Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: rufus7    26/08/2014    0 recensioni
La storia di una famiglia sgangherata, che nonostante le difficoltà, riesce a superare ogni dramma potendo contare gli uni sugli altri, così diversi fra loro ma vincolati da un profondo legame. La storia comincia con la nascita del piccolo Charlie, un nuovo membro nella allargata famiglia Evans.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

GLI EVANS
00 - PROLOGO


«Spingi! Spingi!» La voce arrivava fino alla sala d'attesa.
Un uomo vestito elegantemente, uno di quelli da giacca e cravatta, alto e dai capelli castani tutti ricci stava in piedi, appoggiato al muro giallognolo della stanza. Smanettava con il suo cellulare, sorridendo tra sé e sé ogni tanto.

«Certo che potresti anche mostrare un po' più di interesse per la situazione!»

Una voce squillante riportò l'uomo alla realtà. La giovane lo stava guardando torva con i suoi occhi blu come il mare.

«Dopo l'ultima volta ho avuto la conferma che i nostri nipoti preferiscono la calda temperatura dell'utero materno rispetto al freddo pungente del crudele mondo in cui dovranno trascorrere il resto dei loro giorni».

«Michael!» A rimproverarlo era stata sua madre, una donna esile, dai lunghi capelli grigi -che lei preferiva definire “color argento”- e dagli occhi color nocciola, contornati dall'ampia montatura degli occhiali da vista che da un paio di anni a questa parte aveva cominciato ad indossare quotidianamente, rassegnatasi forse allo scorrere del tempo.

«Cosa c'è, mamma? Lo pensiamo tutti e tre, inutile far finta che questa lunghissima attesa non stia snervando anche voi due! Io mi intrattengo, tutto qua. Se la piccola Ghandi ha qualcosa in contrario, non mi riguarda.» La risposta del figlio arrivò rapida e pungente, come al solito.

«Smettila di chiamarmi così! Se proprio devi criticare i miei pantaloni, dimmelo apertamente.» Rispose la ragazza riferendosi al suo abbigliamento orientale. Michael inarcò un sopracciglio e fece spallucce dopo aver lanciato un'occhiataccia alla sorella minore.

«Spingi! Vedo la testa!»

La voce del medico cominciava a farsi più forte. Ginevra, la donna anziana, si alzò in piedi e strinse le mani al petto. Ogni volta le sembrava di camminare su una fune, avendo sotto di sé il vuoto più assoluto. La nascita di un nipote, d'altronde, non era cosa di ogni giorno.

«Non ci credo!» Sbottò Michael guardando lo schermo del suo cellulare.

«Qualche problema con uno dei tuoi amichetti?» Chiese velenosa la ragazza.

«Credevo che la questione orientamento sessuale fosse risolta, ormai. I ragazzi a diciotto anni dovrebbero avere la mente aperta, ma a quanto pare tu sei un caso a parte». Il tono di voce annoiato del fratello maggiore faceva capire che i battibecchi erano quotidiani e che le risposte confezionate non sarebbero mai mancate.

«Ma io non mi riferisco al tuo essere gay, mi riferisco al tuo essere una putt...»

«Cornelia!» La interruppe bruscamente la madre.

«Che c'è? Me lo hai detto anche tu ieri!» Si giustificò la ragazza, consapevole di aver messo la madre in una posizione scomoda.

«Mamma!» Esclamò il giovane, sgranando gli occhi e allargando le braccia, chiedendo spiegazioni.

«Potremmo per un attimo concentrarci su vostro nipote? Non vorrei mai che il primo contatto di Charlie con la sua famiglia avenisse mentre litighiamo.» Con queste parole Ginevra placò gli animi e tornò a sedere.

Il tempo continuava a scorrere lentamente, scandito da urla e rumori agghiaccianti provenienti dalla porta chiusa che dava su un lungo corridoio, che a sua volta si collegava alle stanze dove avveniva la magia della nascita o, come le partorienti l'avrebbero definita, la tortura.

