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Autore: Marina Swift    26/08/2014    2 recensioni
{ fic piú o meno collegata a "Shopping" }
Ciao a tutti, popolo di EFP.
Eccomi qui con un'altra, fluffosa MarkxEsther.
Stavolta i nostri 'eroi' sono in un lussuoso hotel termale a spassarsela tra bagni in piscina, massaggi e buffet deliziosi..,
Cosa accadrà?
Potrete saperlo solo leggendo...
{ dedicata a Lila May come ogni MarkxEsther mia }
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Kruger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'MarkxEsther: love story for Lila May'
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Una tranquilla giornata alle terme... o quasi

Era il venticinque di agosto, faceva caldo come al solito e in nell'enorme BMW rosso fuoco di Hellen c'era da spararsi.
Per il volume troppo alto, per il caldo e per l'aria condizionata che andava sì e no a scatti.
E poi, c'erano violenti scossoni dovuti al fatto che stesse guidando Susette - dopo che Hellen si era addormentata a metà percorso - che, francamente, non era bravissima.
Più che altro, si stava addormentando anche lei.
Esther progettava di uccidersi, quando una terribile frenata le annunciò che il viaggio era finito, e che erano arrivati al tanto famoso hotel termale dove Daisy e Dell volevano tanto andare, tanto che avevano rotto le scatole a tutti i compomenti della Tripla C fino a che alcune non avevano ceduto.
Ma hanno vent'anni pensò Esther non potevano venire da sole?
Poi si ricordò che né Daisy né Dell sapevano guidare. 
Oh già... ecco il perchè.
Mentre Susette consegnava le chiavi al parcheggiatore, Esther, Hellen (che nel frattempo si era svegliata) e Daisy scaricavano i bagagli e li portavano all'interno dell'enorme edificio dai muri color panna.
La hall dell'albergo era stupenda, era arredata con gusto, c'erano dei bellissimi divanetti rosso fuoco e dei tavolini di legno di rosa, con dei quadri appesi alle pareti raffiguranti degli splendidi paesaggi.
- Posso esservi d'aiuto? - chiese una signora dall'aria gentile, bionda con dei grossi occhi verde mare seduta al banco della reception.
- Eh? Si... abbiamo una prenotazione a nome Greenland - disse calma Esther, interrompendo quel momento di 'contemplazione'.
La donna guardò il display di un computer, fece scorrere la lista delle prenotazioni e poi sorrise.
- Greenland, trovato. Per mancanza di letti vi abbiamo messe in due camere, la 114 e la 115, entrambe al primo piano -
Dell fu più svelta di Esther ad afferrare la chiave, ed entrò a passo sicuro nell'ascensore.
- Aspetta Delly, non dovremmo aspettare Susette? -
- No! Sono qui! -
Le parole della ragazza dai capelli rosa vennero interrotte dal capitano della Tripla C, che seguendo l'amica si infilò nell'ascensore, seguita da tutte le altre.
Le cinque ragazze raggiunsero le loro camere, dividendosi così: Esther, Susette e Hellen sarebbero andate nella 114 e le altre due nella 115.
Le camere erano enormi, con un letto matrimoniale e due singoli, un piccolo balcone per stendere i costumi bagnati (visto che l'albergo aveva ben due piscine all'interno) e un bagno.
Nella prima camera, Susette si gettò immediatamente sul letto più grande, buttandoci su le sue due valigie e sparpagliando i suoi vestiti ovunque, per poi sdraiarsi e cominciare a fare zapping sui canali della TV.
- E ti pareva... - commentò la mora, scuotendo la testa.
- È Susy... é fatta così - le rispose Hellen - Bene, ora io vado a prenotarmi un massaggio alla SPA - aggiunse, uscendo dalla camera.
- C'è la SPA? - esclamò Esther - Ma cosa?! Helly, aspettami! -
La mora si lanciò all'inseguimento della rosa, finendo solo per sbattere contro Dell poco dopo aver varcato la soglia della porta.
- Ciao Dell - la salutò - Vai anche tu a farti fare un massaggio? -
- Eh? No - rispose l'altra - C'è l'idromassaggio, vado a godermelo -
Esther notò infatti che l'amica era in costume, avvolta solo da un pareo, e aveva un asciugamano sottobraccio.
E ora chi seguo? si chiese la mora, Helly o Dell?
Alla fine optò per prenotarsi un massaggio, indossare un costume ed entrare nella piscina mentre aspettava che l'estetista si preparasse.
L'acqua termale era bollente, sui trentanove gradi, e c'erano degli appositi spazi per sedersi e accendere l'idromassaggio.
Poi la ragazza vide una cascata, e ci si mise sotto, premendo un pulsante per far partire il getto.
L'acqua, cadendo da una fessura dall'alto, le carezzava dolcemente le spalle e il collo, facendola gemere di piacere.
Dell era vicina a lei, mentre delle bollicine che partivano dal pavimento riempivano la zona dove la ventenne si trovava.
