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Autore: saramermaid    24/08/2014    2 recensioni
Thadastian | Verde | Seguito di About Cats and Snow
dal testo:
"Lanciò un’occhiataccia significativa alla palla di pelo che ora lo fissava con circospezione, quasi come se si aspettasse di essere rimproverato dal suo padrone per aver disturbato il suo sonno. Sebastian si passò una mano tra i capelli castani leggermente spettinati e con passo felpato, cercando di non svegliare Thad, aprì la porta dirigendosi verso il pian terreno. Mise un piede dietro l’altro con cautela per evitare di inciampare lungo la rampa di scale e pur senza voltarsi fu certo che quel gatto infernale lo stesse seguendo. "
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Our Life









Il continuo miagolare proveniente dalla sua sinistra lo costrinse ad aprire gli occhi; la sveglia posta sul comodino segnava le tre del mattino e tra un paio di ore sarebbe dovuto andare a lavoro. Sebastian si mise a sedere sul materasso, lasciando che le coperte scivolassero verso la parte di letto occupata da Thad, e strizzò le iridi verdi per abituarsi al buio della stanza. All’ennesimo miagolio indistinto sbuffò in maniera esasperata, trattenendosi dal bestemmiare in perfetto francese, e posò i piedi nudi sul parquet che ricopriva il pavimento.

Lanciò un’occhiataccia significativa alla palla di pelo che ora lo fissava con circospezione, quasi come se si aspettasse di essere rimproverato dal suo padrone per aver disturbato il suo sonno. Sebastian si passò una mano tra i capelli castani leggermente spettinati e con passo felpato, cercando di non svegliare Thad, aprì la porta dirigendosi verso il pian terreno. Mise un piede dietro l’altro con cautela per evitare di inciampare lungo la rampa di scale e pur senza voltarsi fu certo che quel gatto infernale lo stesse seguendo.

Soltanto quando arrivò in cucina sano e salvo si premurò di accendere la luce, allungando poi il braccio in direzione della credenza per prendere la ciotola di Tigro e riempirla con un po’ di latte fresco del frigorifero. Ancora del tutto in stato comatoso si sedette sullo sgabello della penisola in marmo; un braccio mollemente poggiato sulle ginocchia e l’altro a sorreggere la testa mentre osservava l’animale divorare con avidità la bevanda.

Nonostante la stanchezza evidente, le occhiaie leggere sotto gli occhi e l’irritazione dovuta al risveglio brusco non poté comunque impedirsi di sollevare gli angoli delle labbra in un sorriso stirato. Dopo tutto quel tempo Tigro non aveva ancora imparato come evitare di lavarsi la faccia mentre beveva e lui si trattenne dal ridacchiare di fronte all’espressione buffa stampata su quella palla di pelo che gli somigliava terribilmente.

Come richiamato dal flusso dei suoi pensieri, l’animale gli si avvicinò lentamente sollevando le zampette ed iniziando a strusciarsi contro i suoi polpacci facendo le fusa. Sebastian allungò le braccia in automatico e se lo posizionò sulle ginocchia, prendendo poi ad allisciargli il pelo dalle striature arancioni, nere e bianche mentre questi si acciambellava contro il suo stomaco. Stranamente sentire la consistenza morbida del pelo sotto i polpastrelli lo aiutava a rilassarsi e svuotare la mente da qualsiasi pensiero molesto e preoccupazione, sembrava che quel gatto avesse il potere di placare ogni dubbio e tormento.

«Bas che ci fai in piedi a quest’ora?» La voce di Thad gli arrivò nitida alle orecchie e Sebastian lo vide stropicciarsi gli occhi castani, trattenendo uno sbadiglio, prima di varcare la soglia della porta ed avvicinarglisi.

«Qualcuno aveva fame ed ha pensato bene di svegliarmi a suon di miagolii.» Gli fece notare il castano indicando con lo sguardo la figura dell’animale accoccolato sulle sue gambe.

Thad ridacchiò fermandosi di fronte a lui ed allungandosi per posargli un delicato bacio sulle labbra, dopo aver regalato una carezza amorevole a Tigro che ora sonnecchiava a contatto con il calore del corpo di Sebastian. Dalla prima volta che avevano deciso di tenere quel gatto erano passati circa due anni e frattanto molte cose erano cambiate. Si erano entrambi diplomati a pieni voti alla Dalton, decidendo in seguito di trasferirsi a New York dopo aver comprato un appartamento soltanto per loro. Pur non avendo frequentato il college, come la maggior parte dei loro ex compagni di scuola, Thad si era affermato come fotografo professionista aprendo una propria galleria e Sebastian era diventato uno stimato agente di moda.

