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Autore: Rei Murai    19/09/2008    1 recensioni
- ma che ti costa Sasukechan? Lo sai che questa festa capita solo, e ripeto SOLO una volta all’anno, non puoi non venire! Va contro le regole dell’istituto, contro ogni legge fisica! – Il moro inarcò un sopracciglio - ok, magari contro le leggi fisiche no ma…hai diciassette anni! A diciassette anni non si può mancare ad una festa così importante come quella che da ogni anno l’istituto e a cui possono accedere solo gli alunni dalla terza in su! Hai rifiutato l’invito di Sakura, quello di Ino, quello di Temari! Cioè! Ti sei permesso di rifiutare l’invito di una ragazza con due anni in più di noi! Non puoi essere così stupido! – [KakaSasu, fic-regalo per rekichan.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Allora, per questo giorno speciale mi era stata chiesta una fanfic particolare, questo succedeva circa tre anni fa.

E dato che sono tre anni che per questa precisa data cerco di fare questa stramaledetta fic rieccomi nuovamente qui, pc alla zampa da bravo inuzuka, a cercare di scrivere quella dannata KakaSasu che Sasukechan mi chiede ogni anno anche se mai esplicitamente come fic di compleanno.

Ora, considerando che per me scrivere una fic dove appare Sasuke ma non appaiono ne Kiba ne Naruto è impossibile è assolutamente probabile che la zazzera bionda e quella castana più amate del web (d mia conoscenza) si faranno di certo vedere. Uomo avvisato…

Tra l’altro c’è anche da dire che Kakashi appare moooolto poco nelle mie fanfic quindi è quasi certo mi uscirà dannatamente OOC.

Ma so che Rekichan non me ne avrà a male in fondo lei SÀ cosa aspettarsi dalla sottoscritta (che sì, se ve lo state chiedendo, si stà perdendo apposta in questo lungo ed inutile sproloquio mentre cerca di raccogliere le idee per qualcosa di decente) e quindi tenterò di non farle qualcosa di scontato.

Ovviamente la dedica va alla sopracitata Rekishi che finalmente entra nei 20 anni.

Vecchia!!!!!!! XDD

Sappi che ti voglio bene e nonostante tutto non saprei che fare senza di te.

Consideralo anche un regalo per i tuoi stupendi voti universitari spero di essere con te per ogni tuo successo e di poterti aiutare come ho tentato di fare in questi stupendi 3 anni d’amicizia.

Tvb ^_________^

Rei.

Un Ballo.

- eddai Saaaaas’ke! –

Il moro sbuffò irritato di fronte all’ennesimo tentativo del biondo di perforargli un orecchio con le sue urla.

Erano settimane che l’autoproclamatosi suo migliore amico, Naruto Uzumaki, lo tormentava con quella storia e la scena si ripeteva ogni mattina, di fronte ai cancelli dell’istituto, dove il biondino lo braccava prima di entrare in classe e riprendere poi durante l’intervallo.

La sua fortuna?

Lui e Naruto non erano nella stessa classe, altrimenti, molto probabilmente, si sarebbe dovuto sorbire quella lagna anche durante le lezioni.

- ma che ti costa Sasukechan? Lo sai che questa festa capita solo, e ripeto SOLO una volta all’anno, non puoi non venire! Va contro le regole dell’istituto, contro ogni legge fisica! –

Il moro inarcò un sopracciglio

- ok, magari contro le leggi fisiche no ma…hai diciassette anni! Sa diciassette anni non si può mancare ad una festa così importante come quella che da ogni anno l’istituto e a cui possono accedere solo gli alunni dalla terza in su! Hai rifiutato l’invito di Sakura, quello di Ino, quello di Temari! Cioè! Ti sei permesso di rifiutare l’invito di una ragazza con due anni in più di noi! Non puoi essere così stupido! –

- Dobe, piantala. –

L’Uchiha si sistemò meglio lo zaino in spalla aspettando con una certa fretta il suono della campanella.

Non riusciva più a sopportarlo.

Già solitamente l’Uzumaki era quel tipo di ragazzo insopportabile e petulante che mai nella tua vita ti saresti voluto ritrovare, ma in quell’ultimo periodo gli era venuto a noia.

- senza contare – infatti continuava il biondo senza sosta – che la festa cadrà anche nel giorno del MIO compleanno – ed ecco che attaccava con la carta vincente.

Ma proprio il dieci di ottobre dovevano darlo quello stupido ballo?

Ringraziò la stordente voce della Yamanaka che gli si gettava tra le braccia gridando un “UchihaKuuun” che fece voltare mezza scuola per averlo tolto dall’impiccio di dover rispondere per poi scrollarsi di dosso entrambi e correre di filato all’interno dell’istituto – e della propria classe – sedendosi al proprio banco, vicino allo Hyuuga.

Non avrebbe accettato mai e poi mai di andare a quel ballo, gli fosse anche crollato il mondo in testa nel tentativo di rimanere chiuso in casa.

