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Autore: Angelo_92    25/08/2014    3 recensioni
" Questa realtà è un tacito accordo tra tutti gli umani, e quindi conviene a tutti, perché ci siamo così immersi dentro, così intimamente legati ad essa, da non riuscire più a liberarcene. "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                 Schiavi della realtà
 
Un professore, in aula, racconta ai suoi alunni:
 
“ Ragazzi, l’altra notte, non riuscendo a dormire, pensai ad una domanda che mi pongo da tanto tempo:
 
Cos’è la realtà?
 
Mi rispondevo dicendo che è ciò che vediamo, ciò che possiamo percepire attraverso i nostri cinque sensi, ciò che può essere scientificamente provato.
Pensavo che fosse la risposta giusta, cioè più ci pensavo e più concordavo su questa impeccabile definizione di realtà.
E’ reale ciò che è scientifico, ciò che viene confermato dalle leggi della fisica e della scienza, ciò che viene sperimentato avendone un riscontro pratico. Questa è la realtà ed ha quindi per fondamento la scienza.
A questo punto, da persona curiosa e incontentabile, mi venne spontanea un’altra domanda:
 
Cos’è la scienza?
 
La scienza è il risultato deduttivo di studi, analisi, esperimenti dei fenomeni che ci circondano e tale scienza si serve oggi delle sue più nobili branche, come la matematica, la fisica, la chimica, per dedurne, alla fine, un risultato oggettivo fino a nuova prova scientifica contraria.
Noi uomini prendiamo questi risultati scientifici e li chiamiamo realtà ed essi si aggiungono così al nostro grande puzzle di fenomeni reali.
E’ evidente che questa scienza è veramente meravigliosa e ci permette di mettere ordine a tutte le infinite cose che ci circondano, di capirne il significato e di poter così trovare una soluzione alla miriade di problemi che ci attorniano. La scienza, di conseguenza, ci permette di migliorare drasticamente le nostre vite.
 
Non ero però persuaso, non mi convincevo della risposta; mi vennero perciò spontanee altre domande:
 
Che metodo ha la scienza, per sapere se essa stessa è reale?
Cioè, chi ci assicura che è reale ciò che è scientificamente dimostrabile e spiegabile?
Chi ci assicura che la scienza sia il modo corretto per conoscere la realtà?
La scienza non potrebbe sbagliarsi e chiamare realtà ciò che non lo è?
 
Ci fidiamo della realtà e della scienza perché partiamo dal presupposto automatico che ciò che è scientifico, cioè dimostrabile, diventi reale e che la scienza sia il modo giusto per definire la realtà.
 
In sostanza, però, che prove abbiamo che la realtà stessa, spiegata dalla scienza, sia corretta?
 
La realtà è corretta perché attraverso semplici deduzioni logiche, di cui abbiamo contezza pratica, noi distinguiamo l’oggettivo dal soggettivo e quindi il reale dall’irreale. Diciamo che è reale ciò che è oggettivo e scientificamente dimostrato, attraverso la semplice logica deduttiva.
 
La deduzione logica, però, è un metodo fornitoci dalla realtà stessa, ma chi ci assicura che questo mezzo (la deduzione logica) sia un metodo corretto per valutare la realtà?
 
Lo è perché se la logica non fosse corretta, automaticamente tutta la nostra realtà sarebbe sbagliata. Se non seguissimo una logica, quindi, non riusciremmo a vivere. Per convenienza, quindi, consideriamo la logica come il metodo migliore che ha la scienza, e quindi la realtà, per lavorare e formare questo puzzle di fenomeni oggettivi e reali.
Bisogna anche dire che non conosciamo nessuna alternativa alla logica per spiegare ciò che ci circonda.
 
Pensavo di avere qualche risposta in più, ma, cari studenti, proprio in quel momento mi vennero in mente due particolari tipologie di persone: i pazzi e i drogati.
 
Loro vedono la realtà in modo molto diversa dai “sani di mente”. Perché?
 
Perché hanno un’alterazione evidente dei loro sensi, della loro percezione di tutte le cose, perché non sono in grado di intendere e di volere.
 
