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Autore: pikychan    25/08/2014    4 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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~ Sugar Pokè ~

 

Una ragazza ostinata

 

“Sono orgogliosa di te Lucinda”

La ragazza dai capelli blu stava parlando con sua madre attraverso lo schermo di un Centro Pokèmon.

La madre le stava sorridendo, quindi la figlia sorrise di rimando un po' imbarazzata.

“Mamma, adesso non esagerare, non ho ancora vinto, sai bene com'è finita due anni fa...”

“Lucinda, non fare la modesta, non ti si addice!”

Le parole di Olga le sembravano un rimprovero e questo la face avampare, ma poi la madre riprense a sorridere.

“Comunque sono contenta, non devi darti troppe arie, vedrai che sarai bravissima”

“Grazie mamma!”

Non c'è nulla di cui preoccuparsi è così che dici sempre, no?”

“Non ti preoccupi di più se dico quella frase?” chiese facendo trasparire la sua perplessità.

“Sì, ma so che andrei bene, abbi fiducia”

“Lo farò! Non ti deluderò! Guardami in TV!”

Dopo di che si salutarono e la videochiamata finì.

Lucinda si diresse verso le sedie d'aspetto del centro, avrebbe dovuto aspettare che i suoi Pokèmon in cura dall'infermiera Joy si fossero rimessi in sesto.

Nonostante la prima parte del Gran Festival si fosse conclusa da poco si era già tolta il suo elegente abito giallo per rimettersi gli abiti abituali.

“Ehi Lulù, non ti alleni?” le domandò qualcuno alle sue spalle.

La ragazza sorpresa si voltò subito.

“Kenny! Sei ancora qui?”

“Certo, sono venuto a riprendere i miei Pokèmon”

“Mi spiace che tu abbia perso alla prima manche della gara” disse abbassando la testa chiaramente triste per l'amico.

“Non devi essere triste per me, Lulù, prima o poi riuscirò a batterti vedrai”

“Ma la smetti di chiamarmi in quel modo!? Mi da fastidio! Perchè sei così antipatico!?” si arrabbiò.

Seguirono alcuni secondi di silenzio durante i quali Kenny fece intravedere un mezzo sorriso, dall'aria un po' arrogante, facendo rimanere Lucinda spiazzata.

“Ti saluto Lulù, ci vediamo presto” salutò con la mano passando oltre.

“Kenny, ma hai sentito quello che ti ho detto!?”

 

La ragazza dai capelli blu si sedette su una sedia ad aspettare. Nell'attesa prese una rivista pogiata lì vicino e cominciò a sfogliarla.

Davanti al bancone di Joy c'erano tre ragazzine che arrivavano appena ad affacciarsi. Lucinda non le vedeva ma sapeva già che erano allenatrici o coordinatrici alle prime armi, proprio come lei solo due anni prima. Sentiva che le bambine chiedevano qualcosa all'infermiera con le loro piccole vocide e lei rispondeva loro con un grande sorriso. A un certo punto le ragazzine se ne andarono e la ragazza chiuse la rivista per osservarle meglio, forse per curiosità o forse per nostalgia dei vecchi tempi.

“Lucinda, i tuoi Pokèmon stanno bene, fra poco saranno pronti per affrontare nuove sfide” le sorrise l'infermiera dai capelli rosa.

“La ringrazio infermiera Joy” le sorrise in risposta.

“Non ci posso credere, Lucinda!”

La ragazza guardò confusa davanti a se. Sulla spalla sinistra un Pikachu. Una ragazzina, no, forse una ragazza. Avrà avuto un anno in meno di lei probabilmente. Undici, o forse dodici se consideriamo che Lucinda ne avrebbe compiuti tredici il mese successivo.

Aveva i capelli mori, non neri ma, di un castano piuttosto scuro. Non si può dire che fossero lunghi, erano legati in due piccoli codini laterali con elastici composti da due palline rosse.