Ahh le ultime parole famose, sono quelle che speri di pronunciare nel momento più giusto e che si avverino portando così a compimento ciò che ti eri prefissato, vero Uchiha?

Un vero peccato però, dalla tua, avere solo le tue convinzioni e per contro un vero e proprio reggimento mosso per farti fare quello che non vuoi.

E ora si trovava lì, di fronte alle porte della scuola, con accanto un Naruto particolarmente felice e una Sakura con addosso un completo rosa e nero che chiacchieravano e cercavano di godersi appieno la serata, maledicendo con tutte le sue forze quel fratello maggiore bastardo che sua madre gli aveva donato e quel cugino ancora più bastardo che era uscito da sua zia.

Fissava l’entrata della scuola come se si trattasse della bocca dell’inferno e, per uno poco abituato al contatto fisico e al rumore come lui, doveva davvero essere tale.

Con passo rassegnato si affrettò ad entrare dentro la scuola, trascinato per un braccio dal biondo e dall’altro dalla rosa fino a trovarsi all’interno della palestra della scuola.

Palloncini di ogni colore pendevano dall’alto soffitto riempiendo la sala assieme alle luci colorate e alla musica alta che invadeva lo spazio. Al centro di quella che doveva essere la pista ragazzi e ragazze ballavano al ritmo incessante o rimanevano verso l’esterno dove lunghi tavoli erano stati disposti e caricati di cibo e bevande.

Poi in un angolo alla sua sinistra poteva vedere i professori che supervisionavano il tutto.

Riuscendo a scappare alle grinfie di Sakura si lasciò scivolare verso un angolo appartato della sala, poggiandosi al muro e rimanendo a fissare.

Ino Yamanaka dopo il suo rifiuto aveva ripiegato su Sai, quarto anno. Se ne stavano seduti in un angolo, lei a cavalcioni sulle gambe di lui e il capo poggiato sulla sua spalla sussurrava qualcosa facendo sorridere il ragazzo che, con movimenti lenti della mano, le carezzava ora la schiena, ora il collo rilassandola completamente.

Poco distante da loro, in un angolo illuminato da una vaga luce bluastra Hinata Hyuuga fissava i compagni di classe ballare seduta accanto ad un impassibile Shino Aburame. Gli occhi color ametista coperti dagli occhiali da vista non lasciavano nemmeno per un istante la rumorosa figura dell’Inuzuka che, saltellando come un matto, continuava ad “importunare” Neji, il proprio ragazzo per poter scendere in pista con lui.

Lo Hyuuga, scocciato dal modo di fare del castano d’un tratto si chinò su di lui zittendolo con un bacio veloce che lo fece arrossire fino alla punta delle orecchie e fece sorridere soddisfatto il moro che aveva scoperto il modo più semplice di zittire il suo ragazzo.

Scostò lo sguardo dalla coppietta felice poggiandolo su qualcosa che avrebbe reso meno felice lui; un gruppo di ragazze, evidentemente senza accompagnatore, lo stavano fissando indecise sul da farsi.

Aveva appena avuto il tempo di escogitare un piano di fuga che lo portasse il più lontano possibile da loro e il più vicino alla prima uscita libera, quando il gruppetto partì verso la sua direzione braccandolo.

- Uchihakun sei da solo? –

Le squadrò da capo a piedi, soffermandosi a guardare l’abbigliamento improponibile, dall’accostamento di colori stomachevole, le acconciature complesse che sui visi troppo truccati o più semplicemente dal taglio particolare avevano un effetto sgradevole e i gioielli dalle forme strane ed esageratamente grandi prima di decidersi a rispondere

- Si, sempai –

“e preferisco starci” aggiunse poi mentalmente scostando lo sguardo.

Le ragazze più grandi ghignarono compiaciute cominciando ad assillarlo con mille domande aspettandosi che, esasperato dalla situazione, alla fine chiedesse a quella più insistente – e ovviamente per loro quella che poi veniva considerata la più bella – di ballare con lui per poi trovarsela appioppata per tutto l’anno scolastico.

Non c’era via di scampo ne fine a quella tortura.

Nessuno nei dintorni che potesse aiutarlo o più semplicemente salvarlo da quella tortura.

Naruto ballava qualche metro più in là con Sakura, troppo lontano per essere raggiunto in breve tempo, dannazione a lui e alla sua fissa del “a diciassette anni non puoi fare l’associale, devi interagire con il mondo circostante” con cui in realtà lo assillava dalle elementari.

In preda alla ricerca di una possibile via d’uscita ascoltava in modo distratto i discorsi e le domande delle sempai a cui rispondeva a monosillabi e che parevano non volessero lasciarlo in pace.

Fù quasi per miracolo che, voltandosi alla sua destra, incrociò con lo sguardo la figura alta e slaciata di Hatake Kakashi, professore di Giapponese e storia che,con aria annoiata, fissava la Mitarashi ballare con Morinosensei poco distante da li.

