Happy Birthday - Buon Compleanno.
- No, Em.
Non potevo non tornare a casa proprio oggi. -
Casey alzò
gli occhi al cielo, tentando di mantenere il cordless in equilibrio fra la
spalla e la guancia. Alle volte Emily era veramente estenuante... Tentò di
rassicurarla un altro paio di volte, mentre afferrava la grossa ciotola di
ceramica che aveva davanti e cercava a tastoni il cucchiaio di legno. L'impasto
si stava amalgamando perfettamente. Cacao
zuccherato, noci ed una tazzina
di miele. Proprio come piaceva a lui.
- Va tutto
bene, quante volte me lo farai ripetere?! Sì. Ciao, Emily. Cia-o. - Chiuse la
comunicazione sbuffando, proprio mentre Nora rientrava in casa dalla porta sul
retro.
- E' tutto
a posto, tesoro? - Domandò, osservando la confusione che regnava sovrana in
cucina con aria criticamente divertita.
- Sì,
mamma. Sto solo facendo una torta e credo di avere imparato come si usa un
forno, oramai. - Sorrise. L'ultima volta che aveva provato a cucinare in casa
di George aveva fatto un gran disastro e molto, molto fumo. - Anzi, dovrei
invitarvi tutti da me, prima o poi.
Nora le
accarezzò amorevolmente la guancia sporca di farina, prima di sparire nel
seminterrato carica di tutte le sue shopping-bag. Era raggiante come non la si
vedeva da tempo, le brillavano gli occhi per il solo e semplice fatto di
riavere di nuovo a casa la figlia maggiore: Casey non abitava più con i
MacDonald-Venturi da due anni. Una volta iscritta al college aveva dovuto
cercarsi un appartamento tutto suo. Si era trasferita a Vancouver, o meglio,
era scappata a Vancouver.
Vivere da
sola aveva comportato dei cambiamenti notevoli per lei, tra cui l'imparare a
cucinare.
E a fare a
meno della sua famiglia.
Versò con
attenzione l'impasto scuro in una teglia e cominciò a guarnirlo con dei piccoli
pezzi di mandorla. Voleva che tutto forse perfetto. Non solo perchè era la
prima volta che trovava il coraggio di tornare a London, da quando era
successo... quello che era successo.
Si voltò di scatto, come per scrollarsi di dosso la fastidiosa malinconia che
quel pensiero le aveva instillato.
Si era
ripromessa di continuare a sorridere per tutto il giorno, qualunque cosa fosse
successa.
Nell'impeto
dal movimento urtò il barattolo della farina che stava sulla mensola in fianco
a lei. Quello oscillò, inclinandosi pericolosamente.
- Ah...! -
Una nuvola bianca le si riversò addosso, avvolgendola completamente. Nebbia.
Sentiva la farina scivolarle dai capelli lungo le guance e sulle spalle,
imbrattandole i vestiti. Alzò lo sguardo come se si aspettasse di vedere
arrivare qualcuno dal salotto.
"Bel colpo, Tsunami!"
La stanza
rimase ostinatamente vuota. Nessuno arrivò di corsa dalle scale nè spalancò la
familiare porta rossa dell'ingresso. Sospirò, sorridendo amaramente a sè
stessa, poi prese uno strofinaccio e si diede da fare per ripulire un po' in
giro. Raddrizzò le spalle e si mise a canticchiare, cercando di distrarsi.
Lizzie,
Edwin e Marti rientrarono rumorosamente proprio nell'attimo in cui Casey
richiudeva l'anta del forno, dopo avervi riposto il dolce.
George era
passato a prenderli tutti e tre con la macchina per riportarli a casa più in
fretta, in vista della "sorpresa".
- Casey!!!
- Cinguettò Marti, non appena si accorse della sua presenza. Attraversò di
corsa il salotto, con la gonna a balze che le svolazzava intorno alle gambe e
in un attimo le fu addosso, gettandole le braccia al collo.
- Marti,
tesoro, come stai? - Le scompigliò affettuosamente i capelli con una mano,
mentre con l'altra abbracciava Lizzie. Edwin si mantenne a distanza di
sicurezza, un passo indietro. - Ragazzi. Siete... cresciuti. - Una volta che li
ebbe tutti e tre davanti, ritti in piedi, non potè fare a meno di notarlo.
Lizzie aveva quindici anni e a Casey sembrò di trovarsi difronte la sè stessa
che era entrata per la prima volta in casa Venturi, cinque anni prima. Lunghi
boccoli castani e uno sguardo irriverente. Edwin era più alto di lei di almeno
una spanna, ormai e la "piccola" Marti si era trasformata in una splendida,
vivace undicenne. A vederli così allegri e rumorosi, si senti un po'
scricchiolante nei suoi vent'anni e qualche mese. Dopo che ebbe salutato anche
George, stampandogli un bacio sulla guancia ruvida, si spostarono in soggiorno
per raccontarsi tutto con più calma.
