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Autore: Kumiko Fujimoto    25/08/2014    4 recensioni
Quando si subisce un torto, spesso si ricorre alla vendetta per potersi sentire meglio. Ma non si tiene in conto che, a volte, essa si può ritorcersi contro a chi ci sta intorno... o a noi stessi.
"… ah! Eccolo! “Sortilegi e Maledizioni”, proprio quello che fa per me!- America lo aprì e lo cominciò a scorrere le pagine velocemente. La sua attenzione si soffermò sulla pagina “Dissenteria Agonizzante”. Proprio quello che faceva al caso suo. Aveva infatti deciso di gustarsi una piccola vendetta innocente su Giappone."
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta di America

 

Capisci che è una giornata “no” quando ti accorgi di essere più irritabile del solito. E quella mattina America lo era decisamente. La sua squadra nazionale di baseball aveva appena perso una partita contro quella giapponese, e proprio non riusciva a mandare giù questo amaro boccone. LUI, il fondatore del baseball, battuto da un novellino. È ben nota a tutti i paesi la dedizione giapponese, e lui stesso si era impegnato ad insegnare tutto ciò che bisognava sapere sul “mondo esterno” alla nazione nipponica, al tempo dell’apertura del fronte, ma non si sarebbe mai aspettato che la sua disponibilità si sarebbe rivolta contro. Il Giappone ha surclassato l’America in uno sport americano! “bella partita, la tua squadra si è battuta bene!” aveva detto Giappone con il suo solito sorriso gentile! Roba da pazzi. Si vedeva perfettamente che in realtà gli stava dicendo “ah-ah! Finalmente ti ho battuto, stupido americano!”. Ecco, erano questi i pensieri di America, quella mattina, mentre andava al meeting a casa di Inghilterra. Per la strada aveva anche incontrato Canada, che aveva inutilmente cercato di calmare l’ira del fratello, ottenendo come risultato un ruggito e un tentativo di uccisione da parte sua.

-Ora vado da Arthur e mi sfogo con lui! Tanto prima del meeting c’è tempo… Grrrrr….!! Come sono arrabbiato…!!!!- e detto questo arrivò a casa del suddetto, che non fu non poco sorpreso di vederlo arrivare in largo anticipo.

-Alfred…? Che ci fai qui? Sei ancora in tempo per fare tardi come al solito-

-Non fare il sarcastico, non sono in vena oggi. Offrimi qualcosa da mangiare!-

Inghilterra sospirò: era il solito, essere arrivato in anticipo non faceva di lui una persona diversa, o possibilmente più matura. –Avanti, entra, ti preparo un tè.-

Poco dopo erano seduti l’uno di fronte all’altro, silenziosi. America aggrediva voracemente e senza il minimo accenno di eleganza dei biscotti (comprati al supermercato). –Si può sapere che hai? Ti conosco abbastanza bene per capire che c’è qualcosa che non va.-

-…. Ho perso una partita di baseball contro Giappone.- rispose seccamente lui. L’inglese iniziò a riflettere, e subito capì che se l’era presa sul personale.

- Sei proprio un poppante… te la prendi per cose stupide-

-Shta shiddoh(sta zitto)- rispose acido, sputandogli delle briciole di biscotto addosso. Forse aveva sbagliato ad andare da lui per sfogarsi e per farsi tirare su il morale. Anzi, lo sapeva fin dall’inizio che Inghilterra era la persona meno adatta, non lo capiva più affondo come un tempo. Probabilmente aveva anche sbagliato ad avventarsi con Canada poco prima, probabilmente lui, essendo suo fratello, lo avrebbe capito… ma ormai se l’era data a gambe spaventato, per tre giorni non sarebbe uscito di casa, terrorizzato. Però magari, se gli avrebbe prestato l’iPod, lo avrebbe almeno ascoltato, magari appunto chiacchierare con lui del più e del meno lo avrebbe calmato, o magari…

- L’importante e che non fai qualcosa di infantile e poco fine come il tuo solito, come… non so, vendicarti, piangere, rompere oggetti, RIMPILZARTI DI BISCOTTI A CASA MIA… dovresti cercare di---. –

America in quel momento si illuminò, svegliandosi dai suoi “magari” e “probabilmente”; scattò in piedi, sbattendo i palmi delle mani sul tavolo, rischiando di rovesciarlo,  e con un volume di voce un po’ troppo alto esclamò: -Ma certo! Come diavolo ho fatto a non pensarci prima!! Grazie, Arthur, non fondo non sei così inutile!!- e detto questo se ne andò dalla sala, correndo, poi tornò indietro a fare razzia degli ultimi biscotti, e scappò di nuovo, ridendo senza apparente motivo.

