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Autore: Elena_17    24/08/2014    6 recensioni
Claire Fray è una ragazza normale ha una migliore amica e un migliore amico, la sua famiglia ha appena accolto Josh un bambino di dieci anni che sarà un po' come un'ancora per lei facendole riscoprire le piccole cose che tutti consideriamo scontate. Poi però inizierà a provare qualcosa per una ragazzo che non la ricambia e a questo punto le cose si faranno più dolorose ed imbarazzanti. Non so più cosa scrivere mi dispiace ma il testo credo sia migliore mi dispiace.
-Dal capitolo 2 -
Dietro a questo trio vi è un ragazzo dalla pelle pallida, con un ciuffo biondissimo e un piercing al labbro inferiore. I suoi occhi sono di un azzurro con pagliuzze quasi più fredde, color ghiaccio. Al contrario degli altri lui non sta sorridendo, sembra come distaccato. Sulla sua pelle nivea risaltano incredibilmente le sue labbra rosse e carnose. E’ molto carino secondo me… non mi era mai capitato di pensare certe cose di un ragazzo. Arrossisco a questo pensiero pensando che forse… No basta devo fermare questo flusso di pensieri che mi porteranno solo a farmi soffrire.
Personaggio sorpresa slash / coppie slash (gay) - Muke / ff di mia invenzione
Leggete e recensite vi prego!!
Ele
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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I Found The Love Between The Shelves

 
Josh, un nuovo inizio
- Claire -
Non c’è nessuno in casa oggi. Mamma e papà sono al lavoro, Chloe, la mia sorellina di cinque anni è ancora all’asilo. Scendo le scale prendendo la borsa e le chiavi ed esco di casa. Mentre percorro il vialetto che separa l’ingresso dal cancelletto finisco di infilarmi la sciarpa di cotone azzurra e bianca. E’ già primavera, ma dato che la scorsa settimana ho preso freddo non voglio commettere lo stesso errore ammalandomi ancora. Un venticello gentile mi soffia indietro i capelli lunghi biondo scuro, facendomi respirare l’aria profumata di fiori. Osservo gli alberi presenti nei giardini delle villette dipinte di un azzurro pastello, che caratterizzano la via in cui abito, splendere con quei colori sgargianti nella luce del tardo pomeriggio. Oggi è il giorno in cui dopo più di tre mesi di trattative la nostra famiglia accoglierà Josh, un bambino sui dieci anni proveniente come noi dall’Inghilterra. I miei in realtà stavano pensando già da molto tempo di adottare un bambino, ma solo quest’inverno, e dopo molte discussioni, avevano deciso finalmente di compiere questo passo. Purtroppo però lavorano fino a sera quindi dato che è sabato pomeriggio andrò io a prendere Josh alla stazione. Mi chiedo come sia essere abbandonati da piccoli, senza l’immagine fissa, la figura stabile di almeno un genitore. Non sto incolpando i suoi genitori di averlo lasciato lì, perché magari è stata l’opzione migliore per lui, non sarebbe stato bello vivere di stenti vedendo soffrire la fame i propri figli. Tanto sono immersa in questi pensieri che quasi non mi accorgo di essere già arrivata davanti alla casa della mia migliore amica Melanie. Suono alla porta e non faccio in tempo a fare anche la cosa più piccola che quella si spalanca lasciando uscire una bellissima ragazza dagli occhi scurissimi come pozzi e una cascata di capelli corvini lunghi fino a metà schiena che quasi mi salta in braccio. Come suo solito Melanie è più agitata del solito per l’evento. Fa così da quando la conosco, appena mi sono trasferita qui all’età di sei anni, è stata la mia prima amica. Molte cose da allora sono cambiate ma la nostra amicizia è rimasta solida come allora, quando una bambina mi venne incontro al parco chiedendomi il mio nome.
La saluto ricambiando l’abbraccio e subito ci incamminiamo verso la nostra meta, iniziando subito a parlare come se non ci vedessimo da mesi, quando in realtà l’ultima volta è stata stamattina a scuola…
“Allora tesoro come va con Andrew?” chiede lei, riferendosi al mio ragazzo, di un anno più grande, se ancora si può definire tale…
“Beh, tutto sommato abbastanza bene, ma lui ora mi tratta come un’amica e sento di non provare più quello che provavo una volta. E sto anche pensando di lasciarlo, perché sarebbe la cosa migliore per entrambi.” confesso allora io.
“Io sono solo preoccupata per te, non voglio che ti accada qualcosa per colpa di quello là. Poi quel tipo non mi è mai piaciuto. Ti pare normale che nessuno sappia cosa va  fare tutti i weekend fuori città?! C’è sicuramente sotto qualcosa.”
Io annuisco. So come la pensa, mi pongo quella domanda ogni giorno, ma nessuno, nemmeno i suoi amici più stretti, hanno saputo – o voluto – darci una risposta.
