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Autore: Defiance    25/08/2014    7 recensioni
Regina ha nuovamente perso il suo amore e decide di vendicarsi di Emma, ripagandola esattamente con la stessa moneta.
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[CaptainSwan]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Disclaimer: i personaggi e OUAT non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Greetings from
the dead




 


1







 


Dopo il colpo di scena sull'identità della sconosciuta che Emma aveva riportato dal passato, Regina aveva lasciato il locale ed era ritornata a casa sua.
Si era impegnata davvero tanto per cambiare, per tornare la donna buona che era stata un tempo... e tutto ciò che aveva ottenuto era di vedere il suo amore venire nuovamente strappato via da lei e i suoi sogni su un futuro felice infranti ancora una volta.
Ogni fibra del suo corpo bramava vendetta su quella donna avventata, sulla causa di tutte le sue più recenti disgrazie: Emma Swan.
Tuttavia, sapeva benissimo che non poteva agire contro di lei, perchè il piccolo Henry non l'avrebbe mai perdonata e non voleva perdere anche il figlio.
Si ritrovò a sfogliare il libro di incantesimi di Cora per l'ennesima volta, giusto per tenere impegnati i pensieri, quando la sua attenzione fu catturata da una pagina che parlava proprio di ripagare con la stessa moneta un torto.
Decise di scagliare la maledizione, nessuno avrebbe scoperto che l'autrice di quel sortilegio fosse lei, e sorrise soddisfatta.
Poi qualcuno suonò al campanello e Regina si affrettò a metter via il manuale e a correre ad aprire.
"Mamma" 
Henry la salutava sorridente sulla soglia della villa.
"Ehi, vieni dentro" lo accolse calorosamente, sentendo un pizzicorio allo stomaco, dovuto probabilmente al senso di colpa.
Da quando la Regina Cattiva stava male per le sue brutte azioni?
"Ho pensato che magari potevo restare qui per un paio di giorni. Che ne dici?" propose il bambino, addentando una delle brioche fatte in casa che la donna gli aveva offerto.
Regina sorrise.
"Ma certo, tesoro"
Suo figlio le voleva bene, ma non sapeva cos'avesse appena fatto alla sua madre biologica.
E non lo avrebbe saputo mai.


"Tu credi che mi odi per quello che ho fatto?" domandò Emma mentre osservava Henry sparire dietro la porta di villa Mills.
Killian la guardò e le accarezzò dolcemente una guancia.
"Hai solo salvato una vita, non credo che possa arrabbiarsi con te per questo" mormorò poi, abbozzando un lieve sorriso.
Lentamente, la donna si sporse verso di lui e lo baciò.
Non ci era abituato, a vedere il suo lato vulnerabile; aveva desiderato ardentemente che quel giorno arrivasse, il momento in cui la Salvatrice si sarebbe resa conto dei sentimenti che provava e li avrebbe accettati... e finalmente era arrivato.
Finalmente poteva stringerla tra le braccia, baciarla, sussurrarle che era sua e che non l'avrebbe lasciata andare per nessun motivo al mondo.
"Allora, vieni da me per il bicchiere della staffa o devo trovare qualcun altro?" lo prese in giro lei, con tanta di risatina divertita, quasi come se ci fosse stato un precedente a quella frase.
"Dovrei sapere di cosa stai parlando e quindi ridere anche io o..."
"Sono gli effetti del rum" asserì Emma, rimettendo in moto l'auto e dirigendosi verso il suo appartamento.
"Oh. Aspetta, riguarda la tua avventura con il vecchio me? Sai, potrei offendermi per questo" commentò l'uomo, ma la donna non accennava a smettere di ridere.
"Lo sapevo che eri geloso" 
"Non ero geloso!" ribattè indignato, ma poi sorrise, perchè sapeva perfettamente di non averci visto più dalla rabbia quando l'Hook del passato l'aveva baciata e aveva provato a portarsela a letto.
Si domandò cos'avrebbe fatto se lui non fosse stato lì a liberarla dalla sua stessa presa.
Tuttavia, non disse nulla al riguardo.
"Come desideri" continuò a sfotterlo, ma a Killian stava bene così, perchè vederla sorridere era la cosa più bella del mondo e questo rendeva felice anche lui... e poi si erano sempre divertiti a stuzzicarsi con quelle frecciatine a volte di scherno, altre volte cariche di malizia.
"Allora, non scendi?" 
Emma era tornata seria e lo guardava con aria interrogativa, aspettando una sua mossa.
Scese dal maggiolino e la seguì su per le scale, poi si accomodò sul divano e aspettò che ritornasse con due bicchieri e una bottiglia di amaro in mano.
"Scusa, ho finito la mia scorta personale di rum" 
Hook rise e accettò comunque il drink.
"Guarda che avevo davvero una scorta di rum, undici anni fa" 
Insistè lei, ma tutta l'ilarità che l'aveva illuminata nella precedente mezz'ora stava iniziando a svanire, sostituita dalla consepevolezza di trovarsi da sola in casa con lui e di essergli troppo, troppo vicina.
"Eri una tipa tosta, eh?" era il suo turno di prenderla in giro, ma quella donna aveva la capacità di prendere tutto come una sfida e non gli concesse nemmeno quella piccola battuta.
"Sono ancora una tipa tosta"
"Sei stupenda" la stupì lui, trafiggendola con i suoi occhi azzurri come il mare.
Poi la baciò, con dolcezza e delicatezza, come aveva fatto da Granny's; la stringeva a sè e ne gustava il sapore, accarezzandole lentamente la schiena.
Emma fu percorsa dai brividi mentre dentro di lei cominciava a divampare un fuoco a lei sconosciuto.
Lo attirò a sè, lasciandosi ricadere sul divano e facendo in modo che le finisse sopra; le mani si muovevano rapide tra i capelli neri di lui e il suo corpo si inarcava ogni qualvolta Killian sfiorasse un punto particolarmente sensibile... o forse era proprio lui a farle quell'effetto, non avrebbe saputo dirlo.
"Emma" mugugnò a un certo punto lui, mentre sollevava lentamente la maglietta della donna.
"Se vuoi che mi fermi, devi dirmelo ora"
Ma lei non disse nulla.


