Die Liebe ist nicht
schön, wenn es nicht streitsüchtig
ist…
Sdraiato sul divano, dormivo
profondamente quando, un urlo, all’improvviso, mi svegliò di soprassalto.
Aprendo gli occhi, mi resi conto che la televisione era ancora accesa. Sbattei
le palpebre un paio di volte, cercando di capire se l’urlo che avevo sentito
provenisse da lì. Un secondo. Scossi il capo, il volume era
quasi inudibile. Un attimo dopo, dei passi frettolosi
nel corridoio. La porta si spalancò di colpo, sbattendo rumorosamente contro il
muro.
Tom, trafelato, il viso rosso, mi fissava.
Sgranai gli occhi.
“Perché lo hai fatto, stupido fratello?!?” urlò con voce irata.
Continuai a guardarlo, allibito, senza
capire a che cosa si stesse riferendo. Non ottenendo
risposta, lui divenne ancora più rosso. “Bill!” urlò.
“Cosa?!?” gridai
anch’io, iniziando ad arrabbiarmi a mia volta.
“Non noti nulla di strano?!?” mi provocò lui, indicando il proprio volto.
A parte il fatto che i rasta gli ricadevano sulle spalle,
perché si era appena svegliato, non vidi nulla. “Sinceramente no…” risposi.
“Idiota! Le sopracciglia! Perché mi hai
strappato le sopracciglia?!?”
Io lo fissai, sbattendo di nuovo le
palpebre, ancora più sconvolto. “Le sopracciglia?!?”
ripetei.
“Si, si!” esclamò lui, furibondo,
convinto che lo stessi prendendo in giro. “Le sopracciglia, accidenti a te!”
Sentii il viso irrigidirsi. “Piantala di urlarmi addosso!” urlai a mia volta “Io non vedo
nulla di strano nelle tue sopracciglia!”
Tom sbuffò, avvicinandosi
velocemente “Guarda bene… Guarda cosa mi hai fatto!” continuò.
“Io non ho fatto un bel niente!” risposi
subito, voltando la testa dall’altra parte “Me ne stavo qua a dormire e
all’improvviso appari e mi parli delle tue dannate
sopracciglia!”
“Bill! Guardale!” continuò lui, dandomi una botta sul braccio.
“Ahia!” mi lamentai, girandomi di botto.
Il viso a una
ventina di centimetri dal mio, mio fratello mi fissava, la fronte corrugata.
Osservai le sue sopracciglia. Per l’ennesima volta, non notai nulla. “Siamo
biondi! Nemmeno si vedono!” conclusi.
“Non si vedono perché non ci sono più,
idiota!” rispose Tom, urlandomi addosso “Bill! Che diavolo ti è passato per
la testa?!? Perché mi hai strappato le sopracciglia?!?”
Stavolta fui io a sbuffare “Ti ho detto
che non ho fatto nulla…” iniziai calmo, prima di ricominciare ad urlare “E poi,
genio, cos’è che ti fa pensare che io centri in questa storia?!?”
Mio fratello si rimise in piedi “Sono o
non sono mesi che mi dici che dovrei farmele sistemare?!?”
Lo fissai esterrefatto “Ma io ti dico
tante cose!” risposi, allibito al pensiero che davvero lui pensasse
che gli avessi fatto un dispetto del genere “E tu non mi ascolti mai…Dov’è la
novità?!?”
“Confessi, allora?!?”
chiese lui, i suoi occhi brillavano “Lo ammetti che è perché non ti ascolto mai
che, per punirmi, mi hai strappato le sopracciglia?!? Ed ora me lo dici, come
diavolo faccio ad andare in giro così?!?”
Al pensiero di lui,
per strada, senza sopracciglia, un po’ mi venne da ridere ma mi morsi le
labbra, cercando di trattenermi.
“E non ridere!!!”
mi ribeccò, la voce ancora più infuriata “Questa non dovevi proprio farmela!”
Espirai, cercando di calmarmi. “Ti ripeto
che io non centro nulla…e poi…guardami bene…ti sembro il tipo?!?”
Mio fratello mi fissò
in volto un paio di secondi “Generalmente no, ma ogni tanto…” iniziò.
“Ogni tanto cosa?!?”
lo incitai io, fissandolo serio.