Non mi convincevo della risposta e così mi continuai a chiedere:
 
Non potrebbe essere che siamo noi, invece, ad avere l’alterazione dei sensi?
Non potrebbe cioè essere che le loro droghe o i loro difetti mentali gli mostrino la realtà giusta?
Non potrebbe essere che queste droghe nemmeno esistono e sono frutto della nostra fantasia?
Chi ci assicura che siano loro i pazzi e non noi?
Fondamentalmente loro potrebbero essere convinti che siamo noi i pazzi, quindi, alla fine, come facciamo a sapere chi ha ragione?
 
Anche qui usiamo la logica. Per logica siamo noi i lucidi di mente, perché noi sappiamo giudicare ciò che abbiamo intorno, loro dicono cose insensate ai nostri occhi.  
Diciamo quindi che loro non hanno una lucidità mentale e che noi invece abbiamo, ma nessuno ci assicura che tale lucidità mentale sia reale o solamente una nostra credenza comune.
Si potrebbe dire che noi possiamo diventare come loro quando usiamo le droghe, per poi ritornare alla “normalità” e quindi renderci conto delle differenze e renderci perciò conto che ora siamo lucidi e da drogati non lo siamo.
Anche questo, però, è un insieme di ragionamenti logici, ma dobbiamo accettare che la logica sia qualcosa di valido, e non una comoda illusione di massa.
 
Chi ci dice, però, che il senso, la logica, l’intuitività siano reali? Chi ci assicura che non siano invece invenzioni umane?
 
Prima avevo detto che consideriamo valida la logica per convenienza, per vivere, ed anche perché non abbiamo alcuna alternativa valida alla logica.
Partiamo cioè da un assunto, e di conseguenza, quindi, se la logica non esistesse, cioè se essa fosse una semplice invenzione di qualcuno, automaticamente tutta la realtà sarebbe solo una grande illusione collettiva.
 
Se la realtà non esistesse e fosse una grande illusione collettiva, fondamentalmente bastano semplici ragionamenti, come i miei, per tirare fuori dubbi esistenziali, vere e proprie minacce alla nostra cara realtà.
Usando e abusando ancora di questa logica, dedussi che noi umani, però, abbiamo bisogno di questa realtà ed abbiamo fatto un tacito accordo per continuare a farla esistere.
 
Pensai anche, cari studenti, che questa realtà complessa, assieme alla sua compagna scienza, ha in sé un vuoto incolmabile, non è cioè in grado di rispondere a tutte le nostre domande ed è così che colmiamo questo vuoto con qualcosa di opposto alla scienza e alla realtà oggettiva: Dio.
Dio è la risposta a tutto ciò che la nostra fallimentare scienza non riesce a spiegare, ma Dio stesso è una nostra invenzione, come la realtà e la scienza stessa.
Noi umani viviamo quindi di due grandi invenzioni: Dio e la scienza, due invenzioni contrapposte ma necessarie a vivere nella nostra cara realtà.
 
Sono sicuro che, però, non siate ancora convinti del fatto che la realtà sia probabilmente una mera invenzione.
Per farvi capire meglio ciò che sostengo, cari ragazzi, v’invito a pensare alla matematica.
 
Cos’è la matematica?
 
La matematica è considerata lo strumento indispensabile per avere un riscontro quantitativo di ciò che consideriamo reale, ed è anche ciò di cui si servono quasi tutte le altre branche della scienza per esprimersi.
E’ quindi evidente che la matematica è anch’essa una scienza, ha la sua struttura complessa ed astrusa che nasce comunque da tre concetti primitivi indefinibili ma intuitivi: punto, retta, piano. Stiamo consideriamo scientifici e reali questi tre concetti perché intuitivi.  
 
Chi ci assicura, però, che ciò che è intuitivo è automaticamente reale e scientifico?
 
