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Autore: Johnlockistheway    25/08/2014    3 recensioni
John Watson era una persona gentile.
Sherlock, invece, era tutto, tutto, fuorché gentile.

Ma che succede quando un consulente investigativo alquanto ubriaco, del ghiaccio e una brutta caduta regalano a John una sorpresa inaspettata?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Quest'immagine (https://fbcdn-sphotos-f-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xap1/v/t1.0-9/10367563_333301970170066_4679108640497236520_n.jpg?oh=54a36a06f4889b5591d46c7bcb2642da&oe=546915FB&__gda__=1415738663_094303ed6510028bc3f008e01fc54595) gentilmente suggerita da una ragazza del gruppo “Sherlockians”, a cui dedico questa piccola fic.

 

Note: Nulla, mi annoiavo, ho chiesto un prompt, questo è il risultato. Have fun!

 

Di bevande alcoliche, dottori e gentilezze inaspettate



John Watson era una persona gentile.

Fin qui, nessuno aveva niente da ridere: era un medico, adorava il suo lavoro, cercava di dare sempre il meglio per i suoi pazienti ed era anche un buon amico, pronto sempre a sostenere chi ne aveva bisogno.

Inoltre, oltre che gentile, a quanto pare aveva anche la pazienza di un santo dato che, da qualche anno, si prendeva cura di Sherlock Holmes.

Come se non bastasse, da qualche mese svolgeva tutti i compiti da brava casalinga e da fido collega non più per il suo amico, ma per il suo ragazzo.

Sherlock invece era tutto, tutto, fuorché gentile.

John aveva imparato che, spesso, la sua non era cattiveria, ma rassomigliava più all'innocenza dei bambini che dicevano tutto a tutti senza filtri.
Sherlock era, in un modo che poteva apparire decisamente scortese, onesto.

Inoltre, se a John piaceva manifestare il suo affetto alle persone, lui lo detestava e come unica eccezione c'era sempre e solo il suo coinquilino e collega e blogger e migliore amico e compagno.

Solamente lui, John Watson, che ancora non si capacitava della sua fortuna (o pazzia, come gli diceva a volte qualcuno).

Ma anche così, il detective non si sbilanciava troppo con i gesti affettivi: ogni tanto gli lasciava il pregio di coccolarlo, sopratutto dopo il sesso, quando era troppo sfinito anche solo per pensare di ribattere e sì, lo baciava almeno una volta al giorno e, anche senza farsi vedere, si preoccupava per lui, ma di certo non era tipo da gesti romantici e sdolcinati.

Fatto stava che, a discapito dei reciproci pregi e difetti, era universalmente riconosciuto: lui era gentile, Sherlock, almeno per la maggior parte del tempo, non lo era.

Era lui quello romantico, non Sherlock.

Punto.

Fu così una sorpresa per il medico scoprire che, in realtà, il consulente sapeva essere decisamente romantico, sopratutto se era un po' brillo.

Erano da poco rientrati da una piccola festa di capodanno organizzata a Scotland Yard a cui, puntualmente, Sherlock si era inizialmente rifiutato di andare, con gran disappunto di John che, a furia di moine e minacce (Due settimane Sherlock! Se non ci andiamo, ti giuro che ti lascerò senza esperimenti per due settimane. Sai che posso farlo. E butterò via anche gli occhi che ci sono nel lavandino!) aveva convinto un quanto mai rassegnato consulente investigativo ad accettare l'invito.

Ovviamente, l'altro aveva continuato a mugolargli il suo disappunto per tutto il tragitto e per le prime ore della festa tanto che, ad un certo punto, John si era esasperato, aveva preso il cocktail più alcolico e dall'aspetto più innocente che c'era sulla tavolata del rinfresco e gliel'aveva offerto, sperando di placare in qualche modo il suo malumore.

Cosa che, se in parte si era rivelata vera, dall'altra aveva sortito un effetto indesiderato: Sherlock gli si era praticamente spalmato addosso per il resto del tempo, costringendo il medico, ormai anche lui leggermente ubriaco, a dover tornare a casa per evitare atti osceni in luogo pubblico.

