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Autore: hp_in_my_heart    25/08/2014    2 recensioni
Draco ed Hermione si ritrovano e si mettono assieme dopo la guerra. Come potrebbe essere la loro vita se lui soffrisse di autolesionismo? Ecco uno spaccato delle loro giornate, tra paura, amore e speranza.
[Questa storia partecipa al "Dell'amore e di altri demoni" contest indetto da Mary Black sul forum di EFP.]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A furia di scrivere tutte queste introduzioni non so più cosa dire, se non il classico disclaimer:
I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono di proprietà di JKR e di tutti coloro che ne detengono i diritti. Questa storia è stata scritta per divertimento e non a scopo di lucro.
Inoltre, visto la tematica delicata, mi auguro di non aver offeso nessuno con questa mia storia, che anzi aveva come obbiettivo l'analisi dei sentimenti di un autolesionista.



Cicatrici, lacrime e speranza


Un timido raggio di sole si fece strada tra le persiane della finestra, illuminando i capelli di Malfoy, rendendoli quasi dorati. Hermione, già sveglia da un pezzo, si alzò su un gomito e rimase a guardarlo per un po'. Non capiva come una persona che era così rilassata quando dormiva potesse fare quello che faceva quando era sveglia. Cioè, rilassata quando dormiva, parliamone. Se aveva gli incubi non c'era verso di farlo stare buono...
Il sole penetrò un po' di più nella stanza, investendo il viso e il petto di Draco. Era carino, ma conciato così non era un bello spettacolo. Vecchie cicatrici riempivano il suo corpo, al momento mezzo nudo; dove non c'erano segni, c'erano bende che biancheggiavano in  modo sinistro. Era un'impresa trovare un pezzo di pelle sana e scoperta.
Hermione sospirò. Vide che una particolare benda su un braccio era arrossata, e dunque da cambiare. Ricordava bene l'episodio del giorno prima...
Draco stava seduto su una della sedie della cucina, con la testa tra le mani. Lei sapeva che quando faceva così c'era qualcosa che non andava; si guardò intorno e notò un grosso coltello poggiato su tavolo, mezzo sporco di sangue. Si avvicinò al suo ragazzo e lo fece alzare: sul suo braccio si vedeva un segno nuovo, ancora da disinfettare. Sospirò, prese uno  straccio pulito e si mise a ripulire il sangue, mormorando un Accio per prendere l'Essenza di Dittamo.
Il ragazzo le aveva spiegato le sue ragioni, tempo prima. Lo faceva per cercare di trasformare il dolore dell'anima, divenuto insopportabile, in dolore fisico, decisamente più gestibile. Lo capiva, davvero; capiva come si sentiva. Era solo, con suo padre ad Azkaban e sua madre resa folle dal dolore. Non aveva amici. Gli ex Serpeverde non gli parlavano più, forse perchè lui aveva trascorso quasi un anno chiuso in casa. Hermione era riuscita a tirarlo fuori di lì, ancora non sapeva come, solo un mese prima. Draco si era appoggiato a lei, perchè non era più capace di reggersi da solo.
Si erano ritrovati quasi per caso. Il giornale aveva sbandierato ai quattro venti la notizia del processo alla famiglia Malfoy, e lei era curiosa. Sapeva che Harry aveva testimoniato a favore di Draco nel processo, ma non aveva idea di come si fosse comportato nei confronti dei suoi genitori. Lei non aveva voluto saperne nulla di processi, né di quello, né di altri. Non sapeva nulla su nessuna della persone coinvolte e la sua testimonianza sarebbe stata inutile. Solo per Draco era curiosa, forse perchè era l'unica persona coinvolta che poteva dire di conoscere.
Era successo che poi Draco, stanco di stare da solo, aveva chiesto aiuto all'unica persona che gli si era avvicinata, Hermione appunto. Ed era stato allora che la ragazza aveva scoperto i suoi problemi di autolesionismo.
Comunque, era rimasta. Draco era fragile e lei non aveva cuore di abbandonare qualcuno in quello stato. Alla fine, aveva cominciato a sentire qualcosa per lui e si erano messi insieme.
Draco... Draco era un problema nella sua vita, sì. Draco andava a momenti. Quando stava bene, era il ragazzo di cui si era innamorata, ma appena aveva un incubo o qualcosa andava male, ricompariva la lametta, il coltello o qualunque altro oggetto che il ragazzo potesse usare per farsi del male. Aveva provato a nasconderli, naturalmente. Aveva sigillato cassetti e dispensa. Draco doveva avere una scorta nascosta, oppure la disperazione lo portava a sciogliere qualunque incantesimo pur di mettere le mani su ciò che bramava.
Draco era debole. Non in senso fisico, ma dell'anima. Anche mentalmente stava abbastanza bene, era la sua anima a non avere più voglia di andare avanti, certe volte.
Aveva cercato di convincerlo ad andare da uno psicologo o uno psichiatra, ma si era rifiutato. Forse era per la storia del processo, o forse perchè si vergognava di farsi vedere debole. L'aveva sgridata duramente quando lei  aveva proposto di andare da uno specialista Babbano, opportunamente stregato. Non credeva alle folli idee di suo padre, le aveva risposto, ma nemmeno poteva andare a raccontare la sua storia ai quattro venti. Era troppo pericoloso.
Hermione amava Draco, davvero. Perciò si sentiva morire ogni volta che scopriva un nuovo taglio sul corpo del suo ragazzo. Lei era anche testarda, però. Non se ne sarebbe mai andata, soprattutto se Draco stava male. Non era nel suo carattere, lei che se cominciava una cosa la portava avanti fino in fondo.
Piangeva, Hermione. Spesso e volentieri, quando trovava il suo ragazzo con un nuovo taglio. Tuttavia, non poteva fare altro che stare vicino a Draco e continuare a sperare che, prima o poi, lui trovasse altrove la forza di andare avanti.

  
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