«Potevi svegliarmi ci avrei pensato io a dargli da mangiare, visto che oggi ho il giorno libero a lavoro.» Constatò il moro passandogli le braccia intorno al collo e lasciandogli una scia di baci lungo il viso niveo con un leggero accenno di barba.

«Dormivi profondamente e questa settimana hai fatto gli straordinari.» Ammise l’altro tirando Thad più vicino a sé, per quanto il gatto lo permettesse, ed iniziando a far scorrere le dita sotto il bordo della maglietta, toccando la striscia di pelle attorno ai fianchi e lungo la schiena.

Thad mugolò di fronte a quelle gradite attenzioni e chiuse gli occhi castani per pochi istanti beandosi dei brividi e della pelle d’oca che lo colpivano ogni qualvolta Sebastian lo toccasse a quel modo con devozione e cura al tempo stesso. Erano quelli i momenti in cui gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando quel weekend nevoso li aveva costretti ad osservarsi per la prima volta con occhi diversi.

In quel frangente si erano compresi, capiti e soprattutto uniti dando vita a quel qualcosa che, tutt’ora a distanza di anni, li teneva ancora legati. Si erano semplicemente innamorati e continuavano ad esserlo ogni giorno. Un sorriso sincero fece capolino sulle sue labbra carnose correndo ad illuminare anche i suoi occhi cioccolato; succedeva ogni volta che i ricordi gli tornavano alla mente ed ogni volta sentiva il cuore accelerare i battiti di fronte alla consapevolezza che Sebastian era lì con lui e che ci sarebbe rimasto per sempre.

«Se ti conosco bene come credo, il tuo cervellino è perso in chissà quali pensieri.» Aggiunse ancora una volta il castano scrutandolo con attenzione.

«Ripensavo al weekend nello chalet, è stato grazie a quella vacanza invernale e a tutta quella neve se ci siamo messi insieme.» Rispose Thad con una leggera nota di emozione impressa nella voce che non passò inosservata all’altro e che lo spinse a posargli un bacio sulla guancia.

Un nuovo miagolio di protesta attirò la loro attenzione interrompendo quello scambio di sensazioni e di emozioni; Tigro li osservava con occhi vispi incredibilmente di un verde acceso spostando la testa tra l’uno e l’altro. Sebastian questa volta non si trattenne dal ghignare apertamente di fronte alla prepotenza e al bisogno di attenzioni del felino, ben consapevole che quel comportamento contribuiva a supportare la tesi di Thad su quanto Tigro fosse così simile a lui.

«L’ho sempre detto che quel gatto ti somiglia moltissimo, Bas.» Sostenne, infatti, a quel punto il più basso lanciandogli uno sguardo eloquente e compiaciuto.

«Non ci conterei troppo, tesoro. A giudicare dal modo in cui cerca le coccole somiglia molto più a te.» Gli fece presente Sebastian indossando la sua solita espressione impertinente, mentre Thad metteva un adorabile broncio.

Le iridi verdi del più alto si scurirono leggermente a quella vista decisamente sensuale e del resto, per lui, il suo ragazzo appariva sexy in qualsiasi frangente e situazione si trovassero. Questa volta fu la sua mente ad essere colpita da un pensiero improvviso ed automaticamente si passò la lingua sulle labbra in un gesto naturale. Con delicatezza fece gentilmente scendere Tigro dalla comoda postazione sul pantalone del pigiama che indossava e tese la mano a Thad trascinandolo poi verso il ripiano della cucina.

«Bas che diavolo stai facendo?» Chiese quest’ultimo aggrottando la fronte e non comprendendo il repentino cambio di espressioni del suo fidanzato.

«Per ritornare al discorso di prima, quello sullo chalet, c’è una cosa che ricordo nitidamente. E comprende me, te ed un comodo letto.» Mormorò con voce sensuale Sebastian prendendo a baciare il collo abbronzato dell’altro.

Ci volle relativamente poco prima che un lampo di comprensione passasse sul volto di Thad ed ancora meno ce ne volle prima che le loro magliette finissero sul pavimento lucido. Le loro dita vezzeggiarono in automatico ogni singola porzione di pelle scoperta e Sebastian tracciò un percorso lineare lungo la linea della spalla di Thad scendendo poi verso il petto muscoloso ed il ventre piatto. Il moro si lasciò scappare un sonoro gemito quando la lingua dell’altro sfiorò il bordo dei boxer neri e le sue mani corsero a stringere possessivamente il sedere sodo di Sebastian per spingerlo più vicino a sé.