I tre
ragazzini si sistemarono sul divano, accapigliandosi per conquistare la
posizione più comoda, esattamente in fianco al bracciolo consumato, mentre
George scelse il bordo del tavolino di legno. Quando Casey li raggiunse,
l'unico posto rimasto libero era... la vecchia, lisa poltrona reclinabile. Le
risate si interruppero di colpo e lei si sentì immediatamente quattro paia di
occhi puntati addosso. Improvvisamente erano tutti tesi come corde di violino.
- Aspetta,
mi ci siedo io. - Edwin, cavallerescamente, fece per alzarsi, ma Casey lo
bloccò.
- Non
preocuparti. - Sorrise, stemperando l'atmosfera. - E' tutto a posto. - Si
accomodò, accarezzando la pelle morbida dei braccioli, mentre l'aroma
dolciastro di mandorle e cacao si diffondeva nell'aria.
- Hai
fatto la Torta Speciale? - Domandò
Marti, guardandosi allegramente intorno con il naso all'insù. Non le era mai
sfuggito nulla, nemmeno quando aveva sei anni e tutti loro la ritenevano troppo piccola per capire.
- Sì. -
Rispose, senza smettere di sorridere. - Ma è per dopo. - Si accomodò meglio
contro lo schienale e rivolse la sua totale attenzione al racconto di Lizzie su
come la sua squadra aveva vinto l'ultima partita di Hockey.
Senza
quasi rendersene conto, strofinò la punta del naso contro la stoffa scura.
Quella poltrona aveva ancora addosso un odore inconfondibile... il suo.
Sapeva di lui.
***
- Ecco
qua. - Disse Casey, appoggiando il vassoio sul tavolo. La torta era perfetta, a
cottura ultimata l'aveva perfino decorata con una morbida glassa di zucchero
fuso.
- A-ha. -
La bloccò George. - Non prima che Marti abbia finito tutti i suoi cavoletti di
Bruxelles.
- Ma
papà... - Tutti loro ridacchiarono, rivivendo i giorni in cui cenavano ancora
insieme e Marti era la piccola di casa a cui tutto era permesso. Era buffo
vederle fare le stesse moine, ora che era "grande".
- Non
attacca più, sorella. - Sghignazzò Edwin, dandole un finto scappellotto. -
Funzionava quando avevi sei anni, Smarti! - Lei lo guardò stupita, mentre Nora
e Lizzie si erano fermate con i piatti a mezz'aria, nell'atto di sparecchiare
il tavolo. Di nuovo Casey sbloccò la situazione, sfilando il piatto da sotto il
naso della sua sorellastra.
- Credo
che, per questa volta, possiamo fare un'eccezione! - Pigolò con, forse, perfino
troppa enfasi. - In fondo stasera è una sera speciale, no? Ci sono qui io. - Si
alzò e si affrettò verso la cucina, seminando un cavoletto sul pavimento.
Lei e
Lizzie finirono di sparecchiare e distribuirono a tutti i piatti per il dolce.
Poi prese un coltello e si posizionò davanti alla torta. Toccava a lei
tagliarla.
- Mmmmh...
Cosa ci hai messo, tesoro? - Domandò Nora, osservando la crosta scura e
perfettamente dorata.
- Cacao,
noci, miele e qualche mandorla, mamma. - Rispose, porgendole la prima fetta.
- Ah...! -
Si illuminò. Si fissarono, improvvisamente consapevoli entrambe. Casey sorrise,
cercando di mostrarsi rilassata.
- Sì. -
Disse semplicemente, riprendendo a distribuire le porzioni. Nora si voltò verso
George, incontrando immediatamente i suoi occhi chiari.
- Oggi
sarebbe stato... - Gli si rivolse in un sussurro appena udibile. Lui non disse
nulla. Si limitò ad annuire, prima di abbassare lo sguardo sul piatto.
Il
discorso si spense e si perse via via nello scorrere delle altre chiacchere.
Quando ciascuno ebbe davanti la propria fetta, Casey si alzò e senza dire
nulla, ripose la sua accanto ad un'altra, su un piatto di ceramica azzurra. Lo
sistemò coperto accanto ai fornelli e ritornò al tavolo. Sembrava che nessuno
si fosse accorto di niente.
- Era
buonissima, Casey. - Si complimentò Nora, passandole una mano fra i capelli.
Aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate. - Davvero... perfetta.
- Grazie.
- Sentiva le lacrime inumidirle le ciglia, ma voleva mantenere ciò che si era
ripromessa. Si fece forza e si sciolse nell'ennesimo sorriso, cercando di
sentirlo davvero.
Al momento
di andare a letto, Casey si offrì di riordinare.
