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Autore: Stria93    25/08/2014    3 recensioni
(Shot ambientata prima dell'epilogo di Inferno. Contiene grossi spoiler per chi non ha terminato la lettura!)
Robert Langdon si trova finalmente a bordo del volo che lo riporterà a casa. Ma i suoi pensieri non possono che essere rivolti agli sconvolgenti avvenimenti verificatisi in quei giorni... e a una giovane donna dal passato difficile che, in parte grazie a lui, ha finalmente trovato la sua strada.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robert Langdon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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inferno

Robert Langdon udì il possente rombo dei motori in fase di decollo, seguito da una famigliare quanto fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco. Quando il velivolo iniziò ad inclinarsi, rivolto verso il cielo aperto, avvertì il proprio corpo farsi più aderente al confortevole sedile a lui riservato sull'aereo di linea che, da Firenze, l'avrebbe finalmente riportato a casa, in America.
Casa. Era stato lontano dagli Stati Uniti solo per tre giorni, ma il professore si sentiva come se fosse trascorsa una vita intera, o meglio, come se una parte di lui fosse morta per sempre e un'altra avesse appena iniziato a vivere.
Ciò era forse dovuto al fatto di aver perso buona parte dei ricordi che avevano riguardato quell'inaspettato e frenetico viaggio in Italia, i cui drammatici sviluppi lo avevano poi costretto a lanciarsi in una disperata corsa contro il tempo che lo aveva condotto fino ad Istanbul: la frontiera dove Occidente e Oriente si mescolano in un tripudio quasi surreale di colori, immagini, suoni e odori, le cui profondità erano state per settimane la perfetta incubatrice di Inferno, come il suo creatore l'aveva nominato.
Man mano che l'aereo prendeva quota e si lasciava alle spalle il suolo italiano, Langdon vedeva stagliarsi sotto di sé, sempre più lontane e piccole, le luci colorate e vivaci della città toscana che, fin dal Medioevo, era stata la culla di alcuni tra i più famosi e geniali artisti e letterati che il mondo avesse mai conosciuto, incluso lo stesso Dante Alighieri, il cui capolavoro indiscusso aveva ricoperto un ruolo chiave in tutti gli inquietanti avvenimenti che si erano susseguiti nelle concitate ultime ore.
Il professore lanciò una rapida occhiata alla copia in brossura della Divina Commedia che teneva in grembo, poi tornò a contemplare il panorama notturno oltre il vetro del finestrino, ringraziando il cielo di non essere più prigioniero dell'angusto e soffocante C-130, a bordo del quale, quello stesso pomeriggio, aveva viaggiato da Venezia a Istanbul nel tentativo di impedire che il folle e, allo stesso tempo, ingegnoso disegno di Bertrand Zobrist si realizzasse.
Langdon sospirò, passandosi una mano sul viso stanco. Lui, la dottoressa Sinskey e la squadra SRS, guidata dall'agente Brüder, erano arrivati troppo tardi. Zobrist era sempre stato un passo avanti a loro e aveva dato inizio all'ultima fase del suo ambizioso piano ben una settimana prima rispetto ai tempi previsti: il virus da lui creato in gran segretezza, con la collaborazione del Consortium, era stato ormai liberato nelle viscere della grande città turca e il numero impressionante di persone che, del tutto ignare, dovevano già essere state infettate lo faceva rabbrividire.
Alla riunione straordinaria, che si sarebbe tenuta a Ginevra nei giorni successivi, l'OMS e i vertici delle organizzazioni sanitarie provenienti da ogni parte del mondo avrebbero avuto un gran bel da fare e da discutere per decidere le misure più adatte per far fronte a quell'emergenza globale.
Ma, sebbene nelle ultime ore fosse letteralmente passato attraverso l'inferno, Langdon non poteva ignorare la sensazione di malinconia e mancanza che gli stringeva il cuore e che nulla aveva a che fare con la paura del micidiale vettore virale di Bertrand Zobrist o con l'incertezza del futuro e degli enormi cambiamenti che attendevano l'intera umanità e che erano già in atto.
L'uomo si sentiva sciocco ed egoista: nonostante i tragici accadimenti di quei giorni, nonostante il rischio di contagio ad opera della creazione dello scienziato transumanista riguardasse ben un terzo della popolazione mondiale, i suoi pensieri non facevano altro che convergere su un'unica persona, un unico nome: Sienna Brooks.
Sienna, la dottoressa che l'aveva rassicurato quando si era risvegliato in un paese straniero, con una ferita alla testa e senza alcun ricordo dei fatti che, dagli Stati Uniti, l'avevano indotto a partire alla volta della lontana Firenze; Sienna, la bambina prodigiosa e superdotata, eppure così tremendamente sola e infelice, della quale aveva letto in quei vecchi articoli di giornale; Sienna, la giovane donna, brillante e intrepida, che l'aveva affiancato nelle innumerevoli peripezie di quel giorno; Sienna, l'amante e discepola di Bertrand Zobrist; Sienna, con la testa calva, che piangeva e tremava, disperata e smarrita, sulla barca attraccata al molo di Istanbul; e, infine, Sienna che, all'aeroporto, si alzava sulle punte dei piedi e poggiava le labbra calde e straordinariamente morbide sulle sue, per poi stringersi forte a lui, come a non volerlo più lasciare andare.
Sei uno stupido. Ti stava usando per arrivare al punto zero di Zobrist. Metà di quello che hai creduto di sapere su di lei e che avete vissuto insieme era solo una menzogna. Un'illusione creata appositamente per indurti ad agire nel modo in cui voleva il Consortium. Gli ricordò una fredda e impietosa voce da qualche recesso della sua mente; quella parte di lui che ancora soffriva all'idea che la donna l'avesse ingannato.
Non tutto però era una menzogna. S'intromise una seconda presenza, più conciliante. Lei non voleva che accadesse tutto questo. Non voleva farti del male o mentirti e te ne ha dato la prova quando ha deciso di smettere di fuggire ed è tornata indietro per spiegarti ogni cosa.
Langdon ripensò alla foto ingiallita di quella bimba bionda che, all'età di soli cinque anni, aveva interpretato Puck in Sogno di una notte di mezza estate al prestigioso London Globe Theatre. Quanto doveva essere stato difficile, per lei, sopportare il peso del suo dono, della sua maledizione, della sua inesorabile condanna alla diversità e alla solitudine? Quanto aveva sofferto? Con quante esperienze terribili si era dovuta confrontare nella sua ardua vita di bambina prodigio, emarginata dai coetanei e troppo intelligente perfino per gli adulti che la circondavano e che non riuscivano a comprendere fino in fondo il suo malessere?
In fondo, alla luce di tutto ciò, Langdon riusciva quasi a capire perché Sienna avesse sposato la causa di Zobrist e vi si fosse dedicata con tutta se stessa.
Per la prima volta in vita mia non mi sono più sentita sola, Robert.
Il professore sospirò, lasciando vagare lo sguardo per il cielo notturno che scorreva placidamente, come un mare nero e profondo, fuori dal finestrino, pronto ad inghiottire il velivolo nella sua immensità disseminata di piccoli astri luminosi; quegli stessi astri evocati da Dante al termine di ciascuna delle tre cantiche che compongono la Commedia.
Robert Langdon si passò distrattamente l'indice sulle labbra, dove, solo poche ore prima, si erano posate quelle di lei. Ora Sienna non sarebbe più stata sola; avrebbe potuto mettere a frutto le sue doti straordinarie per aiutare le persone, come aveva sempre desiderato fare; avrebbe finalmente trovato la sua strada e il suo posto nel mondo.
Prima di partire, gli aveva timidamente proposto di andare con lei a Ginevra, ma Langdon sapeva che, nella nuova vita di quella giovane donna, non c'era posto per un tranquillo e solitario professore d'arte, così, sebbene una parte di lui avesse sinceramente voluto accettare e rimanere al fianco di Sienna, si era limitato ad attirarla a sé in un lungo abbraccio, per poi lasciarla andare e vederla salire a bordo del C-130, in attesa di decollare dall'aeroporto turco di Atatürk.
Era la cosa giusta da fare, nonostante avvertisse già la sua mancanza.
Lo sguardo di Langdon abbandonò la distesa di velluto nero trapuntato di stelle e si posò nuovamente sul volume che teneva in grembo. In copertina, troneggiava l'austero e severo profilo di Dante Alighieri, con l'inconfondibile naso adunco, la cuffia rossa e la corona d'alloro, conferita, come da tradizione, solo ai più illustri poeti.
“Ricorda questa sera, perché sarà l'inizio dell'eternità.”
Sì. Un giorno o l'altro, avrebbe rivisto Sienna; le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo. Ne era certo.
Il professore sorrise e aprì il libro, immergendosi nella lettura delle terzine dantesche.
Nel mezzo del cammin di nostra vita...