- Com'é Esther? -
- Meraviglioso Dell... avete avuto un'ottima idea a venire -
La cascata era finita, quindi Esther la riaccese, alzando una mano e ricliccando il pulsante dietro di lei.
Rimase in quella posizione per un quarto d'ora, se non venti minuti, fino a quando Daisy e Hellen non entrarono nella vasca.
- Dolcezza - disse la rosa - La massaggiatrice ti aspetta -
- Corro subito - trillò lei.
L'interno della SPA aveva i muri di un tenue violetto, con un grosso divano bianco nella parte sinistra, dove Esther si sedette.
In quell'istante, una signora, dai lunghi capelli neri e ricci, a raggiunse.
- La sua estetista sarà pronta tra un attimo. Intanto le posso offrire qualcosa? Un tè, una camomilla... -
- Oh, grazie, una camomilla - rispose lei, mentre la donna si girava e cominciava a preparare dell'acqua calda, per poi versarla in una tazza, metterci la bustina di camomilla e passarla ad Esther, che ringraziò e sorrise.
Appena la ragazza ebbe finito di bere il caldo infuso, la sua massaggiatrice entrò nella sala.
- Puoi entrare, accomodati - disse, facendola entrare in una stanza - Rimani in costume e sdraiati a pancia in giù sul lettino -
Eseguiti gli ordini, l'estetista spense la luce e accese delle candele appoggiate in alcuni punti della sala, accese un bastoncino di incenso e si spalmò le mani d'olio profumato e cominciò a passarle sul corpo di Esther, massaggiandola dolcemente, dalla base dei piedi fino alle tempie, applicando una leggera pressione sulla sua pelle liscia.
Questa piacevole coccola continuò per un'ora, mentre ogni muscolo della calciatrice si distendeva e si rilassava, sciogliendosi sotto le abili mani della massaggiatrice.
Quando Esther ne uscì erano le sei e mezza (infatti le ragazze erano arrivate in albergo alle cinque), quindi decise di salire in camera per farsi una lunga doccia per togliersi l'olio di dosso, per poi cambiarsi per la cena.
- Esther... perchè non ti metti questi? -chiese Susette, mentre si legava i capelli azzurri in una treccia e si truccava le labbra carnose con un rossetto rosa fluo.
Detto questo, le mostrò una scatolina, con dentro degli orecchini.
Appena li vide, Esther perse un battito.
Non si ricordava di averli portati.
Osservò i pendenti di perle, quelli con i cuoricini d'oro all'inizio.
Quelli che le aveva regalato Mark, dopo un'estenuante giornata di shopping.
L'ultima volta che li aveva indossati era stata dieci anni prima, alla festa di compleanno di Susette, dove lei aveva affittato quasi mezza Osaka per festeggiare.
- Allora? - domandó di nuovo la blu con più insistenza - Li metti o no? -
- Dai Esth... ti stavano così bene - continuò Hellen, mentre si sistemava l'abito rosa confetto con la gonna di tulle.
- E va bene - si arrese Esther alla fine, mettendosi gli orecchini.
Si guardò allo specchio.
Indossava un abito rosso fuoco, dello stesso colore di quello che aveva indossato quella volta...
Quando aveva ballato con Mark tutta la serata, una delle migliori della sua vita.
Esther Greenland, ti vieto di pensare ancora a Mark, non in vacanza almeno...
Ma ovviamente l'autoconvinzione serviva a poco se dall'altra parte c'era l'affascinantissimo americano.
Per scacciare i pensieri, scese le scale e si fece accompagnare al suo tavolo, su una terrazza che dava una bellissima vista del tramonto sul mare di Okinawa.
Un atmosfera stupenda.
Daisy la raggiunse poco dopo, seguita da Hellen, Dell e, per ultima, da Susette.
- Wow - commentò il portiere della Tripla C - Avete visto che meraviglia? -
- Si Daisy, i boquet di rose sul tavolo sono un tocco di gran classe... - continuò Dell.
- Ehm, Dell, mi sa che lei parlava del buffet - finì Susette, ottenendo successivamente il consenso di tutte le altre.
In effetti, sul tavolo al centro della sala c'erano decine e decine di piatti diversi, da fette di succosi meloni e ananas maturi a dei vassoi di salumi e formaggi dall'aria invitante, più ciotole di insalate di riso e di pasta e perfino un grosso maialino al forno con patate arrosto che avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca a chiunque.
Le ragazze si gettarono sul buffet, senza preoccuparsi delle buone  maniere, cominciando a servirsi di tutto e di più (in quell'occasione, persino Hellen perdette la sua solita calma).
Mentre Esther si serviva di ciliegine di mozzarella e di pomodori, andò a sbattere contro qualcuno.
- Oh, mi scusi, non volevo... - farfugliò lei, per poi alzare lo sguardo e ritrovarsi davanti due meravigliosi occhi color acquamarina, in un bellissimo viso contornato da dei morbidi capelli dorati.
- Mark Kruger?! - esclamò lei, facendo cadere il piatto di colpo.
