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Autore: Lilith9312    26/08/2014    4 recensioni
“Solo io sono tua amica, lo sai.”
Lo so. Solo io e te. Il resto del mondo fuori non capisce. Adesso mi hanno chiamato, però, è tardi e devo per forza andare. Ti affido la mia debolezza, conservala per quando sarò di ritorno.
“Io ti aspetto qui.”
Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Autore: Lilith9312
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Contenuti delicati
Introduzione:
“Solo io sono tua amica, lo sai.”
Lo so. Solo io e te. Il resto del mondo fuori non capisce. Adesso mi hanno chiamato, però, è tardi e devo per forza andare. Ti affido la mia debolezza, conservala per quando sarò di ritorno.
“Io ti aspetto qui.”
NdA: in fondo pagina.
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Non trovo una via d’uscita.
E’ una specie di circolo vizioso, più pensi e più sei fottuto, e anche se non dovessi pensare…no, che grande cazzata. Se alzo il volume della musica i miei pensieri non mi trovano, non li sento, non li penso…vero?

“Ale, ti ricordi che domani andiamo al mare, no?”

Io non voglio. Io odio il mare.

“Ma se ti è sempre piaciuto il mare!”

No, andateci voi. C’è troppa gente, c’è troppo chiasso. Lasciatemi qui a casa da sola, nella stanza buia. I miei pensieri non mi troveranno se mi nascondo bene,  e anche se lo faranno, beh magari potremo fare amicizia.
E invece no, eccomi qui in auto a fissare il paesaggio fuori da un finestrino. Se faccio finta di dormire nessuno mi farà domande, nessuno ci interromperà, quindi…pensieri venite a me!

“Sei debole, o non saresti così!”

Una lacrima. La sento scivolare lungo la mia guancia piano. Cosa stai facendo? Torna indietro, non ti ho dato il permesso di piangere. Devi far vedere a tutti che sei debole?  Ma forse ha ragione…perché devo nascondere di non essere forte come tutti credono io sia?

“Non sei debole, sei una malata mentale!”

No, non lo sono. O almeno non lo ero. Ricordo ancora quando stavo meglio, quando la mia testa non era diventata un posto così inospitale. Adesso mi ero persa nei suoi meandri, e non era facile uscirne. Io non volevo uscirne. Magari era tutto un incubo, magari adesso pizzicandomi mi sarei svegliata, e lui sarebbe stato lì di fianco a me. Come sempre.
No, non è lì. Perché è lui che mi ha ridotto così. E’ stato lui a trascinarmi in questa pazzia e poi lasciarmi qui.

“Smettila, vattene via da me!”

E invece no, continui a tornarci, anche quando penso ad altro, tu ritorni. Te ne sei andato così, come sei venuto, e dannazione, mi hai distrutto. Tutto il mondo che avevo costruito intorno a me, intorno a Noi, si è disintegrato. All’improvviso.
Mi hai lasciato come lasci un cane in autostrada prima di partire per le ferie.
Di colpo non avevo più un posto, non avevo più un collegamento con questa realtà. E non è bastata tutta la rabbia, delusione, tristezza che avevo in corpo a farmi tornare, la mia mente si è staccata completamente da tutto questo. Io sono debole, non ho retto.

“Quindi stai dando la colpa a me?”

Smettila di guardarmi. Usciamo da questa galleria o il mio riflesso continuerà a fissarmi dal finestrino. Anche lui, pronto a giudicarmi, a credere di essere superiore a me.

“Sì, la colpa è tua.”

Lo vorrei urlare, dico davvero. Ma ho paura, paura che dicendo così usciresti dalla mia vita per sempre e questo non lo voglio. Perché non lo sopporterei.

“Perché? Ti ha distrutto, mentalmente e fisicamente.”

Perché…perché rimane ancora l’unica cosa che conosco già. Mentre tutto il mondo è diventato maceria, lui è lì, si erge sopra le rovine di ciò che un tempo era così allegro e ospitale. Perché in fondo non è altro che colpa mia: io sono la debole. Che colpa ne ha lui se mi distruggo facilmente?
Io non merito amore. Io non provo amore. Io non provo niente.

“E paura?”

Quello non è un sentimento…o sbaglio? Rispondimi, ti prego, quello non è un sentimento vero? E’ uno stato d’animo, è un’emozione, è qualcosa…anche se adesso la sento, mentre cresce, mentre si nutre di me. Non è un sentimento.
Dannazione, ho veramente paura. E questa paura ha creato un vuoto enorme, che non si può riempire. No, perché è come un buco nero che inghiotte ogni cosa bella che succede attorno a me. E non è mai sazio, continua a volere nutrimento, continua a crescere.
Forse ci sono finita dentro anche io. Ecco perché non trovo la mia via di fuga. Forse è per questo che non c’è un posto per me dove andare, perché ogni posto è sbagliato. E’ perché io sono sbagliata!

“Lui ti accetta per come sei, però…”

No, è un mio amico. Mi è sempre stato vicino anche quando sono crollata, lui mi ha preso al volo.

“Lui prova qualcosa per te…”

E sbaglia, sbaglia appieno. Perché io non sono un essere da amare. Quello che è successo ne è la prova. Io sono un essere da usare, e poi abbandonare quando è troppo rotto per essere aggiustato. Io non merito attenzioni, perché sono debole. Io non merito affetto. E non lo so dare.

“Ale, siamo arrivati!”

Di già? In fondo il viaggio non è durato moltissimo. Merito della musica, forse. O forse ho anche dormito un po’ nel frattempo? No, se l’ho fatto non me ne sono resa conto. In realtà magari è solo merito della mia mente che sa come tenermi impegnata…

“Sì, è merito mio.”

An ecco. L’avevo capito! Beh grazie mente, adesso però staccati per un po’ e cerca di lasciarmi essere come tutti mi vorrebbero vedere. Ci sentiamo più tardi, nel caso. Lo sai che tanto non scappo. Capito?

“Solo io sono tua amica, lo sai.”

Lo so. Solo io e te. Il resto del mondo fuori non capisce. Adesso mi hanno chiamato, però, è tardi e devo per forza andare. Ti affido la mia debolezza, conservala per quando sarò di ritorno.

“Io ti aspetto qui.”

E io ritornerò presto qui. A dopo, Mente, mi piace parlare con te.
Mondo eccomi, sono forte, determinata, allegra e solare. Io non sono debole, io non sono debole, io non sono…
Io non sono debole, vero?

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Note dell'autrice: La protagonista di questo racconto è affetta da Disturbo Bordeline della Personalità. 
Nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, io stessa ne soffro, e ne ho sofferto. E posso assicurarvi che scene come quelle descritte sono all'ordine del giorno.
Lo stesso titolo, "al limite", simboleggia uno degli aspetti del Borderline, ovvero l'essere al limite tra normalità e pazzia. Non è pazzo chi ne soffre, ed è più diffuso di quello che si pensi. Grazie a chiunque legga questa breve storia!
A.H.
   
 
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