Aveva
deciso di dormire sul divano, perchè la mattina seguente sarebbe dovuta partire
molto presto e non voleva svegliare nessuno. Abbracciò sua madre, George e
Lizzie, prima che questi tornassero nelle loro camere. Riuscì perfino a
strappare un bacio sulla guancia ad un imbarazzatissimo Edwin. Marti rimase per
ultima...
Quando Casey
si abbassò per salutarla, lei le afferrò un braccio e si avvicinò per
sussurrarle qualcosa all'orecchio.
- Gli
sarebbe piaciuta. - Bisbigliò. - La Torta
Speciale. Era la sua preferita.
Poi le
augurò la buonanotte e dopo averla abbracciata stretta, scappò su per le scale.
Casey la guardò sparire oltre l'ultimo gradino, con espressione teneramente
stupita.
Come al
solito, quella piccola canaglia aveva intuito ogni cosa. Ridacchiò tra sè e sè.
Dopotutto,
era la sua piccola Smarti. Anno dopo
anno, gli somigliava sempre di più.
***
Quando
tutto fu a posto e la casa finalmente silenziosa, spense tutte le luci e
posizionò una candela verde sul davanzale della finestra. Erano le undici e
venti... ancora poco più di mezz'ora e poi sarebbe finito tutto.
La fiamma
oscillava lentamente, soffiando intorno un soffuso odore di menta piperita.
L'unico
aroma che lui riuscisse a sopportare. L'unico che gli piacesse davvero.
Casey
scivolò lentamente in cucina, recuperò le fette di torta che aveva riposto e
dopo averle posate su due piattini diversi, le portò in salotto.
Una la
appoggiò sul tavolino con il cucchiaino ed i tovagliolo ordinatamente sistemati
a lato.
Come se
fosse lì per qualcuno che doveva mangiarla. L'altra la tenne per sè. Si avvolse
un vecchio plaid intorno alle spalle e si accoccolò di nuovo sulla poltrona.
Picchiettò
con il cucchiaio la punta del dolce e poi se la portò alle labbra, chiudendo
gli occhi per sentire meglio il sapore...
La pelle
morbida della sua poltrona, il cacao
dolce della sua torta, il profumo di
menta...
Lo
sentiva. Sentiva la sua presenza così intensamente che quasi non si sarebbe
stupita di aprire gli occhi e trovarselo seduto accanto, con quell'aria
scocciata... perchè lei si era presa il suo posto.
Nonostante
sapesse benissimo che era impossibile.
Osservò
l'altra fetta perfettamente intonsa giacere sul suo piattino. La torta gli
sarebbe piaciuta, aveva detto Marti.
C'era
sempre qualcuno che gliela preparava, per festeggiarlo.
E quel
giorno lui avrebbe dovuto festeggiare. I suoi vent'anni.
... se quel maledetto incidente non fosse mai avvenuto.
Ma era
successo. E lui non era mai tornato dal suo primo giro con una macchina nuova.
Mai andato al college... fermo per sempre a diciotto anni appena compiuti.
All'inizio
era parso impossibile sopravvivere a quel dolore lancinante. Poi, col tempo,
aveva deciso di sorridere.
Ogni anno,
per quel giorno, tutto il giorno. Sorridere per lui.
Lui che le
lacrime non le aveva mai sopportate.
Finì
l'ultimo boccone di dolce, si alzò e si avvinò alla candela. Era quasi del
tutto sciolta.
Soffiò
dolcemente sullo stoppino e la fiamma si spense.
- Buon
compleanno, Derek... -
Sorrise.
Poi il
primo rintocco della mezzanotte.
***
Tanto
per chiarire un po', visto che con i primi commenti è saltata fuori questa
cosa: che rapporto c'è tra Casey e Derek in questa fic? Beh, ovviamente nella
mia personale ottica loro due si amano. E tanto.x3 Infatti nelle indicazioni è
sottolineato che è una Dasey. Sullo specifico potrei dire che non ho idea se la
famiglia lo sa o no.XD Semplicemente tutti sanno che tra Derek e Casey c'era un
legame "forte". Amore o altro che fosse. Diciamo che è sufficente
sapere che tutti capiscono bene come il dolore di Casey sia il più intenso. Mi
sono spiegata ad vaccam, lo so, ma la cosa mi ha spiazzata.XD Nel senso che volutamente
non ho approfondito questa parte della questione per lasciare intatta
l'atmosfera delicata e un po' "sospesa" della fic. Non credevo
venisse considerata una mancanza. Awww!x3 E' triste, lo so, ma su youtube ho
visto dei video tristissimi ma splendidi che mi hanno colpito tanto. E ho letto
delle stupende fic in inglese sempre sul genere.
E allora
mi sono detta, perchè no? Anche se far morire il mio adorato Derek è stata
dura!<3
E a
parte tutto, i commenti fanno sempre moooolto piacere!x3