipo riempivano grossi banconi di metallo, le pareti e il tetto erano trasparenti, ogni angolo della serra era ben illuminato. Al lavoro c'erano pochi studenti rispetto ai vegetali che si trovavano all'interno.
Elise cominciò la sua intervista e Den scattò alcune foto e lei e agli studenti. Si spostarono di zona e il presidente con sguardo fiero indicò un largo bancone con sopra delle piante carnivore.
«Sono fiero di queste zona, riusciamo ad allevarle anche con la temperatura invernale inglese, sono il nostro gioiello.»
Elise per un attimo scosse la testa, mentre gli faceva le ultime domande Den scattò una foto al presidente vicino alle piante.
Improvvisamente un altro studente lo chiamò e lui scusandosi si allontanò.
Elise si avvicinò alle piante e cominciò a giocarci toccando la parte sensibile e togliendo il dito mentre si stavano per chiudere.
«Sarei dovuta andare io dal ragazzo ferito. Invece ha mandato quell'altra, una che scrive di leggende metropolitane e di misteri.»
Lo stomaco di Den si contorse, Elise continuava a toccare le piante e a parlare.
«Hanno trovato un ragazzo accoltellato nei sotterranei sai? Potrebbe essere una brutta storia, una di quella per cui la scuola può avere dei seri problemi, qui la maggior parte degli studenti sono figli di persone importanti.»
Den non fece in tempo a dire niente che lei continuò a parlare.
«Tu avresti fatto molto più colpo a fotografare uno studente ferito che delle stupide piante. Io avrei avuto il mio articolo e mantenuto il mio primato di prima linea.»
Piccole mandibole si chiudevano sotto il suo dito. Den cominciava a sentirsi a disagio ma lei non smetteva di parlare.
«Ma io so aspettare, sono un tipo paziente sai? Lei fallirà, non avrà nulla da scrivere e tornerà ai suoi articoletti, tu devi solo scegliere da che parte stare in questa redazione.»
Den la guardò, Elise era proprio come quelle piante: un essere immobile, paziente che aspetta il momento giusto per chiudere nella sua morsa chi le si avvicina, per poi digerirlo con calma.
«Temi la strega di ghiaccio, forse è più brava di te?» Den non riuscì a fermare la sua irritazione.
Lei si girò e rise di gran gusto.
«Temerla? Come faccio a temere una che scrive quelle cazzate? Attento Den chi si avvicina alla strega di ghiaccio rimane scottato.»
«Come la ragazza bionda che sta con lei?»
«Lei era già segnata in questa scuola, qui si sopravvive e cinque anni sono lunghi Den, molto lunghi.» Un sorriso crudele gli si formò sulle labbra e continuò.
«Pensare che io e Jasper eravamo come te mi fa venire i brividi. Presto dovrai scegliere da che parte stare.»
«Io ho già scelto da che parte stare.»
Elise mutò espressione, stava per dire qualcosa ma arrivò il presidente del club.
«Elise, se vuoi intervistare i ragazzi questo può essere un momento buono.»
Den prese la palla al balzo.
«Io vado in giro a fare un po' di foto se non ti dispiace.» Disse rivolto al presidente.
«Assolutamente no, anzi mi fai un gran favore, se poi non è un problema le vorrei pure io.»
«Le avrai.»
Den si allontanò da quella pianta carnivora e trasse un respiro di sollievo, tutti questi discorsi l'avevano confuso. Fazioni, ripicche e esclusioni. Era finito in un atro mondo? Proprio non riusciva a dare una spiegazione a tutto ciò.
Sbuffando si inoltrò nella serra, era enorme. Fece qualche foto e presto si ritrovò solo, l'impianto di irrigazione si azionò, l'acqua veniva spruzzata dall'alto, ma non bagnava il corridoio. Den proseguì sino quasi alla fine, vicino ad un bancone di fiori lilla notò una botola aperta. Piccole luci illuminavano una scala di legno, si avvicinò, il suo piede finì in una pozzanghera nera. Scivolò.
Ruzzolò giù per le scale, cercò di appendersi al corrimano, ma fallì, dopo pochi metri toccò il terreno umido, era senza fiato e gli doleva una caviglia le luci si spensero e la botola si chiuse dietro di lui. Respirando forte cercò di rimettersi in piedi, forse aveva preso una storta.
«Fantastico, ci mancava solo questa.»
Den si rimise in piedi e si appoggiò al muro, cercò a tentoni un interruttore, ma non lo trovò. Prese la macchina fotografica e scattò delle foto con il flash.