Da Stria93: Ciao a tutti! :)
Questa è una delle rare volte in cui i miei scritti valicano i confini del fandom di “Once Upon a Time”, e ciò mi rende un po' nervosa.
Ho terminato - o meglio, divorato - Inferno in meno di una settimana e ho subito sentito il bisogno di buttare giù qualche riga, sperando di non aver combinato un disastro.
Ammiro moltissimo il personaggio di Robert Langdon e mi è piaciuto l'evolversi del suo legame con Sienna, altro personaggio che ho apprezzato particolarmente durante la lettura.
Ho cercato di dare voce a quelli che, secondo me, avrebbero potuto essere i pensieri del nostro professore in viaggio verso casa, e non potevo non dedicare un'ampia parte di essi alla donna con la quale ha condiviso così tanto e alla quale si è, per sua stessa ammissione, affezionato nel corso delle varie avventure vissute fianco a fianco, nonostante le bugie e i segreti di quest'ultima.
Langdon è talmente erudito e le sue riflessioni sono così profonde e particolari che mi è risultato abbastanza difficile calarmi nei suoi panni, anche se ho cercato di mantenerlo IC il più possibile; se io sia riuscita o meno in quest'impresa, lo giudicherete voi. ;)
Anche citare l'immenso Dante Alighieri in una storiella così di poco conto mi è sembrata blasfemia pura, ma mi rimetterò totalmente ai vostri commenti, positivi o negativi che siano. Sono pronta a tutto. :)
Grazie a chiunque aprirà questa shot, a chi leggerà e un grazie ancora più grande e sentito a chi vorrà lasciarmi il proprio parere.
Baci!

  
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