- Esther, ciao - la saluto lui, per poi abbracciarla forte.
Lei si godette quella stretta, per poi riaprire bocca.
- Cosa ci fai qui? -
- Mia sorella mi ha trascinato, io volevo andare nel Connecticut con Dylan e Eric, ma questo posto è fantastico -
Lei annuì, sorridendo.
- Si, si è vero -
In quel momento, Susette raggiunse i due, comparendo alle spalle della ragazza.
- Ciao Mark! Che bello vederti qui - trillò l'azzurra.
Lui fece un cenno con la mano, totalmente disinteressato da Susette, lo sguardo rivolto solo verso la mora.
- Ceniamo assieme? - chiese il biondo ad Esther, indicandole il suo tavolo.
- E tua sorella? - chiese lei, arrossendo e cominciando a gesticolare nervosamente.
- Non c'è - 
Mark alzò le spalle - É uscita a cena fuori con il suo nuovo ragazzo - aggiunse.
- Ha un ragazzo? Allora perchè ti ha trascinato qui? -
- Che t'importa? - esclamò Susette - Esther accetta con gioia, vero stellina? -
- S-si - riuscì solo a dire lei.
E così, iniziò la sua cena con Mark.
Successivamente, dopo che i due ebbero mangiato fino a scoppiare - ignorando tutte le occhiate maliziose che Susette mandava loro, assieme agli sguardi perplessi delle altre - il biondino aprì finalmente la bocca.
- Esther, ti va di andare a fare un giro qui fuori? - le chiese, prendendole delicatamente una mano e facendo peggiorare il rossore delle sue guance.
- Si, va bene... -
La mora era sicura che, non appena fosse tornata in camera, le sue amiche l'avrebbero tempestata di domande, ma quando le sarebbe mai ricapitato un Mark Kruger che gentilmente le chiedeva di uscire a fare una romantica camminata al chiaro di luna?
Mai. Forse mai più.
I due uscirono mano nella mano dall'albergo, per poi cominciare a passeggiare per le strade di pietra, illuminate solo dalla fioca luce di qualche lampione.
- Sai, sono felice che mia sorella mi abbia trascinato qui - disse Mark sorridendo - Almeno ho visto te -
- Grazie - continuò lei, fortemente imbarazzata.
I due si erano fermati davanti ad una panchina, che dava una bellissima vista della luna che si specchiava sul mare scuro.
Lui fece cenno a lei di sedersi, poi una volta messi comodi le mise un braccio attorno al collo, stringendola a se.
- Ehi stellina... - 
- Si Mark? -
- Indossi gli orecchini della festa di dieci anni fa, vedo -
L'ha capito... e ora che faccio?
Non devo sentirmi in imbarazzo, no...
- Si - rispose con voce flebile.
- Mi ricordo quella festa, stavamo ballando assieme, ci eravamo divertiti molto... -
Esther lo guardó con aria interrogativa.
Non capiva dove il biondo tentava di andare a parare.
- Ma la differenza è che lì non ho fatto una cosa, e ora me ne pento -
Lei spalancò gli occhioni neri, sbattendoli più volte.
Non fece in tempo a finire il discorso che le labbra di Mark si posarono sulle sue, mentre lui le cingeva i fianchi e lei si abbandonava a quell'abbraccio.
Il sapore del caffè che avevano appena finito di bere invase la bocca della ragazza, che per la seconda volta in quella giornata gemette di piacere.
Dopo quei cinque secondi, che ad entrambi parvero magici, i due si staccarono, continuando a guardarsi negli occhi.
- E questo cosa significa? - chiese debolmente Esther.
- Mmh... direi che doveva essere un qualcosa di simile ad un 'Ti amo' -
- Hai rovinato tutto con questa dichiarazione - ribattè lei, fingendo di essere offesa.
- Devo prenderlo come un 'Io no' oppure cosa? -
Esther non lo fece finire di parlare, appoggiando le sue labbra su quelle di Mark, di nuovo, stavolta in qualcosa di meno romantico, ma che poteva bastare come una risposta, mentre il vento che passava tra le foglie verde smeraldo degli alberi faceva come una dolce melodia di sottofondo.
- Basta come risposta? -
- Si - 
Mark le sorrise, poi la abbracciò di nuovo.
In quel momento Esther ringraziò mentalmente Susette e le altre.
Devo dare più spesso retta a Dell e a Daisy...

Angolino dell'autrice:
Ho usato i nomi italiani, non picchiatemi, abbiate pietà.
Scusatemi, ma sinceramente non volevo fare mix tra i nomi europei e giapponesi, visto che non li conosco bene tutti.
Ma a parte questo...
È da quando sono tornata dalle terme che volevo scrivere qualcosa del genere, quindi metto come protagonisti i miei Mark ed Esther.
Cosa ve ne pare? Spero vi sia piaciuta.
Dedicata a Lila come ogni MarkxEsther perchè le voglio tanto, ma tanto bene (speriamo che questo disastro piaccia almeno a lei).
Un bacio,
Marina
   
 
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