E’ intuitivo pensare che la Terra sia immobile (noi umani non ne percepiamo il movimento) eppure la scienza ci dice che la Terra si muove continuamente seguendo due diversi moti.  
In questo caso, quindi, ciò che è intuitivo non è reale.
Nella matematica, i concetti di punto, retta e piano, sulla quale poggia l’intera matematica, sono intuitivi, e potrebbero quindi non essere reali. Se non fossero reali, di conseguenza potrebbe non esserlo tutta la matematica e quindi l’intera scienza.
Qui sto seguendo un ragionamento logico, cioè attraverso la logica sto mettendo in dubbio che la realtà sia reale.
Come già detto in precedenza, la stessa logica potrebbe essere irreale, cioè potrebbe essere un’invenzione umana e di conseguenza il mio ragionamento potrebbe essere sbagliato, ma anche quest’ultima affermazione segue una logica, per cui, reale o irreale, la logica ci serve per esprimerci e fare ragionamenti. 
 
Se la realtà non è reale, perché ci ostiniamo a considerarla tale?
 
Perché ne abbiamo disperatamente bisogno, così come abbiamo bisogno di Dio.  
Questa realtà è un tacito accordo tra tutti gli umani, e quindi conviene a tutti, perché ci siamo così immersi dentro, così intimamente legati ad essa, da non riuscire più a liberarcene. Ne siamo letteralmente schiavi. Essa è un’invenzione umana così forte da aver dominato gli stessi creatori, trasformandoli da creatori a schiavi.
Cari ragazzi, noi ne siamo schiavi, perché la realtà nostra, anche se non è la migliore delle realtà possibili, è l’unica che siamo stati capaci di inventare e ce ne siamo affezionati morbosamente.
Essa ha una struttura debole, eppure straordinaria. Possiamo considerarla come un palazzo pieno di difetti, ma non siamo capaci di costruirne uno migliore.
Noi umani viviamo in questo grande palazzo, ma ognuno di noi occupa un diverso punto dello spazio all’interno del palazzo. Poiché lo spazio è costituito da infiniti punti, infinite sono le potenziali persone che possono vivere nel palazzo, e infinite sono le prospettive da cui possiamo vedere la realtà, e quindi infinite sono le visioni e interpretazioni possibili della realtà.
Questo significa che ognuno di noi ha una sua personale visione della realtà, strettamente dipendente dal punto dello spazio all’interno del palazzo nel quale è collocato.
 
Sembra così bella questa realtà, ma, di fatto, è un palazzo che sta cadendo a pezzi.
Mettiamo sempre delle toppe per ripararla, perché non abbiamo le forze per costruirne uno nuovo. Esso è un palazzo comodo a tutti, perché riesce a trovare lo spazio giusto ad ogni nuova scoperta.
Noi siamo schiavi di un palazzo così. La nostra realtà è troppo potente perché possa venir abbattuta in nome di una nuova realtà e non saremmo oggi capaci di costruirne una migliore.
Ciò che rende così forte la nostra padrona Realtà è l’annientamento che essa fa su tutte le altre realtà possibili, cioè ci toglie la libertà, per esempio, di credere nei draghi e di poter dire: “Oh, ma che bel dragone volante a quattro teste che mi sono inventato, adesso sta sorvolando il lago Vittoria”. Non lo possiamo dire perché in nome di una scienza che esiste solo nella nostra realtà, quel dragone non è reale, non è oggettivo, quindi è inaccettabile.
Grazie a questa necessità di dover valutare attraverso i cinque sensi e in maniera oggettiva e scientifica ciò che ci circonda, la realtà fa in modo di annientare sul nascere tutte le altre realtà possibili.
Questa realtà pone quindi un grosso divieto alla nostra fantasia e nel nome di questa fantomatica scienza ci costringe a tenerci nella nostra intima mente ciò che non è comunemente accettato come reale.
Nonostante le apparenze, però, esistono delle Resistenze alla realtà.
Noi adoriamo e temiamo la nostra padrona Realtà e, tacitamente, proviamo anche a combatterla.
 
In che modo?
 
Basti semplicemente pensare ai libri, film, fumetti, disegni, canzoni, ma anche alle droghe e all’alcol, tutti strumenti che danno un segnale di ribellione alla schiavitù instaurata dalla stessa realtà.
Esempi ancora più palesi sono il genere letterario del fantasy e del fantascientifico, due fortissime Resistenze contro la realtà.
Cari alunni, queste ribellioni sono l’unica speranza di salvezza: proteggiamole e non facciamole morire nel nome della nostra padrona Realtà ”. 
  
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