-Era un complimento o cosa…? Io però non ho fatto nulla…- sorseggiò il tè – bah, io pure che ci penso…. NON MI DISTRUGGERE CASA, TU!!-

Intanto il nostro eroe si era diretto nella biblioteca della casa, e stava leggendo tutti i titoli dai dorsi dei libri.

-Shakespeare non mi serve, neanche “Come evocare un Pony alato” … ah! Eccolo! “Sortilegi e Maledizioni”, proprio quello che fa per me!- lo aprì e lo cominciò a scorrere le pagine velocemente. La sua attenzione si soffermò sulla pagina “Dissenteria Agonizzante”. Proprio quello che faceva al caso suo. Aveva infatti deciso di gustarsi una piccola vendetta innocente su Giappone.

-America! Sei stranamente silenzioso, cosa stai combinando?!- la voce seccata e preoccupata di Arthur lo fece sussultare; non doveva essere colto con le mani nel sacco da nessuno, e quindi non avrebbe potuto prendere in prestito il volume, o quel dannato inglese se ne sarebbe accorto subito e gliene avrebbe dette di tutti i colori. Rimase in silenzio, col tomo in mano, pensando a come fare per portarselo via. Ma ad un certo punto si iniziarono a sentire i passi del padrone di casa, che, preoccupato, lo stava cercando.

Iniziò a pensare intensamente sul da farsi: << Accidenti, devo pensare in fretta, se mi trova con questo libro in mano si arrabbierà, e non ho affatto voglia di sentirlo… ma aspetta, a me non serve tutto il libro! >> strappò accuratamente la pagina << Così non si renderà conto che sono passato qui e che ho intenzione di fare lo scherzo a Giappone! Mi stupisco di me, certe volte sono proprio un genio! >> e, con un sorriso saccente, si affrettò a riporre nello scaffale il volume, e uscì di corsa dalla biblioteca.

Dopo aver eluso la sorveglianza di Inghilterra, America si nascose in una stanza e si concentrò per iniziare l’incantesimo. Prese della tasca della giubba la pagina strappata, ma il caso volle che la sua attenzione venne catturata da quello che c’era scritto dietro: -Qui c’è un altro sortilegio…! “Bacio d’Amore” … tsk, è scritto malissimo… “ …… costringe …… dare un bacio …..” bah, non capisco tutte le parole… “….. un’altra persona…. Med…..? sortilegio….. attivarlo…… ripetere la formula….. nome delle vittime…… effetto ….dopo due ore….. sva…. cio.” uff, che faticaccia. L’importante è che ho capito tutto a grandi linee! …. Credo proprio che questo sia più adatto di una diarrea!- disse entusiasta –Grazie al cielo almeno la formula si capisce bene…!-. Ora però era il momento di scegliere un altro nome, insieme a quello di Giappone, e subito gli balenò in mente Cina: anche lui spesso si metteva in mezzo agli affari degli altri, e deteneva svariati primati che facevano gola alla grande nazione. Iniziò ad immaginarsi la scena del bacio, un Giappone ed un Cina completamente rossi, abbracciati l’uno all’altro durante l’imminente incontro, le faccie sconvolte di tutti i presenti, il proprio radiante sorriso serafico e loro che avvicinavano contro la loro volontà i visi e….

-Well! Ora vediamo di darci una mossa! – memorizzò la formula, e, con ancora la pagina tra le mani (nel caso che qualche parola strana gli sfuggisse di mente), stese le braccia avanti a se, come aveva visto fare qualche volta ad Inghilterra, chiuse gli occhi e iniziò a recitare parole che per lui non avevano un benché minimo senso. Davanti ai suoi piedi di andava formando una specie di cerchio alchemico luminoso, composto da strani segni; ad ogni parola il cerchio pulsava e aumentavano le scritte misteriose su esso. Arrivato alla fine della formula disse con voce ferma e decisa i nomi di Kiku e Wang, e dal cerchio alchemico uscì una colonna di luce accecante. America si coprì il viso con un braccio, intimorito. Poi si sentì uno scoppio e tutto scomparve. La pagina era diventata quasi rovente. << ….sono stati i 3 secondi più strani della mia vita, spero almeno che abbia funzionato! >> uscì dalla stanza ancora un po’ intontito, pregustando già la vendetta che stava per ammirare.

Arrivò l’ora del meeting, tutte le nazioni iniziarono ad arrivare. Velocemente presero tutti il proprio posto e iniziarono a parlare delle solite scemenze. Il caso volle che le due nazioni orientali si sedettero vicine, così che America concentrò tutta la sua attenzione su di loro, senza riuscire a nascondere un sorrisetto poco rassicurante. Ma non successe nulla, tanto che, stufo di rimanere inutilmente seduto a fissarli e soprattutto deluso, si alzò durante la conferenza e lasciò la stanza, sotto lo sguardo interrogativo di tutti.