“Ogni tanto ti scatta il gene Tom Kaulitz!” concluse lui.
“Il gene Tom Kaulitz?!? Il tuo gene?!? Scusa, ma guarda che io te abbiamo gli stessi geni…” gli feci coerentemente notare
io, non capendo a cosa si stesse riferendo.
Tom sbuffò. “Non importa, comunque
non avresti davvero dovuto farlo!” concluse, di nuovo irritato.
“Ma io non ho fatto nulla!!!” risposi, per l’ennesima volta.
“Pensi che io ti creda?!?”
Il silenzio cadde all’improvviso nella
stanza. Ci fissammo negli occhi per lunghissimi secondi “Si” iniziai io, senza
spostare lo sguardo “Mi aspetto che tu, che sei il mio gemello, che mi conosci
più di chiunque altro su questa terra, mi creda” conclusi
serio.
Tom sbuffò, gettandosi sul divano, accanto a
me “Allora…chi?!?” domandò poi.
Entrambi fissammo
l’etere per un paio di secondi poi, ci voltammo a guardarci negli occhi,
urlando contemporaneamente “Georg!”
Ci alzammo di botto, avviandoci verso la
camera che io dividevo con Georg. Silenziosamente,
entrammo, lui dormiva, russando poderosamente.
“Dorme troppo tranquillamente per essere
stato lui…” iniziai, bisbigliando nell’orecchio di Tom.
“Beh, probabilmente, è convinto di avere
un po’ di tempo, prima che io me ne accorga…Generalmente,
lui si alza prima di noi…”.
Tom si fregò le mani, corrugando le
sopracciglia che ora non aveva più.
“Dimmi che vuoi fare” esclamai,
riconoscendo quello sguardo. Tom si voltò a
guardarmi, prima di rispondere “Mi conosci, fratellino, mi conosci…” concluse,
uscendo dalla stanza.
Rimasi un secondo ancora ad osservare Georg mentre dormiva “Lo conosco…” iniziai “…e tu presto, lo conoscerai meglio…”
“Vado in doccia!!!”
urlò Georg, un paio di ore dopo, appena alzato.
“Che cos’è questa novità?!?” lo sfotté Tom, seduto accanto
a me sul divano, un cappello che gli copriva la fronte.
Georg, passando per il corridoio, ignorò il
suo commento, proseguendo verso il bagno.
Io e mio fratello continuammo ad
osservare lo schermo, in silenzio.
“Dimmelo…” ricomincia a tormentarlo,
curioso di sapere che cosa aveva escogitato.
“No” rispose lui, per l’ennesima volta “e
piantala di chiedermelo…tanto tra poco lo saprai…”
concluse, sorridendomi accattivante.
“AAAAAAAAAAAAAH!”
All’incirca una mezz’ora dopo, un urlo
dal bagno. Io mi voltai a fissare la faccia di mio fratello. Tom rideva.
“AAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Un secondo dopo, un altro urlo.
“Ma che diavolo hai fatto?!?” domandai sconvolto a Tom.
Lui rise ancora, prima
di rispondere “Aspetta…”
“BIIIIIIILL!!!!”
Georg, dal bagno, urlò il mio nome, come se si
trattasse di vita o di morte. Mi alzai, gettando
un’occhiata a Tom, aspettando che facesse
altrettanto.
Mio fratello ricambiò
il mio sguardo “Io non mi chiamo Bill…” interloquì,
spostando gli occhi sul televisore.
“Sei tremendo…” conclusi io, iniziando ad
allontanarmi.
“Lo so, ma è anche per questo che mi vuoi
bene, no?!?” terminò lui, sicuro di sé.
Attraversai il
corridoio, bussai
alla porta del bagno. “Georg?” chiamai, con voce
titubante, temendo di venire accusato di qualcos’altro.
La porta si spalancò. Georg,
una massa di boccoli, mi fissava, gli occhi lucidi. Vedendolo, dovetti mordermi
le labbra, per non scoppiare a ridergli in faccia. “Bill…”
iniziò con voce lacrimosa “Ho sbagliato shampoo e invece del “superliscio, effetto
piastrato” che uso di solito, ho usato quello
“boccoli no-stop”…Aiutamiiiiiiii!!!!”