Destra, muro.
Sinistra, muro.
Davanti, muro.
Un brivido freddo gli percorse la schiena, dove erano finite le scale?
Il flash illuminò ancora.
Davanti, muro.
Destra, muro.
Sinistra, corridoio.
Den si sfregò gli occhi, era confuso. Forse la caduta era stata più forte del previsto, era sicuro di essere scivolato lungo delle scale, illuminò il soffitto con il flash. Sopra di lui pietra.
Forse era rotolato per quel corridoio, superato l'arco avrebbe trovato le scale. Tenendo la mano sulla parete si spostò verso il corridoio, non vedeva nulla.
Usando il solito trucco con la macchina fotografica illuminò il corridoio, non riuscì a vedere la fine.
Zoppicando leggermente varcò l'arco e cominciò a camminare al suo interno, l'aria era soffocante e umida, la puzza di muffa gli dava alla testa; ad ogni passo il respiro gli mancava sempre di più.
Si fermò un secondo, ansimando passò una mano sul muro e la ritrasse subito per lo sbalzo di temperatura. Illuminò la parete e vide dei lunghi tubi di metallo.
Dove sono finito? Pensò mentre continuava a camminare con la mano sul tubo.
Ding.
Un rumore metallico lo fece girare di scatto. Usò subito la macchina fotografica. Nulla.
Ding.
Il rumore era più forte, qualcosa si avvicinava.
Ding.
Den aumentò il passo, ma il rumore non faceva altro che avvicinarsi. Trattenne il respiro e si girò di scatto. Schiacciò il pulsante.
Una figura nera era dietro di lui urlò mentre veniva illuminato, qualcosa nella sua mano riflesse la luce. Den non riuscì a capire cosa fosse.
Preso dal panico cominciò a correre, poteva sentire lo stridore dei passi del suo inseguitore.
Correva nel buio, il cuore sembrava gli stesse per scoppiare, il fiato gli stava per mancare.Illuminò davanti a sé, non vedeva una fine.
Continuò a correre, i polmoni gli bruciavano, poteva sentire ogni fibra del suo copro urlare, ma la paura, quella era indescrivibile. Non riusciva a pensare ed agire allo stesso momento. Il fiato gli mancò di colpo e si fermò. Chiuse gli occhi e strinse la macchina fotografica, il dito era rigido sul pulsante di scatto; sentiva i suoi passi, stava arrivando.
Ultima azione. Pensò mentre si girava verso il suo inseguitore.
Premette il pulsante, la luce uscì dalla macchina fotografica. Sentì improvvisamente odore di bruciato, una mano gli afferrò la spalla e strinse, gli sembrò di sentire degli artigli che lo perforavano.
Urlò e guardò verso l'alto, una luce gli colpì gli occhi, li strizzò un'ombra stava sopra di lui.
«Den tutto bene?» Sentì la voce di Elise.
Scosse la testa, aprì completamente gli occhi e si guardò intorno. Era in una piccola stanza piena di vasi e attrezzi per il giardinaggio, una porta di legno al fondo della stanza sembrava ben chiusa.
«Io...penso do sì... che cosa...» Non fece in tempo a finire la frase.
«Devi essere scivolato sulla pozza di olio qui vicino, vieni ti do una mano.»
Elise lo aiutò ad uscire e gli disse che per fortuna era lì vicino quando aveva urlato.
«Ho aperto subito la botola, cavolo, mi sono spaventata.»
Den la guardò perplesso, sembrava una persona completamente diversa da quando le aveva parlato poco prima.
«Sto bene, adesso devo controllare se la macchina non si sia rovinata nella caduta, ho la batteria scarica.» Disse mentendo, la voce gli tremata, Elise lo guardò sospetta.
«Certo, qui finisco io. Non ti preoccupare.»
Den uscì velocemente dalla serra, gli tremavano le mani, non riusciva a fermarle. Poco dopo si appoggiò dietro ad un albero del giardino.
Con agitazione accese lo schermo della macchina fotografica, guardò le ultime foto.
Trattenne il respiro e vide una stanza pieni di vaso ed attrezzi, nessun corridoio. Incredulo scorse le foto, l'ultima gli fece aprire la bocca dallo stupore, chiuse gli occhi. In primo piano mossa c'era una mano che si allungava verso di lui.
«Non ho sognato.» Disse ad alta voce.

 

Lui. Lui era il collegamento.

L'avrebbe ritrovato stanotte, in quella casa.

Un altro incubo, un'altra vittoria.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Ben_hellis