Corro, corro senza voltarmi.
Lo sento alle mie spalle, il respiro si fa affannoso.
Vorrei fermarmi.
Non posso.
I muscoli si contraggono ad ogni mio movimento; sento tirare nei polpacci e mi sale un groppo in gola.
Fatico a respirare; avrei bisogno di una pausa.
Non posso.
Spine e rametti mi tagliano le gambe, lasciandomi tanti piccoli segni rossi, quasi come a formare una ragnatela rosso sangue, un piccolo reticolo proprio sopra le caviglie. Sembra quasi un tatuaggio, ma il sangue comincia a colare e avverto il suo calore.
I piedi sono gonfi, le dita mi fanno male, ma non mi fermo, non posso.
È dietro di me, lo sento. Tra poco sarà qui. Mi piacerebbe parlargli, ma so che non mi ascolterebbe, quindi continuo a correre. 
È qui.
Non riesco a pensare a cosa fare.
Mi atterra, e sento tutto il peso del suo corpo su di me. Mi fa male, vorrei allontanarlo.
Non posso.
Il dolore cresce, paripasso con la mia paura.
Lui ride.
Mi volta, e riesco a vederlo in faccia: ha degli occhi spaventosi.
Estrae un coltello dalla tasca.
Le lacrime iniziano a rigare il mio volto. Vorrei andarmene.
Non posso.
Inizia ad affondare la lama nel mio petto.Sento la pressione crescere dentro di me sempre più.
Mi fa male.Il sangue sgorga dalle ferite macchiando tutti i miei vestiti.
Vorrei ribellarmi.
Non posso.
La lama continua ad affondare, lacerando i miei muscoli e i miei tendini.Urlo, ma non riesco a muovermi.
Cerco di difendermi.
Non posso.
Le forze iniziano a venir meno. Sono in un lago di sangue e lacrime. Sento che finirà tutto molto presto.
Voglio tornare a casa mia.
Non posso.
Voglio cambiarmi i vestiti e mettermi qualcosa di carino per stasera.
Non posso.
Voglio andarmene.
Non posso.
Voglio vivere.
Non posso.