Peccato che, come ben si sa, ghiaccio e alcool non sono una buona accoppiata e infatti, arrivati sui gradini di Baker Street (completamente ghiacciati e scivolosi perché qualcuno non l'aveva ascoltato quando aveva detto di metterci il sale) il medico era scivolato, finendo dritto a terra e sbattendo il ginocchio contro lo spigolo dei suddetti.

“John!” aveva esclamato il consulente, accorrendo per aiutarlo a tirarsi su “Stai bene?”
“Sì... non ti preoccupare... sto bene...” aveva mormorato, i denti stretti per il dolore, mettendosi in piedi.

Appena aveva poggiato la gamba a terra, però, aveva sentito una scarica di dolore percorrergliela che l'aveva costretto ad appoggiarsi a lui per non cadere nuovamente a terra.

“Oh no, mio Capitano, ti sei fatto male alla gamba. Non stai bene” aveva proclamato il compagno, guardandolo preoccupato “Lascia che ti dia una mano, mio blogger. Voglio curarti, permettimi di essere il tuo dottore!”

“Mio Capitano? Oddio... Sherlock, sei completamente ubriaco. Aiutami solo a salire i gradini, ok? Lascia a me il mio lavoro...” aveva detto, scuotendo il capo, divertito dalla situazione, lasciando che Sherlock aprisse la porta per poi entrare appoggiandosi pesantemente a lui ad ogni passo.

Dopo essere arrivati nel pianerottolo, se era fermato, chiudendo gli occhi per un secondo: a giudicare da quanto faceva male, doveva aver preso proprio una bella botta!

Ed evidentemente ne aveva presa una anche in testa, dato che all'improvviso si era sentito mancare la terra sotto i piedi.

“Ma che diavolo...?!” aveva urlato, aprendo di scatto gli occhi, ritrovandosi di colpo... sulla schiena di Sherlock?

“Ma che stai facendo? Mettimi giù! Subito!”

“No” si era ostinato l'altro “Non stai bene, ho visto le smorfie che facevi: ti sei fatto la bua alla gamba e io non ti lascerò salire i gradini in queste condizioni”

“Sherlock” aveva tentato “Amore. Apprezzo questa cosa, ma davvero, sei piuttosto ubriaco e io peso: se per caso scivolassi, cadremmo entrambi dalle scale e allora sì che ci faremmo male. Te l'ho detto, Sherlock, sto bene...”

“No, non è vero” aveva ribattuto, iniziando a salire i diciassette gradini: evidentemente, l'alcol non aveva avuto alcun effetto sulla testardaggine.

“Sono io il tuo dottore ora” aveva gongolato “E mi prenderò cura di te”

E John, beh, ormai lui si era arreso, lasciandosi trasportare fino alla camera di Sherlock, ormai loro camera, e facendosi scaricare a letto.

“Ecco fatto” aveva detto soddisfatto dopo avergli tolto le scarpe e la giacca e aver recuperato due bicchieri d'acqua, due aspirine e una coperta, stendendosi a fianco a lui.

“Sono stato bravo, John?” aveva chiesto, sbadigliando, rannicchiandosi accanto a lui.

“Bravissimo” aveva riso John, dandogli un bacio sulla fronte.

Sherlock aveva sorriso, soddisfatto, chiudendo gli occhi e addormentandosi quasi all'istante.

John Watson aveva sorriso, abbracciandolo e chiudendo gli occhi a sua volta.

Sì, lui era indubbiamente una persona gentile e forse era anche un po' pazzo, ma chi, come lui, poteva vantarsi di avere dei gesti di gentilezza dell'unico consulente investigativo al mondo?

 

My little corner

Hola! Se siete arrivati fin qui, spero di avervi strappato un sorriso: non sono molto pratica con il fluff, ma ci ho provato.

Fatemi sapere che ne pensate, mi farebbe piacere :)

Qui potete trovare la long che ho appena iniziato:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2788566

Baci

Morgana

 

   
 
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