“Tu invece? Come va con Francis?” le chiedo cercando di sviare la nostra conversazione.
“Oh, dovresti sentirlo, certe volte è dolcissimo! Poi tutti i sabato sera usciamo, mentre il giovedì andiamo al cinema o vediamo un film a casa sua. Pensa che ieri mi ha accompagnata a fare shopping in centro, alla fine però era annoiatissimo” si interrompe ridendo “Poi avresti dovuto esserci c’erano delle cose fantastiche in sconto. Ho preso un vestito corto, due paia di scarpe col tacco, e tre camicette scollate”
Melanie è una ragazza bellissima, ma probabilmente non se ne rende conto abbastanza, dato che si trucca moltissimo e a volte indossa vestiti esageratamente corti. Per questo ogni volta che passiamo tutti si voltano a guardarla. C’è stato un periodo in cui ero gelosissima di lei, perché attira l’attenzione di molti ragazzi ed io per questo mi sentivo brutta e rifiutata, perché lei mi oscurava sempre. Uno di questi ragazzi è Francis, di un anno più grande rispetto a me e due rispetto a Mel. Una sera eravamo andate a giocare a bowling, circa un mese fa, noi due sole e l’abbiamo visto con alcuni suoi amici. Melanie l’ha subito adocchiato, e magicamente sono diventata all’improvviso la terza incomoda, tant’è che sono dovuta tornare a casa da sola. Da allora i suoi discorsi sono rivolti unicamente a lui ed io sono diventata praticamente invisibile.
Chiacchierando arriviamo alla stazione e appena entrate un treno ci sfreccia davanti, io socchiudo gli occhi per ripararli dall’aria spostata, anche se sono già protetti dagli occhiali da vista neri all’esterno e bianchi all’interno che indosso. Dall’altra parte del binario c’è seduto un bambino sugli undici anni biondo e spettinato. Anche da questa distanza si possono vedere gli occhi limpidi e di un azzurro quasi irreale che si spostano da una parte all’altra come se fosse la prima volta che vede un treno o una comune stazione. Quando mi vede però si alza prendendo con sé un libro molto rovinato e un borsone sgualcito, praticamente vuoto, e ci raggiunge. Tira fuori dalla tasca posteriore dei jeans che indossa un bigliettino stropicciato da quante volte deve essere stato letto.
“Una di voi due è Claire Fray? Mi hanno detto che doveva venirmi a prendere qui” chiede il bambino.
“Sì sono io. Sono Claire ma puoi chiamarmi Clary. Io sono la tua sorellastra o sorella se preferisci: mi vanno bene entrambi” gli rispondo io con un sorriso.
“E lei chi è?” chiede lui indicando la ragazza di fianco a me “E’ un’altra sorella?”
“No, io sono Melanie e sono la migliore amica di Clary” risponde lei.
“Quanti anni avete?” ci domanda lui.
“Io ne ho sedici, Mel quindici” rispondo io.
Mentre parlavamo io ho preso il borsone di Josh, che è leggerissimo, e ci siamo incamminati verso casa. Parlando delle cose che ci piacciono o meno abbiamo riaccompagnato Mel a casa sua, proseguendo poi verso la nostra. Appena entrati gli faccio togliere le scarpe e appoggio il i suoi miseri averi su una sedia in soggiorno. Dopo gli faccio vedere tutte le stanze tenendo per ultime la sua e la mia libreria.
Andiamo nella sua camera in cui c’è un letto ben fatto, un comodino con una sveglia, un armadio grande ed azzurro, una finestra enorme che si affaccia sul cortiletto posteriore e una scrivania con una lampada, dei portamatite pieni e un disegno fatto sicuramente dalla piccola Chloe che raffigura tutta la famiglia che a braccia aperte accoglie un bambino con una valigia. In alto campeggia la scritta “Benvenuto a casa Josh!” con la firma di tutti i componenti della famiglia sul retro del foglio. Appena vede quel disegno il bambino fa un sorriso enorme e mi ringrazia con un silenzioso abbraccio che però dice allo stesso tempo molto di lui, probabilmente nessuno l’ha mai accolto così…
Lo prendo per mano e lo faccio avvicinare alla finestra che nel frattempo ho aperto “Guarda. Se spingi lo sguardo oltre quelle casette là in fondo si riesce a vedere l’oceano” gli dico.
Il suo sguardo vaga un po’, ma poi la sua bocca si apre e i suoi occhi si illuminano riuscendo finalmente a vedere una cosa che probabilmente non ha mai toccato o visto dal vivo, ma solo tramite fotografie. E’ innegabilmente stupito ed affascinato.
“Un giorno mi ci porti, vero?” mi chiede speranzoso voltando la testa nella mia direzione.