I suoi occhi erano nocciola e indossava un corpetto giallo a cuore che lasciava intravedere la pancia piatta. Portava dei guanti gialli che le arrivavano quasi ai gomiti, una gonna gialla lunga quasi al ginocchio e una giallettiera gialla alla gamba destra. Ai piedi portava degli stivali neri.

La ragazza blu si illuminò. Era inconfondibile.

“Ah, tu sei Camilla vero?”

“Esatto, quella che ha perso al primissimo turno”

“Non dovresti dirlo con tanto entusiasmo...”

“Che ci posso fare? Per me è ancora presto, ho bisogno di racimolare esperienza” disse con aria saccente.

Lucinda rimase un po' sconcertata, ma poi decise di cambiare discorso.

“Non sapevo che avessi un Pikachu” indicò il Pokèmon sulla sua spalla “non l'hai usato durante la gara”

“Ah, intendi la mia piccola Kika-chin? Siamo inseparabili, pensa che ho scelto questo vestito ispirandomi a lei” disse strofinando la sua guancia contro quella di Kika.

Lei? Quindi è una femmina! Posso accarezzarla?!”

“Certo! Fa pure!”

Lucinda la accarezzò facendole i complimenti per il suo manto morbido, chiese anche a Camilla se le faceva qualcosa di speciale anche se lei rispose che oltre a pettinarla non faceva molto.

Notò che il Pokèmon giallo aveva una coda insolita per quanto ricordava.

“Ma la coda ha quasi la forma di un cuore, non ricordavo fosse così”

“Probabilmente è perchè non hai mai visto un Pikachu femmina, prova a controllare con il Pokèdex”

L'aspirante supercoordinatrice prese il Pokèdex e controllò, dopo poco sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.

“E' vero! La coda cambia da maschio a femmina!” emise sorpresa e ammirata guardando ancora l'oggetto rosa.

Poi si riprese, chiuse l'oggetto e lo mise via.

“I Pikachu sono fantastici, un mio amico ne ha uno”

“Davvero?!”

“Lo porta sulla spalla proprio come fai tu, non gli piace stare nella PokèBall” annuisce.

“Mi dici come si chiama? Ti prego, voglio sapere come si chiama!” congiunge le mani a preghiera.

“Eh? C-certo... si chiama Ash”

“Ash?” la ragazza si era fatta sorpresa, era davvero strano.

“Ash Ketchum” precisò allora lei.

“Ash Ketchum!?”

“Perchè urli?”

“Ma ne sei sicura? Non è che ho capito male?”

“Ho detto Ash, Ash Ketchum!” ripeté ancora un po' spazientita.

“Io conosco qualcuno con questo nome!”

“Davvero?” domandò sorpresa, ma nel suo tono e nel suo sguardo c'era una sorta di diffidenza. L'amico non le aveva mai parlato di una ragazza così, se lo ricorderebbe.

“Sì! Da piccoli giocavamo insieme!” spiegò sempre più entusiasta.

“Ah, allora siete amici d'infanzia” deduse stavolta totalmente convinta e rilassata.

“Esatto, non sono di Sinnoh, ma di Kanto, Pallet Town, quindi mi credi?”

“Se me lo dici con così tanto entusiasmo perchè no?” le sorrise.

“Grande! Ma adesso dov'è? È tornato a casa?”

“Conoscendolo sarà ripartito di sicuro per qualche regione” soffocò una risata, non si dovevano essere visti da un po' se non sapeva della sua fissa di diventare un Maestro Pokèmon.

“Oh no, e non sai quale?!”

“Ehm, no mi dispiace...” disse un po' mortificata anche se stranita, doveva ammettere che Camilla faceva proprio tenerezza.

“E' terribile! Devo ripartire subito!” corre via.

La blu rimase lì sconcertata finché non le si avvicinò un'altra persona che le si siede accanto.

“Zoey!” se ne accorse subito non lasciandole neanche il tempo di sedersi.

