Ore 13.40
sicuramente Luke era già in chiesa ad aspettare l'arrivo della sposa, scherzando con Gabe, il testimone, facendo battute di gattivo gusto per nascondere l'ansia.
Ansia che sicuramente non era dovuta alla preoccupazione che la sposa non si presentasse, no, perchè lui era talmente sicuro di se, che l'idea non lo sfiorava nemmeno. Ed era una delle tante cose che più amo di lui.
Forse era ansioso di doversi legare ad una donna per tutta la vita.
Ore 13.46
Il cuore inizia a battermi più forte quando l'auto inizia ad avvicinarsi alla chiesa. Fuori, gli invitata stanno parlando tra loro, chi raccolto in piccoli gruppetti, chi con una o due persone al massimo. Riconosco Melissa, la sorella di Luke, con un abito rosso acceso, eccessivamente corto, ma che a lei sta benissimo. Bhè, a lei starebbe bene qualsiasi cosa.
Gli invitati iniziano ad entrare velocemente, buttando I mozziconi delle sigarette a terra, affrettandosi.
Le mani iniziano a sudarmi, e mi mordo il labbro, la sensazione di vomito che mi assale.
“Eccoci arrivati” dice l'autista, ed io annuisco, sorridendogli leggermente.
Con le gambe che tremano, riesco a raggiungere le porte della chiesa, cercando di non inciampare nell'abito che indosso. Poi un pensiero le perforò la mente.
Che diavolo ci faccio li?
Mi trattengo dal voltare I tacchi e rientrare in macchina. Ormai era troppo tardi.
L'organo inizia ad intonare la marcia nuziale, ed apro la porta della chiesa.
Gli invitati si voltano tutti verso il fondo della chiesa, chi con sguardo sognante che di solito si rivolge alle spose.
Il mio sguardo, poi, si rivolge a Luke, stretto in abito fatto a mano blu scuro, e l'aria sognante e di pura adorazione. Inizia a girarmi la testa, e mi appoggio alla colonna per non cadere.
Quando poi la sposa raggiunge il fondo della navata, e il padre la bacia, lasciandola al suo futuro sposo, non reggo.
Lo noto, lo sguardo di Gabe da lontano. Triste, dispiaciuto, ferito. Quella ferita però dovrei essere io.
Quella mollata all'altare sei mesi prima, quella rimpiazzata da un'altra, quella rimpiazzata dalla migliore amica. Quella subito accettata in famiglia, non come me, che ci sono voluti anni.
Quella che ora sta affianco all'amore della mia vita. Che gli sorride, che gli infila l'anello nuziale al dito, e che lo bacia. Non reggo più. Mi tiro su lentamente, ignorando le occhiate, ed esco dalla chiesa, così come sono entratata.
Rientro in macchina, con ormai il trucco colato.
Il tassista mi sorride “Già finito? Aaah I matrimoni! Fanno commuovere tutti”.
E la sento. Quella sensazione di dolore che provo dentro.
“Si” rispondo, stupita di essere riuscita a tirare fuori la voce, prima di aggiungere tra me e me, soprattutto quando si tratta del matrionio dell'amore della tua vita con un'altra.
sicuramente Luke era già in chiesa ad aspettare l'arrivo della sposa, scherzando con Gabe, il testimone, facendo battute di gattivo gusto per nascondere l'ansia.
Ansia che sicuramente non era dovuta alla preoccupazione che la sposa non si presentasse, no, perchè lui era talmente sicuro di se, che l'idea non lo sfiorava nemmeno. Ed era una delle tante cose che più amo di lui.
Forse era ansioso di doversi legare ad una donna per tutta la vita.
Ore 13.46
Il cuore inizia a battermi più forte quando l'auto inizia ad avvicinarsi alla chiesa. Fuori, gli invitata stanno parlando tra loro, chi raccolto in piccoli gruppetti, chi con una o due persone al massimo. Riconosco Melissa, la sorella di Luke, con un abito rosso acceso, eccessivamente corto, ma che a lei sta benissimo. Bhè, a lei starebbe bene qualsiasi cosa.
Gli invitati iniziano ad entrare velocemente, buttando I mozziconi delle sigarette a terra, affrettandosi.
Le mani iniziano a sudarmi, e mi mordo il labbro, la sensazione di vomito che mi assale.
“Eccoci arrivati” dice l'autista, ed io annuisco, sorridendogli leggermente.
Con le gambe che tremano, riesco a raggiungere le porte della chiesa, cercando di non inciampare nell'abito che indosso. Poi un pensiero le perforò la mente.
Che diavolo ci faccio li?
Mi trattengo dal voltare I tacchi e rientrare in macchina. Ormai era troppo tardi.
L'organo inizia ad intonare la marcia nuziale, ed apro la porta della chiesa.
Gli invitati si voltano tutti verso il fondo della chiesa, chi con sguardo sognante che di solito si rivolge alle spose.
Il mio sguardo, poi, si rivolge a Luke, stretto in abito fatto a mano blu scuro, e l'aria sognante e di pura adorazione. Inizia a girarmi la testa, e mi appoggio alla colonna per non cadere.
Quando poi la sposa raggiunge il fondo della navata, e il padre la bacia, lasciandola al suo futuro sposo, non reggo.
Lo noto, lo sguardo di Gabe da lontano. Triste, dispiaciuto, ferito. Quella ferita però dovrei essere io.
Quella mollata all'altare sei mesi prima, quella rimpiazzata da un'altra, quella rimpiazzata dalla migliore amica. Quella subito accettata in famiglia, non come me, che ci sono voluti anni.
Quella che ora sta affianco all'amore della mia vita. Che gli sorride, che gli infila l'anello nuziale al dito, e che lo bacia. Non reggo più. Mi tiro su lentamente, ignorando le occhiate, ed esco dalla chiesa, così come sono entratata.
Rientro in macchina, con ormai il trucco colato.
Il tassista mi sorride “Già finito? Aaah I matrimoni! Fanno commuovere tutti”.
E la sento. Quella sensazione di dolore che provo dentro.
“Si” rispondo, stupita di essere riuscita a tirare fuori la voce, prima di aggiungere tra me e me, soprattutto quando si tratta del matrionio dell'amore della tua vita con un'altra.
E quando l0 incontri per strada, stretto al braccio di un'altra, che ti saluta come una vecchia amica, proprio come fa lei, la donna che più hai odiato, non fai altro che sorridere, presentandogli Michael, il ragazzo della porta accanto, quello che ti fa sempre pensare 'Se ti amerò sarà per sempre', e poi li salutate, sotto sguardi sbalorditi. Perchè sei andata avanti.
E così passano i giorni, passano i mesi, passano gli anni. Vai avanti, e raccogli altre margherite.
E così passano i giorni, passano i mesi, passano gli anni. Vai avanti, e raccogli altre margherite.