Due secondi netti per ragionarci poi, con un breve inchino e una fuga repentina, si avvicinò a grandi falcate all’insegnante piazzandoglisi di fronte e mormorando un imbarazzatissimo

- Hatakesensei balla con me? –

Kakashi da prima lo fissò vagamente spaesato, incatenando gli occhi verdi dentro quelli color pece del moro che, con aria speranzosa aspettava una risposta che tardava ad arrivare.

Forse fù per il fatto che le ragazze dissero qualcosa in direzione del moro, o più semplicemente per un colpo di fortuna, il professore parve capire la situazione e, con un mezzo sorriso, pose in tasca il libro che stava fingendo di leggere accettando con un motto d’entusiasmo la proposta del proprio alunno.

Sotto lo sguardo dell’intera scuola, l’altezzoso Sasuke Uchiha passò l’intera serata in compagnia del proprio sensei, ballando e fermandosi a chiacchierare di cose futili a pochi passi dall’uscita.

Nessuna delle ragazze più la forza d’animo di avvicinarsi al moro quella sera che, in un modo o nell’altro, anche per lui scorse tranquillamente.

La palestra ormai era semi vuota e anche la musica che fino a qualche ora prima si diffondeva riempiendo l’aria ormai andava via via scemando.

I palloncini colorati con cui gli addetti alla festa avevano fatto riempire la sala da ginnastica giacevano per una buona parte sgonfi sul pavimento in legno lucido assieme alle impronte delle scarpe, bicchieri e piatti di plastica e patatine spiaccicate .

Seduti in un angolo Kakashi e Sasuke contemplavano il tutto con un aria rilassata, godendosi quei pochi minuti di tranquillità appieno, come se fossero stati gli ultimi della loro vita.

- Beh Uchiha, domani c’è scuola, è ora di rientrare –

Il moro annuì debolmente alzandosi e allungando le braccia nel gesto di stiracchiamento facendo scricchiolare le ossa.

Si sentiva stanco, appesantito.

Quella serata gli era parsa decisamente peggio degli allenamenti di basket sotto cui Gaisensei li sottoponeva ogni giorno anche se doveva ammettere che, il non saper ballare sicuramente non rientrava tra i difetti del suo sensei.

- Hai bisogno di un passaggio? –

Si voltò verso di lui incatenando ancora una volta gli occhi scuri dentro quelli verdi dell’uomo.

Nonostante tutto villa Uchiha si trovava dall’altra parte della città,a circa un ora di strada con i mezzi pubblici e, a meno che non si fosse mosso immediatamente, sicuramente avrebbe perso l’ultimo treno notturno della linea Yamanote in grado di portarlo a casa.

- Mi farebbe piacere, ovviamente se per lei non è un disturbo, sensei –

L’Hatake sorrise scompigliandogli i capelli

- suvvia Sasuke, abbiamo ballato tutta la notte credo che ora tu possa anche azzardarti a chiamarmi Kakashi, altrimenti che accompagnatore sarei? –

Il ragazzo arrossì leggermente scostando lo sguardo a quell’insinuazione velata dell’uomo.

Aveva sempre avuto un debole per quel professore perennemente in ritardo, che in un modo o nell’altro era rimasto uno dei suoi insegnanti preferiti, quello con cui si trovava meglio, ma mai e poi mai si sarebbe sognato di chiamarlo per nome.

Si scostò da sotto quella mano avviandosi verso l’uscita seguito da un sorridente Kakashi che, con qualche battuta maliziosa e seguito da risposte quasi acide, lo riaccompagnò sano e salvo a casa.

- Non c’è proprio nessuna possibilità che, almeno prima di varcare la soglia, tu riesca a chiamarmi per nome, Sasukekun? –

Il moro sbuffò aprendo la portiera della macchina e mettendo fuori un piede, il professore sapeva essere più assillante di Naruto quando ci si metteva

- Lo farò solo quando mi concederete un vero e proprio appuntamento Hatakesensei – rispose in fine volandosi verso di lui sperando di prendere alla sprovvista l’uomo, giocando le sue stesse carte.

Kakashi ghignò appena chinandosi su di lui

- allora mi aspetto di farti d’accompagnatore anche l’anno prossimo, Sasukechan –

Il moro lo fisò sconcertato per poi scendere

- sempre che io non accetti l’invito di qualcun altro –

Asserì poi chiudendo la portiera sulla risata divertita dell’altro.

Aveva sempre pensato che quel professore fosse tutto matto constatò fissando la macchina allontanarsi nella notte, ma ora ne aveva la certezza e nulla al mondo gli avrebbe fatto cambiare idea.

…io ci ho provato.

Dopo anni che me la chiedi ci ho seriamente provato ma è come chiedermi di scrivere una ItaSasu..ci sono personaggi che non riuscirò mai a muovere intanto ti lascio questa…cosa (perché non si può definire in altro modo) partorita in un ora e mezza di film e buttata giù un po’ come veniva. L’ho ricoretta parecchie volte e meglio di così non esce, chiedo scusa ç_ç

Ancora auguri di buon compleanno Giulia.

Ti voglio un mondo di bene >****<

   
 
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