-È incredibile, quel libro era proprio una fregatura! Lo sapevo che non avrebbe funzionato… ma accidenti, dove ho sbagliato? Eppure sono stato attento ad ogni particolare!- prese d’istinto il foglio con gli incantesimi per rileggere la procedura, ma avendo di nuovo difficoltà a decifrare la scrittura accartocciò il foglio e lo buttò a terra nel corridoio, infuriato. Corse nel giardino della villa e si sdraiò sul pratino all’inglese. Non passò molto tempo e Alfred si addormentò.

-A-ah, ecco dov’eri~!- una voce maschile dal tono sensuale lo destò all’improvviso. America si guardò intorno, ancora un po’ intontito dal sonno, e si stupì non poco nel ritrovarsi in piedi davanti a lui Francis.

-Ohi, Francia… che vuoi? È già finito l’incontro?- disse stropicciandosi gli occhi e tirandosi faticosamente in piedi.

-Si, siamo andati avanti senza di te. È successo qualcosa? Al fratellone puoi dirlo!- quando vide che al suo sorriso ammaliatore e cordiale si era contrapposta un’occhiataccia, il biondo fece un sospiro deluso: -Uff… vabbè, comunque volevo dirti che dentro ci sono un po’ di persone che ti cercano. Ti vogliono anche abbastanza urgentemente Canada, Giappone, Cina e quel teppista britannico-

America sbiancò: il sortilegio aveva funzionato! Ora però doveva, a quanto pare, affrontare quattro persone non poco risentite. –Grazie mille per avermelo detto! P-penso proprio che tornerò dentro a farmi una doccia! … non credi anche tu che questo meeting sia stato indimenticabile…?- e, con un grande sorriso stampato in faccia, si dileguò, sotto lo sguardo perplesso e sbalordito del francese.

<< Mi infilerò subito in doccia nella mia vecchia stanza, così ancora per un po’ non potranno farmi una strigliata! Personalmente adesso non voglio prendermi una ramanzina per aver strappato una pagina di quel libro e per aver usato su due persone la magia senza permesso… Aaaah… avrei voluto esserci! >> sgusciò nella sua stanza, si spogliò e si catapultò fulmineamente sotto la doccia. Erano ormai dieci minuti abbondanti che America giocava con la saponetta per perdere tempo, quando sentì bussare alla porta.

Con soddisfazione gridò:- sono sotto le doccia, passa più tardi!-. pensò proprio di aver avuto un lampo di genio, ora, chiunque ci fosse fuori dalla stanza, non avrebbe dovuto rompergli le scatole per un altro po’.

Ma non fu così: il rumore della porta che veniva richiusa fece sussultare America. -…Arthur, sei tu…? Potevi almeno aspettare che finissi…- si mise a cercare, lo shampoo, nervoso –M-mi dispiace per il tuo libro…-

Nessuna risposta. Il ragazzo si sentì per un momento come uno dei tanti protagonisti di film horror. E la cosa non era per nulla piacevole. Decise però di farsi coraggio: chiuse l’acqua, prese un asciugamano per cingerselo alla vita, afferrò lo scopino del water e si preparò ad aprire la porta del bagno.

<< Come arma di fortuna va più che bene… >> pensò tremando. Stava per poggiare la mano sulla maniglia, quando la porta si aprì, con un rumore vagamente sinistro.

-A-a….ame…ri…ca……..- si sentì sussurrare.

-W
AAAAAAAAH CHI È?!?!- America fece un balzo indietro per lo spavento, ma poi, vedendo davanti a se il minuto Kiku, si ricompose: -….a-avrei dovuto gridare così, vero? E-e invece n-no! Non mi hai affatto s-spaventato! Aaaaaahahahah!- iniziò a ridere nervosamente per la figuraccia fatta.

-Am….eri….caaa…..- il giapponese iniziò ad avvicinarsi, scuro in volto, con dei chiari segni di rossore sulle gote.