L’orologio appeso lungo la parete alle loro spalle segnava le quattro del mattino, ma entrambi erano intenti ad esplorarsi, riscoprirsi e condividere sensazioni per potersene curare. Quando il più alto si spinse in lui con premura per evitare di fargli male, Thad non poté fare a meno di pensare al senso di completezza che sentiva al centro del proprio petto.

Era una sensazione ben diversa dall’eccitazione concentrata al basso ventre o dall’innata attrazione che gli scivolava lungo la linea della colonna vertebrale per poi espandersi in ogni fibra del suo corpo. Quello era un calore piacevole, dolce e lento, che gli riempiva il cuore di felicità e che solo l’amore è in grado di donare. E mentre la stanza si riempiva di gemiti, sia Thad che Sebastian sapevano di trovarsi nel posto giusto.







Il telefono del suo ufficio suonava senza sosta da quando si era comodamente seduto sulla poltrona dietro la scrivania in legno scuro. Aveva passato quella giornata a rispondere alle telefonate dei clienti in cerca di modelli e modelle per le prossime sfilate di moda e si sentiva decisamente esausto. Per un attimo aveva avuto la tentazione di sollevare la cornetta dell’interfono, chiamare la sua segretaria ed avvertire che si sarebbe preso un giorno di ferie; tuttavia si era poi intimato di continuare a lavorare imperterrito in modo da smaltire la maggior parte delle richieste e concedersi un weekend di assoluta pacchia insieme a Thad.

Aveva salutato il suo decisamente sexy ragazzo poco meno di tre ore prima, dopo un’appagante rendez-vous sul tavolo della cucina, eppure continuava a sentire l’insano desiderio di averlo accanto. Si era più volte ammonito quando i pensieri poco casti facevano capolino nella sua mente, costringendolo a distrarsi fin troppo, ed altrettante volte aveva rischiato di fare una figura colossale con lo sponsor dell’agenzia poiché completamente a corto di parole. Fortunatamente la sua solita maschera impassibile gli aveva permesso di non lasciar trasparire alcunché e nessuno sembrava aver notato in lui qualcosa di strano.

Quando finalmente anche l’ultimo cliente fu sistemato e l’ultimo fax spedito, Sebastian si concesse un sospiro si sollievo mentre le sue dita correvano al nodo della cravatta blu scuro allentandolo di qualche centimetro. Essere un agente di moda aveva certamente pregi ma anche difetti ed uno di questi era senz’altro il dover indossare un sobrio completo con giacca e camicia che gli davano la sensazione di sembrare ingessato. Thad invece adorava quel genere di vestiti e non perdeva occasione per indossarli durante le sue innumerevoli esposizioni fotografiche in galleria.

Thad… Ancora una volta tutta la sua attenzione fu dirottata su quel nanetto moro che era entrato a far parte della sua vita in un modo del tutto inaspettato. Se inizialmente lo aveva definito come petulante, irritante e rompipalle ora decisamente quegli aggettivi si erano tramutati in sensuale, perfetto e suo. Nonostante in quei due anni avessero continuato a punzecchiarsi di continuo, come facevano durante la permanenza alla Dalton, Sebastian sapeva alla perfezione di non voler tornare indietro. Non avrebbe nemmeno lontanamente potuto concepire una giornata senza la presenza costante dell’altro, senza le sue risate, il suo profumo muschiato, l’odore del caffè che gli preparava ogni mattina anche se entrambi erano in enorme ritardo.

Le sue iridi verdi divennero più intense a quelle riflessioni e continuarono ad esserlo anche quando aprì la porta di casa, lasciando le chiavi nell’apposito soprammobile all’ingresso, dirigendosi poi verso l’odore invitante della cena che l’altro aveva preparato. La sua camminata si arrestò una volta giunto sulla soglia della porta e lui ci si appoggiò contro con una spalla, incrociando le braccia ed osservando Thad muoversi a ritmo di musica. Lo stereo portatile posto nell’angolo era acceso e le note di Glad You Came risuonavano in tutto l’appartamento.

Sebastian era certo che l’altro non l’avesse sentito rientrare e ne approfittò per godersi lo spettacolo; il sedere sodo di Thad era in bella mostra a causa dei pantaloni della tuta che gli aderivano al corpo e lui dovette trattenersi dal saltargli addosso inchiodandolo al muro più vicino. Si stampò invece un sorrisino malizioso inarcando un sopracciglio ed aspettando la fine della canzone. Quando le ultime note si spensero gli venne spontaneo fischiare in segno di approvazione, mentre il più basso sussultava dalla sorpresa arrossendo leggermente di fronte a quello sguardo affamato.