“Certo” rispondo immediatamente io “domani sera, dopo che ho finito di lavorare, passo a casa e ci andiamo, ok?” lui annuisce chiudendo gli occhi ed inspirando l’odore della salsedine.
“E questo profumo che cos’è?” mi chiede con gli occhioni spalancati.
“E’ la salsedine, l’odore dell’acqua salata e di tutto ciò che ci vive dentro” gli rispondo io con un sorriso. Dopo poco lo tiro per la mano verso la stanza affianco alla fine del corridoio. Lo conduco dentro e come prima apro la finestra. Quello che viene illuminato dalla luce della prima serata fa risplendere anche gli occhi di Josh come pochi minuti prima. Quella stanza è la mia biblioteca, in cui tengo tutti i miei libri ordinati e sempre spolverati. Sapevo come avrebbe reagito il mio nuovo fratellino perché mentre tornavamo aveva detto che ama la lettura e soprattutto i fantasy, perché quando stava in orfanotrofio gli distraevano la mente permettendo di non porsi troppe domande che lo avrebbero solo fatto stare male.
Subito lui si avvicina a sfiorare alcuni libri che forse ha letto o vorrebbe leggere, ma nel mentre io mi sono ricordata del libro che lui teneva stretto alla stazione; fin da quando l’ho visto l’ho riconosciuto subito. Infatti lo vado a prendere e lo affianco su una mensola accanto alla mia copia, dato che si tratta di Harry Potter e i Doni Della Morte.
All’improvviso sentiamo la porta di casa aprirsi e le urla di Chloe si diffondono per tutta la casa, mentre lei arriva poco dopo seguita da mamma e papà che si lanciano su Josh domandandogli di tutto. Poco dopo la mamma scende a scaldare quello che ha comprato ed una decina di minuti più tardi siamo tutti seduti intorno al tavolo parlando della giornata passata come una normale famiglia. Alla fine della cena salgo in camera mia e leggo un capitolo del mio libro per poi parlare un po’ con Melanie per messaggi.
 
***
IL GIORNO DOPO
Mi sveglio e subito ricordo che anche se è domenica io devo andare a lavorare. Così mi vesto mi lavo e mentre esco di casa addento un cornetto preparato ieri sera da mia madre. Esco di casa e cammino spedita alla volta del negozio. Dopo una ventina di minuti scorgo finalmente l’insegna già illuminata del “Ghirigoro”, nome preso dalla libreria omonima in Harry Potter. Appena entro vedo subito la chioma rossa della mia unica collega Elizabeth sbucare da sotto la cassa. Subito la saluto calorosamente e vado nello spogliatoio ad indossare la divisa. Torno da Liz e iniziamo a parlare della settimana in cui non ci siamo viste. Il negozio in cui lavoriamo è una libreria ed una biblioteca per chi deve solo consultare dei manuali o non può permettersi di comprare i libri.
“Clary io devo andare a sistemare un nuovo pacco nella sezione in fondo al negozio. Tu riposati pure” mi dice lei dopo poco. Io annuisco e prendo il libro che sto leggendo fuori dalla borsa. Mi dirigo verso la mia poltrona preferita e mi accoccolo su di essa. Dopo un po’ si sente lo scampanellio caratteristico che fa la nostra porta quando viene aperta, ma non ci faccio troppo caso assorta come sono nella mia lettura. Sento dei passi che si avvicinano, ma subito dopo penso di essermeli immaginati così non mi accorgo del ragazzo che sta frugando in uno scaffale poco distante.
Mi alzo ricordandomi che devo rimettere a posto dei libri che i clienti hanno preso nella sezione dei fantasy. Torno alla cassa appoggio il libro sul ripiano, prendendo invece la pila di volumi tutti diversi che devo risistemare. Vado nella sezione giusta, ma i libri sono troppi così me ne cadono alcuni, tento di piegarmi per riprenderli ma mi sbilancio e finisco per terra.
“Oh no, si saranno tutti rovinati!” esclamo io con la faccia imbronciata perché non c’è una cosa che odio più dei negozi sbadati che vendono libri rovinati. “E per fortuna che nessuno mi ha vista” borbotto allora… quando sento una bellissima risata provenire da davanti a me alla fine del corridoio creato dalle due librerie. Ancora per terra alzo lo sguardo sul ragazzo che mi sta di fronte. La prima cosa che mi colpisce sono i suoi occhi, verdi molto simili ai miei ma più accesi e più chiari. Il proprietario di quelle due bellissime gemme mi tende la mano aiutandomi ad alzarmi. Appena ci troviamo alla stessa altezza, o quasi dato che io sono bassa per la mia età, lui sfodera un sorriso mozzafiato piegando all’insù quelle meravigliose labbra rosse e piene.
Ho appena capito che la mia fiamma per Andrew è stata spenta dal ragazzo che mi sta di fronte.
  
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