Di punto in bianco un pianto ruppe il silenzio della sala d'aspetto. Era un pianto che urlava “eccomi, sono qui!”. Era il pianto del piccolo Charlie. Immediatamente Ginevra prese il cellulare e chiamò il figlio Luke.

«Tesoro! Ho sentito il pianto! E' nato! Avvisa John e Rose, dì loro che il fratellino è nato!» Le lacrime agli occhi della donna lasciavano trapelare tutta la sua emozione, ancor prima di vedere quel piccolo bambino che avrebbe occupato un nuovo posto nell'albero genealogico degli Evans.

Poco dopo aver attaccato il cellulare uscì dalla porta metallica la dottoressa che rassicurò i tre sulle condizioni della mamma e del bambino.

«Siccome è stato un travaglio abbastanza lungo...» Iniziò la dottoressa, che venne interrotta da Michael.

«”Abbastanza lungo”? E' stato eterno! Gli altri due ci hanno messo la metà del tempo!»

La dottoressa sorrise imbarazzata e proseguì: «La madre ha bisogno di riposare, quindi potrete vederla solo in serata. Intanto se volete seguirmi alla Nursery posso mostrarvi il piccolo. Il padre è già attaccato al vetro!»

Ginevra, Cornelia e Michael seguirono la dottoressa che fece attraversare loro quella porta tanto odiata durante l'attesa e li condusse fino ad una stanza, divisa a metà da una vetrata. Dietro di questa vi erano circa una ventina di neonati in piccole culle. Sembrava di guardare un campo disseminato di piccoli fiori, rosa e blu. Incantato a guardare il suo piccolo, poco oltre ad una coppia di anziani, c'era Noah, il figlio maggiore di Ginevra. La dottoressa fece segno loro di avvicinarsi. Charlie dormiva beatamente, ignaro di essere entrato a far parte di una famiglia che di normale aveva ben poco.

 

La nascita di un bambino è sempre qualcosa di speciale e che va festeggiato. Bisogna annunciare al mondo la presenza di un'altra personcina, magari del futuro presidente degli Stati Uniti o di un attivista ambientale, questo è ignaro a tutti noi. L'importante è che il fiocco sia presente sulla porta, che la culla possa essere preparata con lenzuola candide e ricamate e soprattutto che l'ambiente sia sereno e silenzioso. Gli Evans, però, non avrebbero garantito al piccolo Charlie un ambiente silenzioso, non per cattiveria, ma perché era nella loro natura cacciarsi in guai più grossi di loro che poi avrebbero dovuto risolvere aiutandosi l'uno con l'altro. E' così che inizia la nostra storia, con la nascita di un bambino circondato da persone molto particolari e diverse fra loro. Presto il bambino avrebbe imparato ad amare la cucina di Nonna Ginevra, una donna di sessant'anni che, stufa di lavorare come segretaria presso uno studio legale della Germania, prese armi e bagagli e si trasferì a Little Roland Creek, un piccolo paesino alla periferia di Seattle, alla ricerca della fortuna. La tedesca mai avrebbe immaginato che lì avrebbe incontrato Alexander Evans, un giovane giornalista in erba, col quale avrebbe messo su famiglia e aperto addirittura un ristorante. Non avrebbe mai immaginato neanche che il suo amato marito sarebbe stato colpito da un infarto fulminante e che l'avrebbe lasciata sola a crescere una bambina di otto anni, a tenere a bada le ribellioni del figlio sedicenne, a comprendere e accettare l'omossesualità del figlio che per ventidueanni aveva taciuto e a sostenere il figlio maggiore durante il suo percorso di studi in Medicina. Si sa, però, la vita va avanti e a dieci anni di distanza da quell'infausto giorno, Charlie era venuto al mondo con lo stesso amore che aveva circondato il nonno Alex fino alla sua dipartita.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: rufus7