“Come va Lucinda?”

“Bene, ma tu cosa ci fai qui?” le chiese ancora stupita.

“Sono venuta a vedere la gara”

Allora la giovane coordinatrice pensò che fosse venuta per lei, dopo tutto erano amiche, ci restò un po' male quando le disse che era venuta per sua cugina.

“Ah, capisco...” emise a testa un po' bassa.

“Non fare quella faccia, sono venuta anche per te, a proposito, congratulazioni per essere in finale”

“Grazie Zoey!” riprese il suo entusiasmo “A proposito, com'è che si chiama tua cugina?”

“Camilla, non so se ci hai fatto caso, era una ragazza mora, un po' bassina...”

“Camilla!? Ma lo sai che lei e Ash sono amici?!” l'assaltò.

“Sì, lo sapevo” si difense mostrando i palmi.

“Davvero?” si calmò.

“Dopo tutto viene anche lei da Pallet”

“Allora conoscevi anche tu Ash!” deduce sgranando gli occhi.

“Sì, in estate andavo dagli zii e ci incontravamo spesso, sapevo però che Ash non si ricordava sicuramente, eravamo molto piccoli”

“Eppure tu ti ricordi...” sussurrò piuttosto ammirata “Ma perchè non me lo hai mai detto?”

“Andiamo Lucinda, cosa avrei potuto dirti?”

“Lo sai, mi ha detto che vuole raggiungerlo” prese coraggio dopo un po'.

“E' tipico di Camilla, sei preoccupata?”

“Sì, per una ragazzina così piccola, viaggiare da sola, in una regione sconosciuta...”

“Non esagerare, in fondo ha solo un anno in meno di te”

“Non è una cosa sicura, dovresti andare con lei”

“Perchè invece non ci vai tu?”

La ragazza dagli occhi blu spalancò gli occhi, andare con Camilla? Diceva sul serio?

“Eh? I-io?”

“Perchè no? Non ti piacerebbe rivedere Ash?”

Rivedere Ash. Ci aveva pensato tante volte. Raggiungerlo, viaggiare di nuovo con lui... alla fine non aveva mai potuto, o le mancava il coraggio? Dopo così tanto tempo … ricordava come si erano lasciati, lui e Brock erano partiti per mare mentre lei li salutava completamente in lacrime. Non riusciva a frenare quelle piccole gocce di pioggia calda, più ci provava più si sentiva amaro in gola. Un groppo. Un groppo amaro. Si sentiva mancare il respiro. Morire. Voleva scomparire. I giorni successivi aveva pensato molto. Con nostalgia. Affondato la testa nel cuscino. Non aveva toccato cibo per una settimana.

Poi l'anno prima aveva rincontrato Ash a Unima, con due nuovi amici. Un ragazzo e una ragazza molto strani. Si era mostrata amichevole e sempre allegra, ma c'era qualcosa che le faceva male, qualcosa che la faceva arrabbiare e la feriva. Era diventata molto più diffidente. Ash invece non era cambiato, si comportava con lei come si era sempre comportato. Proprio come se il tempo non fosse passato. Sembrava perfino più gentile. Allora che cos'è che la faceva così star male? Non lo sapeva e probabilmente non lo avrebbe mai saputo.

“Rivedere Ash...?”

“Ti piacerebbe?”

“Non lo so...”

Zoey si fece sempre più perplessa.

“E poi devo partecipare al Gran Festival, non posso andare via”

“Se è solo per questo dirò a Camilla di aspettare fino alla fine della finale” era già lì per lì ad alzarsi.

“Zoey?” la richiamò decisa “Solo se vincerò” i suoi occhi erano fissi ad un punto preciso, ma indistinguibile. Il suo tono era duro e secco che faceva nascere un po' di timore, ma lasciava trasparire il grande sforzo emotivo che aveva fatto a pronunciare quelle parole.

“D'accordo, solo se vincerai” sorrise con aria furbastra.

  
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