I primi raggi del sole illuminarono la stanza, scontrandosi violentemente con gli occhi chiusi di Emma e disturbando il suo sonno.
Stava per stiracchiarsi alla grande, come era solita fare, ma la leggera pressione delle braccia di Killian attorno a lei le ricordò di non essere sola quella mattina.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era risvegliata accoccolata contro l'uomo che amava? 
Sorrise istintivamente, si rigirò e studiò la sua immagine con minuziosa attenzione; voleva ricordare quel momento per sempre, i suoi capelli spettinati, le labbra lievemente dischiuse, il modo in cui il suo petto nudo si alzava e si abbassava regolarmente quando respirava; voleva vedere la sua espressione quando avrebbe aperto gli occhi e visto che lei era lì, al suo fianco.
"Ti godi il panorama, Swan?" domandò lui, sorridendo a sua volta, la voce rauca per il sonno.
Emma arrossì e fece per lanciargli un cuscino in faccia, ma Hook intercettò subito il colpo e le immobilizzò le mani.
"Buongiorno, tesoro" mormorò poi, baciandola con tenerezza.
"Buongiorno, Hook" ribattè con aria di sfida lei, facendolo scoppiare a ridere.
La liberò, le permise di posare il capo sul suo petto e restarono in quella posizione per diversi minuti, ad inebriarsi l'uno del profumo e della presenza dell'altra. 
"Killian" mormorò all'improvviso la donna, alzando il volto per guardarlo e con un cenno, il pirata la invitò a parlare.
"Io..."
Ma non terminò mai la frase perchè un urlo squarciò l'aria e scattarono entrambi in piedi.


Belle non era andata in biblioteca, quella mattina. 
Tremotino, infatti, le aveva chiesto di aprire il negozio al posto suo, perchè lui doveva occuparsi di una faccenda importante prima di iniziare la loro luna di miele (resa possibile grazie allo stesso incantesimo che aveva utilizzato per andare a cercare Bealfire).
Nessuno dei due, tuttavia, si aspettava che la fanciulla avrebbe trovato una sorpresina inaspettata all'interno dell'edificio.
Stava pigramente aggiornando l'inventario, - con il quale il marito era piuttosto fissato -, quando dall'ufficio privato di Rumple si udì un boato.
Allertata, Belle si armò di un pugnale e cominciò ad avanzare a passo felpato verso la tenda che divideva le due stanze.
Non fece in tempo a fare alcunchè perchè una figura le fu addosso, facendole sbattere la testa contro il freddo e duro pavimento, e lei urlò.
"Guardami bene, perchè sarà l'ultima faccia che vedrai"
Le intimò con un ghigno e non potè fare a meno di domandarle chi fosse.
"Qualcuno che vuole farla pagare a Tremotino" rispose emblematica la sconosciuta e quando finalmente Belle riuscì a mettere a fuoco il suo aggressore, notò che si trattava di una donna giovane e bellissima che non aveva mai visto prima di allora.
Quella alzò il pugnale e puntò al suo cuore, ma prima che potesse portare a termine la sua vendetta, qualcuno fece irruzione nel negozio.
"Ferma o sparo!" 
Emma teneva con sicurezza la pistola puntata in direzione della persona che minacciava di uccidere la sua amica.
"Getta il pugnale" aggiunse Hook, con voce ferma e autoritaria e la donna si irrigidì, lasciando cadere il pugnale di getto.
Si voltò lentamente e boccheggiò sorpresa: "Killian" 
Il pirata sgranò gli occhi e spalancò la bocca, riconoscendone prima la voce, poi il volto. 
Non era possibile.
"Milah?!" esclamò spiazzato, spostando lo sguardo verso Emma, che aveva riposto l'arma nella cintura e si era allontanata dall'edificio. 
Non gli aveva rivolto il minimo sguardo.










Angolo Dell'Autrice
Non so nemmeno da dove mi sia venuta quest'idea.
L'ho pensata così e mi è venuta voglia di scriverci
una mini-mini-long, che spero vi piaccia!
Lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate,
se vi va, mi rendereste davvero contenti.
Ci tenevo a ringraziare pandina e A lexie s per il loro sostegno,
la loro disponibilità e la loro gentilezza; mi hanno accolta nel fandom
e continuano a leggere e recensire le mie storie, grazie di cuore.
Al prossimo capitolo,

Bell! :)



  
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