<< L’ho fatto arrabbiare?! >> immobile, rimase sconvolto: sarebbe stata la prima volta che vedeva Giappone perdere le staffe e diventare manesco! –S-su Kiku, non ti scaldare, era solo uno scherzo innocente! N-non possiamo parlarne dopo?!-

Giappone prese saldamente, con uno scatto del braccio, una spalla di America, tenendolo ben fermo, e iniziò a dire frasi sconnesse a mezza bocca. Pensando che stesse per ricevere un pugno, Alfred chiuse gli occhi, preparandosi all’impatto… ma non successe niente. Allibito e spaventato li riaprì, e si trovò il viso dell’altro ragazzo decisamente troppo vicino. Sussultò. La l’altra mano del ragazzo scivolò dietro la sua nuca, e lentamente si sentì tirare in avanti. E poi accadde. Le labbra dei due ragazzi entrarono a contatto, Kiku invase senza ritegno la bocca di Alfred con un bacio per nulla casto. Lasciò cadere lo scopino in terra, sconvolto.

-…Mmmmh…. mh…… mmmh!- dopo essere stato incapace di muoversi per alcuni secondi, l’americano spinse via l’altro da sé. Era stato appena baciato! Da un uomo! Sentì la sua dignità sgretolarti sotto i suoi piedi. In tutta risposta, Giappone portò fulmineamente le mani alla bocca, e con uno sguardo stravolto quanto quello di America, iniziò a farfugliare.

-S-Sumimasen...!!!! S-scusami, America-san!!!- e, imbarazzato, corse via, lasciando Alfred imbambolato, incapace di muoversi per lo shock subito, con ancora i capelli bagnati e arruffati dalla doccia. Cosa era appena successo? Ma soprattutto… PERCHÉ? 

Qualche ora dopo, America era di nuovo in giardino, seduto sugli scalini che portavano al portone, con il viso nascosto tra le braccia. Si era stufato di cercare una spiegazione, non riusciva neanche a pensare con lucidità, dopo aver ricevuto quel bacio, in quel modo. Canada, passando di lì, si siede affianco a lui. Vedendo il fratello sussultare, come se di fianco a lui si fosse seduto un fantasma, il timido ragazzo lo rassicurò: -Non ti spaventare, sono Canada. Che ti è successo…?-

-Lascia perdere, non mi va di parlarne… che vuoi?-

-Ti stanno cercando tutti, lì dentro, sai? Cina si è sentito improvvisamente malissimo, e Inghilterra ha trovato questo nel corridoio…- tirò fuori dalla tasca la pagina del libro degli incantesimi accartocciata: -Sei stato tu…?-

-…in che senso Cina si è sentito male?- alzò un po’ la testa dalle braccia, sconcertato. < < vuoi vedere che… > >

-È da un bel po’ che si è chiuso in bagno… dice che non può uscire. Ora che ci penso… è qualche ora che anche Giappone si è chiuso dentro una stanza e non vuole uscire, prima ti stava cercando…-  
< < Oh my God! Non posso crederci!! > > si nascose di nuovo il viso: -…potresti cortesemente leggere quel foglio per me? Sono troppo pigro per mettermi a decifrarlo… la pagina dietro quella della dissenteria-
Mattew, anche se titubante e perplesso, accontentò l’insolita richiesta del fratello, e con la sua flebile voce lesse a voce alta:

-“Bacio d’Amore
Incantesimo che costringe una persona a dare un bacio passionale. Non verrà dato ad un’altra persona scelta, ma alla medesima persona che ha evocato il sortilegio. Per attivarlo su altre due persone ripetere la formula sottocitata due volte, cambiando il nome delle vittime. L’effetto si attiva dopo due ore, svanisce all’istante col bacio.”… questo che c’entra con Cina?-

Perfetto. Aveva evocato un incantesimo su di sé, fatto venire la diarrea ad una persona innocente, si era preso una vendetta a costo di venire umiliato a vita davanti al nemico… America si sentì sprofondare ancora più in basso: -N-niente, lascia stare. Dopo ti presto l’iPod.-




ANGOLO DELL’AUTRICE
… l’idea per questa storia mi è venuta mentre mi facevo la doccia. (?) Poi sono corsa al computer e l’ho scritta di getto in un paio di giorni... Diciamo un paio di paia xD ci ho messo due giorni per l’inizio e lo svolgimento, mi sono fermata poi per mesi nella scena di America che si faceva la doccia soddisfatto. Ed eccoci qui! Come dire… un’illuminazione improvvisa ^^” *risata nervosa*. Diciamo che, essendo la prima FF che scrivo… questa possa essere considerata una prova :D spero che qualcuno la legga, e di non aver fatto i personaggi troppo OOC, quella è stata la mia più grande preoccupazione! Beh, posso smettere di occupare inutilmente caratteri, direi di chiuderla qui! ^^ se volete lasciate una recensione, so che non è venuta un granché come storia, e sicuramente ci sono moooooooolti errori, ma appunto vorrei migliorare! :3
~Bye Bye, Minna-san!~

Apprendista_Otaku97
   
 
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