«Da quanto tempo sei lì, Bas?» Chiese cautamente quest’ultimo racchiudendo le labbra tra i denti ed affrettandosi a spegnere la zuppa di verdure prima che si bruciasse.

«Abbastanza da aver assistito al tuo siparietto decisamente provocante. Te l’ha mai detto nessuno che Glad You Came unita al tuo culo sodo non è la scelta più saggia?» Mormorò in risposta Sebastian ghignando, questa volta, apertamente e continuando a fargli una radiografia completa.

«Non ci pensare nemmeno! Conosco quello sguardo e non ho intenzione di saltare la cena per un altro round tra le lenzuola. Fila a lavarti le mani, è pronto.» Esclamò Thad puntandogli l’indice contro ed assumendo un cipiglio autoritario.

Sebastian alzò gli occhi al cielo sbuffando, tuttavia si affrettò a fare come gli era stato ordinato visto che il suo stomaco brontolava insistentemente a causa della fame. Mangiarono con gusto raccontandosi tutto ciò che avevano fatto durante il corso della giornata e spesso si lasciarono andare alle vecchie abitudini, punzecchiandosi di rado per poi baciarsi un instante dopo. Quando la tavola fu sparecchiata e tutto fu messo in ordine Thad trascinò Sebastian sul divano accoccolandosi contro il suo petto ed ispirando l’odore del dopobarba impresso sulla pelle. Ai loro piedi, acciambellato sul cuscino accanto al tavolino, Tigro li osservava di tanto in tanto miagolando.

«Coraggio pigrone vieni anche tu qui sul divano.» Proruppe il castano in direzione dell’animale, battendo una mano sul posto libero accanto a sé che venne prontamente occupato dal diretto interessato.

«E questa è la prova che nonostante non l’ammetterai mai tu adori quel gatto.» Concluse Thad osservando la scena con l’espressione di chi la sa lunga, beccandosi poi un pizzicotto scherzoso da parte del suo ragazzo.

«Harwood non costringermi a tapparti la bocca, sai che conosco modi decisamente interessanti per farlo.» Constatò il più alto lanciandogli uno sguardo indecifrabile e passando in rassegna tutti i miliardi di metodi che avrebbe potuto mettere in pratica.

«Non aspettavo altro, Smythe.» Gli sussurrò di rimando Thad annullando la distanza e permettendo alle loro labbra di sfiorarsi con insistenza e passione.

Sarebbero potuti passare anche altri dieci anni, eppure avrebbero continuato ad essere sempre l’uno l’opposto dell’altro riuscendo in ogni caso a sorprendere tutti completandosi a vicenda. Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo sulla loro storia né tantomeno avrebbe mai pensato potessero durare così tanto come coppia, ma alle volte quando due anime sono semplicemente destinate ad incrociarsi il destino lavora bene le sue carte per far modo che accada. Che sia attraverso una nevicata, un luminoso sole splendente, un temporale o un gatto dal pelo particolare il segreto per coltivare l’amore è farlo nell’unico modo possibile: insieme. E questo sia Thad che Sebastian lo avevano capito dalla prima volta che i loro cuori avevano iniziato a battere all’unisono come se fossero uno solo. Certamente erano ben lontani dall’essere perfetti, ma quella era la loro vita e loro l’amavano esattamente così com’era.












A/N

Dopo una pausa abbastanza lunga ho finalmente ritrovato la giusta ispirazione per dedicarmi ad una delle cose che amo di più: la scrittura. Come forse avrete capito questo è il seguito della Os About Cats and Snow, ma entrambe le storie possono venir lette a parte senza necessariamente seguire l’ordine cronologico. Infatti in questa seconda parte c’è solo qualche sottile riferimento alla Os precedente per cui non credo ci siano problemi, in caso contrario non esitate a farmelo presente. Vi ricordo che è in corso la mini long Thadastian scritta da me e BrokenRoses intitolata Catfish: SOS Fake per cui se avete tempo fateci un salto e diteci cosa ne pensate. La long la trovate sul profilo di Broken ed oggi è stata aggiornata con un altro capitolo. Non aggiungo altro se avete dubbi, domande, suggerimenti, opinioni o altro non esitate a lasciarmi una semplice recensione che mi fa sempre piacere leggere. Intanto ringrazio sia tutti coloro che commentano sia chi non lo fa ed un grazie va anche a chi mette le storie tra i seguiti/preferiti/ricordati. Vi lascio alla lettura!

xoxo

Sara
  
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