Continuai a torturarmi le labbra,
cercando di non ridere. “Tranquillo…ora ci penso io…” conclusi,
prendendo da un armadietto la piastra per le emergenze, prima di richiudere la
porta del bagno.
Dopo aver spiegato a Georg
come doveva usarla, uscii dal bagno, tornando in salotto. Mio fratello stava
ancora guardando la televisione. Mi lasciai cadere sul divano accanto a lui.
“Sei davvero tremendo…” iniziai.
“Lo so” rispose lui, la voce molto più tranquilla.
“Dovevi vederlo…poverino…”
“Se l’è
cercata…” continuò lui.
“Ma…”
ricominciai.
“Niente ma, Bill”
mi interruppe lui, fissandomi improvvisamente “Lui se
la caverà perdendo tutto il pomeriggio, io dovrò aspettare almeno tre
settimane, prima di poter riavere le mie sopracciglia!”
In silenzio, annuii.
“Comunque hai
fatto bene ad aiutarlo…” continuò lui, riposando lo sguardo sul televisore,
dimostrando che, la sua piccola vendetta, l’aveva aiutato a calmarsi.
Io annuii ancora.
Tre ore dopo, Georg
entrò in salotto. I capelli erano ancora un po’ mossi ma nulla, in confronto a
poco prima. Gettò un’occhiata interrogativa al cappello che Tom
indossava, poi alzò le spalle. Si sedette, continuando a fissarlo.
“Perché mi guardi così?” domandò mio
fratello, continuando a osservare lo schermo “Cioè, so
di essere fantastico, però non aspiro al tuo amore…”
Georg sorrise “Pensavo solo che quel cappello
ti dona…ti da un’aria da uomo vissuto…” lo sfotté.
Tom spense la tivù, per specchiarsi sullo
schermo. Si fissò un paio di secondi, poi sorrise “Hai
ragione! Non sono niente male, così! Mi tiene indietro i rasta,
e copre persino le mie orecchie abnormi!”
Mi voltai di scatto ad osservarlo “Le
orecchie abnormi?!?” domandai preoccupato, fissandomi
nello schermo a mia volta “Oddio!!! Ho delle orecchie abnormiiiii!”
esclamai, coprendole con le mani.
Tom e Georg mi
fissarono esterrefatti. “Non dirmi che in sedici anni non avevi mai notato il
nostro unico difetto…” disse mio fratello.
“Noooooo!” risposi
subito io, continuando a coprirmi le orecchie.
“Beh…fratellino…” iniziò Tom, ricominciando ad osservarsi, sorridendo compiaciuto di
ciò che vedeva “…da oggi, sarà un difetto solo tuo…” concluse,
soddisfatto.
“Noooooo!” mi
lamentai di nuovo io.
Georg e Tom
scoppiarono a ridere.
“Non ridete! Aiutatemi!!!”
continuai.
“Uhm…potresti dotarti anche tu di
capello…” propose Georg.
“No, no…” interloquì
mio fratello “Mi dispiace…ma il cappello è già stato preso…” si alzò,
allentandosi di qualche passo per scrutarmi. Una luce brillò nei suoi occhi.
“Georg,
avvicinati a Bill…”
Il mio amico obbedì
in silenzio. Tom afferrò una ciocca di capelli semi-piastrati di Georg,
avvicinandola a me.“Propongo un taglio più lungo…”
Rimasi in silenzio a riflettere,
valutando la sua idea quando, all’improvviso, la porta del salotto si aprì e Gustav entrò. Ci gettò un’occhiata, sorrise.
“Gustav è
tornato!” esclamai io, pieno di entusiasmo,
saltellandogli incontro “Che cosa mi hai portato?!?” domandai, pendendo dalle
sue labbra.
Il mio amico sorrise, infilando la mano nella tasca della
felpa, in cerca di qualcosa. Un secondo, allungò la mano verso di me,
porgendomi un ovetto di cioccolato, prima di
rimettere la mano in tasca.
“Evviva! Evviva! Evviva!!!”
ricominciai a saltellare, correndo verso Tom, che
aveva ricominciato a guardare la tivù con Georg, per
dividere con lui il dolce e litigarci la sorpresa, se fosse stata un minimo
decente.
Tlack.
Al suono lieve di un rumore metallico,
fui l’unico a voltarmi. Accanto al piede di Gustav,
la mia pinzetta per le sopracciglia.